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Autore: Yasha 26    11/04/2014    4 recensioni
Una giovane ragazza vagava tranquilla per i boschi, incurante dei pericoli che celava la folta vegetazione.
Doveva essere la figlia di qualche Signore importante della zona perché aveva un’aria nobile, o almeno era questo che pensavano i numerosi occhi che la seguivano già da un po’.
-Signori, intendete seguirmi ancora per molto?- chiese la ragazza fermandosi
-Ahahah donna, devi essere davvero stupida, se sapevi già che ti stavamo seguendo ti conveniva scappare! Ora sei in mano nostra!- disse uscendo dal suo nascondiglio quello che probabilmente era il capo dei briganti
-Togli la mano dal mio viso…- disse la giovane
-Non ci penso proprio!-
-Allora non mi lasci altra scelta… VENTO ELETTRICO!-
Tutti gli uomini furono catapultati lontano, ricevendo delle fortissime scariche elettriche che li ustionò quasi completamente.
-Tsz, dioti! Io ci ho provato a comportarmi gentilmente! Ben vi sta imbecilli, così imparate a prendervela con una povera ragazza indifesa!- urlò adirata
-A-alla faccia… dell’in-indifesa!- rispose l'uomo prima di svenire
Lei lo guardò truce e se solo non avesse avuto fretta, non lo avrebbe certo lasciato lì a farsi una “pennichella”, ma doveva cercare la Shikon no Tama, subito.
INCOMPIUTA
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Era giunto il tramonto.
InuYasha e Kagome si sistemarono in una radura con un piccolo lago a pochi metri dal loro accampamento. Avevano fatto molta strada in quei giorni. Con i suoi potenti salti il ragazzo aveva  accorciato di molto le distanze che li divideva dal villaggio che sorge alle pendici del monte Hakurei. Forse altri due giorni di viaggio e sarebbero arrivati a destinazione.
Ora, l’unico problema erano le presenze che la maga avvertiva dietro il loro cammino. Il trucchetto della freccia inversa non aveva funzionato. Erano parecchio indietro rispetto a loro, di almeno un giorno, ma la cosa la preoccupava. Ogni sera innalzava una barriera che li rendeva invisibili a tutti, anche all’olfatto di demoni e animali.
-Continuano a starci dietro?-       chiese l’han’yō di ritorno dal lago in cui aveva fatto un bagno
Kagome era inginocchiata con le mani al suolo per captare gli spostamenti dei loro inseguitori. Con la magia riusciva anche a vedere dove si fossero fermati per la notte.
-Già. Devono essere degli sterminatori di demoni. O almeno uno di loro lo è. Solo gli sterminatori  sono in grado di seguire così bene le tracce.-      rispose la maga alzando lo sguardo dal simbolo a forma di triangolo rovesciato, che usava per seguire gli spostamenti del gruppo che li seguiva
Posato lo sguardo sul ragazzo non poté non rimanerne rapita. InuYasha era ancora a petto nudo e coi capelli bagnati e si apprestava a sedersi vicino al fuoco per sistemarvi dei pesci sicuramente pescati mentre faceva il bagno.
-Certo è probabile. Ma perché starebbero inseguendo noi? Per dare la caccia a me?-         chiese sistemandosi poi la casacca addosso e coprendo il fisico statuario che Kagome aveva appena scoperto avesse
-Eh? Ah…boh non saprei…-         replicò la maga destandosi e arrossendo, riportando poi lo sguardo sul simbolo magico ancora illuminato, che cancellò con una mano
-In quanti sono di preciso?-
-Due sono sicuri. Poi credo ci sia anche un terzo componente, forse un bambino. Non cammina mai molto. Credo stia in braccio a uno dei due.-      spiegò Kagome andandosi a sedere anch’ella vicino al fuoco
-Feh! Si portano dietro anche i mocciosi adesso per dare la caccia ai demoni? Andiamo bene. Comunque se hanno voglia di sfidarmi che lo facciano pure. Li sistemerò per bene coi miei artigli!-        affermò l’han’yō mostrando gli artigli rilucenti alla luce del fuoco
-Non farei tanto il presuntuoso fossi in te. Quei due hanno una grande forza, lo sento.-        rivelò la maga preoccupata
C’era qualcosa che non la convinceva. Quel gruppo li seguiva ormai da tre giorni. E non certo per abbattere il mezzo demone scontroso che viaggiava con lei. No, dovevano volere ben altro. Forse li mandava Naraku.
-Se vuoi fare il bagno è meglio che tu vada adesso che il pesce è ancora crudo.-       la informò InuYasha ravvivando il fuoco
-S…sì hai ragione. Vado. Mi raccomando! Non spiarmi!-       lo avvertì la maga
-Tsz! Ma figurati se ho voglia di spiare il corpo poco sensuale di una mocciosa! Sono abituato a donne molto più ben formate di te ragazzina!-          ribatté il ragazzo, procurandosi subito un bernoccolo dato che la maga gli aveva rotto un ramo in testa
-Ahi! E che cavolo…-
-Cafone! Villano e maleducato! Non ho mai conosciuto un insolente come te.-     sbraitò la giovane allontanandosi a spasso spedito mentre il ragazzo le inveiva contro
“Maledetto cafone  screanzato! Idiota stupido imbecille! Pensare che lo avevo trovato bello e gentile ultimamente! E io più stupida di lui che l’ho pensato” si rimproverava la maga.
Arrivata al lago si spogliò, gettando con stizza il kimono per terra. Era furiosa.
Si infilò in acqua con così tanta velocità da dimenticare che fosse quasi inverno, scontrandosi quindi col gelo di quelle acque limpide e illuminate dalla luna.
-Brrr che freddo maledizione!-
Avrebbe tanto voluto scaldare l’acqua con la sua magia, ma così facendo avrebbe causato la morte dei pesci che vi vivevano. Si strofinò velocemente con un panno ed uscì di corsa per asciugarsi e rivestirsi. Peccato che per la fretta e la rabbia avesse dimenticato il kimono pulito vicino al fuoco.
