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Autore: DiDiGlee    13/04/2014    1 recensioni
Un anno dopo la loro rottura, finalmente Blaine parte per NY, sperando in una riappacificazione, ma scopre presto che Kurt ha un altro perfetto fidanzato.Tutto questo fino a che non capisce che Kurt è caduto in una relazione abusiva..
OOC!Kurt
Canon fino alla 4x06
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sono in un ritardo osceno, lo so. A mia discolpa posso solo dire che la scuola mi sta uccidendo, e che davvero non ho più nemmeno il tempo per respirare. Spero vi piaccia. Da questo capitolo in poi, le carte cominciano ad essere messe in tavola. 
Enjoy, se ancora ci siete, e scusatemi!

 



Il ragazzo con gli occhiali da nerd e il cardigan verde si inginocchiò accanto a lui, riportando Blaine alla realtà.
 
“Sì,” rispose Blaine automaticamente e si toccò cautamente il mento con le dita. Era già gonfio.
 
“Amico, Andrew ti ha conciato proprio bene,” continuò l’altro con leggerezza, tendendogli un tovagliolo. “Non ho mai visto niente del genere, nella vita reale, prima! Pensavo che questo genere di risse accadessero solo nei film.”
 
Blaine prese il tovagliolo, passandolo sul mento e sulle labbra. Non c’era sangue, anche se ne sentiva il sapore sulla lingua. Probabilmente l’aveva morsa quando Andrew lo aveva colpito la prima volta.
 
“Hai bisogno di qualcosa?” chiese Chandler, poggiandogli goffamente una mano sulla schiena, cercando di confortalo.
 
“Un telefono,” mormorò portandosi la mano alle tasche. “Ho bisogno del mio cellulare.”
 
Blaine lo trovò nella tasca interna della giacca, proprio accanto al CD di Kurt, che fortunatamente non si era danneggiato a causa dei pugni ricevuti.
 
Chandler gli offrì la mano, aiutandolo a mettersi in piedi. Blaine mosse un paio di passi avanti verso il locale, premendo nel frattempo il pulsante di chiamata, e chiamando l’unica persona che sperava potesse aiutarlo, arrivati a quel punto.
 
“Blaine Warbler, che sta succedendo?” Rachel suonava stanca e, considerato l’orario, probabilmente era già andata a dormire. “Per favore, non dirmi che hai bisogno che ti venga a prendere, perché sono già in pigiama.”
 
“Ho solo bisogno che tu mi dica dove vive Andrew!” urlò Blaine, cercando di farsi sentire oltre il rumore del traffico.
 
“Cosa? Perché?” Rachel sembrava totalmente confusa.
 
“Ho bisogno di andare lì e portare via Kurt!”
 
“Ma- pensavo che tu fossi al Babylon con lui-”
 
“Ci eravamo, ma abbiamo litigato, in un certo senso, e Kurt è andato via con Andrew. Ho bisogno di seguirli!”
 
“Io- io non so dove Andrew viva,” ammise lei.
 
“Che significa che non sai dove abiti?!” sbottò Blaine. “Come puoi non sapere dove Kurt abiti?!”
 
“Mi dispiace, ma non me lo ha detto,” replicò sulla difensiva, ma con stupore crescente. “Vive lì solo da un paio di settimane, e non ci sono ancora stata.”
 
“Dannazione!” imprecò Blaine ad alta voce, camminando avanti e indietro per la strada. “Avrei dovuto prendere un taxi e seguirli! Ormai sono lontani!”
 
“Che sta succedendo, Blaine?” chiese lei con voce scossa, suonando confusa e scioccata. “Mi stai spaventando!”
 
“Andrew è un violento pezzo di merda, ecco che cosa sta succedendo!” rispose Blaine, incapace di calmarsi. “Mi ha appena picchiati, e non avrebbe smesso, se Kurt non si fosse messo in mezzo.”
 
“Blaine, ti avevo detto di non provocarlo!” rispose lei. “Non posso credere che tu ti sia fatto trascinare dalla rabbia!”
 
“E’ solo che ho visto-” singhiozzò, e dovette prendere un paio di profondi respiri, prima di calmarsi, “Rachel, ho visto dei lividi intorno al collo e alle braccia di Kurt. Lui gli sta facendo del male, Rachel,” singhiozzò nuovamente. “Andrew gli sta facendo del male.”
 
“Sei- sei sicuro?” chiese lei, chiaramente scossa. Blaine poteva sentire che lei gli credesse, ma lei non voleva dovergli credere.
 
“Quando Kurt ha notato che li avevo visti ha provato a nasconderli,” raccontò Blaine, girandosi e guardando la strada. Era nel bel mezzo della notte, ma c’era ancora parecchio traffico. Vide Chandler a un paio di metri di distanza che cercava di fermare un taxi.
 
