Il cielo era tinto di rosso e il sole stava lentamente tramontando
creando l’area surreale che tanto le piaceva.
La ragazza teneva in mano una cornice d’argento molto
delicata, la foto di una giovane donna vestita con la divisa di
Hogwarts sorrideva felice salutando con una mano bianca la persona che
le stava scattando la fotografia.
Le note di una canzone babbana iniziarono a riempire l’aria
dolcemente…
La ragazza strinse più forte la foto tra le dita sottili,
piccole lacrime scesero a bagnare il vetro della cornice. Il viso della
giovane donna nella foto era candido, dolce, i capelli erano sciolti
sulle spalle e il cravattino rosso e oro era slacciato così
come la camicia bianca, rivelando un collo candido e una sottile
catenina d’oro. Era coraggiosa sua madre, il coraggio la sua
più grande forza e la sua più grande
virtù, la sua più grande follia… Era
una Grifondoro nell’animo.
Ed era orgogliosa di esserlo… La Principessa senza macchia e
senza paura, così la chiamava suo padre prendendola in
giro… Sorrise la giovane, un sorriso dolce di ricordi ancora
freschi nella sua mente.
Ricordava perfettamente gli occhi di sua madre. Erano gli stessi occhi
che vedeva quando il loro piccolo angelo li guardava. Occhi caldi,
castani intensi screziati d’oro, che nascondevano il tesoro
di un amore immenso e infinito per i suoi cari, che si illuminavano
quando la guardava o quando guardava suo marito…
le mille cose che non sai e può insegnarti solo lei…”
Ricordava perfettamente anche l’ultima estate passata
assieme, le ultime risate, le ultime canzoni cantate a squarciagola, le
ultime parole, le ultime lettere, le ultime piccole cose che ormai non
avrebbe più condiviso con lei.
Ricordava perfettamente e dolorosamente anche quella maledetta
giornata, quella giornata troppo tranquilla, quella giornata che non
pareva dover avere preoccupazioni, tranne per una visita inaspettata a
Malfoy Manor…Bellatrix Lestrange.
Le si stava formando un immenso groppo in gola, gli occhi le bruciavano
mentre cercava di trattenere le lacrime, tremava impercettibilmente ma
continuava imperterrita a fissare la foto aggrappandosi ai minimi
particolari per non dimenticare sua madre.
Sorrise, un sorrise triste appesantito dal peso dei ricordi.
Lei era la loro forza, la loro stessa vita, era ciò che
rendeva accogliente quella grande casa…
Perché lei? Perché proprio lei? Perché
era la più vulnerabile, la più piccola tra tutti
loro grandi eroi della seconda guerra contro Voldemort…
Ma lei non era solo un Auror, era ciò che teneva unita la
sua grande famiglia, era il cardine che faceva girare al meglio quella
grande ruota che erano le loro vite. Era la loro luce, la loro piccola
fiamma…
Ricordava come ieri il giorno in cui sua madre morì per mano
di quella pazza di Bellatrix. Ricordava il suo viso sereno mentre
assieme a lei preparava la stanza per la piccola che sarebbe nata di li
a poco. Ricordava gli occhi sorridenti della madre, ricordava la sua
figura minuta ingrossata dal ventre prominente, ricordava le sue
piccole mani bianche stringere la piccola copertina rosa mentre la
adagiava nella culla intarsiata, tramandata dai Malfoy.
Ricordava il volto serio che si posava sulla porta della stanza,
ricordava il rumore sordo di una materializzazione nel salone di casa,
ricordava la risata isterica che si allargava per i lunghi corridoi
silenziosi. Ricordava il volto della madre, riversa a terra, gli occhi
castani aperti per un ultimo sguardo al mondo.
La giovane ragazza scoppiò in un pianto soffocato, una mano
stingeva il ciondolo che portava al petto, mentre l’altra
teneva stretta la cornice d’argento. Il dolore si era
accumulato giorno dopo giorno, dentro di se, per due anni, sena valvola
di sfogo, senza altra distrazione se non l’accanito
concentrarsi nello studio, per poter affievolire quel dolore che
provava dentro.
le mille cose che non sai e può insegnarti solo lei…”
La sentiva vicino come non mai durante il tramonto. Il cielo si tingeva
del colore dei suoi capelli mentre il giardino che tanto aveva amato
profumava dei suoi fiori preferiti.
svelare al mondo quando non ne ha
privando al suo dolore libertà…”
Lei che aveva un sorriso gentile e aperto per tutti coloro che ne
avevano bisogno, lei che era troppo orgogliosa per mostrare il suo
dolore agli altri, le che non mostrava mai quando il sorriso le
mancava…
che ti arricchisce con la povertà
di un gesto semplice che è l’eternità…”
Lei che per amore aveva lottato contro la sua famiglia, lei che con un
gesto semplice aveva sciolto il cuore freddo di suo
padre…Lei che se n’era andata troppo
presto… Lei che le mancava terribilmente soprattutto nelle
serate come quelle, che lei prediligeva…
Geneviève Sophie Malfoy si alzò dalla sua
poltrona asciugandosi con lo scialle le lacrime scappate alle sue
rimostranze. Strinse la piccola G che teneva appesa al collo, mentre un
rumore di passi la fece voltare verso la porta-finestra. Una piccola
figura emersa insonnolita dalla camera seguita da una piccola muffola
pigmea. Geneviève sorrise a Ginevra, e quando le si fu
avvicinata prese un giglio dal vaso che era sul tavolino e lo
fissò tra i capelli biondi della bambina. La piccola la
guardò con gli occhi castani spalancati e asciugò
una piccola lacrima con il piccolo dito bianco.
Geneviève prese un altro giglio e lo appuntò nei
suoi capelli ramati, uguali a quelli della madre.
Aveva sempre pensato di assomigliare alla madre, suo padre lo
confermava, ma mai come in quelle serate si sentiva vicino a lei sia
col cuore che con la mente…
Prese in braccio la sorellina mentre il sole finiva di scomparire oltre
le montagne che circondavano Malfoy Manor. Rimasero ad osservare le
lingue rosse che illuminavano la piccola croce posta tra i gigli che
tanto ella aveva amato…
Moglie, Madre, Sorella, Figlia e Amica Insostituibile”
“…Ma la tua eterna Estate mai svanirà,
né perderai la Bellezza ch’ora hai,
né la Morte di averti si vanterà
quando in questi versi eterni crescerai…”
Rimasero così per parecchio tempo, osservando il cielo che si scuriva e osservando la notte che prendeva il sopravvento, recitando i sonetti di Shakespeare che sua madre le aveva insegnato fin da bambina…Mentre loro padre rimaneva ad osservare la croce, sistemando un mazzo di gigli appena colti sull’erba verde e parlando con la sua Ginevra…