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Autore: AmateLokiLegolasNesli    12/04/2014    1 recensioni
Riguardo alla definizione di cosa sia la vita c'è ancora dibattito tra scienziati e tra filosofi." Questo é ciò che é realmente. Qualcosa di cui non si sa di preciso. E allora perché gli innamorati o gli amici si chiamano: "vita mia, amore della mia vita,vita?"Non mai capito il perché di queste espressioni.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Abbiamo appena finito di discutere sulla serie TV. Lui crede che Sheldon nella vita reale abbia trent'anni, ma io so per certo che lui abbia quarant'anni all'incirca. Seguo questa serie TV da ben tre stagioni, lui é la prima volta, a quanto dice, che la vede. Scommettiamo che, cercando su internet, scopriremo chi ha ragione e che mi darà £20.
"Allora: nato a Houston, il 24 marzo nel 1973..." Finisce la frase a metà, perché sa già che ha perso. Nessuno può battermi sulle serie TV.
"Sgancia £20. La prossima volta, prima di scommettere con me, assicurati che non guardi quella serie TV." Spengo il cellulare e mi sistemo nel divano. Mi tolgo le scarpe con i piedi e me li metto sopra il divano. Elijah prende il suo portafogli e prende £20, che mette sopra il mio cellulare alla mia sinistra. Lydia e Gabri non ho idea di dove siano. Sono le 22:30 é non c'è traccia di quelle due. Ora gli mando un messaggio.                  
Per Lydia e Gabri:
"Si può sapere dove cavolo siete? Sono le 22:30.'    
'Scusaci ma stasera io e Lydia abbiamo la serata cinema e per caso te ne sei dimenticata?'.
Mi risponde lei. Giusto, loro ogni giovedì sera hanno la serata cinema, io non ci vado mai perché ogni volta che vado, torno con un mal di testa e con quelle due che litigano su come vada a finire il film o come si é finito.
 Per Gabri:
'Vero, scusami, me ne ero dimenticata. Buon film'. Le rispondo. Ora, é arrivato il momento che il rosso se ne vada a dormire.
"Allora, Elijah, mi dispiace mandarti via, ma domani ho l'Università. Spero che Angel e Mark ci sono in casa e ti auguro buona notte." Mi alzo dal divano mentre lui prende la sua giacca e va verso la porta. Si ferma e mi augura la buona notte anche a me.                                       Apro la porta della mia camera e prendo un elastico per attacarmi i miei lunghi capelli. Sento troppo caldo. Vado verso il cassetto dove vi trovo il mio dolcissimo amato pigiama. Mi spoglio e lo indosso. Alzo le coperte e mi metto dentro quel paradiso dove chiudo gli occhi e mi addormento.                                                                                                                                  ***                                                    Stava sulla riva del fiume guardando le pietre che servivano ad attraversarlo e, probabilmente, ricordandole una a una. C'era quella rotonda malferma, quella appuntita, quella piatta in mezzo- quella sicura, dove ti potevi fermare a guardarti in torno. La successiva non era altrettanto sicura, perché quando il fiume era in piena d'acqua la ricopriva e anche quando sembrava asciutta era scivolosa. Ma dopo quella pietra tutto diventava facile. La strada era molto più ampia di un tempo ma il lavoro era stato fatto male. Gli alberi abbattuti non erano stati portati via e i cespugli sembravano calpestati. Eppure era la stessa strada e lei la percorse straordinariamente felice. Era una bella giornata, una giornata azzurra. L'unica cosa era che il cielo aveva un aspetto vitreo. Svoltò l'angolo, vide che la vecchia pavimentazione era stata tolta, e anche qui la strada era molto più ampia, ma aveva lo stesso aspetto incompiuto. Arrivò agli scalini di pietra consunti che portavano alla casa. E incominciò a batterle il cuore. Spinse la porta, dove si mise a guardare la casa che era stata ampliata e dipinta di bianco. C'erano due bambini sotto il grande mango, delle bambine -notandole attentamente- che avevano una i capelli biondi e una i capelli castani, e li salutò con la mano dicendo "Ciao" ma loro non le risposero né volsero il capo. Erano le bambine che lei tanto amava.
L'erba era gialla sotto il sole caldo mentre si avvicinava a loro. Quando fu molto vicina disse di nuovo, sorridente:"Ciao". E poi:"Una volta ci siamo messi a pitturare questo, vi ricordate?". Le bambine a quel punto incrociarono lo sguardo verso quello della loro nonna. La loro bellissima amata nonna. Io ero la bambina bionda. Vederla di nuovo mi fece sorridere e istintivamente l' abbracciai. Averla di nuovo tra le braccia, mi fece sentire la cosa più importante del mondo.
A quel punto anche mia sorella si alzò e abbracciò la nonna. Ci era mancata tantissimo. Era partita per fare un controllo al suo polmone in Italia ed era stata via quasi tre mesi.                                                                                                                                                                                          
                                                                                                             ***    
Mi sveglio confusa e stordita, non capendo cosa centrasse la nonna Jessie nel sogno.Succedeva sempre, ogni volta che parlavo di lei, la sognavo sempre. Ma stavolta lei era molto più vecchia di quanto fosse morta. Sembrava che avesse settantacinque anni invece di cinquanta. Era come se fosse vero, soltanto che io e mia sorella eravamo piccole.
Mi scende una lacrima. La mia piccola lacrima. Io non piango mai. Mai. Neanche quando fanno scene romantiche in TV o che vedo delle cose commoventi. Non piango mai.
Vedo la mia sveglia e noto che sono le sette e mezzo. Questa volta, mi sono svegliata tardi. Succede sempre quando sogno la nonna.                      
Già prevedo una giorrnata buia. Non ho voglia di vedere nessuno,infatti,mi preparo velocemente ed esco di casa -ovviamente ho lasciato un post-it alle mie migliori amiche-. Così prendo il bus ,per fortuna la musica mi consola sempre. Arrivo a scuola e vado a Letteratura Inglese almeno mi distraggo un pò.         Dopo dieci minuti noto che qualcuno si é seduto accanto a me. Mi volto. E mi ritrovo Eljah seduto vicino a me.
 "No. Un attimo. Che ci fai qui?!"Bisbiglio. Sono troppo sorpresa e scioccata.
"Ehi. Niente. Volevo assistere ad una lezione,mi sono fatto accompagnare da Angel e Mark." Dice come fosse ovvio. Beh non lo é.
 "E perché proprio questa lezione?" 
"Che palle! Quante domande! Visto che mi piace leggere e la Letteratura era normale che scegliessi questa lezione,no? Poi ti ho riconosciuta e sono venuto a sedermi qui. Stop."                                    
"Bene. Non ti uccido solo perché c'é un professore che spiega e ci sono centinaia di ragazzi qui dentro!" 
"Ok ,ma sei troppo violenta."