“Quando gli ho chiesto se Andrew fosse il responsabile, Kurt non ha negato,” andò avanti, passandosi una mano sul viso. Sentì gli occhi gonfi e colmi di lacrime. “Lui non lo ha negato, Rachel,”
 
“Lo chiamerò,” promise lei. “A me risponderà. Ti richiamo quando lo avrò sentito.”
 
“Okay, aspetterò qui, e quando avrà detto l’indirizzo andrò a prendermelo e a portarlo il più lontano possibile da quello stronzo.”
 
“No, tu non vai da nessuna parte, stanotte,” disse Rachel, pragmatica. “Tu adesso vieni a casa, Blaine.”
 
Discussero per un po’. Lui insisté per rimanere dove fosse fino a che Rachel non avesse scoperto l’indirizzo di quel mostro, in modo da poterci andare immediatamente, ma Rachel gli disse che non voleva che lui andasse lì, furioso com’era.
 
“Per favore, vieni a casa,” ripeté insistentemente. “Penseremo a cosa fare quando sarai qui, va bene?”
 
“Va bene,” si arrese l’altro. “Chiamalo adesso, okay? In questo istante.” Riattaccò.
 
Non voleva sprecare altro tempo a parlare con lei. Il suo compito ora era quello di controllare che Kurt stesse bene.
 
“Il taxi sta aspettando.” Chandler era in piedi davanti a lui, indicando il taxi in attesa con la testa.
 
“Grazie per il tuo aiuto,” disse con un sospiro stanco. “Mi dispiace di averti trascinato in tutto questo. Non c’è davvero bisogno che tu venga con me.”
 
“Au contraire,” ghignò mettendosi le mani sui fianchi. “C’è bisogno eccome che io venga con te, perché ho promesso a Kurt di portarti a casa sano e salvo, ed è quello che intendo fare.” Fece un cenno in direzione del taxi, inchinandosi teatralmente. “Il nostro taxi è in attesa, se vuoi seguirmi.”
 
Non sapendo cos’altro fare, Blaine lo seguì, sedendosi accanto a lui sul sedile posteriore. Lo guardò con la coda dell’occhio, mentre tamburellava le dita sulla gamba. In fin dei conti, era una buona cosa che Chandler fosse con lui. Aveva bisogno di qualcuno che lo sostenesse, che confermasse la sua versione dei fatti, prima che Rachel pensasse che stesse esagerando.
 
Per un po’ osservò fuori dal finestrino, osservando le luci della città che scorrevano, ma tutto ciò che riusciva a vedere erano i lividi sulla pelle di Kurt, e la profonda tristezza ben visibile in quegli occhi color oceano. Desiderò di non averlo mai lasciato andare. Né in quel momento né mai.
 
“Prendi questo,” gli disse Chandler porgendogli un altro tovagliolo. Solo in quel momento registrò di stare piangendo. Lo prese mormorando un ‘grazie’, e si asciugò gli occhi e le guance.
 
“Perché Kurt stava piangendo, sulle scale?” chiese Chandler debolmente, mantenendo un tono di voce basso per non disturbare il conducente. “Non che siano affari miei,” aggiunse velocemente. “Ma quei lividi sul collo-Dio, se Andrew gli ha davvero fatto questo-”
 
“Tu hai visto i lividi?” chiese Blaine alzando lo sguardo sorpreso. Perfetto, quello era perfetto! Chandler ora era anche un testimone oculare. Rachel avrebbe dovuto credergli.
 
“Ti ho seguito giù per le scale,” confessò tirando su con il naso. “Ma poi Kurt ha cominciato a piangere, così sono rimasto in disparte. Non volevo disturbarvi. Quando gli hai tolto la sciarpa è stato difficile non vedere i lividi sul collo e sui polsi-” deglutì pesantemente. “Pensavo che queste cose succedessero solo nei film dell’orrore. Non posso credere che stia accadendo a Kurt- voglio dire, lui sembra così forte, e io lo ammiro così tanto per questo- non capisco-” la voce gli si spezzò, e scrollò le spalle scoraggiato.
 
“Conosci Andrew da più tempo di me,” gli disse Blaine, “cosa pensi che stia succedendo tra di loro?”
 
