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Autore: Cassie_Autumn    12/07/2008    4 recensioni
I Ricordi di una figlia per la madre...Sulle Note di "Lei" della Pausini...Mia Prima Fan Fiction...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei Fan Fic

Le piaceva quella vista. Dalla terrazza si poteva scorgere tutta la collina nel suo silenzio, i suoi abitanti silenziosi, lì sulla terrazza, poteva pensare senza essere disturbata.
Il cielo era tinto di rosso e il sole stava lentamente tramontando creando l’area surreale che tanto le piaceva.
La ragazza teneva in mano una cornice d’argento molto delicata, la foto di una giovane donna vestita con la divisa di Hogwarts sorrideva felice salutando con una mano bianca la persona che le stava scattando la fotografia.
Le note di una canzone babbana iniziarono a riempire l’aria dolcemente…

“…Lei il viso che non scorderai, l’orgoglio ed il coraggio lei…”


La ragazza strinse più forte la foto tra le dita sottili, piccole lacrime scesero a bagnare il vetro della cornice. Il viso della giovane donna nella foto era candido, dolce, i capelli erano sciolti sulle spalle e il cravattino rosso e oro era slacciato così come la camicia bianca, rivelando un collo candido e una sottile catenina d’oro. Era coraggiosa sua madre, il coraggio la sua più grande forza e la sua più grande virtù, la sua più grande follia… Era una Grifondoro nell’animo.
Ed era orgogliosa di esserlo… La Principessa senza macchia e senza paura, così la chiamava suo padre prendendola in giro… Sorrise la giovane, un sorriso dolce di ricordi ancora freschi nella sua mente.

“…come un tesoro l’oro dentro gli occhi suoi,


Ricordava perfettamente gli occhi di sua madre. Erano gli stessi occhi che vedeva quando il loro piccolo angelo li guardava. Occhi caldi, castani intensi screziati d’oro, che nascondevano il tesoro di un amore immenso e infinito per i suoi cari, che si illuminavano quando la guardava o quando guardava suo marito…

“…lei l’estate che ricanterai il giorno che ricorderai
le mille cose che non sai e può insegnarti solo lei…”


Ricordava perfettamente anche l’ultima estate passata assieme, le ultime risate, le ultime canzoni cantate a squarciagola, le ultime parole, le ultime lettere, le ultime piccole cose che ormai non avrebbe più condiviso con lei.
Ricordava perfettamente e dolorosamente anche quella maledetta giornata, quella giornata troppo tranquilla, quella giornata che non pareva dover avere preoccupazioni, tranne per una visita inaspettata a Malfoy Manor…Bellatrix Lestrange.
Le si stava formando un immenso groppo in gola, gli occhi le bruciavano mentre cercava di trattenere le lacrime, tremava impercettibilmente ma continuava imperterrita a fissare la foto aggrappandosi ai minimi particolari per non dimenticare sua madre.
Sorrise, un sorrise triste appesantito dal peso dei ricordi.

“…Lei la tua ragione e il tuo perché…”


Lei era la loro forza, la loro stessa vita, era ciò che rendeva accogliente quella grande casa…
Perché lei? Perché proprio lei? Perché era la più vulnerabile, la più piccola tra tutti loro grandi eroi della seconda guerra contro Voldemort…

“… il centro del tuo vivere la luce di un mattino che non perderai…”


Ma lei non era solo un Auror, era ciò che teneva unita la sua grande famiglia, era il cardine che faceva girare al meglio quella grande ruota che erano le loro vite. Era la loro luce, la loro piccola fiamma…

“…lei lo specchio dove tornerai, dove ti riconoscerai semplicemente come sei, uguale a lei...”


