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Autore: Folg_89_Franko    11/07/2008    4 recensioni
Un pianeta aspro e un popolo indomito, un tiranno invincibile e il tramonto degli eroi. Tutto per una profezia... Riusciranno due fratelli a sovvertire il destino di un popolo?
Genere: Dark, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Freezer, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La carneficina


Erano in sette, una squadra scelta del gruppo ribelle di Setan, posizionati dietro a un grosso pezzo di soffitto, crollato a causa dell’effetto del colpo precedentemente lanciato dai sayan.
Vegeta mise la mano destra davanti al petto di Kakaroth, segno che questa volta gli avversari erano suoi e non voleva interferenze di sorta alcuna.

“Adesso vedrai come si combatte seriamente” borbottò Vegeta, prima di scattare verso i difensori.
Trafisse il petto dei primi due con un rapido movimento delle braccia, giusto sul plesso solare, trapassandoli da parte a parte.
Proseguì il movimento e raggiunse il volto di altri due soldati che erano dietro le prime due vittime, per poi lasciar fuoriuscire dai palmi una violenta bordata di energia.
I due corpi privi del capo caddero a terra pesantemente, per poi essere raggiunti da quelli che il sayan si era scrollato di dosso in malo modo.
Gli altri tre erano intanto arretrati e due stavano per esplodergli contro due proiettili di un’arma a grosso calibro, ma il sayan fu rapido e bloccò con le mani le bocche da fuoco, causando l’esplosione interna delle armi stesse, cosa che dilaniò il capo ai due soldati.
Il terzo, che evidentemente doveva essere il capitano di quella squadra, mise mano all’elsa della spada che portava al fianco, ma non fece in tempo a estrarre l’arma che un profondo taglio si aprì sul suo collo, inondando il pavimento del suo liquido vitale.
Kakaroth osservava il fratello, schizzato in volto e sulle mani del sangue dei loro avversari.
Doveva ammetterlo, a eliminare gente era Vegeta il migliore, anche se per i suoi gusti lo faceva con troppo spargimento di sangue.

I due ripresero ad avanzare giungendo fino alla fine del corridoio, dove si trovava la porta dell’ascensore che cercavano.
Kakaroth schiacciò il pulsante per chiamare l’automatismo e quando le due ante si aprirono fece per salire, ma Vegeta lo bloccò per una spalla con mano ferma.
“Aspetta…” disse il sayan, poi mise la mano all’interno dell’ascensore, generando un forte lampo di energia che causò una possente esplosione nel condotto dove si muovevano gli ascensori stessi.
“Perché?” chiese Kakaroth.
“Se qualcuno era vicino alle uscite degli ascensori adesso non lo è più…” rispose pacato, per poi scendere lungo il cunicolo tramite la levitazione.

Discesero lentamente fino all’entrata del piano cercata, poi si fermarono.
Al posto delle porte dell’ascensore si trovavano ora due lastre d’acciaio deformate dall’esplosione e dietro di esse gli scouter segnalavano la presenza di un grosso numero di individui, qualche centinaio, probabilmente equipaggiati con armi di vario tipo.
Vegeta, in completo silenzio, fece un semplice cenno con l’indice destro, segno di entrare ed eliminare ogni avversario, la strategia più semplice.
Kakaroth scattò all’interno del corridoio dopo aver colpito con forza le due lastre d’acciaio, facendole schizzare in avanti così da travolgere sotto il loro peso una ventina di soldati.
Da quel momento in poi fu l’inizio del finimondo.

Kakaroth avanzava rapido e potente, mulinando calci e pugni a chiunque aveva a tiro, con le spalle coperte dall’occhio vigile del fratello.
Colpì un soldato al volto con violenza, sentendo le ossa piegarsi sotto il suo colpo, poi afferrò il corpo per una caviglia e cominciò a mulinarlo come una clava sugli altri difensori.
Colpì in quel modo una decina di avversari ma poi si rese conto che il corpo era ormai inservibile in quanto troppo danneggiato, quindi lo lanciò contro un paio di soldati e fece esplodere il tutto con una sfera di energia lanciata a breve distanza.
Dal canto suo Vegeta non era da meno, vibrava precisi fendenti nell’aria, tutti chirurgicamente a segno in punti vitali dei nemici.

