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Autore: fleacartasi    15/12/2004    5 recensioni
Ma quel giorno sarebbe stato diverso. Quel giorno Harry avrebbe catturato dei mangiamorte, e sperava che tra essi si nascondesse Lei, la causa della sua sete di vendetta, della sua sete di giustizia, della sua sete di.....sangue.
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una one

Una one-shot piuttosto macabra e violenta…parla di Harry, e della sua sete di vendetta contro Bellatrix Black, che gli ha portato via Sirius…è arrivato il momento dello scontro, i due si trovano faccia a faccia…

Se ne avete voglia lasciate una recensione, anche negativa, grazie mille! ^^

 

 

Harry quella notte non era riuscito a chiudere occhio. Appena riusciva ad addormentarsi, incubi indefiniti lo assalivano, presagi di morte....E il ragazzo non poteva fare meno di chiedersi se riguardassero la sua morte, o quella di qualcun'altro. Magari la morte di Lei.
Il sole non era ancora sorto, e nella stanza faceva freddo, nonostante fosse marzo inoltrato. Harry si infilò una maglia, e si guardò allo specchio. Notò che nei suoi occhi verdi c'era una luce diversa. *E' paura?*
L'espressione del resto del suo viso contrastava con quella degli occhi, era più....inquietante. *E' voglia di vendetta?*
Il ragazzo si chiese se anche Ron fosse già sveglio, o se stesse ancora dormendo beatamente. Probabilmente era addormentato, e magari stava sognando di trovarsi su un'isola tropicale con qualche bella ragazza che gli faceva aria con delle foglie di palma.
*E' già, lui non deve affrontare un gruppo di mangiamorte spietati tra qualche ora....* pensò, quasi con rabbia. Subito però, si rese conto che non era colpa dell'amico dai capelli color ruggine. Dopotutto, era stato Harry stesso a voler diventare auror, a volerlo diventare con tutte le sue forze. Non poteva sfogarsi sugli altri quando in lui si annidava l'invidia, l'invidia per le persone che avevano un'esistenza normale. Perchè Harry in fondo non aveva mai smesso di pensare che la sua fama fosse una maledizione, che la sua vita fosse solamente un susseguirsi di dolori e morte, senza momenti felici. E non aveva mai smesso di pensare che ci doveva essere un motivo per il quale dovesse affrontare tutte queste difficoltà. Pensava che fosse colpa sua.....anche se tutti si ostinavano a ripetergli il contrario.
*Dev'essere facile limitarsi a ripetere frasi fatte per consolare il povero amico sfregiato e orfano perseguitato da Voldemort....*

Ma quel giorno sarebbe stato diverso. Quel giorno Harry avrebbe catturato dei mangiamorte, e sperava che tra essi si nascondesse Lei, la causa della sua sete di vendetta, della sua sete di giustizia, della sua sete di.....sangue.
Sirius era morto per colpa sua. Sirius, la persona più simile a un padre che Harry avesse mai avuto. E anche lui l'aveva abbandonato. In alcuni momenti gli sembrava persino di riuscire ad odiare il suo padrino, il suo padrino che l'aveva lasciato solo sulla terra, il suo padrino che l'aveva illuso, il suo padrino che gli aveva promesso che sarebbero stati sempre insieme, il suo padrino che era caduto dietro a quel velo senza pensare a lui.
Poi il ragazzo dagli occhi di smeraldo si rendeva conto di ciò che stava pensando, e un senso di colpa lacerante si insinuava in ogni centimetro del suo corpo e in ogni spazio remoto della sua mente. Perchè non era stata colpa di Sirius. Sirius gli voleva bene, Sirius aveva rischiato più volte la vita per salvarlo. E lui come l'aveva ricambiato? L'aveva portato alla morte.....

Ma quel giorno gli avrebbe reso giustizia. Quel giorno o un altro giorno, non aveva importanza dopotutto. Harry l'avrebbe trovata, anche a costo di cercarla per tutta la vita e in ogni angolo del pianeta, l'avrebbe trovata anche a costo di faticare così tanto da sputare sangue. E l'avrebbe spedita all'inferno se fosse stato necessario. Sperava che nella città dei peccatori Lei non incontrasse Sirius, sperava che Sirius fosse in un altro luogo, con Lily e James, sperava che una parte dei Marauders si trovasse in un posto più felice della terra, che rischiava di essere nuovamente dominata da Voldemort, da quel bastardo di Voldemort....

