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Autore: M_Wonnie    12/04/2014    2 recensioni
-Bene signori... Risolverete le vostre questioni in un altro momento, adesso voglio la ragazza-
[...]
-Quindi chi si butta nella mischia?- Stark lo riportò di nuovo alla realtà -Eviterei Banner e il capitan ghiacciolo, io sono troppo famoso e riconoscibile... Rimangono i due assassini pazzi e la coppia di fratelli shakesperiani-
Il dio dell'inganno e Thor si guardarono alzando un sopracciglio.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Desires
2:  Hat and  Paranoia
I'm waking up
I feel it in my bones
Enough to make my system blow
[…] I'm radioactive
Radioactive”

Imagine Dragons - Radioactive



Quella sensazione non se ne voleva andare.
Armida sapeva che la paranoia era una brutta bestia con cui fare i conti ma fino a quel momento non l'aveva sperimentata su se stessa.
Aveva iniziato a sentirsi in quel modo sgradevole non appena aveva messo i piedi fuori dalla porta dell'appartamento, per incontrarsi con il professore di mitologia norrena, e adesso che stava tornando a casa a piedi era ricominciata.
La mora odiava sentirsi indifesa e scoperta.
Più di una volta si era fermata, facendo finta di guardare una vetrina, per vedere se davvero c'era qualcuno di sospetto che la stava seguendo ma nessuno sembrava corrispondere al tipo “stalker”.
Stava quasi per convincersi di essere solo stressata per il compito che le aveva assegnato il professore quando, quasi per caso, vide due paia di occhi che la stavano osservando.
Una donna ed un uomo vestiti completamente di nero si trovavano poco distanti da lei.
Mentalmente si chiese come diavolo avesse fatto a non accorgersene prima, non passavano certo inosservati, specialmente la donna.
I suoi capelli rossi risaltavano contro il grigio dei palazzi di New York e il suo viso era uno dei più belli che Armida avesse visto.
La ragazza temporeggiò ancora per qualche secondo davanti alla vetrine cercando di pensare a qualcosa e capire che cosa e se veramente quei due volevano qualcosa da lei.
Iniziò di nuovo a camminare cercando di respirare regolarmente e non andare nel panico; si diresse in una strada sulla destra e con la coda dell'occhio cercò la coppia, la seguirono ancora e per una frazione di secondo i loro occhi si incontrarono.
In quell'esatto momento Armida ebbe la certezza che fossero li per lei anche se ne ignorava il motivo e l'istinto, che tante volte l'aveva messa nei guai, come qualche giorno prima, in quel momento le diede la forza di correre come se avesse avuto il lupo Fenrir alle calcagna.
Dietro di se sentì un'imprecazione poco velata e i due partirono al suo inseguimento gridando qualcosa nelle loro ricetrasmittenti.
-Merda merda merda merda...!-
La mora cercò in tutti i modi di farsi venire in mente un'idea e anche in fretta; conosceva bene quella parte di New York, Anna ce l'aveva trascinata talmente tante volte a fare shopping che conosceva ogni vicolo e sapeva come tornare a casa senza perdere l'orientamento, sperava solo che i suoi inseguitori non fossero altrettanto conoscitori della zona.
-Pensa Armida, pensa...! Che cosa farebbe il dio dell'inganno?-
Si pentì subito di quel pensiero perché molto probabilmente il dio in questione li avrebbe uccisi senza troppi complimenti.
La fatica cominciava a farsi sentire e si maledisse mentalmente per non essere più in forma come una volta, dannati i dolci che Jack le preparava ogni tre per due!
Si guardò ancora una volta alle spalle e i due erano sempre li, alle sue calcagna, che spostavano le persone in malo modo.
Si mise le mani sulla testa, per evitare che il cappello leggero che si era messa quella mattina non le volasse via e...
Il cappello, ma certo!!
Sperava solo che i due inseguitori ci cascassero...


