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Autore: _petrichor_    13/04/2014    5 recensioni
Una larry breve e molto molto fluff.
Dal testo: "«Mi piacciono i tuoi capelli, sono ricci. Amo i ricci, io li ho lisci e li odio, per questo li nascondo sotto i cappelli. A casa ne ho un sacco, ora che ci penso ne avrei uno che ti starebbe benissimo, domani te lo porto okay? Sì, oddio già ti immagino. E' un cappello con la faccia di pikatchu, sai che ti somiglia?»
Questo è matto. Un cappello di pikatchu, sul serio? E Harry dovrebbe indossarlo davanti l'intera scuola? Oh no. No, no, no, no.«Ehm, ti ringrazio, ma sto bene anche così.» cerca di sviare a una possibile figura di merda"
Un Louis molto-troppo-espansivo. Ed un Harry con non pochi problemi con la grammatica.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grammar.



Harry Styles non è mai andato d'accordo con i verbi, ma ,in particolare, il verbo "iniziare" gli provoca tanti problemi.
Oh no, non stiamo parlando di coniugare al passato remoto o al congiuntivo presente, Harry ha un problema con il mettere in pratica i verbi.
Studiare, ad esempio, è un altro di quelle voci verbali che Harry ha difficoltà ad applicare e sì, ha sviluppato una forte antipatia verso di esso, soprattutto quando è utilizzato all'imperativo.
Harry odia l'imperativo. "mangia!" "pulisci!" "concentrati!" "sta zitto!" Non sopporta che le cose gli vengano imposte, Harry è uno spirito libero, un cavallo selvaggio, un leone indomabile. Forse. Sì, insomma, Harry odia farsi mettere i piedi in testa.
Comunque, dicevamo, Harry ha un grosso problema con il verbo "iniziare", soprattutto quel giorno di Settembre, con lo zaino in spalla e una macchia di rossetto sulla guancia lattea.
«Buona fortuna Harry, ti aspetto all'uscita. Comportati bene nella nuova scuola.» solite raccomandazioni da madri single e ansiose.
Harry ha un problema: di iniziare la scuola proprio non ne ha voglia.

I corridoi della St. Nicolaus sono bianchi, troppo bianchi, Harry si chiede se in passato fosse stata una specie di manicomio. Cammina tra quelle mura pallide, il suo sguardo analizza ogni volto ancora sconosciuto venendo ricambiato da un'occhiataccia, ma ad Harry non importa, per cui si stringe nelle spalle e va avanti. Dov'è la segreteria? Sarà un buon quarto d'ora che vaga nell'istituto, possibile che non ci sia nemmeno un bidello ad indicargli la giusta via?

In verità, Harry sa che la giusta via è quella del ritorno a casa, ma si impone di mantenere la calma e sopravvivere al primo giorno di scuola.

«Cerchi qualcosa?» no, okay davvero qualcuno si è degnato di aiutarlo? Harry si volta e incontra due occhi azzurri vivaci e attenti che lo scrutano divertiti. «La mia classe.» risponde il riccio non prima di aver inghiottito a vuoto un po' d'aria.
«Ah sei nuovo! Beh, avrei dovuto immaginarlo, un faccino del genere non si incontra tutti i giorni.» dice quello, è basso e ha i capelli castani coperti da un cappellino di lana grigia. «Mh, comunque sono Louis, posso essere la tua guida, cioè, se vuoi. Sai stamattina il quinto anno entra un'ora dopo, è una fortuna per me, sai sono un tipo dormiglione, ce ne vuole per farmi alzare dal letto, e almeno il primo giorno di scuola sarò in orario. No, aspetta, ancora non so come ti chiami. Parlo troppo, scusa, me lo dicono spesso, ti sto annoiando? Oddio si che ti sto annoiando. Scusa.» Louis si copre la faccia con una mano, riuscendo a stento a coprire il rossore dei suoi zigomi. Harry, invece, scuote il capo e con un sorriso rassegnato «Non preoccuparti» dice «ora però aiutami.»
«Sicuro ehm..» Ah giusto. 
«Sono Harry.»
«Vieni con me Harrey!»

