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Autore: UncleObli    11/04/2014    1 recensioni
Quattro personaggi improbabili e un sogno ai limiti della follia raccontato da un uomo con problemi di alcool e una dipendenza da crocchette per gatti.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Lo psichiatra, la filosofa, il vecchio santone e la nana pervertita.

[...] che l'essere sia il gran finale di ciò che è sembrato:
il solo imperatore
è l'imperatore del gelato. [...]


Wallace Stevens
 

E' da moltissimo tempo che non prendo in mano la penna per scrivere. A dire la verità non mi ricordo nemmeno da quanto tempo, di preciso. O forse si, forse me lo ricordo. Con un po' di sforzo forse riuscirò a ricordare...no. Chissà. Ah si, ecco. Sono passati per l'esattezza tre anni, nove mesi e quarantadue giorni. Il che equivale grossomodo a tre anni e dieci mesi. Tre dannatissimi anni di silenzio letterario, silenzio interrotto solo da sporadiche quanto prolisse composizioni in endecasillabi della lista della spesa settimanale. Erano certo liste della spesa originalissime, chi lo nega, ma non propriamente quelle che definirei un best-seller. Intendiamoci: non mi aspetto che questi pochi fogli mezzi appallottolati vicino alla lettiera del gatto possano esserlo. Però è un passo in avanti. Dicevo, sono tre anni che non scrivo. Penso ci siano stati diversi motivi, ma non ho questa gran voglia di pensarci troppo. E' stato tutto un casino.

Meglio far finta di niente e tornare al sogno.

Ho deciso di mettere nero su bianco quel che ho sognato questo pomeriggio, quando indecorosamente mi sono appisolato fra una pagina e l'altra del Faust di Goethe. Non per dire, ma è veramente illeggibile. Sarà un capolavoro e tutto, ma sicuramente quel tipo non voleva essere letto. Come Hegel, avete presente? Ecco, sono sicuro che quei due sarebbero stati amiconi. Non scherzo. Il sogno, dicevo. Non dev'essere stato proprio brevissimo, ma io ricordo con vividezza solo gli ultimi quindici secondi circa. Detta così suona piuttosto deludente lo ammetto, ma ho sempre avuto una memoria da pesce rosso e certo le dosi sempre maggiori di antidepressivi e crocchette per gatti non hanno aiutato negli anni, anzi. Un sogno vividissimo, da fine del mondo. C'era questo psichiatra, credo, un certo Alan, a cui mancava la gamba sinistra. Giovane,sui quarant'anni. Barbetta da intellettuale, capelli lunghi, rossicci. E c'era una ragazza. No, niente roba da film porno, anche se devo riconoscere che non era niente male: alta, capelli neri e ricci, occhi eterocromi. Aveva esattamente quell'aspetto un pochino kitsch tipico delle professoresse di filosofia. Magari era una filosofa. Mettiamo di si. Ecco, questa coppia improbabile deve per qualche strana ragione convincere un vecchio ad uscire dal proprio isolamento che si protrae da parecchio, e perciò vanno insieme a trovarlo a casa. Il vecchio lo ricordo benissimo, era decisamente un personaggio. Ora, premetto che quando mi sono addormentato oggi pomeriggio ero quasi completamente sobrio. Però è un fatto che quel vecchio del malaugurio fosse a dir poco grottesco. Era senza gambe, tanto per cominciare. Mi sembra anche senza un braccio, non sono sicuro. Per il resto, pareva un vecchio santone dell'himalaya, con i suoi stramaledettissimi capelli bianchi e la barba lunga. Un bijou, per dirla francamente. Ah già. Ho già detto che aveva un'accetta in mano? Non voglio sapere che cazzo voleva fare senza gambe e con un'accetta in mano, ma sta di fatto che se la coccolava come se fosse il suo pargolo perduto. Il vecchio sorride, sornione, uno di quei sorrisi da psicologo o da cartomante che non vogliono dire assolutamente nulla ma che lasciano intendere i segreti del cosmo ai quattro coglioni che pagano per parlarci. E con voce profonda dice, quasi mistico nella sua elegante arrendevolezza:

- Sei tornato, Alan...non ti aspettavo... -

Ora, tralasciando il fatto che questa sorpresa manda a puttane il mito del vecchio santone, mi sembra una cosa assolutamente idiota da dire. Sottolineata l'assoluta idiozia di questa constazione, passiamo oltre, perchè la parte divertente viene adesso. Vi ricordate la ragazza con gli occhi eterocromi? Nonostante l'indubbio interesse che un vecchio fenomeno da baraccone come il santone avrebbe potuto suscitare nella sua giovane mente, questa non se l'è filato manco di striscio. Invece si è voltata verso la strada e ha continuato a guardare un particolare in lontananza. Mi sono dimenticato di spiegare qualcosa, ma ora rimedio. Il vecchio vive in un quartiere così orribile che in confronto il Bronx avrebbe potuto figurare fra le dieci migliori località sciistiche di New York. Il santone vive lo stesso in una casetta di tutto rispetto, pulita e discreta, di un bianco abbaccinante. Comunque il quartiere fa schifo, sia chiaro. Dicevo, la ragazza vede un cavallo al trotto. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per assimilare questa nuova pillola di pazzia prima di proseguire nella lettura. Un cavallo al trotto, capite? Si? Bene, io no. Magro come la fame e brutto come il demonio. Seguito come una sorta di idolo osceno da una processione di bambini puzzolenti e cenciosi. Ecco, se fossi stato la donna, mi sarei rifugiato subito in casa del vecchio con l'accetta e vaffanculo. Meglio lo storpio che la processione dei morti viventi con tanto di mascotte. Invece, e qui arriva la catastrofe, una nana bionda si fa avanti, indica con la mano il cavallo e afferma, caustica:

- Quella potrebbe essere mia figlia, sapete?  -

Cosa?

Poi mi sono svegliato, la testa pesante da un lato e una strana sensazione in bocca. Croccette per gatti. Forse ero leggermente più ubriaco di quello avrei voluto ammettere. Cristo dio, quanto pagherei per sapere che cazzo c'azzeccassero lo storpio, lo psichiatra, la ragazza eterocroma e la nana con strane tendenze sessuali propendenti all'equino. Un mistero. E allora direte, che cazzo l'hai scritto a fare? Beh, intanto non avevo di meglio da fare. Non è che sia proprio oberato di impegni, ad essere onesti. E poi mi era davvero venuta voglia di non dimenticare gli strani scherzi della mia mente. Perchè, a conti fatti, era da tre anni che non scrivevo. Accidenti, tre anni e dieci mesi, scusate. E ci è voluto il subconscio per darmi una mano, proprio quando ne avevo più disperatamente bisogno. Non è straordinario? Un'altra cosa che non so proprio spiegarmi è come diamine sia riuscito a trattenere così tanti dettagli di un sogno estremamente breve. Non lo so e non mi importa. Io avevo assolutamente bisogno di scrivere qualche cosa più lunga di una lista della spesa, davvero. E voi avevate bisogno di leggere, credo, o non saresti arrivati fin qua. Okay, questa potevo risparmiarmela. Chissà, magari il Faust mi darà l'ispirazione per qualche nuovo sogno. Speriamo! Forse alcune pagine si sono salvate. Vado a cercarle nel caminetto.

  
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