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Autore: PayneEhj    12/04/2014    0 recensioni
«Nonna.. come vi siete conosciuti tu e il nonno?» chiese curiosa la piccola Sophie, sedendosi per terra con le gambe incrociate davanti alla sedia di nonna Maggie, impegnata a guardare vecchie foto sue.
«Nonna.. ma anche se il nonno non c’è più.. tu gli vuoi ancora bene?» chiese la piccola Sophie alla nonna, che sorrise dolcemente.
«Non ho mai smesso di volergli bene. Sai, quando sono da sola, faccio finta che ci sia anche lui e mi metto a parlarci.. gli raconto di quanto siate cresciuti tu e Michael e di quando mi manchi.. solo che non mi risponde, però io so che mi sente e che è sempre con me, anche adesso è qui con noi.» disse, guardando la foto di suo marito e sorridendo dolcemente, per poi lasciarci un bacio sopra, e chiudere l’album.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memories…

 
 
29 maggio 2078
 
«Nonna.. come vi siete conosciuti tu e il nonno?» chiese curiosa la piccola Sophie, sedendosi per terra con le gambe incrociate davanti alla sedia di nonna Maggie, impegnata a guardare vecchie foto sue.

Di quando era ancora una bambina paffuta avvolta in un pannolino, del suo primo giorno di scuola, tutta contenta e orgogliosa del suo grembiulino bianco, il compleanno dei suoi dieci anni passato con gli amici, la famiglia, al suo primo giorno di scuole medie, terrorizzata del fatto che non conoscesse nessuno e che con il suo carattere timido non ci avrebbe messo poco tempo per trovarsi degli amici, al suo primo giorno del liceo, tranquilla e rilassata. Poi le passò sotto gli occhi una foto che non si ricordava nemmeno di avere più, talmente vecchia fosse. Rappresentava lei e Niall, suo ormai defunto marito, abbracciati sulla spiaggia, un’altra raffigurava lei, Niall, Liam, Zayn, Louis, Harry e un’altra ragazza a casa di uno dei ragazzi, che mangiavano delle schifezze buttati sul divano uno addosso all’altro. Un’altra ancora in cui lei era incinta di Richard, e Niall era all’altezza della pancia depositandoci un bacio. Ce n’erano molte altre, ma quella che la fece sorridere magiormente fu quella scattata 4 anni prima, al suo settantanovesimo compleanno, in cui si scambiavano un dolce bacio con la torta con il numerino davanti.

«Io avevo 19 anni, lui quasi 21 quando ci siamo conosciuti…»
 

23 giugno 2014

Era un giorno di giugno come gli altri, Maggie se ne stava comodamente seduta su una panchina insieme alla sua amica Denise a guardare il suo cagnolino Boris scorazzare nel parco e giocare con degli altri cani, mentre la sua amica continuava a ripeterle quanto amasse una famosa band di ragazzi e quanto fossero tremendamente sexy, ma era troppo presa dai suo pensieri per poter ascoltare quelle chiacchiere che avrebbe dovuto fare con una ragazzina di 14 anni che con una di 19.

Troppo presa dai suoi pensieri, non si accorse nemmeno di Denise che la stava continuando a chiamare urgentemente, ma credendo che continuasse a parlare di quei cinque non le diede retta, così cercò tra tutti i cani il piccolo Boris, quando non lo vide giocare con nessuno, scattò dalla pachina e iniziò a cercarlo con lo sguardo per tutto il parco, finché non lo vide correre fuori dal recinto diretto chi sa dove. Senza dare conto all’amica che ancora parlava, o cercava di perlare, prese a correre più veloce che riusciva dietro a quel piccolo mostriciattolo.

Quando fu abbastanza vicina a Boris, si inciampò nei suoi stessi passi e cadde rovinosamente a terra, facendo un urlo acuto per il dolore alla caviglia, probabilmente se l’era anche rotta. Fu subito affiancata da due ragazzi  che, allarmati, cercarono di alzarla, procurandole solo più dolore alla caviglia ancora messa male sulla quale facevano leva. Avendo capito che così non sarebero andati da nessuna parte, uno dei due ragazzi, quello biondo, si piegò sulle gambe e la prese in braccio a mo’ di sposa.

