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Autore: Homu    12/04/2014    1 recensioni
Yuki è una ragazza gentile, ma non lascia avvicinare nessuno più del necessario. In passato è stata ferita gravemente e non vuole ripetere l'esperienza. Nuove e vecchie amicizie, primi amori, riusciranno a farle dimenticare il suo triste passato?
Corro, corro, senza pensare, senza sentire la musica anche se il mio mp3 è acceso, corro, corro per dimenticare. Solo in questi momenti la mia vita torna a potersi definire tale. Corro e sono finalmente me stessa, quella vera, quella di due anni fa, quella senza pensieri , quella che non sa cosa il futuro le avrebbe riservato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Cap 4


-Mamma, papà siamo arrivate- disse Sakura
-Scusate l'intrusione- aggiunsi io
Dalla cucina sbucò la testa di una signora sulla quarantina, i capelli neri lunghi fino alle spalle, dove si arricciavano e gli occhi color cioccolato, uguali a quelli di Sakura.
-Finalmente siete arrivate! Tu devi essere Yuki-san, giusto?- annuii ed allora continuò- piacere io sono Shizuko-san, la madre di Sakura- si avvicinò e abbracciò Sakura, dopodiché mi strinse la mano
-Mamma, ma papà? chiese Sakura togliendosi il cappotto
-È andato a comprare le sigarette- disse Shizuko-san- Yuki, fa come se fossi a casa tua!
-Certo!- le dissi sorridendo
Sakura mi guidò fino in camera sua, dove appoggiai il sacchetto e la cartella. Dalla busta presi i polsini e me li misi. Sakura li guardò e mi chiese:
-Mikage-senpai, perché si mette dei polsini?-
-Beh...non sono semplici polsini, al loro interno c'è un peso di 2,5k. Me li metto ora perché devo farci l'abitudine- le dissi sorridendo.
-Wow...-riuscì a dire Sakura, prima che Shizuko-san ci chiamasse per il pranzo.
Andammo in salotto dove era stata apparecchiata una tavola con quattro posti. Intanto era arrivato un signore, sulla quarantina pure lui, biondo con gli occhi verdi.
-Tu devi essere Yuki-san, vero?- disse avvicinandosi a me.
-Si signore- risposi io
-Molto piacere, sono Akito-san, il padre di Sakura- disse stringendomi la mano
-Piacere mio- dissi sorridendogli
Ci sedemmo a tavola e Shizuko-san disse:
-Pronti per la merenda! Un po' di the con in biscotti! Spero vi piaccia, è un Earl Grey!-
Mentre ero persa nei miei pensieri la voce del padre di Sakura disse, riferita a me:
-Allora Yuki-san, tu sei il presidente del consiglio studentesco giusto? Deve essere un lavoro impegnativo...-
-No, non è niente di che- dissi io -devo fare un po' di cose, ma niente di così impegnativo-
Capii dall'atmosfera che tutti si stavano trattenendo dal chiedermi cose più personale... e questo non la alleggeriva affatto.
Li guardai uno a uno e alla fine, dopo aver sospirato, feci per parlare... ma squillò il mio telefonino.
-Scusate- dissi io prendendolo
Guardai lo schermo: era Kuroda-san. Riattaccai.
Feci in tempo ad appoggiarlo sul tavolo che riprese a squillare.
-Scusate ancora- dissi ancora prendendo il cellulare e allontanandomi dal tavolo.
-Cosa vuole?- dissi
-Sei a casa Yuki?- disse Kuroda-san
-Come le avevo già detto ieri, no-
-Ah, è vero, scusami- e detto questo chiuse la comunicazione
Tornai al tavolo sotto lo sguardo stupito della famiglia di Sakura, che mi guardava come se fossi un'altra persona, sicuramente non potevano immaginare questa parte di me.
Finimmo di mangiare in silenzio, dopodiché io e Sakura andammo in camera a studiare.
-Mikage-senpai...-disse Sakura fissando il libro di matematica- posso farle una domanda?-
-Certo- risposi io china sul libro di scienze
-Ecco...chi era al telefono? Non l'avevo mai vista così...-
-E io che pensavo volessi aiuto nei compiti!- dissi ridendo
-Ah, scusi, se non vuole...- disse guardandomi
-Non è niente, ma non avevamo deciso che mi avresti dato del tu?- dissi sorridendole
-Ah, è vero...scusa- disse arrossendo
-Comunque... la persona al telefono era Kuroda Takumi-san, il pilota dell'aereo in cui sono morti i miei genitori
-Ah, mi dispiace, non volevo...-
-Non è nulla...ma tu in compenso dovrai...-
-Dovrò?- disse curiosa ma intimorita al tempo tempo stesso
-Mmmh... dovrai chiamarmi per nome!