-*-


Natasha era arrabbiata e Clint se ne rendeva conto, i pugni della donna erano serrati mentre rincorrevano quella ragazzina.
Ancora non riusciva a credere che fosse riuscita a vederli e che non fossero riusciti a prenderla. Loro erano i migliori, assassini addestrati ad ogni evenienza ma quella ragazza mora aveva più fiato di loro e stava lentamente prendendo terreno.
Per un attimo persero di vista la giovane e l'agente Barton sentì ringhiare a denti stretti Nat. Se la caccia fosse durata ancora a lungo sarebbe stato lui a dover subire la rabbia della donna.
-A sinistra-
Disse lei e anche Occhio di falco vide di nuovo la testa della ragazza che aveva rallentato drasticamente la corsa, anzi, stava proprio camminando.
I due agenti le arrivarono alle spalle silenziosi, Natasha la afferrò per un braccio tappandole la bocca e la portarono in un vicolo un po' in ombra.
-Che volete da me?!?-
L'agente Romanoff ringhiò di frustrazione e Clint imprecò a mezza voce.
-Stupida ragazzina!!-
-Ci ha ingannati con un trucco del genere!-
La donna non poteva credere ai propri occhi, quella che aveva davanti non era la ragazza che stavano cercando. Era un po' più in carne e forse un po' più alta ma quello stupido cappello verde li aveva tratti in inganno.
-E dire che ti chiamano occhio di falco...-
Borbottò Nat sibilando tra i denti.
Intanto la ragazza continuava lanciare sguardi impauriti dall'uno all'altra non capendo la situazione e tremando come una foglia.
Barton non fece volutamente caso a quello che aveva detto l'assassina.
-Chi ti ha dato quel cappello?-
Non avrebbe voluto usare un tono tanto autorevole e duro ma anche lui iniziava a sentire una certa irritazione salirgli nel petto e poi già si immaginava le risate di scherno e le battute di Stark e come se l'avesse sentito, la voce del milionario fece capolino dalle ricetrasmittenti.
-Qualche problema assassini pazzi?-
Nello stesso momento Natasha stava lasciando andare quella povera ragazza, ormai traumatizzata, tenendosi però il cappello. Clint non voleva sapere che cosa avrebbe fatto la donna una volta raggiunto il loro vero obiettivo.
-Ci è scappata-
Dovette ammettere l'agente a malincuore. Da un momento all'altro si aspettava la reazione di Tony Stark e anche del dio dell'inganno ma nessuno dei due proferì parola se non un:
-È furba...-
Dal comandante Fury. Barton se lo immaginava misurare a grandi passi la stanza dove erano ancora riuniti i restanti Avengers, l'occhio buono corrucciato e la mente in moto per cercare di trovare una soluzione, intanto Nat lo scrutava con le braccia incrociate al petto.
Era inutile che lo guardasse in quel modo! Non era certo colpa sua se il loro bersaglio li aveva presi in giro e poi se l'era data a gambe!
-Trovatevi con Stark all'appartamento della ragazza, questa volta niente sbagli-
La voce perentoria di Fury lo riportò alla realtà e gli fece digrignare i denti dalla stizza. Non voleva nessuno tra i piedi ma questo non poteva certo dirlo al capo, non dopo che avevano fallito miseramente una missione così facile.


-*-


Armida non si era più voltata da quando era riuscita a mettere il cappello ad una ragazza a caso dicendole che era un regalo. Solo in quel momento le venne in mente che la persona in questione avrebbe anche potuto buttarlo via da qualche parte senza pensarci una seconda volta, ma in quel caso avrebbe raggiunto comunque il suo obiettivo: guadagnare un po' di tempo su quei due che la inseguivano.
Continuò a correre e a scansare le persone che la guardavano straniti fino a quando non vide la porta color vinaccia del loro appartamento.
Cercò a tentoni le chiavi nella borsa e dopo diverse imprecazioni e occhiate furtive alle spalle riuscì a trovarle e ad inserirle nella serratura; fece le poche scale che la separavano dalla vera entrata e finalmente entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle rumorosamente.
Per qualche secondo vi rimase appoggiata con la fronte per riprendere fiato e rimettere in ordine gli eventi degli ultimi minuti.
-Arm... Tutto ok?-
Chiese preoccupata Anna alle sue spalle, in mano teneva una tazza di caffè annacquato ancora bello fumante.
La mora si voltò verso l'amica con gli occhi verdi che fiammeggiavano.
-Se suonano alla porta non ti affacciare dalla finestra e non fare entrare nessuno! Solo Jack, nel caso arrivasse, ma nessun altro, per l'amor del cielo...!-
Dopo aver praticamente urlato queste parole ad Anna, che ci aveva capito ben poco e il cui caffè si stava raffreddando, si diresse a lunghe falcate prima in camera e poi in bagno.