“Ti ho detto che Kurt non è propriamente uno zuccherino, attorno a lui- gli urla sempre contro, e lo tratta male. Ho avuto più volte l’impressione che fosse stanco di lui, e che stesse finalmente per lasciarlo, ma stanotte-” si mosse sul sedile a disagio. “Non ho mai visto Andrew comportarsi così. È spesso geloso di Kurt, ma non aveva mai fatto realmente del male a qualcuno, e-” fece una pausa, togliendosi gli occhiali e pulendoli con il lembo del maglione. “Non avrei mai pensato che Andrew potesse fargli del male,” continuò scuotendo la testa. “Kurt è così forte, e odia il bullismo. Lui mi ha salvato, una volta in cui dei ragazzi mi stavano minacciando. È il mio eroe, e semplicemente non riesco a immaginare che abbia potuto lasciare che Andrew gli mettesse le mani addosso senza lottare-” rimasero in silenzio per il resto del viaggio. Blaine pagò l’autista con i soldi di Kurt, e ne offrì a Chandler per tornare a casa.
 
“Ti dispiacerebbe se restassi con te, per un po’?” chiese questo esitante. “Non sono davvero dell’umore per tornare al mio dormitorio e rimanere da solo per il resto della notte a preoccuparmi per Kurt. Posso rimanere, almeno finché non abbiamo la certezza che Kurt stia bene?”
 
“Certo,” rispose Blaine, facendogli cenno di uscire dal taxi. “Vieni con me.”
 
 
 
 
Riponendo le chiavi, Blaine condusse il suo ospite nell’edificio, e poi su per le scale, nell’appartamento di Rachel. Aprì velocemente la porta ed entrò, chiamandola a gran voce. Trovò la ragazza rannicchiata sul divano, il volto rosso e gonfio a causa delle lacrime.
 
“Gli hai parlato?” gli chiese Blaine ansiosamente, precipitandosi da lei.
 
“Non mi risponde al telefono,” disse lei, singhiozzando e gesticolando. “Qualcosa non va.”
 
“C’è più di qualcosa che non va.” Assentì Blaine, sedendosi accanto a lei sul divano. “Ma a cosa ti stavi riferendo?”
 
“Abbiamo giurato di rispondere sempre alle chiamate dell’altro, non importa dove siamo, o che ore siano. Ha giurato! E ora non mi risponde! Non mi risponde!”
 
Era sul punto di gettarsi tra le sue braccia, in lacrime, quando con la coda dell’occhio scorse Chandler nell’ingresso, a disagio.
 
“Chi sei tu?” chiese asciugandosi gli occhi e scrutando il ragazzo biondino vestito di verde con enormi occhiali e un sorriso timido.
 
“Sono Chandler Kiehl, felice di conoscerti.” Le tese la mano, ma il suo sorriso era imbarazzato. “Scusami, per l’intrusione.”
 
“Ti sei portato qualcuno a casa?” Rachel alzò la voce incredula, ignorando la mano che l’altro gli tendeva. “Non posso credere che tu possa pensare al sesso mentre Kurt è in mezzo ai guai!”
 
“Io non- Chandler non è-” balbettò Blaine, fermando Rachel dalla sua corrente di pensieri sbagliati. “Ti ricordi il ragazzo che Kurt ha incontrato da Belle note?”
 
Sì, ma questo che c’entra?”
 
“Questo è lui.” indicò il suo ospite.
 
Tu sei Chandler?” chiese lei sorpresa, alzando e abbassando lo sguardo. “Il ragazzo misterioso con cui Kurt flirtava per messaggi? Sei stato tu a scrivergli tutte quelle cose carine, come ‘dovresti essere un’astronauta, perché il tuo sorriso e fuori dal mondo’?!”
 
“Una linea un po’ banale, da seguire, lo so, ma sembrava funzionare così bene con lui.” scrollò le spalle.
 
“Pensavo che fossi più- uhm alto.” Scrollò le spalle a sua volte, e prese un fazzoletto dalla scatola, soffiandosi rumorosamente il naso. “Non ha importanza.”
 
“Kurt mi ha detto di assicurarmi che Blaine tornasse a casa e che fosse tutto apposto, quindi eccomi qui.” Spiegò lui. “Quindi, anche tu sei un’amica di Kurt?”
 
Rachel annuì, ma non rispose, perché il suo volto era nuovamente rigato di lacrime, mentre cominciava a singhiozzare disperata. “Abbiamo fatto un giuramento! Un giuramento con i mignoli!”
 
Blaine le accarezzò la schiena gentilmente. “Calmati, Rachel, andrà tutto bene.”
 
“Giusto un momento fa mi hai detto che Kurt viene picchiato da Andrew!” urlò lei.
 
“Non lo so,” confessò ricadendo sul divano. “Non ho di certo le prove di quello che sta succedendo. Proviamo a chiamarlo di nuovo, va bene?”
 
“Uhm, credo che sia meglio che me ne vada..?” disse Chandler, non volendo disturbare. “Capisco la situazione.”
 
“No, puoi rimanere, se vuoi,” disse Blaine, dopo aver silenziosamente chiesto a Rachel.
 