Arrossì così tanto che sembrava un peperone maturo. Ci rimettemmo a studiare e dopo un po' arrivò Shizuko-san con una ciotola con dei frutti.
-Come procede?- chiese la madre di Sakura, appoggiando la ciotola sul tavolo.
-Io ho finito-dissi prendendo una mela.
Sakura mi guardò stupita e disse:
-Ma...sono solo le 17:00! A me manca ancora Inglese!-
-Sono sempre solo le 17:00...-dissi io
Dopo aver finito di mangiare il mio frutto aiutai Sakura a svolgere i suoi esercizi.
-Attenta Sakura-san, è una terza persona singolare!
-Ah sì, grazie Mikage- si interruppe un istante, poi continuò- volevo dire... Yuki-senpai-
Le sorrisi e continuammo a studiare insieme. Alle 18:00 Sakura concluse i suoi compiti, così mi disse:
-Adesso,, solitamente, cosa fai?-
-Di norma vado a correre, vuoi venire insieme a me?- chiesi sorridendole
Si girò e facendomi l'occhiolino disse:
-Solo se facciamo una piccola deviazione!-
-Ok, bene-
Mi cambiai mettendomi la tuta e legandomi i capelli. Anche Sakura si cambiò e legò i suoi capelli in un unica coda di cavallo.
Sakura era cambiata tantissimo in così poco tempo, posso affermare con certezza che ieri non avrebbe mai osato farmi un occhiolino. Anche io, lo sentivo dentro di me, stavo cambiando molto più lentamente grazie a Sakura. Ma... la domanda rimaneva lo stesso: era la cosa giusta cambiare? Diventare nuovamente aperta con tutti... con il pericolo di rimanere ferita ancora?Rimandai questi pensieri a più tardi quando la madre di Sakura mi disse:
-Yuki sentiti libera di tornare quando vuoi!-
-Certamente signora, la ringrazio per avermi ospitata oggi- dissi facendo un leggero inchino.
Io e Sakura uscimmo dalla porta e incominciammo a correre e per cominciare ci dirigemmo al parco Miya, vicino alle nostre case. Facemmo un paio di giri, poi ci sedemmo su una panchina, a goderci gli ultimi raggi del sole.
-Ok, sono a tua disposizione, dove mi vuoi portare?- chiesi alzandomi dalla panchina per sgranchirmi un po' le ossa.
-Spoiler, devi solo seguirmi Yuki-senpai, niente domande!- disse incominciando a correre
Devo dire che anche Sakura è veloce, ai livelli di Kagome l'ultima volta che l'ho vista correre. La nostalgia per le mie vecchie compagne di club invase il mio cuore... dove erano finite? Cosa stavano facendo, dopo tutto questo tempo? Non ci sentiamo da anni, da quando anche il mio ex capitano aveva rinunciato a contattarmi.
-Yuki-senpai, ti senti bene?- disse Sakura, che nel frattempo si era fermata e mi stava guardando.
-Sì, perdonami, ero persa nei miei pensieri-
-Ok- mi rispose sorridendomi e incominciando di nuovo a correre.
Ora che ci facevo caso, il sorriso di Sakura era uguale a quello di Nana, la tifosa della squadra che si era trasferita pochi mesi dopo la mia uscita dal club.
Decisi che era il momento di smetterla di pensare al passato, così mi affiancai a Sakura che mi stava portando in un luogo familiare, ma ancora non capivo dove. Si fermò all'ingresso di un parco e mi disse:
-Buon compleanno, Yuki-senpai!-
Adesso sì che ricordavo.
Sakura mi aveva portato al parco Odori, dove ogni anno si teneva lo Yuki Matsuri, il Festival della Neve, che incominciava in questo periodo, I miei genitori mi portavano ogni anno a vedere le sculture di ghiaccio.
-È un regalo di compleanno tardivo, ma spero che ti piaccia-
-Certo che mi piace Sakura, ti ringrazio di cuore! Vogliamo entrare?-
Quando entrammo ci ritrovammo immerse in una marea di statue ghiacciate, alcune raffiguravano templi shintoisti, altre fontane, altre ancora alberi... queste innumerevoli sculture erano talmente belle e pure che il solo guardarle mi faceva piangere dalla gioia.
Alle 19:00 tornammo a casa di Sakura con il sorriso stampato sulle labbra. Presi il sacchetto e la cartella, che avevo lasciato in camera di Sakura, infine salutai per bene Shizuko-san e Akito-san. Sakura decise di accompagnarmi a casa , quindi uscimmo dalla porta e ci incamminammo. Arrivate ci salutammo dicendoci di incontrarci la mattina dopo di fronte a casa sua.

  
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