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Autore: Pepperland1407    12/04/2014    2 recensioni
We hope you will enjoy the show!!
L'idea di questa storia (un po' truxxa paxxa) ci è venuta mescolando 2813821382173812423545992819283928192 cose diverse, prese un po' come ci veniva. All'inizio tutto vi sembrerà QUASI normale, ma poi...
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Che avesse lasciato Beatrice?


La risposta ci arrivò il giorno dopo, quando lui arrivò correndo alla fermata dell’autobus, dall’aria più libera che mai.
- Vale!! L’ho lasciata!! L’HO LASCIATA!! – e la abbracciò.
– Scusa se sono stato insieme a quell’idiota anche solo due giorni. -
Allora la Vale tornò allegra e simpatica come era sempre stata.  Mi disse: - Avevi ragione … - E scoppiammo a ridere tutte e due.

A ricreazione ci divertimmo a fare battute ridicole su Beatrice, e accadde una cosa molto strana.
- Vale … Ti devo parlare. Vieni. – Era Stuart.
Andarono nell’aula video a parlarsi, e ci chiedemmo che cosa si sarebbero detti. Suonò la campanella di fine ricreazione, e tutti tornammo in aula. Lui e Valentina ritornarono correndo, e sembravano più felici che mai. Si scambiarono sguardi d’intesa per tutta l’ora, e a un certo punto scrissi un bigliettino alla Vale: “Che ti ha detto Stu? Perché sei così felice??” Dopo qualche minuto, mi rimandò il bigliettino; “ Te lo dirò dopo. Vieni a casa mia oggi?” Le risposi di sì, ma non sapevo ancora ciò che si erano detti.
Quel giorno Beatrice non si fece nemmeno vedere, a scuola. Tutti ci eravamo portati un panino, tranne Brian, Bob e Emily, la migliore amica di Beatrice, odiosa più o meno quanto lei. Quello di George, però era piuttosto piccolo, e se lo mangiò in due secondi, allora gli diedi un pezzo del mio, che invece era bello grosso (niente doppi sensi!).
Alle 5 ci salutammo tutti per andare a casa, e io e la Vale prendemmo l’autobus per andare a casa sua. Quando arrivammo, sua madre ci preparò una bella merenda, e finita quella, andammo in camera sua.
- Marty … Mi ha detto che … Insomma … Ci siamo fidanzati. –
Ero molto felice per lei; aveva realizzato il suo sogno.
Quel pomeriggio lei e Stu si scrissero molti mex: la Vale chiese a lui se poteva dire a Ringo, George, Paul e John che si erano fidanzati (perché ovviamente era un segreto di stato), e lui le rispose di sì.  Ci divertimmo molto a casa di Valentina, parlammo di lei e Stuart, il suo nuovo fidanzato, e di Beatrice, perché non era venuta a scuola per non fare brutta figura, perché Stu l’aveva lasciata …
Ad un certo punto suonò il campanello: era mia mamma che era venuta a prendermi. Salutai la Vale, e tornai a casa con mamma. Chiara mi aspettava sulla porta. Stavo per andare a nanna, quando mi squillò il cellu.
- Pronto? –
- Marty … Hai saputo della Vale e Stuart?? – Era John.
- Sì, certo … Ma tu come fai a saperlo? -
- Me l’ha detto lui. Mi sembrava molto felice. Veramente non mi sta proprio simpaticissimo… –
- Già, nemmeno a me. Ma anche la Vale era contentissima. Beh, sono una bella coppia!! Ringo, Paul e George sanno già …? –
- Sì, lo sanno. Paul è felice per lei, ma in ogni caso rimane un mancino. Adesso ti saluto, devo ancora fare mate … Buona notte. -
- Buona notte, Johnny. –
Dopo aver salutato John, andai a lavarmi i denti, diedi la buonanotte alla mia sorellina e a mamma, mi misi nel letto, e dopo qualche minuto mi addormentai.
 
 
 
Il giorno dopo mi alzai tardi, accompagnai Chiara alla fermata dell’autobus e salii sull’autobus del liceo. Valentina e Stuart si tenevano per mano, e Beatrice li guardava con l’aria di un cane bastonato.
- Guarda Beatrice – disse Paul, e si mise a ridere. – Le sta bene –
-  Ieri John mi ha detto che sei felice per la Vale e Stu. Lo sono anch’io. – gli dissi.
-Sì … -
Le lezioni furono noiose, e George rischiò più volte di addormentarsi sul banco, con noi che gli ridevamo dietro. La profe si arrabbiò perché non seguivamo la lezione, e ci beccammo una nota di classe sul registro.
Era evidente John era veramente dispiaciuto che la profe in questione fosse proprio quella di matematica.