Poco a poco il sole stava sorgendo all'orizzonte, una pallida sfera che tingeva di rosa e di arancione quelle nuvole simili a fiocchi di panna che galleggiavano nel cielo turchino, e a poco a poco l'angoscia si impadroniva di Harry. Ma sapeva che non sarebbe stato solo. Ci sarebbero stati gli altri auror, e ci sarebbe stato anche Ron. Avrebbe potuto rimanere tranquillamente alla Tana, limitandosi a sperare di rivederlo tornare sano e salvo, come da tutte le altre missioni.....invece no. Ron sapeva che il suo amico aveva bisogno di un appoggio, anche se non ne aveva mai parlato. Ron sapeva che doveva andare con lui. E non sarebbe mancato, anche se tutti quei colleghi di Harry glielo volevano impedire, anche se tutti quegli auror pensavano che fosse una follia, anche se pensavano che avrebbe solamente corso il rischio di farsi ammazzare.
Ron era un vero amico, Harry non ne aveva mai dubitato, nonostante tutti i loro litigi, nonostante tutte le loro incomprensioni.

Il ragazzo dagli occhi verdi si sentì mettere una mano sulla spalla, ma quasi non se ne accorse. Stava sfogliando incessantemente quell'album di foto dei suoi genitori da tanto, troppo tempo. Da tutto il giorno. E c'era anche il viso sorridente di Sirius.....
"Sei pronto Harry? È ora di andare."
Harry si limitò a fare un cenno di assenso a Ron. Il sole stava tramontando, era arrivato il momento.

*Stanotte ci incontreremo, Bellatrix, lo so. Mi sembra quasi di percepire la tua presenza, ed è vicina a me. Da quando hai ucciso il mio padrino siamo legati....Non mi potrai più sfuggire....*


Ron si sentiva malissimo, temeva di svenire da un momento all'altro. La scena che si presentava ai suoi occhi era veramente terribile. Il sangue nelle sue vene si era ghiacciato, gli pareva quasi di sentire il gelo diffondersi nel suo corpo, fino a raggiungere il suo cuore e immobilizzarlo.
Intorno a lui c'erano dei corpi, non ne aveva mai visti così tanti tutti insieme. Cadaveri di mangiamorte, ma anche cadaveri di auror. Erano tutti uguali, accomunati dalla morte che li aveva colpiti, e non c'era malvagità o voglia di giustizia che li potesse rendere diversi, che potesse giustificare quella strage. Davanti agli occhi di Ron c'era solo la tragedia di un mondo che era dilaniato dalla crudeltà di cui solamente gli stessi uomini erano colpevoli.

E poi c'era lui, c'era Harry, a terra, con quella luce inquietante negli occhi, che si mescolava con le sue lacrime. Ron aveva quasi paura ad avvicinarsi all'amico. Non poteva credere che l'avesse fatto davvero.
Harry gli aveva ripetuto molte volte che avrebbe trovato Bellatrix un giorno o l'altro, e che gliel'avrebbe fatta pagare, che l'avrebbe uccisa. Ma Ron non pensava che potesse dire davvero. Pensava che l'amico parlasse in quel modo solo perchè accecato dalla rabbia, pensava che avrebbe avuto pietà della vita della sua nemica, dopotutto era sempre un essere umano. Dopotutto era sempre la cugina di Sirius. Pensava che si sarebbe accontentato di catturarla e riportarla ad Azkaban, pensava che vederla consumarsi lentamente in una cella umida sarebbe stata una vendetta sufficiente. Avrebbe potuto vedere Bellatrix Black che cessava di essere una donna per diventare meno di nulla, un'entità che esiste solamente perchè il suo cuore non vuole smettere di battere.
Invece a Harry non era bastato. Lui l'aveva uccisa. Ron non sarebbe riuscito a dimenticare quello che aveva visto, quella scena avrebbe popolato i suoi incubi per anni e anni, forse per sempre.

Come aveva previsto Harry, lei era arrivata. Lei era arrivata, circondata da altri mangiamorte, il mantello nero che le arrivava fino ai piedi, il cappuccio calato sul viso, i lunghi capelli corvini, le mani pallide, quasi nivee. Sembrava una regina, la regina del male, la regina di quel male così profondo che travolge tutto ciò che si trova sul suo cammino.
Quindici anni di prigione non avevano intaccato la sua sconvolgente bellezza: chi la fissava non poteva non essere rapito da quegli occhi, due stelle ipnotizzatrici che spiccavano in contrasto con la carnagione diafana, che si temeva quasi di sfiorare, per paura di vederla sciogliersi come neve al sole. Neve segnata dal marchio nero sul suo polso sottile....
E lei aveva parlato, con quella voce così fredda, così crudele, ma anche così dolce, quando pronunciava parole rivolte al suo padrone, a Voldemort. Aveva parlato a Harry, gli aveva detto parole che Ron non ricordava nemmeno più, parole simili a una melodia di morte e disprezzo.
Si erano guardati a lungo, Harry e Bella. Si erano guardati, senza fare un passo, come per paura di spezzare l'immaginario filo che li divideva. Poi Bella aveva riso. Una risata lunga, sommessa, quasi sadica. E aveva pronunciato il nome di suo cugino, di suo cugino Sirius. Aveva scandito le sue parole con una lentezza quasi esasperata. "Lo ucciderei ancora, se ne avessi la possibilità....la morte purtroppo è l'unica cosa che non ti può colpire per più di una volta...."