Louis si rivela una pessima guida, ma in compenso è simpatico, riflette Harry, certo, se si tralascia il fatto che sia una persona molto appiccicosa e soprattutto che tocca la gente mentre parla. Harry odia essere toccato, in qualsiasi parte del corpo, eppure Louis, lo fa, ignorando complentamente gli sbuffi di Harry quando gli poggia una mano sulla spalla o quando gli pizzica le guance.
«Mi piacciono i tuoi capelli, sono ricci. Amo i ricci, io li ho lisci e li odio, per questo li nascondo sotto i cappelli. A casa ne ho un sacco, ora che ci penso ne avrei uno che ti starebbe benissimo, domani te lo porto okay? Sì, oddio già ti immagino. E' un cappello con la faccia di pikatchu, sai che ti somiglia?»
Questo è matto. Un cappello di pikatchu, sul serio? E Harry dovrebbe indossarlo davanti l'intera scuola? Oh no. No, no, no, no.«Ehm, ti ringrazio, ma sto bene anche così.» cerca di sviare a una possibile figura di merda.
«Certo che stai bene anche così, anzi, in realtà stai benissimo, ma domani lo porto lo stesso, ti preeego, indossalo, fallo per me.» Una faccia da cucciolo? Una fottutissima faccia da cucciolo? «E va bene.» Stupida scuola, stupida segreteria, stupido Louis e stupido pikatchu.

"Finalmente" è un bell'avverbio, rifette Harry. "Finalmente è guarito dal cancro" "Finalmente si è ripreso dal coma" Finalmente mi sono liberato di Louis.
Okay, paragonare Louis a un coma o a un cancro non è una cosa carina, ma Dio Santo quanto stressa. Finalmente Harry è nella sua classe, seduto in un banco all'ultima fila e-che culo-ha anche la finestra vicino.
Finestra che si rivela molto utile sin dal primo momento, quando un grasso ometto pelato, inizia a parlare di teoremi.

La finestra affaccia sulla palestra esterna costituita da un campetto utilizzato per basket, calcetto e pallavolo. Non male per una scuola che su Google ha ricevuto solo due stelle su cinque.
Oh, una classe sta andando a fare educazione fisica.
Sperare.
Harry spera di sbagliarsi, ma in cuor suo sa che il ragazzo con la maglia rossa e la tuta griga in tinta con il cappellino di lana è Louis, lo stesso Louis che sperava aver seminato per il resto della giornata e che, invece, ora lo saluta dal basso, con un sorriso sincero sulle labbra.

Harry non aveva proprio voglia di trasfersi, iniziare la scuola e incontrare quel Louis, ma si sa, la fortuna non è mai stata sua fan.

«Ehy Hazza!» Non può essere, no, non ancora, e soprattutto, non un fottuto soprannome. «Eh?»
«Hazza, ti piace? Ci ho pensato oggi durante l'ora di educazione fisica, a proposito, mi hai visto? Ti ho salutato.»
Si, lo aveva visto, e ignorarlo, pensa, è stata la cosa più intelligente che abbia fatto in 16 anni della sua vita.
«No, mi spiace.»
«Non fa niente, lunedì prossimo saprai che sarò in palestra e mi saluterai.» Ma chi è Gesù? Come fa una persona ad essere sempre così allegra e soprattutto, come fa una persona ad essere allegra alla fine del primo giorno di scuola, dopo cinque ore di lezioni sfiancanti?
«Già.»
«Non sei un tipo chiacchierone, vero? Beh, meglio così, gli opposti si attraggono.»
Ma che cazzo? "Vi prego fa che non sia un tentativo di flirt, vi prego fa che non sia un tentativo di flirt." «Posso avere il tuo numero? Magari ci mettiamo d'accordo e domani veniamo a scuola assieme.» E' un tentativo di flirt.
«In realtà io vengo in macchina, abito un po' lontano.» Arrenditi, forza.
«Guidi?» chiede il castano non abbandonando il sorriso.
«no, ehm.. mi accompagna mia madre.»
«Dì a tua madre che può risparmiare i soldi per la benzina. Da domani vieni a scuola con la mia moto, di solito non la uso perchè sono abbastanza vicino, ma non mi pesa venire a prenderti.»
«Ma non eri sempre in ritardo?» è l'ultimo tentativo che gli rimane, sa che cederà, che accetterà, ma deve provarle prima tutte.
«Mi sveglierò presto solo per te, love. Comunque quella signora ci sta fissando, credo sia tua madre. Okay, non hai tempo per darmi il tuo numero, per cui..» In meno di un secondo, Louis afferra il cellulare che Harry ha nella tasca posteriore del jeans e digita qualcosa velocemente. «Ecco, salvato. Ho fatto uno squillo al mio numero. Ti scrivo io, a domani.»