Che fare adesso? Le soluzioni erano due: o rimettersi il kimono sporco per andare a prendere quello pulito (e la cosa non le andava proprio) oppure chiedere a quell’imbecille di portarglielo. Ma come? Non voleva certo che la vedesse nuda.
Intanto si stringeva tra le braccia per via delle gocce d’acqua che le ricoprivano il corpo e che al contatto con l’aria fredda della sera la stavano lentamente congelando. Alla fine optò per la seconda ipotesi, così si nascose dietro un cespuglio e chiamò l’han’yō.
 
-InuYasha?-        si sentì improvvisamente chiamare il ragazzo, rischiando quasi di cascare dal ramo su cui era appollaiato per guardare la maga mentre faceva il bagno
Che lo avesse scoperto a spiarla?
Era più forte di lui. Aveva bisogno di guardarla. La trovava molto bella, anche se sosteneva il contrario con lei.
Non  sapeva spiegarsi il perché di quella voglia improvvisa di osservarla. Non era mai stato un maniaco o un guardone, eppure adesso lo era. Anche se la sua non  era tanto la voglia di guardarla per secondi fini, ma perché si ritrovava a farlo suo malgrado.
Si era ritrovato ad osservarla spesso negli ultimi giorni, soprattutto quando dormiva. Il suo viso era davvero dolce quando dormiva. “Ma solo quando dorme!” penso. Da sveglia sembrava indemoniata col caratteraccio che aveva.
Il sapere che anche lei si sentisse esclusa dal mondo gliela faceva vedere sotto una luce diversa. La considerava una ragazzina capricciosa e senza raziocinio. Poi aveva scoperta che erano più simili di quanto pensasse.
-Che…che vuoi?-      le chiese fingendosi più lontano di quanto in realtà non fosse
-Ho dimenticato il kimono pulito vicino al fuoco. Puoi portarmelo per favore?-        gli chiese con tono supplichevole
Il ragazzo, portandosi una mano al petto, sospirò di sollievo. Temeva che stavolta l’avrebbe spedito all’altro mondo se lo avesse scoperto a spiarla. Altro che bomba d’aria! Stavolta lo avrebbe fatto esplodere in tanti pezzettini microscopici.
-Ok.-     le rispose andando a prenderlo
Si chiedeva come si sarebbe coperta per non farsi vedere nuda da lui. A meno che…lei si sarebbe fatta trovare senza vestiti di proposito. Una fitta gli corse fino agli inguini.
“Ma che accidenti di pensieri sto facendo adesso? Sono impazzito?”  si trovò a pensare scuotendo la testa.
Lui aveva una missione. Doveva andare a riprendere la miko del villaggio in cui viveva. La donna che amava da anni e che era stata portata via da Naraku per approfittare dei suoi forti poteri spirituali. Doveva riprendersi Kikyo.
Anche la miko sembrava ricambiare il suo amore, anche se non si erano mai dichiarati esplicitamente l’un con l’altro. In quanto sacerdotessa il compito di Kikyo era proteggere il suo villaggio e rimanere pura per servire al meglio i Kami. Ma a lui non importava. Avrebbe continuato ad amarla in silenzio e senza pretese. Gli bastava restarle vicino e godere dei suoi dolci sorrisi.
Lei era stata l’unica ad averlo accettato nel proprio villaggio malgrado la sua sporca natura da mezzo demone e mezzo uomo. Anche gli abitanti sembravano averlo accettato per intercessione di Kikyo. Aveva trovato una casa finalmente. Dopo la morte di sua madre era rimasto solo al mondo. La gente che lo incontrava o lo cacciava via coi forconi o scappava via in preda al panico. Ma non Kikyo. Lei lo aveva accolto a braccia aperte, purché non creasse scompiglio nel suo villaggio. Col tempo iniziarono a parlare e a confidarsi. Kikyo non amava occuparsi del villaggio a discapito della sua felicità, ma non aveva altra scelta o i Kami l’avrebbero punita.
I Kami…tzs! Lui non vi credeva. Credeva solo a ciò che vedeva e toccava con mano,  e vedere la donna amata sacrificarsi la trovava un’ingiustizia.
Si erano ritrovati molte volte a combattere insieme demoni che volevano attaccare il villaggio o che volevano solo nutrirsi del potere spirituale della donna, in modo da diventare invincibili. Molti demoni volevano ricreare una strana gemma, custodita chissà dove, e che sarebbe capace di dare poteri sconfinati a chi la possedeva. Gli anziani del villaggio narravano che fu generata da un demone che divorò una potente sacerdotessa e che le loro anime lottano senza sosta dentro quel gioiello. Divorare Kikyo avrebbe significato generare un’altra di quelle pietre, per questo la proteggeva.
Quando poi, di ritorno da un breve viaggio ordinatogli dalla miko per recuperare delle erbe,  seppe del suo rapimento dagli abitanti del villaggio, si maledisse per essersi allontanato, lasciandola sola. Iniziò a cercarla per diversi giorni ma non sapeva dove trovarla.
Incontrare Kagome era stata una grande fortuna quindi.
Già…Kagome, ex allieva di Naraku. Chissà perché non lo era più. Avrebbe voluto chiederglielo ma sapeva di non averne diritto. Voleva anche sapere chi fosse l’uomo che l’aveva tradita, forse si riferiva al suo maestro?
 
Arrivato al lago la trovò nascosta dietro un cespuglio, da cui faceva capolino solo la testa.
-Ecco sbadata.-    le disse porgendole il kimono
-Ti ringrazio!-        esclamò con voce tremolante e infilandosi subito il kimono
-Stai diventando blu.-     le fece notare lui guardandole le labbra
-Mi sto congelando infatti.-      rispose iniziando a tremare
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, togliendosi la sua casacca e poggiandola sulle spalle della maga appena gli fu vicino, perfettamente vestita.