Ben presto il pavimento cominciò a tingersi del purpureo sangue dei ribelli, mentre i due sayan continuavano la loro missione.
Ad un certo punto però Kakaroth venne sbalzato violentemente indietro da una forte esplosione, che lo fece schiantare contro il muro.
“Ma che cazzo…” imprecò il sayan, mentre si massaggiava la nuca.
In mezzo ai soldati apparve una figura massiccia, alta almeno il doppio del sayan, che si avvicinava lentamente con passo pesante.
Una creatura simile di aspetto ai soldati fino ad ora affrontati, ma decisamente più grande e massiccia,probabilmente una mutazione, avanzava verso di lui con intenzioni per nulla pacifiche.
Il sayan si rimise in piedi, ma una figura conosciuta si parò davanti a lui e lo spostò indietro con la classica poca grazia che gli apparteneva.
“Quello non è un avversario che puoi affrontare adesso Kakaroth…” sentenziò Vegeta, con ’espressione di chi non vuole essere contraddetto.
“Perché?” domandò il fratello.
“Osserva bene la creatura, le pupille sono estremamente dilatate e indicano una forte eccitazione, probabilmente una droga che gli toglie inibizioni. Il problema è che ha anche con sé un piccolo cannone, quello con cui ti ha colpito…” disse Vegeta indicando l’arto destro della creatura, sostituito con un piccolo cannone di grosso calibro.
“Se tu ingaggiassi duello con lui, con lo stile di combattimento che ti ritrovi, lo provocheresti al punto che potrebbe far saltare tutto. Per questo me ne occuperò io, tu pensa agli altri…”
“D’accordo…” rispose Kakaroth, pronto a eseguire le direttive del fratello.

Il sayan dai capelli a fiamma avanzò verso la creatura, alta ben oltre il doppio di lui, fissandola con uno sguardo non era per nulla intimorito, anzi.
Scattò rapido con la mano destra verso la giugulare dell’avversario, ma giusto un attimo prima del contatto l’essere si spostò, evitando il colpo.
Il sayan fece allora proseguire il colpo, fino a quando non riuscì ad aggrapparsi al collo dell’avversario, per poi tirarlo verso di sé, con l’intenzione di colpirne il petto a ginocchiate, ma anche questa mossa venne all’ultimo istante evitata tramite un incrocio di braccia.
Vegeta fece allora perno sulle stesse per compiere un salto, che lo portò fino al soffitto metallico del corridoio dove si trovavano.
Con un altro slanciò scatto verso il basso e questa volta il colpo andò a segno, la mano del sayan si immerse completamente a lato del collo della creatura azzurrastra, strappandogli un grido animale.
Il guerriero non si accontentò però di così poco e con un rapido movimento estrasse la mano e ritornò di fronte all’avversario, che schiumava di rabbia.
L’essere scattò in avanti, cominciando a mulinare le braccia nel tentativo di colpire il sayan, che però evitava con scaltrezza i fendenti e contemporaneamente riduceva la distanza con l’avversario.
Andarono avanti per una ventina di secondi, fino a quando il sayan, rapido come un lampo, non bloccò l’arto sinistro dell’avversario, per poi staccarlo di netto con un preciso colpo di taglio dato con la mano destra.
La creatura dilatò le pupille al massimo a causa del dolore per poi emettere un grido straziante, che tutti sconvolse meno Vegeta, che incurante della situazione piazzò un violento destro all’altezza dell’imboccatura dello stomaco della creatura azzurrina.
Poi un sinistro, un destro, un altro sinistro, ancora un destro e avanti così, con un ritmo incessante e devastante che causò dopo poco un violento rigurgito di sangue all’avversario del sayan.
Vegeta si spostò giusto all’ultimo istante, evitando il riflusso di fluido del mostro e scattando verso l’alto con un salto teso, che lo portò giusto all’altezza della testa del mostro.
Lo fissò giusto un istante, per poi girare su se stesso e colpirlo con un violento calcio a girare al collo, facendolo schiantare nella parete.
Un sordo rumore si diffuse tra i presenti, un rumore di qualcosa che si strappa velocemente, poi la testa dell’essere ruzzolò per terra, venendo bloccata dal piede di Vegeta.

Un innaturale silenzio aleggiava nel corridoio sporco di sangue, segno che la battaglia era finita.
Kakaroth stava seduto su tre cadaveri come se stesse aspettando qualcosa, anche lui sporco del fluido vitale delle sue vittime.
“Complimenti, un’esecuzione impeccabile…” commentò il combattimento del fratello.
“Ho impiegato anche troppo…” rispose secco Vegeta, mentre si dirigeva verso la fine del corridoio.
“Adesso?” domandò Kakaroth.
“Adesso entriamo e facciamo fuori il capo di questi fessi, poi facciamo saltare gli scudi e torniamo sul Sefilot, ormai sono stufo di questo posto…” borbottò l’altro sayan, per poi spalancare le due grandi ante d’acciaio che davano sull’ultimo ambiente, ovvero la sala del generale dei ribelli.
  
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