“Vuoi un pezzo di torta di mele?” chiese, indicando la torta posta sul tavolino da caffè. “E’ la preferita di Kurt-” lei parole furono soffocate da un altro rumoroso singhiozzo. Compose il numero di Kurt, provando nuovamente a chiamarlo, e continuando a mormorare qualcosa sui giuramenti.
 
“Perché vi siete promessi di rispondere sempre alle chiamate dell’altro?” chiese Chandler, servendosi un abbondante pezzo di torta.
 
“Perché si sentiva in colpa per non aver risposto alle chiamate di Blaine,” rispose Rachel, asciugandosi le lacrime.
 
Blaine alzò lo sguardo. “Cosa?”
 
“Mi ha detto di non aver risposto al telefono, la sera in cui hai chiamato per dirgli di aver vinto le elezioni studentesche,” spiegò lei. “Era a una festa con Isabelle e ha rifiutato la chiamata. Poi se n’è pentito davvero. Dopo che avete rotto, non ha parlato altro che di quello per settimane, fino a che non gli ho suggerito di imparare dai suoi errori. Così abbiamo giurato di rispondere sempre alle chiamate dell’altro, non importa che cosa stia succedendo intorno a noi.”
 
“E’ una cosa dolce,” disse Chandler, la bocca piena di torta. “Vorrei avere un amico così. Dovete essere molto uniti.”
 
“Veramente, ci siamo un po’ allontanati, ultimamente,” confessò Rachel, il telefono ancora pressato contro l’orecchio. “Gli voglio un bene indicibile, ma sento come se si stesse allontanando da me, e non so il perché. È andata sempre peggio, da quando ha cominciato  a uscire con Andrew.”
 
Blaine aggrottò le sopracciglia, poggiandosi il mento sulle mani, e passandosi le dita tra i capelli. Si sentiva così male. Tutte le volte in cui Kurt aveva ignorato le sue chiamate si era sentito così ferito e perso che voleva urlare, e arrabbiarsi con lui, ma non gli aveva mai detto una parola. A sentire, in quel momento, che Kurt si era reso conto dei suoi errori, e capito di averlo ferito, non rispondendo al telefono, gli fece male al cuore. Se Kurt si era sentito colpevole, allora perché non aveva detto niente? Perché aveva punito Blaine con il silenzio per tutto quel tempo?
 
Fin da quando Kurt si era trasferito a New York, le loro conversazioni avevano cominciato a diminuire e, anche se parlavano al telefono, o su Skype tutti i giorni, Blaine aveva la sensazione che lo stessero entrambi facendo per una sorta di dovere.
 
Kurt!” Rachel quasi saltò dal divano, quando finalmente ricevette risposta.
 
Blaine si tese immediatamente, guardando Rachel attentamente, mentre lei attivava il vivavoce.
 
“No, sono io,” disse Andrew. “A cosa dobbiamo l’onore di una telefonata alle tre del mattino?” chiese scocciato.
 
“Voglio parlare con Kurt!” rispose lei risoluta. Blaine era impressionato dal modo in cui era passata dall’essere un disastro singhiozzante all’amica forte.
 
“Temo che sia indisposto, al momento,” rispose Andrew, ma c’era qualcosa, nella sua voce, che mise immediatamente Blaine sull’attenti.
 
“Non mi interessa. Voglio parlargli. Adesso.” Insisté.
 
“Va bene,” rispose sbuffando. “Vedrò quello che posso fare.”
 
Blaine spalancò gli occhi, sentendo il distante suono di colpi ripetuti, provenienti da dovunque  Andrew fosse. Il rumore crebbe d’intensità, mentre Andrew evidentemente si avvicinava. Blaine poteva anche sentire una voce soffocate, ma chiaramente arrabbiata... la voce di Kurt? Che cosa stava succedendo?
 
Lo sentirono anche gli altri, cominciando a scambiarsi sguardi confusi. Chandler aveva anche smesso di masticare, come se non volesse perdersi un singolo secondo.
 
“Ehi, la tua amichetta ti vuole al telefono!” urlò Andrew, e poi ci fu un altro forte rumore, come se qualcuno stesse picchiando contro una porta. “Hai intenzione di calmarti, adesso?”
 
“Lasciami uscire da qui, Drew!”
 
I tre si tesero, mentre ascoltavano le urla furiose. Rachel strinse forte il ginocchio di Blaine, e Chandler posò il piatto, senza nemmeno provare a inghiottire il pezzo di torta che aveva in bocca.
 
“Soltanto se prometti di comportarti bene,” ripeté freddamente Andrew. “Puoi farlo?”
 
“Fammi uscire e dammi il mio fottuto telefono!”
 