«Devo recuperare il mio cane!» urlò cercando di liberarsi, invano.

«Oh ma andiamo, hai una caviglia rotta, al cane ci pensi dopo.» rispose sempre quello biondo, aumentando la stretta per non farla muovere.

«Fatemi chiamare la mia amica, lo prenderà lei.» borbottò, cacciando un urlo subito dopo per il dolore alla caviglia che, intelligentemente, il biondo aveva fatto sbattere alla portiera della macchina senza accorgersene.

«Dai Haz, muoviti, mi stanno sanguinando le orecchie per quanto urla.» bofonchiò il biondo cercando di non farsi sentire dalla mora, con scarsi risultati, dato che gli tirò un ceffone sulla nuca, facendolo imprecare in aramaico contro di lei.

Per il resto del tragitto, si sentirono solo le lamentere del biondo e del riccio e gli urli di dolore della mora, e le imprecazioni contro quei due che non facevano che perlottare tr di loro su quanto fosse fastidiosa e su quanto la facesse tragica. Non erano loro quelli con una caviglia probabilmente rotta e due ragazzi che continuavano a lamentarsi di quanto fosse fastidiosa e rumorosa.

«Non siete obbligati a portarmi all’ospedale, se vi do così tanto fastidio! Potete lasciarmi per strada e trovo qualcuno di più disponibile.» ringhiò rivolgendosi ai due, che si presentarono come Niall, quello biondo con gli occhi azzurri, e Harry, quello riccio con gli occhi verdi.

«Per quanto insopportabile tu sia non possiamo lasciarti zoppa in mezzo alla strada. Ma aiuteresti se stessi zitta, sai moretta?» disse il riccio, fermandosi a un semaforo rosso.

«Se non la smetti di dirmi di stare zitta, non solo urlo di più, ma ti faccio ritrovare nella mia stessa situazione, così se urli ti piglio a ciabattate, okay?» ringhiò di nuovo la mora rivolgendosi al riccio, che non aprì bocca, ma parcheggiò davanti all’entrata principale dell’ospedale, spegnendo poi la macchina.

Niall, che era quello che non aveva ancora osato proferire parola, scese velocemente dal posto del passeggero e aprì la portiera posteriore, predendo nuovamente in braccio la ragazza che gli sorrise dolcemente, prima di cacciare un urlo per il movimento azzardato. Il biondo sgranò gli occhi e senza chiudere la portiera, si precipitò dentro l’immenso edificio, chiedendo aiuto a delle infermiere che disse di aspettare e non urlare per evitare di spaventare la gente, e perché c’erano casi più importanti che una ragazza caduta male.

«Ascoltami bene, biondina dei miei stivali, o tu mi fai passare o io mi metto a fare un casino, chiaro? Mi sono rotta la caviglia, Dio santo, fammi passare e chiuditi quella boccaccia!» urlò furiosamente Maggie, spaventando leggermente l’infermiera che annuì e sparì velocemente, tornando subito con una carrozzina su cui venne poggiata la mora e portata in una stanza in cui non fecero entrare né Harru né Niall.

Quest’ultimo, ebbe la brillante idea di chiamare i suoi amici per avvertirli dell’inconveniente e che sarebbero arrivati in ritardo alle prove perché erano in ospedale, cosa che subito fece allarmare li altri tre, ma quando Niall disse loro che non era successo niente a lui ed Harry si tranquillizzarono e si raccomandarono di fare il più in fretta possibile.
Un paio d’ore dopo, arrivò l’infermiera dai due ragazzi dicendigli che se avessero voluto avrebbero potuto fare visita alla ragazza uno alla volta per un quarto d’ora ciascuno. Niall si precipitò subito dalla ragazza, al contrario di Harry che rimase fuori dalla stanza ad imprecare contro quella ragazzina maldestra che gli avrebbe portato sicuramente una bella strigliata dal produttore e dal regista del video che stavano girando.

«Non vi ringrazierò mai abbastanza per quello che avete fatto per me, anche se il tuo amico riccio non è troppo simpatico.» disse Maggie sorridendo all’irlandese.

«A Harry piace stuzzicare le ragazze, soprattutto se sono carine, anche nelle situazioni.. meno adatte.» rispose sorridendo a sua volta Niall.