E Harry non aveva più potuto resistere. Si era avventato su di lei, l'aveva colta di sorpresa...e la bacchetta le era caduta. Harry l'aveva afferrata per i lunghi capelli d'ebano e l'aveva immobilizzata grazie alla magia. Poi aveva scagliato lontano la sua bacchetta, l'aveva mandata vicino a quella di Bella. Due bastoncini di legno, così simili, eppure che appartenevano a due persone così diverse.
E Harry aveva pronunciato quella frase con un tono così distaccato che Ron si era chiesto se quello fosse veramente il suo amico, se si stesse veramente rendendo conto di cosa stava facendo. *Mi voglio divertire con te, Bellatrix. La tua morte sarà così lenta che ti sembrerà di cessare di vivere non una, ma cento volte. Dovresti ringraziarmi, non credi? Sarai l'unica a morire più di una volta....non era quello che volevi?*
Poi aveva avvicinato al suo viso un lungo pugnale, la lama che brillava alla luce della luna. *Lo vedi questo? Sarà lui a spedirti all'inferno. Non te la caverai con un Avada Kedavra.....*
Harry aveva afferrato i capelli della donna e li aveva tagliati, con un colpo secco del coltello, facendoli cadere a terra, sparsi attorno a lui. Bellatrix continuava a essere meravigliosa, nonostante il suo più grande orgoglio, forse l'unico che le era rimasto, la sua chioma corvina, le fosse stato appena sottratto.
*E questo non è che l'inizio....*
Il ragazzo fece scorrere la lama sul viso di Bella, premendo leggermente. E un lungo fiotto di sangue cominciò a percorrerle la guancia, sgorgando dal lungo taglio che Harry le aveva inferto.
Un sorriso perfido, quasi indemoniato, si dipinse sulla bocca di Bella. "Povero ingenuo Harry Potter. Cosa credi di fare? Io non sento più il dolore. Dopo quindici anni ad Azkaban nulla può ferire la mia anima, e tanto meno il mio corpo. E il mio sangue ti contaminerà.....il male si impadronirà di te, come un cancro lento e inesorabile. Mi puoi uccidere, ma non puoi riportare sulla terra il tuo adorato padrino. E morirai, come è morto lui..."
Harry, appena aveva sentito il nome di Sirius, era stato invaso da una rabbia incontenibile. Il suo pugnale aveva continuato a scendere lungo il corpo della donna, lungo il collo, lungo le braccia, lungo l'addome. E lunghi tagli, simili a linee incandescenti sulla pelle bianca, si aprivano, e sanguinavano senza pietà. Bella rimaneva impassibile, il dolore sembrava veramente non riuscire nemmeno a turbarla, a sfiorarla. I suoi occhi brillavano di una luce malvagia e febbrile....
"Non riuscire a sfuggire al mio padrone, lui mi vendicherà. Il Signore Oscuro ti troverà....e ti ucciderà. Ti manderà all'inferno insieme a tuo padre e a quella cagna di tua madre!"

Un urlo squarciò la notte stellata, e Ron rabbrividì, come non aveva mai fatto prima. *Stai zitta! Non permetterti nemmeno di pronunciare il nome di mia madre!*
Bella rideva, rideva convulsamente.....
E Harry alzò il pugnale, e iniziò a colpire il corpo di Bellatrix con forza, con violenza, con rabbia. Una, due, cento volte. E piangeva, piangeva e urlava il suo dolore, si sfogava su chi gli aveva tolto anche Sirius. Le sue lacrime si fondevano con il sangue che gli aveva macchiato le mani, con il sangue che gli schizzava sul viso per l'impeto disperato delle coltellate....

Harry si era fermato, dopo mezz'ora, dopo un'ora, dopo un giorno....Ron non avrebbe saputo dire per quanto si era prolungato quello strazio. E ora il corpo di Bellatrix Black giaceva senza vita, immerso in una pozza di sangue. Continuava a essere così bella da far male, nonostante le ferite, nonostante le tantissime ferite, nonostante il sangue che inzuppava i capelli tagliati.
E Harry era in ginocchio vicino a lei, le mani vermiglie, macchiate da quel sangue che non sarebbe venuto più via, il viso sporco dello stesso sangue rappreso, gli occhi arrossati dalle lacrime che si erano seccate sulle sue guance, l'espressione persa nel vuoto, una ciocca dei capelli della sua vittima ancora stretta in una mano.....
Ce l'aveva fatta, l'aveva uccisa. Ma una parte di Harry Potter era morta con lei.





  
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