-Tieni, ti terrà calda. E vai vicina al fuoco a scaldarti prima che ti prenda un malanno.-    le disse guardandola
-Ma tu non avrai freddo se la dai a me?-      chiese lei stringendosi maggiormente alla calda casacca
-Tzs! I demoni non sentono né il freddo né il caldo!-
-Capito. Grazie allora.-       disse lei sorridendogli dolcemente
Il primo sorriso che le vide fare in quelle settimane di viaggio. Così la trovava, se possibile, ancora più bella.
Non riuscì a fermare una mano che corse sul viso della giovane per spostare una ciocca bagnata finitale sulla guancia.
Kagome lo guardava stranita. Ma che gli prendeva all’improvviso? Perché la guardava in quel modo?
-Dovresti ridere più spesso. Diventi più bella quando lo fai.-      le rivelò, non riuscendo a tacere il suo pensiero
Kagome sgranò gli occhi stupita. Ma se la definiva una brutta strega, racchia, senza fascino e altri gentili appellativi simili? Avrebbe voluto dirglielo ma preferì non spezzare quella strana atmosfera creatasi, anche se non ne sapeva il perché.
-Grazie.-       rispose solamente sorridendo nuovamente
Ma perché diamine sorrideva? Lei non era solita ridere. Non più da quando il suo cuore era stato distrutto senza tanti riguardi da colui che credeva tutto il suo mondo.
Al ricordo dell’ex amato il suo sorriso scomparve, per lasciare posto ad un luccichio negli occhi, non degno di lei. Non doveva piangere. Non poteva permetterselo. Non ora che aveva deciso di abbattere e uccidere  colui che aveva amato più della sua vita. E comunque non poteva certo farlo di fronte InuYasha.
L’han’yō però notò subito il repentino cambio d’espressione della giovane. Sentiva l’odore salato delle lacrime. Se ne sentì il colpevole.
-Scusami io…non volevo farti piangere. Ti ho per caso offesa?-       si scusò lui
-Eh? Oh no no. Tranquillo. Non sto affatto piangendo. Perché dovrei?-       rispose lei stampandosi in faccia un sorriso più falso di una foglia trasformata in oro da un tanuki
-Ok…-     disse solamente osservandola avviarsi verso l’accampamento per poi accoccolarsi vicino al fuoco, dove si districava i capelli con le me mani per farli asciugare prima
Cenarono in silenzio. O meglio, lui cenò, lei guardò solamente il pesce. Per la prima volta da quando la conosceva Kagome stava a testa bassa. Non era da lei un tale comportamento. Perché dopo averla sfiorata aveva reagito così? Che non le piacesse essere toccata?
Decise di provare a scoprirlo. Male che andava lo avrebbe fatto volare come suo solito.
-Posso chiederti una cosa?-   cominciò lui
-Cosa?-      
-Quando eri svenuta hai detto una cosa…”perché mi hai tradito”. Ti riferivi ad un uomo non è così? Al tuo uomo forse?-       chiese indagatore, ma cercando di chiederlo con gentilezza e tatto. Kikyo glielo aveva insegnato
Diceva che si attirano più mosche col miele che con l’aceto.
Kagome restò a guardarlo sconcertata per diversi minuti. Sembrava avesse bloccato tutte le sue funzioni vitali, dal respiro al battito. Solo quando si riprese iniziò col richiudere nuovamente le palpebre rimaste spalancate e a far ricircolare aria nei suoi polmoni.
Aveva davvero detto quelle cose? Lo stava sognando quindi.
Prendendo un bel respiro si decise a rispondere, tanto nasconderlo non serviva a nulla.
-Sì, parlavo del mio compagno. O almeno quello che credevo tale fino a qualche mese fa.-       rivelò tristemente
-Chi è? Naraku non è così?-       le chiese curioso
-Già.-        ammise abbassando lo sguardo
-Ti ha tradito con un’altra maga?-
-No…peggio. Fosse stata una maga lo avrei anche capito. Quello stronzo mi ha cacciata via per stare con una miko molto potente. E pensare che le sacerdotesse sono i nostri nemici più acerrimi. Vederli abbracciati è stato rivoltante.-
-Che hai detto? Una sacerdotessa? Come si chiama?-           scattò in piedi lui come morso da un serpente, guardando con incredulità la ragazza
Possibile si riferisse a Kikyo? No, lei non lo avrebbe certo abbracciato.
-Che succede? Perché ti agiti così?-
-Il suo nome! Sai il suo nome?-         continuò a chiederle prendendola per le spalle e scuotendola malamente
-Ehi! Ti vuoi calmare cagnolino? Ma che ti prende?-          lo respinse lei
Non lo aveva mai visto tanto agitato da quando si erano conosciuti.
-Devi dirmi il nome della miko. Ti prego!-
-Non vedo cosa possa importarti. Comunque credo si chiamasse Kyoko, no forse Kiyo. O era Keyko??-
-Oh insomma deciditi!!-
-Ah adesso ricordo…Kikyo! Sì lui l’aveva chiamata Kikyo.-     
-Kikyo? Sei sicura che fosse questo il suo nome?-
-Sì, perché? La conosci per caso?-        domandò la maga vedendo lo sguardo paralizzato del giovane
-Non puoi dire sul serio. Kikyo abbracciata a Naraku? No, è impossibile ragazzina. Stai mentendo! Sei una bugiarda!-      latrò rabbioso verso la ragazza, che si sentì ferita da quell’assurda accusa
Perché accidenti avrebbe dovuto mentirgli riguardo ad una donna che nemmeno conosceva? E anzi, per essere precisi non conosceva neppure il mezzo cane che aveva di fronte. Mentirgli a che pro??
-Mentendo? E perché mai dovrei? Comunque a quanto pare conosci bene quella sgualdrina. Era per caso la tua amante prima di infilarsi nel letto di Naraku?-     ipotizzò la maga rispondendo con astio
Anche lui era innamorato di quella usurpatrice di uomini? Nemmeno fosse questa gran bellezza, pensò irata Kagome. Né più né meno rispetto a lei.