«Be’ adesso devo chiamare la mia amica, voi potete tranquillamente andare.»

«Non se ne parla, resto qui finché non arriva latua amica.» si imputò Niall, non muovendo nemmeno un muscolo e rimanendo seduto sulla sedia.

«Davvero Niall, apprezzo quello che avete fatto per me, ma voi dovete andare, non preoccuparti per me, okay?» cercò di convincerlo, sorridendo in modo rassicurante, riuscendo anche a convincerlo.

«Allora noi andiamo.» disse il biondo, alzandosi dalla sedia e lasciando un dolce bacio sulla guancia alla ragazza, che arrossì, prima di aprire la porta e uscire chiudendosela alle spalle.

«Grazie ancora.» sussurrò, sfiorando il punto in cui l’irlandese aveva poggiato le sua labbra.

 
29 maggio 2078

«Qundi il nonno all’inizio non ti stava simpatico?» chiese la piccola Sophie, sedendosi vicino il fratello Michael di 19 anni, anche lui preso dal racconto della nonna.

«Già, all’inizio eravamo come tu e tuo fratello, litigavamo sempre.»

«E poi come ha fatto a conquistarti? Insomma, quando ti ha detto che ti amava?» questa volta a parlare fu proprio il più grande, che anche lui aveva questioni di cuore a cui pensare in quel momento, con una ragazza di nome Nicole.

«Un po’ di mesi dopo..»


18 dicembre 2014

Saranno stati ormai 6 mesi che Niall e Maggie si conoscevano, ed entrambi sapevano con certezza cosa provassero l’uno nei confronti dell’altro, solo che non lo sapeva il diretto interessato. Ecco perché quella sera Niall aveva invitato Maggie per un picnic sulla spiaggia, al chiaro di luna, per esporle i suoi sentimenti. Sarebbe impazzito se avesse atteso ancora, non gli importava di una reazione negativa, doveva solo dirle che l’amava, che quando stava con lei si sentiva il ragazzo più felice del mondo, che quando era con lei si sentiva un bambino che ha appena incontrato Babbo Natale, che quando non stavano insieme lui aveva come un pezzo mancante, si sentiva lo stomaco vuoto, e per quanto lo riempisse mangiando, rimaneva sempre quel vuoto, che si riempiva solo con lei accanto, che ogni colta che lo sfiorava si sentiva le gambe molli e mille brividi per il corpo, che ogni volta che la vedeva il cuore gli batteva più velocemente e arrossiva senza motivo. Quella ragazza gli faceva uno strano effetto, lo faceva impazzire. Provava un’immensa gelosia quando la vedeva uscire dal negozio in cui lavorava con il suo collega Luke che ci provava spudoratamente in ogni modo benché sapesse che si stesse frequentando già con un altro ragazzo. Lo odiava a prescindere, perché in lei notava solo le gambe snelle e lunghe e la sua terza ben piazzata, non di certo il carattere e i modi di fare, al contrario suo.

Il cuore gli batteva a mille, le mani gli sudavano, le gambe tremavano e non smetteva di torturarsi le mani e passarle tra i capelli con fare nervoso. Si, era terribilmente nervoso, perché non sapeva se lei provasse i suoi stessi sentimenti e avesse le stesse sensazioni che avesse lui, aveva paura che lei non lo amasse, che lo rifiutasse. Era terribilmente terrorizzato da quest’idea. Ma ormai non c’era più tempo di ripensamenti, l’aveva invitata e adesso era proprio sotto casa sua, ormai già da mezz’ora, senza il coraggio di bussare a quella dannata porta che lo divideva dalla sua amata.

Prese un bel respiro e diede tre tocchi alla porta, abbastanza forti da farsi sentire, e dopo nemmeno dieci secondi si ritrovò una Maggie avvolta in un vestitino blu notte che la fasciava perfettamente, scarpe col tacco ai piedi e il sorriso stampato in faccia. Come sempre, era bellissima.

«Sei bellissima.» sussurrò il biondi grattandosi la nuca, leggermente imbarazzato.

«Grazie, anche tu stai bene.» disse abbozzando un sorriso a 32 denti.

«Andiamo?»