Nel pomeriggio, dopo le lezioni, dovevo andare in piscina (a ottobre), anche se non ne avevo voglia, perché mia madre voleva che ci andassi almeno due volte a settimana (mentre io, da brava ragazza, ci andavo pressoché ogni giorno). Presi l’autobus, e una volta arrivata, mi misi in costume e presi gli occhialini, e mi buttai. Feci qualche vasca a stile, poi, per divertirmi un po’ di più andai sugli scivoli truxxi (sempre ad ottobre). Mentre stavo aspettando in coda per lo scivolo-tunnel blu, qualcuno alle mie spalle disse:  - Permesso … Scusi, permesso … - Era una voce familiare, ma molto mancina. La voce di …
- Paul!!! – esclamai – Che ci fai qui? -
- Sono venuto a trovarti. – Era in costume anche lui, pronto a buttarsi in acqua. – Lo fai uno scivolo con me?-
- Certo!! -
Non ci eravamo nemmeno accorti che era già il nostro turno; allora mi prese in braccio con il braccio sinistro, sul suo ginocchio sinistro e scendemmo nel tunnel a sinistra. Stare in braccio a lui era bellissimo, semplicemente bellissimo. Scivolavamo via come il vento, curva a sinistra dopo curva a sinistra… Mi aveva fatto una sorpresa stupenda … Lo scivolo era finito, e finimmo entrambi in acqua. Nuotammo fino a bordo piscina, poi uscimmo.
- Grazie, Paul …
- Figurati, tesoro; la Vale mi ha detto che dovevi andare in piscina, e io non avevo niente da fare, perciò ho deciso di venire da te. Sai, io, George, Ringo e John siamo dell’idea di fare una band. -
- Una band? Mi piace come idea! Ma non sapevo che anche John e George suonassero; sapevo solo di te che suonavi il basso e la chitarra e il pianoforte e la tromba e il triangolo e i bonghi e lo xilofono e il violino e la grancassa e il flauto dolce e il flauto traverso e il contralto e il tenore e il clarinetto e l’oboe e la viola e il contrabbasso e il violoncello e l’arpa e l’ukulele e kazoo e l’armonica a bocca e l’organo e il cembalo e la cetra e la lira e il clavicembalo e l’organo e il fagotto e la cornamusa e il dulcimer e il mandolino e le nacchere e i piatti e il sax e il sitar e il tamburino –ma rimani uno sfigatissimo mancino - e Ringo la batteria, ma di loro … Insomma, parliamoci chiaro, come cazzo fa John Lennon a suonare un fottutissimo strumento musicale se è così ossessionato dalla matematica?!?! -
- Beh … John potrebbe fare la chitarra ritmica (perché è ossessionato dalla matematica), George quella solista (perché lui può). Forse però Ringo, lo scroccone, vuole Stuart … Anche se non sa suonare niente (in confronto a me, che sono un vero polistrumentista), vorrebbe che imparasse un po’ il basso per suonare nella nostra band, e far fare a me la chitarra; non capisco perché non vado bene io al basso, anche perché se Stuart suonasse con noi ci sarebbero tre chitarre e quel cazzone di John mi metterebbe allo xilofono.–
- Già, anch’io preferirei senza Stu. Beh, mi inviterete ai vostri concerti?? -
- Che domande! Ma certo!!! -
Erano già le sette e mezzo, e io dovevo tornare a casa. Salutai Paul.
- Beh … Ci vediamo domani. Grazie ancora della sorpresa, Paul. -
Mi diede un bacio sulla guancia. Io arrossii; non sapevo più cosa dire …
- A domani. – Salutò lui da vero sfigghy, con la sinistra.
Allora mi incamminai verso la fermata dell’autobus, per tornare a casa.
- Aspetta … - disse.
- Sì? –
- Vuoi … No … Niente. Ci vediamo domani. -
- Che cosa? Dimmelo! Voglio cosa??! -
- Niente, davvero. Ciao. -
Non insistetti oltre, perché non me l’avrebbe detto comunque, quello sfigghy. Mi misi a correre, perché l’autobus era già arrivato. Tornata a casa salutai Chiara, e preparai la cena, dato che mamma era fuori.
Prima di addormentarmi pensai alla sorpresa di Paul, a quando mi aveva presa in braccio (con il sinistro) nel tunnel, a quando mi aveva chiamata “tesoro”, e a quello che mi voleva dire. Naturalmente non avevo la più pallida idea di cosa quel mancino sfigghy mi volesse dire. Poi lasciai da parte tutti quei pensieri, e mi addormentai.
  
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