Blaine stava trattenendo il respiro, ascoltando una serratura che scattava, e un fruscio. Poi la voce di Kurt si fece più forte. “Lasciami in pace, Andrew! Dico sul serio! Lasciami parlare con Rachel. Da solo.”
 
“Dille che non può continuare a chiamare a quest’ora della notte!” sbottò l’altro. “Le persone decenti vogliono dormire!”
 
“Lei può chiamarmi quando vuole!” replicò Kurt. “E tu sei lontano dall’essere decente, Drew. Le persone decenti non cominciano una rissa per strada come un qualunque Neanderthal che non può controllare i suoi istinti.”
 
“Come vuoi,” rispose Kurt. “Fottiti, Kurt. Io vado a dormire.”
 
E poi finalmente Kurt rispose, la voce rauca, a causa delle urla. “Rachel? Mi dispiace così tanto, Rachel, non volevo ignorare le tue chiamate. Il telefono era in un’altra stanza, e credo di essere svenuto, per un po’.”
 
“Kurt, Andrew ti ha rinchiuso da qualche parte?” chiese con orrore.
 
“Solo uno dei suoi stupidi scherzi,” disse lui.
 
“Beh, non è divertente!” Rachel era fuori di sé. “Non può rinchiuderti!”
 
“Era solo preoccupato per la tappezzeria,” replicò Kurt, come se quello spiegasse tutto.
 
“La sua- cosa?!” Rachel non riusciva a seguire la sua logica.
 
“Ho bevuto troppo, stasera, e continuo a vomitare, così mi ha chiuso in bagno, va bene?”
 
“A che stavi pensando, Kurt? Mai sentito parlare di coma etilico?!” lo rimproverò lei. “Il professor Shue ce lo ha detto, durante la settimana della coscienza sull’alcool. Okay, eri alla Dalton, in quel periodo, ma era la settimana in cui ho dato la mia prima festa, e ho baciato Blaine, e quello dovrebbe darti abbastanza ragioni per immaginare che cosa l’alcool ti porta a fare. Pensa, prima di bere, Kurt! Le persone fanno le cose più pazze, quando sono ubriache!”
 
“Ehi, dammi una pausa!” sospirò Kurt. “Non sono un alcolizzato, Rachel. Ero solo nervoso perché Blaine era lì. È con te, adesso? Sta bene? Andrew lo ha ferito, Rachel!”
 
“Lo so,” rispose lei. “E’ seduto accanto a me. Sembra un po’ ammaccato, ma sta bene.”
 
“Devi essere sicura che stia bene, Rachel!” insisté. “Blaine è una di quelle persone che ti assicurano di stare bene anche quando stanno sanguinando ovunque, e Andrew lo ha colpito davvero pesantemente.” la voce crebbe di intensità, nuovamente arrabbiata. “In faccia, Rachel, lo ha colpito in faccia! Lo sa che il viso che una zona da evitare assolutamente.”
 
“Kurt, se ti importa così tanto, di lui, perché non te ne sei assicurato da solo?” chiese lei confusa. “Perché sei andato via con Andrew?”
 
“Perché mi sono reso completamente ridicolo. Blaine dovrà pensare che io sia davvero patetico. Volevo mostrargli quando sia diventato sexy, ma invece mi sono comportato come un maniaco. Dio, deve davvero odiarmi.”
 
Nessuno ti odio, Kurt!” disse Rachel risolutamente. “Noi ti amiamo, e vogliamo che tu sia al sicuro. Anche quel ragazzo, la tua cotta di Belle note, sta assistendo alla tragedia sul nostro divano. Infatti, i ragazzi stanno ascoltando, giusto perché tu lo sappia.
 
“Grandioso, solo- grandioso.” Sospirò, la voce tremante. “Chi altri si sta godendo lo spettacolo? Perché non lo condividi con la radio nazionale? La crescita e la caduta di un insignificante ragazzo gay dell’Ohio. Scommetto che entrerebbe nella top ten dei Chi Cazzo Se Ne Frega.”
 
“A noi importa!” rispose Blaine, avvicinandosi al telefono nella mano di Rachel. “E non ti odio, Kurt, non potrei mai odiarti. Ti ho implorato di rimanere! Come puoi pensare che volessi che tu andassi via con Andrew?” Provò a mantenere un tono di voce rilassato, ma temeva che la sua preoccupazione fosse ben udibile in ogni tremante sillaba.
 
“Siamo tutti davvero preoccupati, per te,” aggiunse Chandler, “perché non capiamo che cosa stia succedendo tra te e Andrew.”
 