-Maledetta! Come osi parlarne in modo tanto irrispettoso? La venerabile Kikyo è una donna devota al suo ruolo di sacerdotessa. Non si abbasserebbe mai ai livelli di sporchi esseri oscuri come voi maghi deviati e assassini. Di sicuro le avrete fatto qualcosa tu e il tuo amante! Non c’è altra spiegazione! Kikyo è la purezza fatta in persona!-        sbraitò l’han’yō estraendo la spada e puntandola alla gola di Kagome, che lo guardava con furia omicida
-Oooh, ma sentilo…-         cominciò la ragazza spostando la spada con il semplice dito indice, reso potente dalla sua magia nera concentrata in quel punto
-…il povero mezzo demone è innamorato di una miko. Lo sai che per natura voi due non potrete mai stare insieme, eh cagnolino? Il suo ruolo è quello di purificarti, o al limite di metterti il guinzaglio al collo e portarti in giro come trofeo. Comunque ci tengo a precisare che noi sporchi e oscuri maghi deviati, come ci hai definito tu, non siamo tutti malvagi. Molti di noi usano i loro poteri per aiutare gli altri. La nostra magia è un controsenso me ne rendo conto. Deriva dal male nero, ma allo stesso tempo non è detto che la usiamo per fare del male. Le arti magiche non sono né cattive né buone. È la persona che ne fa uso a renderle tali. Essenzialmente vi sono due tipi di magia: la bianca, utilizzata per difendere e curare, e la magia nera, riservata all’attacco, ferire e uccidere. Questa spadina che mi punti contro è come il mio potere, stupido cane. Può proteggere… oppure può uccidere!-       spiegò la maga lasciandosi avvolgere dal potere di Ruby Eyes Dirus, il Gran Signore delle Tenebre più oscure, da cui traeva potere
 
Era furiosa. Terribilmente arrabbiata con l’imbecille che aveva davanti.
Per anni si era sentita additare come una strega malvagia, assassina e peggio ancora. Adesso era stanca.
Pensava che InuYasha fosse diverso dagli altri.
Magari, in quanto mezzo sangue, era stato soggetto a discriminazioni  come lei, quindi poteva davvero capirla. Invece le andava contro, senza che lei ne avesse alcuna colpa.
La sua vita era finita per colpa di quella maledetta miko, che lui adesso tanto difendeva.
InuYasha osservò i suoi occhi diventare più neri della notte, freddi e inespressivi. Facevano gelare il sangue.
Non se ne rese nemmeno conto che si trovò sprovvisto della sua arma. Le sue mani stringevano il vuoto.
-Ma che…-
La maga non era più di fronte a lui. Ma che era successo?
-Sono dietro di te cagnolino.-       lo avvertì la maga
L’han’yō si voltò incredulo trovandosela alle spalle con la sua Tessaiga tra le mani. La spada non la rifiutava, restava trasformata nella sua mano. L’unico in grado di impugnarla era sempre stato lui. Come riusciva quella maga a tenerla con tale semplicità? Ma soprattutto…quando  gliel’aveva sottratta?
-Strega! Come ci sei riuscita? Ridammi la spada!-       
-Riprenditela pure idiota. Non è mia intenzione prendere con la forza la roba altrui.-        gli disse lei lanciandogliela per terra, vicino ai suoi piedi
La katana ritornò ad essere il ferro arrugginito che solitamente era quando non veniva impugnata dal suo padrone, ovvero InuYasha. Era una spada appartenuta a suo padre, ricevuta come eredità alla sua morte. In molti cercarono di mettervi sopra le mani. Si vociferava che quella spada, in grado di distruggere mille avversari con un solo colpo, fosse in grado di generare un immenso buco nero che avrebbe assorbito tutto ciò che gli si parava davanti. Ma a chiunque provasse ad impugnarla, quella spada appariva come un inutile ferro vecchio. Solo nelle mani di InuYasha ritornava la gigantesca arma in grado di sconfiggere chiunque si ponesse sul suo cammino. Molte volte l’han’yō aveva provato quel colpo famoso di cui tanto si parlava, ma non accadeva mai nulla se non i soliti colpi già conosciuti. Tant’è che pensò si trattasse di una diceria. Ma perché Kagome era riuscita ad impugnarla quando nessuno, oltre lui, ci riusciva?
-Se fossi stata così cattiva come sostieni, non solo ti avrei già preso la spada da un bel po’, ma ti avrei anche ucciso per non averti tra i piedi. Sei in viaggio con me per mia gentile concessione han’yō, non perché io abbia timore di te. Quindi la prossima volta che alzi la spada su di me senza motivo ti ucciderò. Tanto per tutti io sono un’assassina senza cuore. Un essere malvagio. Una persona rivoltante. Bene, vorrà dire che mi comporterò come tale da adesso.-       dichiarò la maga con voce bassa e agghiacciante, quasi irriconoscibile, come se fosse quella di qualcun altro a parlare per lei
Il suo sguardo sembrava perso nel vuoto. Il suo viso inespressivo.
Per la prima volta in vita sua InuYasha provò paura. Non per sé, ma per la ragazza che aveva di fronte.
Non era Kagome la persona davanti a lui. No, non era lei. Che fine aveva fatto la ragazza dalla voce stridula, dal carattere irascibile che gli urlava continuamente contro, ferendo le sue povere e sensibili orecchie?
Rinfoderò la spada e la guardò quasi con dispiacere. Erano state le sue parole a renderla così?
Riusciva a vedere una vena di dolore in quegli occhi oscuri privi di vitalità.
Sì…l’aveva ferita. Senza un reale motivo. E si diede dell’idiota.