Ricordava come ieri il giorno in cui sua madre morì per mano di quella pazza di Bellatrix. Ricordava il suo viso sereno mentre assieme a lei preparava la stanza per la piccola che sarebbe nata di li a poco. Ricordava gli occhi sorridenti della madre, ricordava la sua figura minuta ingrossata dal ventre prominente, ricordava le sue piccole mani bianche stringere la piccola copertina rosa mentre la adagiava nella culla intarsiata, tramandata dai Malfoy.
Ricordava il volto serio che si posava sulla porta della stanza, ricordava il rumore sordo di una materializzazione nel salone di casa, ricordava la risata isterica che si allargava per i lunghi corridoi silenziosi. Ricordava il volto della madre, riversa a terra, gli occhi castani aperti per un ultimo sguardo al mondo.
La giovane ragazza scoppiò in un pianto soffocato, una mano stingeva il ciondolo che portava al petto, mentre l’altra teneva stretta la cornice d’argento. Il dolore si era accumulato giorno dopo giorno, dentro di se, per due anni, sena valvola di sfogo, senza altra distrazione se non l’accanito concentrarsi nello studio, per poter affievolire quel dolore che provava dentro.

“…Lei l’estate che ricanterai il giorno che ricorderai
le mille cose che non sai e può insegnarti solo lei…”


La sentiva vicino come non mai durante il tramonto. Il cielo si tingeva del colore dei suoi capelli mentre il giardino che tanto aveva amato profumava dei suoi fiori preferiti.

“…Lei regala i suoi sorrisi senza mai
svelare al mondo quando non ne ha
privando al suo dolore libertà…”


Lei che aveva un sorriso gentile e aperto per tutti coloro che ne avevano bisogno, lei che era troppo orgogliosa per mostrare il suo dolore agli altri, le che non mostrava mai quando il sorriso le mancava…

“…Lei forse è l’amore che non ha pietà
che ti arricchisce con la povertà
di un gesto semplice che è l’eternità…”


Lei che per amore aveva lottato contro la sua famiglia, lei che con un gesto semplice aveva sciolto il cuore freddo di suo padre…Lei che se n’era andata troppo presto… Lei che le mancava terribilmente soprattutto nelle serate come quelle, che lei prediligeva…

“…Lei la tua ragione e il tuo perché il centro del tuo vivere la luce di un mattino che non perderai, lei lo specchio dove tornerai, dove ti riconoscerai semplicemente come sei esattamente come lei…”


Geneviève Sophie Malfoy si alzò dalla sua poltrona asciugandosi con lo scialle le lacrime scappate alle sue rimostranze. Strinse la piccola G che teneva appesa al collo, mentre un rumore di passi la fece voltare verso la porta-finestra. Una piccola figura emersa insonnolita dalla camera seguita da una piccola muffola pigmea. Geneviève sorrise a Ginevra, e quando le si fu avvicinata prese un giglio dal vaso che era sul tavolino e lo fissò tra i capelli biondi della bambina. La piccola la guardò con gli occhi castani spalancati e asciugò una piccola lacrima con il piccolo dito bianco.
Geneviève prese un altro giglio e lo appuntò nei suoi capelli ramati, uguali a quelli della madre.
Aveva sempre pensato di assomigliare alla madre, suo padre lo confermava, ma mai come in quelle serate si sentiva vicino a lei sia col cuore che con la mente…
Prese in braccio la sorellina mentre il sole finiva di scomparire oltre le montagne che circondavano Malfoy Manor. Rimasero ad osservare le lingue rosse che illuminavano la piccola croce posta tra i gigli che tanto ella aveva amato…

“Ginevra Molly Weasley in Malfoy
Moglie, Madre, Sorella, Figlia e Amica Insostituibile”
“…Ma la tua eterna Estate mai svanirà,
né perderai la Bellezza ch’ora hai,
né la Morte di averti si vanterà
quando in questi versi eterni crescerai…”

Rimasero così per parecchio tempo, osservando il cielo che si scuriva e osservando la notte che prendeva il sopravvento, recitando i sonetti di Shakespeare che sua madre le aveva insegnato fin da bambina…Mentre loro padre rimaneva ad osservare la croce, sistemando un mazzo di gigli appena colti sull’erba verde e parlando con la sua Ginevra…

  
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