L'acqua calda le scorreva dolcemente su tutto il corpo e finalmente riuscì a rilassarsi, per quanto gli eventi di poco prima glielo permettessero. Ripensò a tutto quello che aveva fatto da quando era arrivata a New York, quasi otto mesi prima, a quel momento ma non trovò niente che fosse degno di nota e perseguibile dalla legge americana; però i due inseguitori di prima non la pensavano allo stesso modo a quanto pare...
Si asciugò velocemente i capelli con il phone e si vestì con dei pantacollant e un maglioncino leggero che le arrivava a coprire il sedere, l'estate sarebbe arrivata di li a poco ma la sera faceva ancora un po' fresco.
Finalmente pulita e un po' più rilassata tornò da Anna nel piccolo soggiorno.
-Spero tu ab.. Bia... Anna!!- le urlò mentre l'amica si guardava attorno colpevole -Ti avevo detto di non aprire a nessuno, cazzo!! Nessuno! Quale parte di questa semplice parola non avevi capito?!-
-Ma è Tony Stark...!-
Disse la bionda con occhi adoranti mentre si torturava le mani.
Effettivamente il milionario in questione era davvero nel loro piccolo ingresso ma non era lui quello che preoccupava la mora, i due che l'avevano seguita poco prima invece si.
-Ci poteva essere Odino in persona a quella fottuta porta ma ti avevo chiesto di non aprire!-
Armida non sapeva più in che lingua ripeterlo.
-In questo momento abbiamo a disposizione solo i suoi due figli shakespiriani... Vanno bene lo stesso, tesoro?-
La mora sbatté un paio di volte le palpebre sugli occhi verdi alle parole di Stark.
-Prima cosa, non mi chiami tesoro, seconda cosa... Thor e Loki?-
No, ma sul serio? Due semi dei nel suo appartamento? Va bene che aveva scoperto da poco che praticamente tutta la mitologia norrena era viva e anche piuttosto vegeta, ma ritrovarseli in casa sarebbe stato decisamente troppo strano e un colpo deciso ai suoi nervi già messi a dura prova in quella giornata.
-Avanti fratelli di Asgard, entrate e fatevi ammirare-
Alle parole di Tony le due persone in questione entrarono, Thor rimase quasi incastrato negli stipiti della porta ma alla fine riuscirono nell'intento.
Armida non poteva credere ai suoi occhi e a giudicare dall'espressione di Anna, anche lei era rimasta piuttosto sconvolta. E nessuno si era ancora degnato di dire alla giovane Armi che cosa stava succedendo.
La prima a riacquistare la parola fu la bionda.
-T... Tu studi loro...- ridacchiò isterica -Il biondone muscoloso e il tenebroso dagli occhi verdi... Adesso capisco perchè passi tutto quel tempo sui libri...-
I due fratelli si scambiarono un breve occhiata non capendo molto bene il riferimento.
-Quando ho iniziato non sapevo neanche che esistessero!-
Esclamò, forse a voce un po' troppo alta, Armida. La mora si massaggiò le tempie cercando di mettere insieme tutti i pensieri.
Era stata inseguita da due psicopatici vestiti di nero, Tony Stark adesso stava armeggiando in cucina come se quella fosse casa sua, e per ultimo, ma decisamente non meno importante, due semidei norreni la stavano scrutando da capo a piedi con attenzione.
-Lady Armida...- la voce del dio del tuono le fece alzare gli occhi su di lui -Devi venire con noi-
-No-
Disse decisa lei incrociando le braccia al petto e facendo ridere sia Stark che Loki.
Almeno ci sono due persone che si divertono, pensò la mora che continuava a non fidarsi.
Armida si schiarì la voce.
-Fatemi riprovare...- iniziò -Non vengo da nessuna parte se ci sono anche quei due-
E indicò la coppia di assassini che spalancarono un po' gli occhi.
Armida non si fidava per niente di loro due, ormai questo era chiaro anche agli altri presenti e si comportava come un animale messo alle strette, denti e artigli in mostra per cercare si spaventare i suoi assalitori; peccato che questi ultimi siamo semidei e gli uomini più straordinari sulla faccia della terra.
-Almeno la ragazzina midgardiana ha un po' di sale in zucca-
La mora inclinò la testa di lato verso il dio dell'inganno, come se stesse ascoltando qualcosa che solo lei poteva sentire e sorrise.
-Detto da Loki in persona lo prendo come un complimento ma lo ripeto ancora una volta: io non veng...!-
L'ultima cosa che vide Armida fu la faccia spaventata della sua amica Anna che si portava le mani alla bocca e la rabbia negli occhi del dio del fulmine.
Poi tutto divenne nero.