“Non sta succedendo niente,” rispose Kurt con una risata, ma suonando sulla difensiva. “Viviamo insieme. Litighiamo. Tutte le coppie lo fanno. Che cosa c’è di così difficile, da capire? Perché non potete semplicemente farvi i vostri dannatissimi affari?!”
 
“Per favore, Kurt, dicci dove abiti,” Rachel prese il telefono e cercò di parlare il più tranquillamente possibile, tenendo la voce bassa e amichevole. “Dicci dove possiamo trovarti e saremo lì in un minuto, va bene?”
 
“Per cosa? Così che possiate urlarmi contro meglio e svegliare tutto il vicinato?”
 
“Oh, urlerò, ma non contro di te,” promise Rachel. “Ho qualche parolina da dire ad Andrew!”
 
“Non ce n’è bisogno. L’ho già fatto io,” rispose Kurt sbuffando. “Non si azzarderà mai più ad alzare una mano contro Blaine.”
 
“Bene, ma che mi dici di te?” chiesa secca. “Non voglio che ti faccia del male, Kurt.”
 
“Lui non-” cominciò, ma Rachel lo interruppe all’istante.
 
“E’ arrivato il momento di dire la verità, Kurt. Ti sto chiedendo di dirmela, per favore.” Il labbro inferiore le tremava, mentre si pressava il telefono contro l’orecchio. “Andrew ti ha fatto del male?”
 
Blaine fissò il telefono, pregando che Kurt lo ammettesse, così che avrebbero potuto aiutarlo.
 
“Che cosa importa?” rispose finalmente, prendendo un profondo respiro.
 
Che cosa importa?” rispose Rachel sull’orlo delle lacrime. “Sei fuori di testa?! Non ha nessun diritto di trattarti in quel modo. Tu te ne andrai da lì, mi hai sentito?! Non puoi rimanere con lui!”
 
“Rachel, ti stai comportando in maniera irragionevole. Non è Andrew il mio problema.”
 
“Oh, io mi sto comportando irragionevolmente?” sbuffò. “Per favore, Kurt. Se un ragazzo che ti picchia non è un problema, allora cosa lo è?”
 
“Chiaramente, io sono il problema.” Rispose.
 
“Di che stai parlando?” chiese lei. “Andrew ti ha fatto sentire male con te stesso?”
 
“Oh, andiamo, Rachel, sai perfettamente quanto io possa essere stronzo, e anche Andrew ha un caratteraccio. A volte litighiamo, okay? E quando si arriva alle mani ci si arriva da ambo le parti. È parecchio lontano dall’essere un vero abuso. Posso gestirlo. Sto bene, Rachel.”
 
“Stronzate! Non dirmi che stai bene!” sbottò lei, asciugandosi le lacrime. “Perché non mi hai detto niente? Perché mi hai mentito?”
 
“Sì, ti ho mentito, e mi dispiace,” disse Kurt stancamente. “Ora che abbiamo stabilito che sono un bugiardo, possiamo per favore parlarne domani? Ho un fottuto mal di testa, e tutto ciò che voglio è dormire.”
 
“Oggi è domani,” puntualizzò Rachel. “Sono le due del mattino passate.”
 
“Tutto ciò che chiedo sono un paio d’ore di riposo.”
 
“Okay,” disse lei. “Che ne diresti se ci dicessi dove vivi, così che possiamo venirti a prendere e portarti a casa con noi? Potrai dormire nel tuo letto! Come ti sembra?” tentò Rachel gentilmente.
 
“Non offenderti, ma non ho molta voglia di vedervi, in questo momento,” disse Kurt.
 
Rachel e Blaine si scambiarono uno sguardo confuso.
 
“Perché no? Siamo tuoi amici.”
 
“Sì, siete miei amici, Rachel, ma mi sento disgustoso e sporco, al momento, e non voglio che voi mi guardiate con la pietà negli occhi come se fossi un cucciolo perduto che avete trovato per strada. Ho davvero bisogno di dormire, fino a che mi dura il cerchio alla testa, visto che di solito devo usare i sonniferi, ed è così difficile addormentarsi e-” Kurt cominciò a singhiozzare. “Fa tutto semplicemente schifo.”
 
“Lo so tesoro, lo so,” disse Rachel dolcemente. “Abbiamo tutti quelle giornate in cui fa tutto schifo.”
 
“Ma non si ferma mai, Rachel. Continua a fare così male, semplicemente non riesco a farlo fermare.”
 
“So che fa male,” mormorò, di nuovo vicina alle lacrime. “Ma lo supereremo insieme, okay?”
 
Kurt non rispose, ma tutti potevano sentirlo piangere.
 