 Mi giro e continuo a seguire la lezione,non mi va di discutere con il ragazzo rosso adesso. Passa un'ora e la lezione termina. Mi alzo e vado via. So che é da maleducati,ma non mi va di scherzare o dibattere con Elijah. Corro all'ultima lezione. Filosofia,per due ore.    
Finita la lezione. Gabri mi chiama.
"Ehi...Aly che succede?" 
"Lo so. Scusatemi. Ma non ce la facevo,ho passato una notte bruttissima e non dovevo rimanere un pò da sola. Capisci?"
"Va bene,sei perdonata però...adesso ritorni a casa,prima compri i pasticcini, e poi vengono Angel e Mark con il fratello. Dai! Su!"
"Va bene! Dai! Ma lo faccio solo per i pasticcini."
 "Ah bene grazie! A dopo!"
 
E chiude la telefonata. Esco dall'università e vado in pasticceria. Compro di tutto e di più. Voglio drogarmi di dolci. Per esattezza affogarmi dentro i dolci. Mi sfogo sempre così. Entro nella pasticceria e ordino un po di cose, ma niente cioccolato. Non mi piace cioccolato. Lo odio




 



Ecco a voi la bellissima Gabri che noi amiamo *----* <3.Baci. Grazie per tutte le visite. :*
Stelllina  *che trova sempre queste foto fantasticose*
Cofffe_20 ^-^ 
  
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