-Kagome ascolta, io mi disp…-    non riuscì a finire la frase perché un forte boato lo interruppe
-Scocciatori.-         pronunciò la maga con disgusto, senza nemmeno voltarsi verso la fonte del rumore
Esternamente appariva fredda e distaccata, ma dentro era un vulcano in piena eruzione. Era talmente furiosa da voler radere tutto al suolo. Si tratteneva a fatica. Quando si lasciava andare al potere del Signore degli Incubi era sempre così. Ragionare risultava difficile. Ci riusciva solo grazie agli anni di duro allenamento con Naraku, che invece gestiva come voleva questo potere senza mai perderne il controllo o farsi sopraffare. E non era nemmeno alla metà della sua forza. Ma di sicuro con la Shikon sarebbe stata in grado di rafforzare la sua volontà, riuscendo a controllare il suo potere, in modo da espanderlo e poter tenere testa a Naraku.
Ma adesso si presentava un altro problema. Li stavano attaccando. Di sicuro i loro inseguitori dovevano aver sentito la forza del suo potere e si erano decisi ad attaccarli. Questo avvalorava la sua ipotesi che il loro obiettivo fosse proprio lei.
-Molto interessante.-             mormorò la maga sorridendo compiaciuta
Forse avrebbe potuto sfogare la sua rabbia sui propri inseguitori, che avevano distrutto la sua barriera con il colpo precedentemente lanciato.
-Maga, preparati alla morte!-           tuonò una voce femminile, che fece finalmente voltare la maga
In breve la sua figura si stagliò tra la polvere che si era creata a causa dell’esplosione: una giovane donna con una lunghissima coda di cavallo e con in spalla un enorme boomerang. Dietro di lei un monaco e una nekomata dagli affilati denti a sciabola. Su di essa un piccolo cucciolo di kitsune.
La maga inarcò un sopracciglio. Erano questi i suoi inseguitori? Una donna, un cucciolo, un bonzo e un gattino?
Se non fosse stata ancora arrabbiata sarebbe scoppiata a ridere. Lei che si aspettava chissà chi. Non poteva certo accanirsi contro di loro.
-E chi, di grazia, dovrebbe uccidermi, sterminatrice?-        chiese la maga, riconoscendo in lei la sterminatrice
-Noi!-      rispose il monaco facendosi avanti
InuYasha osservava la scena. Allora non cercavano lui, ma Kagome. Perché? E Perché volevano ucciderla?
-Vi do un consiglio…girate i tacchi finché siete in tempo. Non voglio uccidere dei giovani come voi. Tornatevene a casa.-          sentenziò la maga dando loro le spalle e avviandosi al fuoco che iniziava a spegnersi
-Ma come ti permetti? Oltretutto ci dai anche le spalle? Maledetta assassina!-       urlò la sterminatrice lanciando il suo boomerang verso Kagome
Non servì nemmeno che la maga si girasse che il colpo deviò verso l’alto grazie alla barriera appena innalzata.
-Ve lo ripeto, non fatemi arrabbiare più di quanto già non sia.-        ripeté tranquilla la ragazza
-Non credere che sconfiggerci sia così facile lurida ladra!-          ribatté il monaco lanciando contro la barriera un fuda, cha la distrusse subito, procurando un taglio alla manica del kimono di Kagome
-Ehi ma siete impazziti? Non vi ha fatto niente! Perché l’attaccate?-     intervenne InuYasha
-Taci han’yō! Non abbiamo nulla contro di te. Fatti da parte e ti risparmieremo la vita.-           rispose stavolta il cucciolo di kitsune
-Che? Tu, pulce, osi minacciare me?-        ringhiò offeso il ragazzo
Nel frattempo la maga osservava il suo kimono strappato, sospirando. Ancora una volta doveva affrontare gente di cui non gli importava nulla e che non avrebbe voluto uccidere. Ma data la loro ostinazione era una cosa inevitabile. Finiva sempre così. L’essere stata allieva di Naraku comportava questo.
Era risaputo che fosse uno dei maghi più potenti dell’intero globo terrestre. Aveva oltre 200 anni di esperienza alle spalle, vissuti a rafforzare la sua magia. Questo lo rendeva temibile agli occhi di demoni, umani, troll, mutaforma, draghi e chiunque fosse in grado di svolgere anche il più banale ragionamento, forse anche i lombrichi lo temevano, pensò la maga con ironia. Eppure non aveva mai fatto del male a nessuno. Lo considerava un uomo buonissimo. O almeno così pensava fino al giorno in cui trovò nascosto un libro in cui vi erano riportati degli incantesimi per sottomettere gli esseri viventi al proprio volere. Oltre quello vi erano incantesimi che avrebbero portato il mondo alla distruzione, grazie alla creazione di esseri dalla forza immane, che nessuno sarebbe stato in grado di fermare.
Quando gli aveva fatto presente di aver trovato quel libro ne nacque un’accesa discussione, in cui lui si spinse addirittura a picchiarla. Ma per amore lo aveva perdonato, strappandogli la promessa che mai avrebbe sottomesso tutti al suo volere. Nel frattempo però, l’aveva convinta a creare quelle creature dalla grande forza, con la scusa che sarebbero stati come quei figli che lei tanto avrebbe voluto, essendo nati dall’unione del suo sangue con quello di Naraku grazie alle arti oscure.
Che stupida era stata a crederci!
Lui tramava di dominare tutti col suo potere, aiutato dal potere che lei stessa aveva sviluppato negli anni, ma avendo messo ben in chiaro che preferiva una vita pacifica, lui aveva ben pensato di sostituirla con una  maledetta miko dal potere spirituale immenso, che poteva sfruttare per accrescere i suoi incantesimi, esattamente come faceva con lei.
Forse non l’aveva nemmeno mai amata. Gli serviva solo per attuare i suoi piani. La forza spirituale, come quella derivata dalle arti magiche, era in grado di sconvolgere la natura delle cose. Anche le miko effettuavano strani riti atti a mutare lo scorrere della vita degli altri esseri. Potevano uccidere così come potevano salvare. Vi era poca differenza tra maghi e miko, però chissà per quale motivo, queste ultime erano viste come la purezza, il “buono” che veniva mandato sulla Terra dai Kami. Invece i maghi erano le “bestie” che volevano distruggere quel bene.