-*-


Loki guardava distratto suo fratello che discuteva, o meglio, urlava in faccia a Fury la sua indignazione per come era stata trattata la midgardiana chiamata Armida.
Il dio dell'inganno stata svogliatamente appoggiato al vetro che divideva tutto il gruppo dalla stanza dove era stata messa la ragazza ancora priva di sensi, la donna dai capelli rossi doveva averla colpita più forte del previsto.
Una volta che era stata portata li dentro, Loki aveva visto i due assassini armeggiare per un po' accanto al braccio destro della giovane, poi l'avevano lasciata da sola sul lettino, e adesso stavano aspettando che si risvegliasse.
I più preoccupati sembravano Stark e il suo caro fratello Thor mentre il dottor Banner continuava a scrutare i parametri della ragazza su un monitor.
Il dio dell'inganno voleva fare solo ciò per cui era stato portato di nuovo sul quel pianeta insulso; anche se si trovava a qualche metro di distanza dalla midgardiana riusciva comunque a sentire il pulsare ovattato dell'energia che le scorreva in quel corpo minuto.
Le chiacchiere insulse degli Avengers non gli interessavano, aveva passato l'ultima mezz'ora a scrutare da lontano il volto dell'umana aspettando un qualche segno che gli facesse capire che si stava svegliando. E proprio mentre stava per distogliere lo sguardo, ormai stanco di aspettare, vide le palpebre di Armida tremolare e digrignare i denti.
-Si sta svegliando-
Disse il dio dell'inganno in tono neutro, sperando che i midgardiani lo ascoltassero ma nessuno di loro dette segni di averlo sentito.
Intanto vide che Armida aveva aperto gli occhi e Loki ci scorse prima confusione, poi paura e infine rabbia. Nessuno di quegli idioti degli Avengers si era ancora accorto di nulla, neanche quel dottor Banner che prima fissava i monitor con tanta insistenza.
La giovane intanto si era messa a sedere e guardava attraverso il vetro dove si trovavano tutti, compreso lui, si tolse i due aghi che aveva uno nel braccio destro e uno nel sinistro e si mise definitivamente in piedi.
Mosse i primi passi in direzione della vetrata e gli occhi smeraldini della ragazza sembravano vibrare di piccole fiammelle, Loki sentiva l'energia che adesso pulsava con più forza dentro quel corpicino e come se Armida avesse avvertito i suoi pensieri posò il suo sguardo in quello del dio dell'inganno per qualche secondo, facendolo sentire privo di difese.
La midgardiana arrivò infine a poche decine di centimetri dal vetro, Loki la vide sorridere, quasi con sarcasmo, e la osservò alzare la piccola mano sinistra che poi fece calare con violenza sul vetro che la rinchiudeva in quella stanza.
Tutti i presenti si voltarono verso Armida con sguardi confusi e stupiti, mentre la ragazza umana continuava a sorridere sprezzante della sua posizione decisamente in svantaggio.
Loki non poté fare a meno di ridere di gusto.
Forse il suo soggiorno forzano su Midgard sarebbe stato più divertente del previsto.


