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Autore: Marra Superwholocked    12/04/2014    1 recensioni
Valery ha finalmente trovato il Dottore. Sarà quello giusto?
« Il mio funziona anche sul legno! »
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Il Soffio Virale


Recuperato il cacciavite, il Dottore lo azionò senza indugio e girò per il Tardis puntandolo a casaccio, ma quando capii che lo stavano attaccando da fuori, lo spense e rimase in silenzio ad aspettare.
« Dottore, che succede? »
« Dobbiamo rimanere qui dentro, dove staremo al sicuro. »
Fai la ragazzina ingenua.. « Perché non vai là fuori e provi a.. »
« Sono di legno, Penny. Di legno. E io non posso fermarli. »
« Ma ci sarà un modo! »
« No. »
Valery rimase delusa e la sua espressione diceva tutto con quelle sopracciglia avvicinate e la bocca semiaperta.
« Questo gioiellino può portarci ovunque. E per ovunque intendo proprio ovunque. »
« Fantastico » le uscì pensando che forse, quello, era il Dottore sbagliato.
Lui fece finta di nulla e proseguì: « E non hai ancora sentito la parte migliore! Posso anche viaggiare nel Tempo! » Parve rallegrarsi al pensiero di avere il privilegio di essere un Signore del Tempo.
« Non intenderai mica svignartela! » lo rimproverò facendo due più due.
Il sorriso di lui si spense a rallentatore come un fuoco privato dell'ossigeno. « Non faccio più queste cose. »
« Queste cose, cosa? »
« Salvare il mondo. »
« Forse intendevi l'Universo. »
« Ora basta. Dimmi chi sei. »
L'aveva fatto un'altra volta, non aveva tenuto a freno quella sua linguaccia e, di questo passo, l'avrebbe smascherata seduta stante. « Penny Lane! Non ricordi più? » chiese nervosa. Ecco, ora le stavano sudando le mani e il tono della voce era molto acuto; se lo sentiva, sarebbe crollata di lì a poco come una stupida. In quel momento si sarebbe volentieri punita come Dobby, l'elfo domestico.
Il Dottore la squadrò: non gli serviva certamente il cacciavite sonico per capire che quella Penny nascondeva qualcosa. O che qualcosa si nascondesse in lei. Ovviamente, non riusciva a capire come il Tardis l'avesse accettata a bordo così facilmente. Era ancora un mistero, per lui.
« Non sono una minaccia, se è questo ciò che pensi. Ma solo fidandoti di me vincerai l'esercito di legno. »
« Fidarmi di te?! Sei una perfetta sconosciuta! »
« Già una volta ti sei fidato di una donna che ritenevi sconosciuta, eppure si rivelò la donna della tua vita. E la tua, non è una vita qualunque. Lo so, è da egoisti dirlo, ma tu sei molto importante, tanto che l'equilibrio dell'Universo potrebbe vacillare se adesso non poni fiducia in me. » Il discorso era in parte inventato, ma sperava fosse sufficiente a convincerlo. Nel silenzio che ne seguì, Valery poté percepire i rumori prodotti dalla sua giacca di pelle, leggeri scricchiolii sul cotone, assai fastidiosi in confronto ai dolci suoni metallici che emetteva il Tardis.
« E va bene » acconsentì lui con le braccia incrociate sul petto ossuto. « Ma solo perché si è fidato anche il Tardis. »
Vittoria! Il Dottore era nelle sue mani! « Grazie. Ora.. Se mentre lavoro hai delle domande, chiedi pure. »
« Mentre tu fai cosa? Di solito sono io quello che fa tutto.. E gli altri mi aiutano e fanno domande.. »
Valery non lo stette ad ascoltare; fece qualche passo e arrivò alle porte del Tardis con le gambe che le tramavano per l'emozione. « Sta' a guardare » gli ordinò voltandosi.
« Ferma! Non aprire quella p... »
Troppo tardi: Valery aveva davanti a sé un piccolo essere di legno che imbracciava un bel fucile dalla superficie liscissima. Ora che ce l'aveva più vicino, poté riscontrare che non si trattava di legno terrestre – quindi non era un esperimento malato come aveva ipotizzato inizialmente – ma, bensì, di creature con un loro posto naturale all'interno della storia dell'Universo.
Il Dottore stava per correre da lei e chiudere quelle dannate porte a cui dimenticava costantemente di aggiungere una serratura di sicurezza per casi del genere. « Falla rientrare, richiudi quelle porte e scappa! » gli diceva la ragione; « Lasciala fare. Così facendo, risponderai al tuo quesito. La sua identità ti tormenta da secoli, Dottore: è da quando sei scappato da Gallifrey che la vedi spuntare in ogni dove » contestò il suo amore per la Terra. Era tormentato da questi pensieri, quando vide Valery prendere svelta il suo cacciavite sonico proprio quando il soldato si stava preparando a sparare; lei glielo puntò contro e quello dondolò un attimo sul posto prima di emettere delle scintille e di rimanere fermo come un sasso: ora non era altro che un pezzo di legno utile come un cappello di lana alle Maldive.
« Posso sapere che diavolo hai fatto? » Il Dottore, che per tutto il tempo era rimasto quasi in disparte, si proiettò al suo fianco per esaminare l'operato di quella strana ragazza. « E che razza di roba è questa? È affascinante.. » Valery allontanò il cacciavite sonico prima che il Dottore potesse strapparglielo di mano e lui si sentì un po' sconfitto. « È innocuo? » le chiese indicando il soldato.
« Ovvio! L'ho privato del suo carburante e adesso non è altro che una statuetta.. inquietante. »
« Ma come hai fatto? Voglio dire, sembra un cacciavite sonico come un altro, eppure.. »
« Eppure non lo è. Il mio funziona anche sul legno! » Valery andava sempre orgogliosa del suo cacciavite, “pensato” e messo in pratica quando aveva solo dodici anni. Per il Tardis, lo sapeva, avrebbe impiegato molto più tempo: avrebbe potuto viaggiare tra le stelle solo allevandone uno. Ma per la carta psichica non vi furono speranze: quello era il suo tallone d'Achille. « Guarda qua. » Lei gli mise sotto il naso il cacciavite indicandogli una lineetta arancione sul suo fianco. « Lo sai di cosa si tratta, vero? »
Il Dottore capì immediatamente: quella che stavano studiando era energia sol-virale, chiamata anche più semplicemente Soffio Virale. « Ma non è possibile! È leggenda! »
« Dottore, anche tu sei una leggenda, eppure sei qui davanti a me. In carne ed ossa. »
Lui nascose un sorriso sghembo e proseguì: « Ligneatizzazione, ecco cos'hanno in mente! »
« Non penso. È vero che liberano energia solare infetta del loro DNA, ma è molto probabile che lo facciano involontariamente. Dev'essere una conseguenza inevitabile data da qualcos'altro. »
« Sì, ma da cosa? »
Già, Valery: da cosa?

   
 
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