“Kurt, per favore non piangere,” disse Blaine, desiderando di poterlo stringere tra le braccia e non lasciarlo. Non poteva sopportare di sentirlo piangere. “Tu non sei disgustoso o patetico, Kurt. Tu sei bellissimo, e perfetto e- e così sexy, Kurt. Non ho potuto semplicemente toglierti gli occhi di dosso per tutto il tempo.”
 
“Io nemmeno,” aggiunse Chandler, ma poi, quando Blaine lo fulminò, arrossì e si tolse gli occhiali per pulirli sul maglione.
 
“Mi dispiace che Andrew ti abbia colpito, Blaine,” disse Kurt tirando su con il naso.
 
“Non preoccuparti per me, io sto bene.” Rispose toccandosi la ferita sul mento con cautela.  “Mi ha a malapena toccato. D’altra parte, mi prenderei qualsiasi pugno, se sapessi che se no sarebbe indirizzato a te.”
 
“Scusami per aver rovinato la tua prima sera a New York,” disse Kurt, la voce carica di emozioni.
 
“Non lo hai fatto. Non hai rovinato niente. Ho amato vederti, ho amato ballare con te,” disse Blaine, mordendosi il labbro, mentre ricordava quell’abbraccio meraviglioso che avevano diviso sulla pista. “Veramente, ballare con te è stata la parte più bella della serata. Grazie, per quello.”
 
“Anche a me è piaciuto ballare con te,” ammise Kurt.
 
Il viso di Blaine si aprì in beatitudine e dolore allo stesso tempo. Era così felice di sentirlo, ma allo stesso tempo faceva così male.
 
“Spero che tu sappia che non potrei vivere senza di te!” disse Rachel. “Per favore, non fare niente di stupido! Promettimelo!”
 
“Non essere melodrammatica, Rachel,” sospirò Kurt. “Se è il dramma che cerchi, chiedi a Chandler la sua collezione delle stagioni di Gossip Girl.”
 
“Kurt?” Chandler parlò di nuovo. “Ti ricordi quella notte al Babylon, quando sono venuto lì per la prima volta? Quando stavo andando via e quei ragazzi hanno cominciato a prendermi in giro, e tu sei arrivato a difendermi?”
 
“Certo che mi ricordo,” rise Kurt. “Indossavano le camicie più brutte su cui abbia avuto il dispiacere di posare gli occhi.”
 
“Ti ho mai detto di essere stato davvero, davvero spaventato, quella sera?”
 
“Non c’era bisogno che tu me lo dicessi, Chandler. L’ho visto. So che aspetto ha la paura, sul volto delle persone, credimi.”
 
“Ma tu non eri affatto spaventato, Kurt!” disse cominciato a gesticolare. “Erano enormi, e io ero solo, e dentro di me avevo già l’immagine di me stesso violentato e buttato nell’Hudson, ma poi sei arrivato tu. Mi hai guardato e li hai respinti solo grazie alle tue parole e ai tuoi comportamenti da stronzo. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per me, prima!”
 
“Quando vuoi,” rispose Kurt, cambiando poi tono di voce. “Noi Newyorchesi dobbiamo rimanere uniti, no?”
 
Chandler rise felicemente. “Tu sei meraviglioso, Kurt Hummel, e voglio solo farti sapere quando ti ammiri e ti voglia bene.”
 
“Oh, grazie, ti voglio bene anche io, Chandler.”
 
Lui arrossì. Pesantemente! Blaine strinse i denti irrigidendosi. Non sapeva perché, ma vedere le guance arrossate del biondo, e sentire quello scambio di effusioni lo aveva ingelosito parecchio.
 
“Bene, quindi andremo tutti a dormire, e domani ci vediamo alle dieci per colazione!” decise Rachel.
 
“Ugh, facciamo per l’ora di pranzo,” negoziò Kurt.
 
“Facciamo per un brunch.” Concesse Rachel, “Ci vediamo alle undici al Tic Toc Diner.”
 
“Fai alle undici e mezza e sarò lì.”
 
“Va bene,” replicò soddisfatta.
 
“E Blaine?” disse Kurt esitante.
 
Blaine praticamente saltò sul posto. “Sì?”
 
“So che mi hai rubato il CD. Non sei un bravo ladro, e come bugiardo sei anche peggio.”
 
“Oh, mi dispiace, io-” arrossì e balbettò. Si sentiva incredibilmente stupido, per l’essersi fatto beccare, dopo tutto quello che stava cercando di fare per dimostrare a Kurt di essere degno di fiducia. Rubare cose non avrebbe aiutato.
 
“Puoi tenerlo,” rispose con un sospiro. “Era per te, in ogni caso, anche se temo che abbia perso il suo significato. L’ho registrato parecchio tempo fa.”
 
“Okay, grazie,” ripeté. “Sono sicuro che mi piacerà, qualunque cosa sia.”
 