-Sì, io minaccio te stupido mezzo demone! Sono un demone completo, quindi anche se piccolo sono sempre più forte di te!-       strillò il cucciolo riportando Kagome al presente
-Fatti sotto allora, brutto moccioso!-          rispose InuYasha estraendo la spada
-Stai fermo cagnolino! Non lo vedi che è solo un cucciolo?-        lo fermò Kagome, che sembrava meno indifferente rispetto a prima
-Io non sono un cucciolo brutta strega!-       si lamentò il volpacchiotto, lanciandole addosso un’enorme trottola, che lei colpì con la semplice manica del kimono
-Kitsune, le arti illusorie sono inutili con me. Stai buono, non vorrei ferirti per sbaglio.-     lo avvertì Kagome
-Ferire anche lui? Mi sa che continui a sottovalutare la nostra forza strega!-        ribatté la sterminatrice
-Come voi sottovalutate la mia.-           replicò la maga
-Vedremo!-      urlò la sterminatrice lanciandole nuovamente contro il suo enorme boomerang
Kagome lo scansò ancora con la magia, ma fu subito attaccata anche dal monaco e i suoi fuda, che al contatto col bersaglio esplosero.
-Kagome!-     la chiamò InuYasha vedendola completamente avvolta da fuoco e fumo
Non fece nemmeno in tempo a raggiungere la ragazza che la vide liberarsi dal fuoco con un folata di vento generata dal suo corpo.
Il suo kimono era tutto bruciacchiato in diversi punti. La cosa la fece innervosire ancora di più considerato che non ne aveva un altro di ricambio. Lei era gentile non facendoli saltare per aria e loro la ripagavano così?
I suoi occhi mutarono nuovamente e da neri diventando stavolta rossi.
-Hai bruciato il mio kimono, maledetto bonzo! Freccia di vento!-          urlò la maga lanciando la freccia generata dal potere del Lord dell’aria Dynast, colpendo in pieno il monaco che volò di qualche metro e al quale andò in pezzi l’abito, ma lasciandolo praticamente  illeso
-Miroku!-        lo chiamò la sterminatrice preoccupata
-Sto bene Sango tranquilla.-         rispose il monaco rialzandosi e guardando la sua veste a brandelli
-Occhio per occhi, dente per dente!-          disse la maga arrabbiata
La guardarono tutti straniti. Avrebbe potuto ucciderlo in un solo colpo, invece si era solo limitata a distruggergli la veste per ripicca?
La sterminatrice, che aveva scoperto chiamarsi Sango, si lanciò nuovamente all’attacco con la sua arma. Ma Kagome prontamente la respingeva senza fatica. Quando anche la nekomata e il monaco attaccarono contemporaneamente la maga, intervenne InuYasha.
-Ehi così non vale!-          disse colpendo il grande boomerang con la spada, che volò lontano
Ma Sango non si faceva certo sorprendere . Combatteva da quando era poco più di una bambina. Questo era il destino dei figli degli sterminatori: diventare sterminatori a loro volta e istruire i propri figli a questo difficile mestiere. Prese la spada che portava al fianco, attaccando il mezzo demone che aveva osato intromettersi nella sua missione. Doveva uccidere quella maga che non faceva altro che spargere una scia di sangue dietro di sé. Aveva raso al suolo interi villaggi, ucciso migliaia di persone innocenti. Era suo dovere fermare quell’assassina .
-Stupido han’yō! Ti avevo avvertito di non immischiarti in cose che non ti riguardano!-
-Invece mi riguarda stupida donna. State attaccando Kagome senza un valido motivo!-
-Senza un valido motivo dici? Quella maledetta è un’assassina! Ha ucciso tantissima gente in queste settimane grazie ai suoi poteri malefici! Merita di morire!-      spiegò la ragazza respingendo, seppur con fatica i suoi colpi
-In queste settimane? Ma se è stata tutto il tempo in viaggio con  me? E ti assicuro che non ha ucciso nessuno!  A parte i briganti che ci attaccavano ovviamente.-
-Bugie! Non sono altro che bugie! Ha distrutto un intero villaggio proprio la settimana scorsa. Un altro giorni prima. E la lista non si esaurisce certo qui!-
-Io non ho distrutto nessun villaggio!-       sbraitò la maga che aveva sentito la discussione, anche se impegnata col monaco che l’attaccava in tutti i modi possibili
-Sì che l’hai fatto! I pochi superstiti dicevano che era stata Kagome, la puttana di Naraku. Quale altre prove vuoi?-       le rispose il monaco
-Che cosa? Primo: io non sono la puttana di nessuno! Era il mio compagno che è diverso. E secondo: non ne so nulla di questi villaggi!-        si difese Kagome furibonda
-E pensi che noi ti crediamo?-     rispose la kitsune lanciandole strani oggetti che emettevano gas lacrimogeni, per poi ritornare in groppa alla nekomata che non perdeva occasioni di attaccarla
La lotta proseguiva senza sosta. Miroku, la nekomata e la kitsune attaccavano Kagome che si difendeva con la magia creando scudi e spade d’aria e terra, mentre InuYasha doveva vedersela con Sango, che si era rivelata ancora più ostica di quello che pensava.
Improvvisamente però, il monaco si allontanò dalla maga. Era ora di chiudere la faccenda.
Tolse il rosario e il guanto protettivo che aveva sul palmo destro e direzionò la mano verso Kagome. Shippo e Kirara, intuendo le sue intenzioni si spostarono il più velocemente possibile.
Una forte folata di vento si alzò in direzione di Kagome, che si sentì quasi come spinta in avanti.
Ma non era vento, pensò, era una strana forza tumultuosa che la tirava verso quello che sembrava un buco nero. Un risucchio potentissimo.
Prima di finirvi dentro unì i palmi urlando   -“Breath Garv”-   procurando una scossa sismica tale da far perdere l’equilibrio al monaco che cadendo fu costretto a richiudere il foro del vento che aveva sul palmo. Grazie alle potenti scosse si innalzò una polvere fitta dal terreno. Il soffio di Garv, il Lord Oscuro che governava l’elemento della terra, oltre che a procurare terremoti, innalzava dal suolo una cortina polverosa che serviva a nascondersi dalla vista del nemico.