Harry entra in macchina in un battibaleno, ignora il "Hai già fatto amicizia, Har?"di sua madre e chiude gli occhi. Deve dimenticare tutto, dalla noiosa lezione di Biologia alla faccia di Louis fin troppo sorridente.
Un "bip" lo costringe ad aprire gli occhi, afferrare il cellulare e leggere il messaggio appena arrivato da un certo "Boo".
Ehy, sono Louis, sappi che sto arrossendo per il nome con cui ho salvato il mio numero, ma, comprendimi, era quello più veloce da digitare. Dimmi dove abiti, domani passo a prenderti alle sette e mezza.
Harry pensa che una ricerca in internet sulla posizione degli astri di quel giorno sia la cosa migliore da fare, sicuramente risulterà che "Marte e Saturno sono allineati in modo tale che Harry Styles passi la giornata più brutta della sua vita"
«Non rispondi?» chiede Anne con un sorriso. Stupide madri impiccione, il loro istinto di protezione Harry lo detesta.
«Non mi va.»
Anne sospira scuotendo il capo, ma sorride. Harry è consapevole che Anne sa che il messaggio sia del ragazzino dagli occhi blu che lo importunava-esatto, importunare è il verbo corretto- all'uscita, e detesta il fatto che le madri sappiano sempre tutto, ma deve arrendersi alla vita e proseguirla nel modo meno doloroso possibile.
A cena Harry ancora non ha risposto a Louis, ha ignorato 7 messaggi e 3 chiamate da parte del ragazzo, e ha intenzione di ignorare anche le prossime.
«Ma perchè fai così? Sembrava simpatico.» chiede sua madre porgendogli un piatto con pollo e purè.
«Sembrava, infatti.»
«Quanto sei difficile Harry, si può sapere almeno che vuole da un antipatico come te?» domanda sua sorella Gemma con mezza coscia del volatile in bocca. Anche sua sorella. Marte, Saturno? Vaffanculo.
«Sapere dove abito, domani vuole venire a prendermi con la sua moto e accompagnarmi a scuola. Non ho bisogno di un fottuto babysitter.» sbuffa pasticciando la poltiglia bianca nel piatto
«Sei un idiota, beh, comunque problema risolto: gli ho detto io dove abiti.» Gemma deve prepararsi a una vendetta, meglio per lei se per un po' evita di lavarsi i denti con il dentifricio comune.