-Cosa?!?!-
Il dio dell'inganno dovette allontanarsi di qualche passo, evidentemente un esserino piccolo ed insignificante come quella midgardiana poteva produrre un suono tanto acuto da rompere i cristalli ed i suoi timpani.
Continuò ad osservarla in viso, le guance rosse dalla rabbia e gli occhi che continuavano a fiammeggiare mentre non smetteva di rispondere a tono a chiunque cercasse di spiegarle la situazione.
La vide prendere un profondo respiro, forse stava cercando di riordinare le idee in quella sua testolina.
-Quindi, mi state dicendo che dentro di me c'è una specie di energia asgardiana e non sapete come faccio ad averla... Ho riassunto in maniera esaustiva e concisa la situazione che si è venuta a creare?-
Il dio dell'inganno alzò un sopracciglio. Le reazioni della giovane midgardiana non erano quelle che lui si aspettava e anche il gruppo degli Avengers doveva essere d'accordo con il dio dell'inganno a giudicare dalle loro espressioni.
Mentre la ragazza chiamata Armida continuava a sputare veleno sui presenti, e come darle torto, Loki ne approfittò per concentrarsi e ricavare informazioni su quella strana quantità di energia.
Chiuse gli occhi per isolarsi dal mondo esterno e con quelli della mente riuscì in pochi secondi a visualizzare la piccola fiammella che si diffondeva nelle vene della midgardiana.
Il dio dell'inganno escluse subito a priori che provenisse da un oggetto esterno come un talismano, altrimenti avrebbe immediatamente individuato la fonte di potere esterna alla ragazza.
Quell'energia era sua dalla nascita e le apparteneva, come? Questo era ancora presto per dirlo, avrebbe dovuto interrogarla e approfondire le ricerche sul suo passato ma non lo avrebbe fatto, aveva la netta sensazione che quelle informazioni avrebbero aiutato lo S.H.I.E.L.D. in qualche loro losca ed eroica impresa e al dio dell'inganno non andava proprio di aiutare un branco di midgardiani psicopatici.
Tornò a concentrasi sulla scia di potere e la vide pulsare dentro la giovane, i sentimenti forti e la paura la facevano scorrere più velocemente e ne ampliavano per un po' la quantità ma rimaneva comunque in misura decisamente inferiore a quella che scorreva in un comune asgardiano.
Quella scintilla di Asgard doveva essersi risvegliata nella giovane quando alcuni mesi prima era avvenuto l'attacco a New York e lui ne era il diretto responsabile, Armida si trovava già in città da alcuni mesi e anche se non aveva partecipato attivamente a quella breve guerra il suo esile corpo aveva comunque reagito all'enorme massa di energia aliena che si era accumulata sopra quella città midgardiana.
Il fascicolo che quell'uomo di nome Fury aveva dato a suo fratello con le informazioni sulla giovane aveva fornito al dio dell'inganno quelle poche ma rivelanti informazioni e tutto sembrava coincidere con il suo ragionamento.
Sicuramente in tutto l'universo esistevano mezzi per estrarre l'energia dal corpo di Armida, alcuni più dolorosi di altri, ma quella scintilla che aveva dentro di se le apparteneva dalla nascita, portargliela via avrebbe significato porre fine anche alla sua miserabile vita. Era il ceppo portante a cui la sua anima si aggrappava e  manteneva la sua esistenza intatta, l'essenza di un asgardiano era legata allo stesso principio. Sotto questo aspetto, la giovane Armida, aveva molto da condividere con la razza di Asgard.
Una volta spenta la fiammella non c'era magia che avrebbe potuto salvare quella determinata persona.
Non che gli interessasse particolarmente il futuro di quella midgardiana ma i suoi cari nemici Avengers e suo fratello la pensavano sicuramente in altro modo.
-'Sto cazzo!-