«Certo, prendo la borsa e il cappotto.» prese quello che doveva prendere e uscì di casa, salendo poi nella macchina del biondo che, da galantuomo, le aprì lo sportello e le fece accomodare.

«Allora, dove adiamo?» chiese curiosa la mora sorridendo.

«Sorpresa.» e questa fu l’ultima parola durante il tragitto, oltre alla musica regnava silenzio.

Non era un silenzio imbarazzante quanod non sai cosa dire per cercare di tenere su una conversazione, era un silenzio pieno di parole. Lui stava ancora pensando a come esprimersi e quando, se a fine serata o appena arrivati lì, ma decise di aspettare la fine, almeno avrebbero passato un po’ di tempo insieme. Lei si stava ancora chiedendo se dirglielo o meno che si fosse innamorata di lui, insomma, le sembrava il momento adatto quella era per dirglielo, ma c’era la paura a bloccarla. Era una cosa soggettiva la paura, ognuno di noi ha paura di qualcosa. C’è il bambino che può avere paura di una sfuriata da parte dei genitori, un ragazzo prima di un interrogazione o magari al suo primo appuntamento, e poi c’era lei, che aveva paura di dire al biondo quello che provava per lui, cioè quello che lui provava per lei, ma che nessuno dei due avrebbe saputo se non più tardi, verso la fine della serata.

Mezz’ora dopo circa, arrivarono a destinazione, e tutto il coraggio di Niall acquisito in quel tempo in macchina, sparì improvvisamente, così come la convinzione di Maggie, volata nel vento. Niall prese il controllo della situazione e scortò la mora fino al telo steso in spiaggia, con sopra appoggiato una bottiglia di champagne e due bicchieri, un cestino e delle candele. Era una cosa troppo romantica, e lei si chiese del perché tutto quel romanticismo nei suoi confronti.

«Come ti sembra?» domandò Niall, togliendosi le scarpe e i calzini. Gli piaceva camminare a piedi nudi sulla spiaggia, voleva sentire la sabbia sotto i piedi, lo rilassava.

«Wow, è stupendo! Non dovevi Niall..» sussurrò incredula, seguendo l’esempi del moro e lasciando che i suoi piedi, piccolissimi rispetto a quelli di Niall, affondassero nella sabbia.

Andarono a posizionarsi sulla tovaglia e iniziarono a mangiare e parlare, facendo qualche battuta di pessimo gusto ogni tanto a cui Maggie rideva ugualmente, facendosi trascinare dalla risata contagiosa del biondo.
Passò così la serata, tra chiacchiere e risate, finendo per divorare tutto quello che c’era all’interno del cestino che aveva accuratamente preparato la cuoca di Niall e dei suoi amici. Maggie si promise che le avrebbe chiesto qualche ricetta, era davvero tutto squisito.

«Che ne dici di andare a fare una passeggiata a riva?» propose lui alzandosi dal telo, porgendo la mano alla ragazza che prontamente accettò.

Sempre tenendola per mano, iniziarono a passeggiare sul lungo mare illuminato dal chiarore della luna e dai riflessi dell’acqua che splendeva sotto di essa. Rimasero in silenzio, ancora una volta, osservando le onde infrangersi sulla riva e venir trascinate di nuovo indietro.

«Devo dirti una cosa!» esclamarono contemporaneamente, scoppiando subito dopo a ridere.

«Parla prima tu!» disseroisieme di nuovo, guardandosi negli occhi. Blu nel nocciola, nocciola nel blu. Un mix perfetto.

«Vai rpima tu.» disse Niall, lasciando campo libero alla mora che fece un lungo respiro, e poi parlò.