Nascosta dalla fitta nebbia sabbiosa poggiò la mano al suolo, esattamente sopra la sua ombra, per richiamare un incantesimo.
-Dragon Shadow!-        esclamò la maga spingendo il palmo sul terreno, quasi a volerlo schiacciare sotto al suo peso
Un piccolissimo avvallamento si era formato nel punto toccato dalla maga e da sotto al suo palmo si diramarono come dei fili neri, che raggiunsero le ombre dei suoi nemici ancora storditi dal terremoto e dalla scarsa visuale, che si ritrovarono improvvisamente bloccati.
Con un altro incantesimo, attinto dal potere del Lord del vento Dynast, spazzò via il pulviscolo, ridonando una perfetta visuale a tutti.  Il più stordito era InuYasha, che a causa del suo finissimo naso si era trovato in difficoltà dato che non riusciva più né a sentire con l’olfatto né a vedere, ma sembrò sollevato nel vedere che Kagome stava bene, mentre quei quattro erano immobili a terra. Non aveva capito quasi nulla di quello che era accaduto. Era riuscito a vedere uno strano vento provenire dalla mano del monaco, poi il terremoto e subito dopo la sabbia ad invadergli le narici e la gola.
 
Osservando attentamente il terreno si poteva notare la forma di un drago avvinghiarsi alle ombre dei quattro che li avevano attaccati. InuYasha guardava quella scena sbalordito, non aveva mai visto nulla del genere. Un drago d’ombra che imprigionava le ombre altrui?
-Maledetta, che stregoneria hai fatto? Non riesco a muovermi!-       si lamentò Sango provando a muoversi, ma il drago nero sul terreno le teneva l’ombra stritolata in una morsa
-E’ un incantesimo sciamanico. Un drago fatto di ombra, che muovendosi sulla superficie dove viene riflessa la sagoma dell’avversario la imprigiona, bloccandone i movimenti. Hai per caso intenzione di ucciderci mentre siamo bloccati? La cosa ti fa davvero onore maga.-            disse il monaco
-Non ho intenzione di uccidere nessuno. Ora che siete buoni buoni mi spiegate cos’è questa storia che avrei ucciso tutta quella gente e fatto sparire interi villaggi.-         chiese la maga avvicinandosi a loro
Voleva solo parlare e capire di cosa stavano blaterando prima. Forse una mossa di Naraku per metterle alle calcagna dei cacciatori di taglie e sterminatori a chiedere la sua testa in modo da rallentarla?
-Certo se magari ti levassi quegli occhi terribili sarebbe più producente e faresti meno impressione.-         la riprese l’han’yō, curioso anche lui di capire perché l’accusavano di crimini non commessi
 La maga si trovava con lui, non poteva aver raso al suolo nessun villaggio. Quale testimone migliore di lui. Ma perché accusare lei?  Voleva conoscere la verità.
Kagome si voltò verso di lui guardandolo malamente.
-Tu vuoi davvero morire cagnolino? Non ti basta avermi offesa per difendere quella maledetta miko che mi ha portato via Naraku? No eh? Adesso mi dai anche degli ordini?-
-Ti ho detto di non offendere Kikyo strega! Riguardo a prima mi spiace averti aggredita in quel modo. Non volevo prendermela con te, ma quando hai detto che Kikyo stava abbracciata a Naraku non ci ho più visto. Mi viene difficile pensare una sacerdotessa come lei in una situazione del genere.-         si scusò il mezzo demone
-Peccato che la tua ”venerabile sacerdotessa” fosse avvinghiata a Naraku come un polipo! E sta certo che io non le ho fatto nessun incantesimo che la spingesse tra le braccia di quello che speravo fosse il padre dei miei figli!-        rispose la ragazza ancora infuriata
-Hai ragione. L’ho capito dopo. Mi dispiace Kagome.-          ripeté lui realmente dispiaciuto
Sentendolo sincero, la ragazza si calmò e sbuffando ritornò quella di prima.
-Va bene ti perdono per stavolta. Ma non chiamarmi mai più sporca maga deviata. Nessuno più di te dovrebbe capire cosa si prova quando la gente ti addita in un certo modo senza che sia la verità.-         disse triste, spezzando così il cuore dell’han’yō, che venne  subito divorato dai sensi di colpa nel vederla così  avvilita
La rabbia aveva lasciato posto alla tristezza per essere ancora una volta considerata ciò che non era.
Era solo una maga a cui piaceva usare la magia e che non faceva del male alla gente onesta. Se la prendeva solo coi briganti. Loro sì che uccidevano, stupravano e torturavano le loro vittime. Ma per quanto potente, mai nella sua vita aveva pensato di fare del male a qualcuno. Appena aveva capito che Naraku l’aveva cacciata via perché lei non era d’accordo coi suoi propositi di mettere sottosopra l’intero universo, era corsa nella stanza che conteneva l’antico libro di magia in cui vi erano tutte quelle formule di distruzione, strappando proprio la pagina che spiegava come piegare ai propri voleri gli esseri viventi e come fare a richiamare dalle tenebre i cinque Lord Oscuri del Caos.
Non poteva permettere una cosa del genere!
Ma ciò che Naraku ignorava era che lei non aveva preso solo quella pagina. Ce n’era una che lui non aveva mai letto, perché protetta da una magia che lei aveva annullato senza sapere come. Pensò fosse stato il destino. Agli occhi degli altri era una normale pagina bianca, ai suoi occhi appariva invece una complessa formula magica che, in combinazione con alcuni talismani, vari miscugli di erbe, sangue di esseri viventi misti e altre cose che aveva racimolato nel tempo o già possedeva, era in grado di richiamare a sé colui che aveva generato i cinque Signori del Caos. Così se Naraku fosse stato in grado di ricordare a memoria la formula magica, cosa di cui era sicura, avrebbe avuto dalla sua il “Grande Capo” a cui i Lord avrebbero dovuto inchinarsi. Una volta evocato Ruby Eyes Dirus avrebbe ucciso Naraku, in  modo da non correre altri pericoli. Ora l’ultima cosa che mancava era la Shikon e poi avrebbe fatto ciò che andava fatto, anche se ciò significava perdere la vita. Lo sapeva.