Alle sette e trentadue Harry stringe la vita di Louis, ha la faccia schiacciata contro la sua schiena e indossa uno stupido cappellino giallo con la faccia di un pokemon.
«Te lo avevo detto! Ti sta benissimo, e poichè ti sta così bene te lo regalo. Sei contento?»
No, per niente. «Ahah si, grazie.»
«Me lo dai un bacino allora?» CHECCOSA. «ahahah scherzavo, Ehy! Per chi mi hai preso? Non sono uno che bacia al primo appuntamento.»
Sua sorella la pagherà molto, molto cara. «Ma non è un appuntamento, questo.» lo corregge, Harry, con un sospiro.
«Non sapevo fossi così pignolo. Non sono uno che bacia prima del primo appuntamento. Meglio?» No, non è meglio. Non avranno mai un primo appuntamento, che sia chiaro.
«Mh.»
«Siamo arrivati, e non sono nemmeno in ritardo!» Harry smonta dalla moto, ringrazia velocemente Louis per il passaggio e corre in classe, per sua sfortuna dimenticando di togliere il cappello di pikatchu prima di entrare e far ridere 23 alunni, compreso il professore.
Sono passati cinque giorni da quella mattina, e Louis ha accompagnato cinque volte Harry a scuola con la sua moto, lo ha costretto ad indossare quello stupido cappello a cui si è aggiunto uno a forma di panda, e per cinque sere di seguito gli ha inviato un "ci vediamo domani, babe."
Dopo cinque giorni, però, Louis invita Harry a casa sua per un thé. Dapprima Harry rifiuta cetegoricamente inventando una finta nonna morta in Perù, poi però si trova ad accettare sconsolato dopo che Louis gli ha rifilato una delle sue solite facce da cucciolo.
Sono le 5.00p.m. di una soleggiata domenica autunnale, Harry è davanti lo specchio della sua camera, il riflesso mostra un ragazzino magro con gli occhi verdi indossante una felpa grigia con cappuccio su jeans neri stretti e converse bianche al piede.
Sua sorella entra in camera e l'osserva da dietro «Stai molto bene, Harry.» dice, poi afferra il berretto a forma di panda e glielo poggia sui ricci castani. «Ma così è meglio.» Harry sbuffa sedendosi con la sorella sul letto di una piazza e mezzo della sua stanza.
«Proverà a baciarmi.» la voce di Harry è affranta e consapevole delle conseguenze che quel "Thé" porterà.
«Ha detto che non è il tipo che bacia al primo appuntamento, puoi star tranquillo.» cerca di tirargli su il morale Gemma. Harry però non ride, sospira ancora e si lamenta con le mani contro il volto.
«Ma a te piace?» Ovvio che no. Cioè è un bel ragazzo deve ammetterlo, i suoi occhi azzurri da sempre gli creano un vuoto nello stomaco e il suo sorriso invece lo colma. Però no, non gli piace. E' appiccicoso, odia le sue mani dappertutto e il fastidioso affetto che prova per Harry, anche se spesso si ritrova a pensare che è fortunato ad aver trovato una persona tanto presa da lui. Oddio Harry non lo sa se gli piace okay? Forse si, ma potrebbe benissimo odiarlo. «Non lo so.»