«Niall.. è da un po’ che cerco di dirtela questa cosa.. ma non ci sono mi riuscita quindi.. penso che questo sia il momento giusto.. tu.. tu sei un amico fantastico, accezionale, meraviglioso ma.. io sono stufa. Sono stufa di tutto questo.. isnomma.. tu non vedi ciò che dovresti vedere, vedi che tantisime ragazzine ti amano ma non che solo una lo fa per davvero, per quello che sei e non per chi sei, che ti ama per essere Niall e non Niall Horan dei One Direction, che sarebbe disposta a fare di tutto pur di renderti felice, che quando sta vicino a te ha le palpitazioni, le sudano le mani e per poco non riesce a stare in piedi senza il supporto di niente, che vorrebbe gridarti ‘ti amo’ ma che poi sta zitta perché ha troppa paura di non essere abbastanza per te perché tu sei magnifico! Ogni volta che ti vede inizia a balbettare e solo dopo qualche minuto riesce a dire una frase di senso compiuto! Non capisci che quella ragazza ce l’hai sotto gli occhi e che ti sta facendo una sfuriata solo per dirti che ti ama, l’ha capito mezzo mondo ormai, tranne te! Dio, a volte ti prenderei a sberle perché non te ne accorgi ma ti riempirei di baci solo perché poi inizi a fare quella cosa che fai con lo sguardo che scaccia tutto l’istinto omicidio che ho. In caso non l’avessi capito, quella ragazza sono io, perché si, ti amo, okay? E adesso ridimi in faccia, prendimi in gir-» fu interrotta da due morbide labbra che si appoggiarono sulle sue in un delicato bacio, dolce.

«Tu non sai che fatica mi hai risparmiato per dirti le stesse cose, cioè che ti amo e che anche io vorrei prenderti a schiaffi perché non te ne accorgi, ma poi arrivi tu e mi semplifichi la vita iniziando a sbraitarmi contro che provi le stesse cose che provo io e allora l’unica cosa che posso fare è baciarti per farti smettere di blaterare e.. ti amo.» e detto questo fecero incontrare nuovamente le loro labbra.

 
29 maggio 2078

«Quidi sei stata tu a fargli il discorso e poi lui ti ha solo detto che ti amava? Wow!» borbottò Michael, fissando lo schermo del telefono in attesa che si illuminasse con la risposta di quella ragazza.

«Si, però sono felice che l’abbia fatto io.. almeno adesso sono sicura di aver fatto la cosa giusta, altrimenti se aspettavo a lui a quest’ora saremo stati ancora amici e non avrei avuto tuo padre e tuo zio e nemmeno voi, e adesso a chi le starei raccontando queste cose?»

«E che reazione ha avuto quando ha scoperto che eri incinta di papà?» chiese sempre il più grande, davvero interessato alla storia di sua nonna.

«Be’.. è stata divertente, almeno per me..»
 
13 settembre 2017

Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Incinta.
Eccosi spiegato il continuo vomito, gli atacchi di fame improvvisi, gli sbalzi d’umore e quei chili in più. L’aveva attribuito al fatto che fosse stressata perché Niall fosse in tour con i ragazzi, perché il suo capo la asfissiava con il lavoro, perché Denise a breve sarebbe partita per qualche mese per la Francia e lei sarebbe rimasta sola, perché i suoi avevano in corso la pratica per il divorzio, perché suo fratello fosse stato cacciato dalla scuola.. era stressata per tante cose, ma non l’avrebbe mai detto di essere incinta.

Temeva in una reazione di Niall, la paura che lui l’abbandonasse l’assaliva e non la faceva dormire la notte, una reazione negativa da parte dei suoi genitori e dei genitori di Niall, era terrorizzata di più dell’idea di doverlo dire che del fatto in sé.   Aveva paura tremendamente paura di diventare madre, di non essere abbastanza pronta e di non essere brava.. ma come le diceva sempre sua madre, non si nasce imparati.

Era diretta verso casa di Niall, la quale la condivideva anche con i ragazzi, per dare l’ecclatante notizia. Era pronta per una sfuriata del biondo, ad un Louis che saltellava per casa gridando che sarebbe diventato zio, perché lui stesso gli aveva detto di sfornare un bel fagotto, ma non si immaginava così presto, era pronta ad essere accolta tra le braccia di Liam, qualche battutina di Harry e a un abbraccio di incoraggiamento di Zayn.

Quando fu davanti alla porta, prese un bel respiro e bussò tre volte, prima che la porta fosse aperta dal suo bellissimo fidanzato appena uscito da una doccia. La salutò con un bacio e la fece accomodare, raccomandandosi di aspettarlo che si sarebe vestito e sarebbe sceso. Fretta non ne aveva assolutamente, voleva poter rimandare al più tardi possibile quel momento. Magari gliel’avrebbe detto quando si sarebbe iniziata a vedere la pancia, così sarebbe stato felice di diventare padre senza saperlo, ma poi le tornò in mente la frase del biondo ‘qualsiasi cosa succeda, la supereremo insieme’, e allora si impose di dirglielo non appena fosse sceso.