“Buona notte, ragazzi.” Disse Kurt, e gli altri gli risposero in coro, prima che chiudesse la chiamata.
 
“Oh mio,” sospirò, crollando sul divano. “Mi sento come se fossi appena scesa dalla più spaventosa delle montagne russe. Sono abbastanza sicura di aver attraversato più emozioni in questi cinque minuti che in una qualsiasi lezione di teatro. Mi sento così scossa, e nemmeno più sollevata.”
 
“Suppongo che Kurt si senta alla stessa maniera,” disse Chandler. “Sembrava abbastanza confuso. Diamo la colpa all’alcool, ne ha bevuto troppo, stasera.”
 
Blaine non disse nulla. Si alzò e prese il CD dalla sua giacca. Voleva ascoltarlo in privato, perché sentiva che anche Kurt voleva mantenerlo privato, ma ora che sapeva che Kurt lo aveva originariamente registrato per lui, Blaine aveva semplicemente bisogno di sapere che cosa contenesse, e non gli importava se Rachel e Chandler erano presenti.
 
Così lo mise nello stereo, preparandosi ad accettare il dolore che ascoltarlo gli avrebbe indubbiamente causato. Presuppose che dovesse trattarsi di una canzone d’amore, probabilmente cantata da Kurt prima che rompessero, e che poi ovviamente non gli aveva più dato.
 
 
Chiudendo gli occhi, prese un profondo respiro e premette il pulsante play.
 
Un pianoforte partì soffusamente, e poi Kurt cominciò con una voce lenta e triste.
 
“Many moons have come and gone
And this little heart’s still holding on
To what could be, maybe should be, baby
Crazu is all it’s making me
 
You’ve got four and twenty hours
Just one day to prove to me
That your love has got the power
Make me believe
That you’re the man for me, baby.”
 
Rachel si unì a lui, asciugandosi le lacrime. “Voleva spedirtela per il Ringraziamento.”
 
“Lui voleva spedirmela? Al Ringraziamento?” chiese sconvolto. “Lui ha registrato questa per me dopo che abbiamo rotto?”
 
“Sì, ed è stato combattuto per settimane sul mandartela oppure no. Poi ha deciso di non farlo, perché ha pensato che fosse arrogante, da parte sua, spedirtela. La canzone dice che avrebbe voluto darti una chance per provargli il tuo amore, ma credo che dopo un po’ abbia cominciato a pensare che fosse arrogante, da parte sua chiederti di dimostrargli il tuo amore, visto che anche lui ha commesso degli errori, e probabilmente era colpevole del fallimento della vostra relazione tanto quanto lo eri tu.”
 
Rachel si risedette sul divano, e Blaine la fissò.
 
“Posso avere una copia del CD?” si intromise Chandler, spaventando Blaine, che aveva quasi dimenticato che lui fosse ancora lì.
 
“Puoi andartene a calci nel sedere,” grugnì Rachel, suonando estremamente pericolosa, sotto il cuscino che stava abbracciando. Una ragazza stanza, sconvolta e in pigiama non era qualcuno con cui discutere.
 
Blaine scrollò le spalle. “Ti chiamo un taxi. Dovremmo tutti provare a dormire un po’.”
 
 
 
 
 
Blaine non riusciva ad addormentarsi.
 
Spostò la borsa del ghiaccio che Rachel gli aveva dato dal mento alla guancia. Poteva ancora sentire il sapore del sangue sulla lingua. Aveva messo il CD in un lettore portatile, e continuava ad ascoltare quella canzone ancora e ancora.
 
See the sands of the hourglass
Are slipping through your hands
Every grain has got to hurt you
Takes you further from your chance
 
See everyday I walk out of my front door
And I’ve been wishing and hoping
That today is the day that you’re gonna smile in front of my face
 
Tell me that you love me
Tell me you gonna be a man”
 
Si girò e rigirò, non potendo togliersi dalla mente gli avvenimenti della serata. Era già abbastanza duro pensare ad Andrew che baciava e toccava Kurt, essere vicino a Kurt, ma sapere che Andrew abusasse di lui era incomparabile. Blaine voleva così tanto provare a Kurt di poter essere quello che Kurt voleva che fosse.
 
You got one day
I will give you 24 hours, baby
That’s all you should need
 
24 hours should be enough for you, love
Just make me believe
That you’re the man for me, baby
 
I gotta believe you, baby
I’m gonna need more than flowers”
 
Più dei fiori..
 
Si, avrebbe dovuto fare molto di più dei fiori, molto di più di una semplice canzone. Era tempo di agire. Dopo tutto, le azioni parlano molto più forte delle parole.
 
“Four and twenty hours
It should be more than enough for you.”
 
  
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