La voce isterica di Armida lo costrinse a riaprire gli occhi, nessuno dei presenti sembrava essersi accorto del suo momentaneo estraniamento dal mondo.
-Sei sempre così fine?-
L'uomo di metallo aveva usato come al solito quel tono sarcastico che avrebbe mandato in bestia anche uno dei più devoti e calmi sacerdoti di Asgard.
La giovane incrociò le braccia al petto e sorrise.
-Solo il sabato e quando vengo attaccata alle spalle da un gruppo di psicopatici vestiti di nero!-
Il dio dell'inganno non poté fare a meno che ghignare a sua volta, era decisamente divertente ed istruttivo vedere quel gruppo di eroi che cercava di mantenere la calma di fronte alla ragazza.
Notò che anche Thor sembrava divertirsi di fronte al l'indisponenza della midgardiana.
-Mi ricorda decisamente qualcuno...-
Loki si accorse che il biondo dio del tuono disse quella frase con noncuranza mentre con il pollice e l'indice si sfiorava la barba e lanciava un'occhiata divertita al suo caro fratellino.
Il dio dell'inganno fece finta di non sentire evitando di ricordare a Thor che era lui quello che, quando erano più giovani, aveva passato l'età ribelle dove rispondeva sempre a tono al padre degli dei.
-E ti succede spesso...? Intendo essere inseguita da tipi loschi-
Tony Stark intanto stava continuando a provocare la giovane che sembrava stesse per esplodere da un momento all'altro.
Nessuno degli altri eroi sembrava voler entrare in quella conversazione.
Loki osservava i capelli di Armida che sembravano formare un'aura intorno a quella testolina arrabbiata e forse anche un po' spaventata, ma la ragazza continuava comunque ad attaccare.
-Negli ultimi tempi? Fammici pensare un attimo...- si picchiettò il mento con un dito -Direi anche troppo!-
Armida aveva i pugni serrati e il respiro affannoso, il dio dell'inganno non credeva che avrebbe potuto mantenere sotto controllo tutta quella pressione ancora per molto.
-Signorina- intervenne Fury perentorio -Siamo qui per aiutarla-
Loki non credette un attimo a quelle parole e nemmeno la midgardiana si fece ingannare, il suo sguardo si incupì e fece un passo indietro come a mettere più distanza possibile tra lei e la spia.
-Grazie per l'offerta, ma mi trovo costretta a rifiutare-
-Non si fida di noi?-
-Non mi fido di lei Fury, mi ha fatta pedinare e poi sono stata colpita alle spalle, non mi sembra un buon modo per iniziare una collaborazione-
Il dio dell'inganno dovette ammettere che Armida aveva i nervi saldi, di sicuro molto più saldi del caro dottor Banner che in quel momento sembrava volesse essere in ogni altro luogo tranne che dentro quella stanza.
Loki sorrise.
Scatenare la bestia che il dottore si portava dentro sarebbe stato divertente.
Forse un'altra volta, ghignò. Quello che aveva davanti per il momento era molto più piacevole.
-Sono stati i miei agenti a farlo...-
Stava rispondendo calmo il direttore.
-Ma la mano che li muove è comunque la sua...-
Loki vide la giovane piegare un po' la testa di lato senza staccare gli occhi verdi da quello del direttore dello S.H.I.E.L.D.
-Lei ha paura signor Fury-
Non era una domanda e il sorriso del dio dell'inganno si allargò.
Gli Avengers continuavano a spostare lo sguardo tra i due.
-La paura ci tiene in vita, signorina-
Loki la vide esitare un attimo prima di rispondere di nuovo.
-Ma non quando diventa paranoia, in tal caso uccide...-
Il dio dell'inganno resistette all'impulso di scoppiare a ridere.
Sì, ormai ne era sicuro.
Quel soggiorno forzato su Midgard si prospettava davvero divertente.




spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto ^^
ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e anche le ricordate
-inchino-
grazie mille per aver letto 
alla prossima
ciauuuuuu
M_Wonnie




  
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