-Scusate piccioncini…vi siete scordati di noi?-      chiese Sango infastidita da quell’inutile chiacchiericcio
-Se avete litigato potreste almeno fare pace in modo più consono no? Tanto noi non vi disturbiamo, ma guardiamo volentieri!-            esordì il monaco
-Miroku! Ti sembra questo il momento di fare il porco?-      lo rimproverò Sango
-Beh tanto siamo destinati a morire mia dolce Sango. Tanto vale rifarci gli occhi prima. Io morirei felice. Sarà anche un’assassina ma ha un bellissimo fisico che vorrei vedere nudo. Poi già così si vede che ha un bel cu…-        non riuscì a finire la frase che un pugno lo zittì prima di terminarla
-Brutto bonzo depravato! Ma come ti permetti?!-       ringhiò furioso InuYasha con ancora il pugno alzato
-Ahi ahi che male. Comunque sono un monaco, non un bonzo-         precisò il monaco
-Un monaco maniaco a quanto vedo. È il tuo compagno?-       chiese Kagome alla ragazza
-Lo era! Perché se non ci uccidi tu ora lo farò dopo io!-            esclamò la sterminatrice infuriata guardando il compagno
-Prego…hai via libera.-       disse Kagome lasciandola libera dalla stretta dell’ombra. Subito dopo lasciò anche gli altri
La cosa stupì non poco Sango che la guardava confusa. Perché li aveva lasciati liberi ora che aveva la vittoria assicurata? Perché non ucciderli subito?
-Perchè ci hai liberato?-       chiese Miroku ritornando serio e dando voce ai pensieri di Sango
-Perché non è mio interesse tenervi imprigionati, a meno che non mi attacchiate nuovamente. Non ho alcuna intenzione di uccidervi e non capisco perché mi accusiate di cose che non ho commesso. Vorrei tanto capire chi vi ha riferito che sia stata io a uccidere quelle persone.-          spiegò la maga con tranquillità
Voleva provare ad instaurare un dialogo, se non vi fosse riuscita e l’avessero attaccata ancora li avrebbe uccisi in un solo colpo. Non aveva voglia di ripetere le cose due volte e non voleva più perdere tempo.
-Chi ci dice che possiamo fidarci di te?-      chiese la sterminatrice
-Chi vi dice che non potete fidarvi? Se fossi così crudele come mi avete descritta vi avrei già eliminato ancora prima che ci attaccaste questa sera. So che ci seguite da un bel po’ di giorni. Per questo avevo usato il trucco della freccia inversa. Ma siete più bravi e non siete caduti nel mio trucchetto. Ora…se volete sedervi e parlare civilmente, spiegandomi quest’assurda faccenda… ve ne sarei grata.-         disse Kagome sedendosi placidamente e ravvivando il fuoco grazie alla magia
Sempre grazie a quella “teletrasportò” dei pesci dal lago, mettendoli ad arrostire attorno al fuoco.
I quattro guardarono la scena sorpresi, così come InuYasha che intervenne subito.
-Ma tu devi essere fuori di testa! Questi provano ad ucciderti e tu li liberi e inviti a cena?-     latrò verso la maga
-InuYasha stai un po’ a cuccia. Smettila di abbaiare e siediti. Tra un po’ il pesce è pronto.-          rispose lei rigirando il pesce ancora crudo dalla parte del fuoco, che essedo frutto della magia era molto più forte di quello naturale
L’han’yō sbuffò ma fece come ordinatogli, sedendosi a braccia incrociate vicino alla maga.
-Che profumino…-            ammise il cucciolo di volpe guardando il pesce con la bava alla bocca
-Tieni piccolo. Mangia pure.-       gli disse Kagome sorridendo e allungandogli la stecca col pesce in sua direzione
Il cucciolo guardò prima Sango, poi il pesce e la maga. Poi ancora Sango e di nuovo il pesce. Poi Sango poi il pesce. Poi guardò il pesce e ancora il pesce.
-Ok e va bene!-        rispose sconfitta Sango, che si avvicinò anche lei vicino al fuoco per sedersi, preceduta a gran velocità dal volpino affamato
-Grazie!-      rispose la kitsune addentando il pesce
-Di nulla. Prendetene uno anche voi. Ce n’è quanti ne volete.-     li invitò Kagome
In breve tempo i sei fecero fuori una quarantina di pesci. A giocarsela erano InuYasha e Kirara, questo il nome dell’enorme gattone, che ne avevano mangiato quindici a testa. Il cucciolo di volpe si chiamava invece Shippo.
Sia Shippo che Kirara si erano accoccolati vicino a Sango  e dormivano tranquilli e sazi.
-Bene, ora che abbiamo tutti la pancia piena, posso capire di cosa parlavate prima?-       chiese Kagome
Era giunto il momento di capire cosa stava succedendo. Qualcosa che lei ovviamente ignorava…
 
 
 
 
 
 
 
Emh………………..beh…….che dire ^^ non aggiorno questa storia da una vita….PERDONATEMIIIIIIIIIIII   T_T
Ma chi mi segue sa che sto scrivendo un’altra storia dal titolo When  Everything  Changed…non sono scomparsa ^^ successivamente anche Perfect Romance verrà aggiornata ^^
Beh in questo capitolo capiamo un po’ come sono andate le cose. Più in là scopriremo altro ^_^
Sperando di non essermi tirata dietro chissà quante maledizioni per l’imperdonabile ritardo…vi saluto e all’anno venturo col prossimo capitolo ^^ no scherzo ihihihihii
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3
 
P.s:  grazie per la pazienza   T^T   davvero <3 
   
 
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