«Ehi piccoletta, che ci fai qui?» spuntò Harry dal salotto mentre mangiava una banana. Era ossessionato dalle banane quel ragazzo.

«Non posso nemmeno venire a salutare il mio ragazzo e fargli gli auguri? Comunque, è una cosa importante.» rispose scrollando le spalle e rilassandosi sul divano.

«Che regalo gli hai fatto? Un bel bambino?» disse Harry per poi scopiare a ridere. Ma lei non rise, abbassò lo sguardo e qualche lacrima sfuggì dai suoi occhi.

«Dimmi che non è vero, perché non è divertente.» si fece serio il riccio, fissando quelle iridi color cioccolato contornate di rosso.

«Oh merda!» urlò il riccio, tappandosi la bocca subito dopo.

«Che succede qui?» chiese allarmato Liam, seguito da Zayn e Louis, sbucando dalla cucina.

«Niente..» borbottò il riccio, abbracciando la mora tentando di calmarla e di farla smettere di singhiozzare.

«Cosa le hai fatto?» tuonò il biondo dalle scale, sedendosi sul divano accanto alla sua fidanzata, che si buttò nelle braccia del biondo.

«Non le ho fatto niente ‘sta volta! Giuro!» si difese Harry, affiancando gli altri tre in piedi dietro al divano.

«Perché piangi, piccola?»

«Promettimi che non ti arrabbierai e che q-qualunque cosa accada.. t-tu ci sarai sempre e non te ne andrai.» riuscì a dire Maggie tra i singhiozzi, facendo annuire Niall, preoccupato.

«Sono incinta.» sussurrò tentando di non farsi sentire, cosa che non le riuscì affatto bene perché Niall aveva sentito benissimo e, adesso, si era letteralmente immobilizzato sul posto.

«Oh mio dio, deventeremo zii ragazzi!» urlò Louis tutto eccitato, iniziando a correre per il salotto, così come tutti gli altri.

«Diventerò padre.» sussurrò Niall, prima di svenire sul divano, tra le braccia della sua ragazza.

 
29 maggio 2078

«Fu esilarante dopo che si svegliò! Iniziò a balbettare cose senza senso che nessuno di noi capiva e poi quando si riprese dal suo stato di shock, mi abbracciò e iniziò a gridare anche lui.» raccontò la donna anziana soridendo al ricordo di quel giorno bellissimo.

«Nonna.. ma anche se il nonno non c’è più.. tu gli vuoi ancora bene?» chiese la piccola Sophie alla nonna, che sorrise dolcemente.

«Non ho mai smesso di volergli bene. Sai, quando sono da sola, faccio finta che ci sia anche lui e mi metto a parlarci.. gli raconto di quanto siate cresciuti tu e Michael e di quando mi manchi.. solo che non mi risponde, però io so che mi sente e che è sempre con me, anche adesso è qui con noi.» disse, guardando la foto di suo marito e sorridendo dolcemente, per poi lasciarci un bacio sopra, e chiudere l’album.

 
QUANTO è FIGO SCRIVERE DI LATO LO SO SOLO IOOO LOL
OK, LA SMETTO VA.
Allooora, pertendo dal fatto che, questa OS era in cantiere già da un po’,
ma mi sono decisa a pubblicarla solo ora perché mi fa figa, niente.
Puuuuui, cioè, secondo me è pucciosa già dal fatto che ci sia Niall, non so, mi ispirava.
Allora, penso di non dovermi prolungare troppo e, per chi seguisse anche le mie altre storie, sono senza linea a casa e questa la sto pubblicando con l’hotspot del telefono che, se non mi muovo, finisce.
Quiiiiindi, quando quei bradipi si decideranno a riattaccarmi la linea, publicherò i capitoli delle altre storie.
Bene, adesso mi dileguo.
Mi lasciate una recensione per farmi felicia tanto?
Ora vado sul serio.
Un bacio, Giulia.♥
  
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