«Ricominciamo da capo. Siete con me?»
Beckett fissò i suoi collaboratori uno per uno. Ryan ed Esposito annuirono
con convinzione. Quando incrociò gli occhi di Castle si fermò. Il volto
dello scrittore era inespressivo. Lui non disse niente e ricambiò lo sguardo
con fermezza.
«Siamo tutti d’accordo?» ripeté Kate.
Si aspettava da un
momento all’altro una battuta, una citazione, uno scherzo. Qualsiasi cosa.
«Sì, Beckett, sono
d’accordo con te» disse Castle.
Il tono era sicuro
e privo di ironia.
«Niente più
alieni?» domandò Esposito.
«Ehi, Javier,
quella dell’alieno è una teoria. Niente di più, niente di meno. Beckett ha
ragione: non dobbiamo accontentarci della prima spiegazione. E, in ogni caso,
dobbiamo acchiapparlo, questo alieno assassino…»
«Sono felice di
sentirtelo dire. Dunque… facciamo il punto della situazione.» Beckett passeggiava davanti alla lavagna
delle indagini. «Chi era Paul Mack, la vittima?»
«53 anni,
divorziato, senza figli» lesse Ryan dai suoi appunti. «Nessun precedente
penale. Benvoluto dai vicini. Un uomo come tanti.»
«Lavoro?»
Fu Esposito a replicare. «Tecnico informatico. Ha lavorato fino al giorno
dell’omicidio per una società. Niente di particolare da segnalare.»
«Amici e parenti? Hobby e passioni?»
«Un fratello che sta rientrando da un viaggio di lavoro in Europa. Poi abbiamo
rintracciato l’ex moglie. Si chiama Susan.»
«In mancanza di meglio, potremmo iniziare da lei. Convochiamola.»
Un
paio d’ore più tardi, Castle chiuse la porta della sala degli
interrogatori e sedette accanto a Beckett. L'ex moglie di
Mack era una signora sui cinquant'anni, giovanile, con lunghi
capelli castani. Era tesa e preoccupata e si guardava intorno con
apprensione.
«Innanzitutto le porgo le nostre condoglianze» iniziò Beckett.
«Grazie, detective. Eravamo divorziati e non lo amavo più, ma Paul era una
brava persona, in fondo. Non meritava di morire così.»
«Lei può dirci qualcosa di più? Aveva dei nemici?»
«Non che io sappia.»
«Quando vi siete visti l’ultima volta?»
«Un… un paio di giorni fa. Abbiamo parlato di scartoffie legali.»
Kate prese qualche appunto su un foglio.
«Susan, noi pensiamo che il suo ex marito abbia fatto entrare il suo
assassino.»
«Non saprei cosa dire.»
«Suo marito aveva problemi sul lavoro?»
«Non che io sappia.»
«Si vedeva con qualcuno? Un nuovo amore?»
«Non lo so. Non facevo più parte della sua vita.»
«Amicizie pericolose?»
L’ex moglie di Paul scosse la testa.
Non si stava rendendo utile. La vittima era un uomo mite, senza problemi né
nemici. La loro storia era finita e lei non aveva più interesse nella vita di
lui, se non per le questioni legali relative al divorzio.
Terminata la chiacchierata, Susan se ne andò senza aver fornito nessun
indizio interessante. Un agente la accompagnò verso l’ascensore che conduceva
all’uscita.
Dopo che ebbe svoltato l’angolo, Beckett si voltò verso Castle. Prima che
lei potesse parlare, lui disse: «Quella donna nasconde qualcosa.»
Lei sorrise. «Lo pensavo anch’io.»
Anche lo scrittore sorrideva. Si fissarono con gli occhi negli occhi per un
lungo momento di un’inattesa complicità.
Troppa intimità. Distolsero lo sguardo, improvvisamente
imbarazzati.
«Esposito!»
«Eccomi, Beckett.»
«Voglio gli spostamenti di Susan Mack negli ultimi sette giorni. Devo
sapere dov’è andata e con chi in ogni secondo. E voglio anche i tabulati delle
sue telefonate.»
«E l’estratto conto della sua carta di credito» aggiunse Castle.
Esposito e Beckett lo fulminarono con lo sguardo.
Chi ti credi di essere per dare
ordini a un detective?
«Ehm, scusate, io…» tossì rumorosamente. «Qualcuno di voi vuole un caffè?
Che dite, ve lo vado a prendere?»
Lo scrittore si allontanò imbarazzato mentre i due colleghi ridevano alle
sue spalle.
NdA
Ciao a tutti! Non amo moltissimo intromettermi nelle storie, ma ogni tanto due parole ci vogliono. Innanzitutto, Castle si sta comportando a tratti un po' da immaturo. Non so perché, ma a volte i personaggi non obbediscono agli autori, chi scrive lo sa! Lo ricondurrò alla ragione, vedrete, e in ogni caso non mi sembra troppo incoerente col Castle della prima serie.
Ho tra le mani questo alieno e ho già deciso che fine fargli fare, e poi bisogna spiegare perché questo signore così pacifico è stato ucciso. Non è semplice pensare a dei gialli decenti! Questo mi fa riflettere su quanto siano bravi gli sceneggiatori di Castle (oltre agli attori, è chiaro).
Ringrazio chiunque leggerà: tanti o pochi, per me è sempre bello sapere che qualcuno legge quello che esce dalla mia immaginazione!