Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: exitwounds    10/04/2014    4 recensioni
[fuenciado; tony x nuovo personaggio]
«Fuentes...» sputai, vedendo che un ragazzo aveva avuto la mia stessa idea. A quanto pare, non sono l'unica a cui dia fastidio quella sottospecie di musica - se si può chiamare tale - che mandano in discoteca.
«Smith...» rispose, senza neanche alzare lo sguardo dalla sigaretta, ormai quasi finita, che teneva tra le dita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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so keep talking, 'cause i love to hear your voice.

(7)


Il mattino dopo mi svegliai con le braccia di Tony che mi stringevano forte. Avevamo passato tutta la notte letteralmente appiccicati, il suo corpo appoggiato al mio nonostante il caldo che faceva.
Spostai leggermente un suo braccio e tentai di alzarmi senza svegliarlo, ma lui biascicò un "buongiorno" e mi stampò un bacio leggero sulle labbra.
«Diavolo, dovevano soprannominarti Koala, altro che Turtle!» scherzai, girandomi su un fianco per guardarlo negli occhi e gli scompigliai i capelli. Lo ammetto, mi ci persi un po', in quegli occhi, ma non era colpa mia se ogni volta che i miei li incrociavano era sempre più bella della prima. Mi sorrise e mi avvicinò di più a sé. Ormai i nostri visi si sfioravano, ed io morivo dalla voglia di baciarlo. Non mi piaceva stare lontana dalle sue labbra, sapevano di buono e di cose belle.
Annullai la distanza e lo baciai, lui mi prese per i fianchi e mi strinse ancora di più. Non volevo staccarmi da lui, non volevo nient'altro che non comprendesse la sua presenza, preferibilmente così ravvicinata.
«Posso dirti una cosa?» mi chiese. Aveva spostato le sue mani sui miei fianchi e mi guardava negli occhi. «Dimmi, ma poi te la devo dire anch'io una cosa.» mi ero decisa a dirgli tutto quello che provavo, che anche se potesse sembrare assurdo quelle parole era come se volessero uscire per forza dalla mia bocca.
«Può sembrare assurdo, esagerato oppure un po' troppo presto...ma io credo di amarti. » mi disse, tutto d'un fiato, senza mai abbassare lo sguardo.
Mi bloccai, come pietrificata, per qualche istante. Tutto m'aspettavo tranne questo. Aprii la bocca per parlare, ma la richiusi subito, non mi usciva la voce. Mi diedi mentalmente della cretina.
«Ecco, lo sapevo, ho fatto una cazzata, fai come se non avessi detto niente, okay?» mormorò, abbassando lo sguardo.
«Ehi,» gli portai una mano sotto al mento, alzandogli il volto per fargli incrociare lo sguardo con il mio «non hai fatto una cazzata. È strano, ma credo di amarti anche io.» stavolta fui io ad abbassare lo sguardo e lui ad alzarmi il viso. Rimanemmo qualche istante a guardarci, poi mi strinse forte in un abbraccio, in silenzio.
Mi baciò ancora, e stavolta quel bacio sapeva di altro, era più consapevole, più...spinto. Posai una mano sulla sua, che inconsciamente era sul mio fianco e stava alzando il vestito. Non volevo affrettare le cose. Per fortuna lui capì subito, e senza tanti problemi si alzò dal letto e mi aiutò a tirarmi su.

Entrati in cucina per fare colazione, trovammo Sam seduta al tavolo che si teneva la testa tra le mani.
«Fammi indovinare un po', Samantha...ti ha fatto bere, sei finita a casa sua e non voglio sapere i dettagli di quello che avete fatto.» la guardai come mia madre mi guardava quando da piccola combinavo qualche disastro. Quella ragazza era incorreggibile.
«Hai centrato il punto, e ora mi scoppia la testa!» si massaggiò le tempie con i polpastrelli. «Oh, ciao Tony» lo salutò appena si accorse della sua presenza, lui ricambiò allegro.
Facemmo colazione tutti insieme, poi Sam andò a farsi una doccia e io mi cambiai velocemente per tornare subito da Tony. Avevo messo un paio di shorts di jeans, una maglia dei Brand New che avevo ritagliato a mo' di canotta larga e un paio di converse bianche. Presi una borsa, ci misi il portafogli e la mia inseparabile macchinetta fotografica, urlai a Sam che io e Tony stavamo uscendo e, senza aspettare una sua risposta, lo presi per mano e mi chiusi la porta alle spalle.
«Ci facciamo un giro?»