Alle 6.30p.m. Harry è a casa di Louis a fissare il fondo della sua tazza di thé. Louis lo guarda sorridente, ci sono solo loro, Louis vive da solo. «Allora, Harry» inizia per smorzare la tensione «che mi racconti?» Questa si che è bella, Harry non è bravo con le parole, non parla molto, ed ora il più grande chiacchierone al mondo, chiede a lui, Harry-ho-un-problema-con-la-grammatica-Styles, cosa gli racconta? Ma facciamo anche di no.
«Nulla tu?»
«Ti racconto che in realtà non speravo venissi davvero, e ti racconto anche che non penso di esserti tanto simpatico. Però sono felice che tu sia qui pur non parlando molto. Ti dirò, mi piace la tua compagnia, mi rilassa, anche se non pronunci parola le tue espressioni dicono molto. Tipo quando ti constringo ad indossare il cappello di pikatchu che ho capito non piacerti molto-»
«No no!» Cavoli non è vero, oddio Harry, cosa combini. «Mi piace..»
Louis sorride. «Oh, allora ho percepito male. Beh meglio così, anche se non hai smentito il fatto che io ti stia antipatico, ma okay ahahah..» La risata non è la stessa, Harry ormai la vera risata di Louis la conosce a memoria, questa invece ha un retrogusto amaro.
«Mi sei simpatico invece..»lo corregge. Louis prende un sorso dalla sua tazza per poi pulire con un tovagliolo le goccioline di thé rimaste attorno alle labbra, Harry fissa queste ultime e non per la prima volta desidera di conoscere quanto morbide siano.
«Harry.» lo richiama, e questi alza lo sguardo per perderlo negli occhi azzurri del ragazzo davanti a sè «mi piaci.»
Harry vorrebbe dire di saperlo già, che l'aveva già capito, che i suoi regali continui avevano parlato per lui, ma si limita ad annuire e «grazie» dire.
Louis ride e 'sta volta Harry riconosce la risata di sempre tanto che un sorriso gli spunta sulle labbra. «Sei la prima persona che sento rispondere con un 'grazie' ad una dichiarazione.» Harry non può fare a meno di ridere e scuotere il capo.
«Scusa, volevo dire "anche tu".» dice allora sopprimendo un sorriso.
«ODDDDDDDIO, piaccio ad Harry Styles. Non ce la faccio, devo scriverlo su facebook assolutamente, devo mandare una cartolina a mia nonna in Groenlandia e tatuarmelo sulla fronte.»
Harry scoppia a ridere più forte e si fionda su Louis che intanto aveva iniziato a correre per la stanza come un matto. «Eddai, smettila!»
Louis si ferma e lo guarda chinando la testa indietro e poggiandola sulla spalla di Harry che lo fissa divertito. «Me lo dai un bacio ora?»
Harry sorride e rotea gli occhi ma si china ugualmente per lasciargli un bacio sulla fronte.
«Malvagio Styles, non voglio un bacio sulla fronte.» dice Louis liberandosi dalla presa del riccio e parandoglisi davanti.
«Ah davvero? E dove?»
Louis scuote il capo «Non farmi essere volgare, Hazza.» Questi spalanca gli occhi assumendo un'espressione shockata e «Tomlinson, ma che pensieri fai!» ma alla fine ridono entrambi come due bambini che hanno appena ricevuto una nuova macchinina rossa da perdere al parco.
«Sto aspettando, Styles.» 
Oh ma vaffanculo tutto! il primo appuntsmento, il thé, Pikatchu, le macchinine. Louis Tomlinson è davanti a lui che aspetta un bacio e non c'è Marte o Saturno che possano rovinargli il momento, per cui afferra il ragazzo per le guance e unisce le loro labbra in un bacio sofferto e voluto da fin troppo tempo.

Harry Styles ha un grosso problema con i verbi, eppure uno gli piace particolarmente.
Baciare.
Baciare Louis Tomlinson, ad Harry Styles, piace.
.. e non poco!




Vabbè ormai saprete che sono un po' imprevedibile nel postare, vi avevo promesso il capitolo della long, ma ehm.. lasciamo perdere vi prego. Non ho un computer e il capitolo che stavo scrivendo PUFF scomparso.
Btw dopo un mese e passa sono tornata a tediarvi con un'altra delle mie -stupidissime- one shot.
Allora questa sappiate che mi è venuta in mente giusto questo pomeriggio, ho inviato un messaggio alla mia beta con "Oggi pubblico una one shot" e ho iniziato a scrivere.
Che posso dirvi mh, niente. Anzi si.
Louis ha 18-19 anni ma credo l'abbiate capito no? E il suo comportamento secondo me è proprio quello che ha adottato per conquistare il nostro caro Harry ad XFactor. Okay evitiamo questo argomento che altrimenti potrei dilungarmi per ore, su twitter ho addirittura scritto come secondo me si sono incontrati eccetera eccetera. Si, in pratica ho scritto una flashfic sulle note, ho fatto lo screen e ho pubblicato.
La os è verde perché, ve lo giuro, anche se ho visto tutti i sextape (2) di Jack Styles e Taylor Sean ancora non riesco a scrivere una scena di sesso.
Vi lascio con la bella(AHAHAHA nO) notizia di una nuova os in fase di scrittura, per ora sono a 7.000 parole, e davvero non so quando sarà pronta.
me ne vado, adieu
twitter: @tomlinsbrave
  
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