Camminavamo mano nella mano per qualche minuto, quando mi fermai di scatto, solo per guardarlo negli occhi. Ci vedevo tanta felicità in quel paio di pozzi marroni, tanta sicurezza e tanta gioia, ma soprattutto ci vedevo riflessa tutta la fortuna che avevo ad averlo accanto.
«Ehi, tutto apposto?» la sua domanda mi scosse dai miei pensieri e tornai con i piedi per terra.
«Niente, è che sei bello, tanto, e mi piace guardarti.» arrossii e tornai a fissarmi le punte dei piedi.
Tony mi prese nuovamente per mano e ci incamminammo verso il parco. Ci sedemmo all'ombra di un albero, mi mise un braccio intorno al collo e mi appoggiai al suo petto. Rimanemmo così per un po', poi presi la mia macchina fotografica e cominciai a scattarci delle foto, prima abbracciati, poi cominciammo a fare qualche smorfia e finimmo addirittura a scattare qualche foto mentre ridevamo come matti.
«Come mai ti piace così tanto fare le foto?» mi chiese, quando ormai eravamo arrivati forse a un centinaio di scatti.
«Voglio tenere sempre un ricordo materiale dei momenti più belli.» Mi sistemai meglio sul suo petto e lasciai che mi passasse un braccio intorno alle spalle. «Mi ricordo che quando ero piccola mia madre aveva sempre in mano una di quelle vecchie reflex con il rullino e mi riempiva sempre di foto. Diceva che lo faceva perché in futuro sarebbe stato bello sfogliare degli album, indicare una fotografia e cominciare a ricordare l'occasione per cui era stata scattata, e per magari ripensare a qualche amico che non vedevi da tanto tempo. Vedi questa foto?» scorsi indietro fino ad arrivare alla foto che cercavo. «Natale 2006, ero a casa dei miei zii in Florida, e quello è mio cugino James che mi guarda malissimo perché ho appena mangiato l'ultimo cioccolatino e lo voleva lui!» trattenni a stento una risata, era stata una scena esilarante ed avevo pienamente dimostrato il potere della fotografia.
«E allora facciamo questa di foto, così poi racconterai a tutti di questa fantastica giornata.» mi prese la macchina fotografica e scattò una foto mentre ci stavamo baciando.

Si era ormai fatta tarda sera quando ci alzammo dal nostro posticino sotto i rami di un albero e Tony mi accompagnò a casa. Il tempo era volato, eravamo stati così tanto bene insieme che non ci eravamo neanche accorti di aver saltato sia pranzo che cena.
«Allora...buonanotte.» mi sembravo un'adolescente al ritorno dal primo appuntamento con un ragazzo, che non sa cosa dire né cosa fare.
«Domani passo a prenderti verso le tre e andiamo in studio, okay?» mi propose, gli dissi di sì e poi lo abbracciai. Presi un respiro profondo e mi feci coraggio. «Ti amo.» per la prima volta lo dissi in maniera diretta e senza tanti giri di parole, ed era una sensazione bellissima. Lo guardavo negli occhi e li vedevo brillare.
Mi avvicinò a sé e mi baciò di getto, per poi sussurrare sulle mie labbra che mi amava anche lui.
Non mi importava che potesse sembrare una cosa affrettata, mi sentivo di dirglielo ed ora che l'ho fatto mi sento più leggera. E finalmente sono felice, felice sul serio.



myspace.
Dai su, menatemi perché sto in ritardissimo, che vi dò ragione e anzi, v'aiuto pure.
Facciamo che sorvoliamo questo periodo in cui non ho scritto che è meglio, è stato uno schifo. L'unica cosa bella è stato il concerto degli All Time Low, amori miei belli aw
Alla prossima! :3
fabi
  
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