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Autore: A n o n y m o u s Rei    13/04/2014    1 recensioni
Harry/Louis||Songfic basata su Come home e Secrets dei One Republic.
Dal testo:
Quando hai sbattuto la porta in faccia a me l’hai sbattuta anche in faccia alla carriera, hai soldi, alla fama, al mondo, alla musica, ma non all’amore.
Perché poi sei rientrato.
Per poco più di qualche secondo, hai attraversato il salotto a grandi passi e mi hai baciato.
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia a Strasburgo, perchè è stata dolorosamente bellissima e mi ha fatto capire quanto sia sola e quanto sia importante l'amore.
 


Come home and secrets.

 



 
Need something that I can confess


C’è un maglione, sotto la pila di vestiti adagiata sulla sedia.

È di un blu navy un po’ scolorito per i troppi lavaggi e con le maniche un po’ sformate ma che profuma ancora incredibilmente dell’unica persona che l’ha mai indossato.

Oltre a te, si intende.

L’hai sempre indossato soltanto dopo che lo indossava lui, perché ha sempre avuto un profumo di casa, la condivisione dei vestiti.

Che fosse una maglietta, la sciarpa, il capello e uno stupido paio di occhiali di plastica comprati a due soldi da un venditore ambulante mentre eravate in vacanza, all’inizio di tutto.

Avete diviso tutto e hai fatto il modo di dividere anche quel maglione.

Non sai nemmeno il perché, ti sei intestardito tanto a farglielo comprare per poi farglielo mettere solo a casa.

Per non dividere altro con il mondo, molto probabilmente o perché ti si scaldava il cuore ogni volta che si svegliava e lo indossava.

Ricordi come gli sfiorava le cosce e pendeva un po’ sulle spalle perché era della tua taglia e lui andava decisamente troppo grande.

Una volta è stato paparazzato con quello addosso e ti suonava tanto come una scomoda verità e vagamente, forse non troppo, come una dichiarazione al mondo.

L’ennesima che non sarebbe stata notata.

And everyday I see the news
All the problems that we could solve
 
 
Quel maglione che ora stai stringendo, mentre il cuore fa male, l’aria entra ed esce troppo in fretta dai polmoni e le lacrime pizzicano sulle guancie.

Ti tremano un po’ le mani e hai paura che anche l’ultimo suo ricordo, ancora attaccato a te, posso prendere il volo come tutto il resto.

Perché quella porta ha sbattuto una volta e non è più stata riaperta allo stesso modo.

Guardi tutti i giorni il telegiornale, sperando che i media possano dirti che sta bene, che si è fidanzato, che alla fine ha conquistato il suo più grande sogno di diventare calciatore e che non ti ha lasciato per nulla, la sera di Natale, troppo incazzato per pensare lucidamente.

E pensi a tutte quelle cose che avreste potuto risolvere, se solo non avessi avuto troppa paura.
 
So I'm gonna give all my secrets away
This time, don't need another perfect line
Don't care if critics never jump in line
I'm gonna give all my secrets away

Hai sempre avuto la propensione nel raccontare la verità su tutto quello che ti circondava.

Non hai mai avuto paura che la gente non comprendesse i tuoi pensieri, i tuoi tweet o gli sguardi che gli dedicavi.

Non hai mai avuto paura di niente di tutto quello, tanto meno dei paletti e delle proibizioni che vi hanno sempre imposto, come se foste burattini e non persone.

Per questo ora, forse è troppo tardi, forse non puoi più fare nulla per rimediare, sei pronto a parlare.

Non ci sono più forse, solo te stesso, un maglione sformato che profuma ancora di lui, di voi, un notiziario che non parla più di voi e la verità che offrirai a tutti.

Perché non potrai mai recuperare ciò che eravate, ma almeno puoi rendere un po’ di pace a tutto e fare in modo che la gente dia un peso a tutti quegli sguardi, quelle lacrime, quelle urla  che non hanno mai visto, o meglio che hanno fatto finta di non vedere, per così tanto tempo.
 
Oh, got no reason, got not shame
Got no family I can blame
Just don't let me disappear
I'mma tell you everything
 
Non c’è paura o vergogna nel tuo sguardo, mentre prendi posto nella poltroncina rossa collocata al centro dello studio televisivo.

Forse un po’ di fobia verso il colore troppo acceso di quella pelle a cui cerchi di non dare peso.

Sembrano passati secoli, dall’ultima volta che hai partecipato ad una trasmissione del genere, quando in realtà sono passati poco più che sei mesi.

Ma dall’ultima volta che hai parlato di lui, per lui..beh, è passato molto più tempo.

Ellen ti guarda, dal backstage, con il suo caffè in mano e il viso spento di chi sa.

Anche se non sa nulla, perché non hai dato anticipazioni.

Ti fissa, mentre sei seduto al centro di uno studio, alle sette e mezza del mattino, quando manca ancora un’ora abbandonate all’inizio del programma.

Ci siete solo voi, qualche cameraman e truccatrice.

Sembra quasi volerti abbracciare e dirti che non è necessario, non devi, se non vuoi.

Sei così stanco di tutti questi segreti, Harry.

So tell me what you want to hear
Something that were like those years
 
“Buongiorno a tutti e benvenuti a questo speciale mattutino dell’Ellen Show in compagnia del nostro cantante preferito, Harry Styles!”

Harry si trova ad arrossire davanti alle telecamere, come non succedeva da tempo, ma Ellen ha sempre avuto la caratteristica peculiare di mettere in imbarazzo chiunque si trovasse davanti a lei.

“Buongiorno America!” rispondi e hai quasi paura di averlo sussurrato, ma a quanto pare non è così, perché il cameraman alza il pollice verso l’alto e incita Ellen ha continuare.

“Allora, cosa porta questo bel giovanotto nei nostri studi ad un’ora così insolita? Un nuovo album che sta per uscire? Una nuova fiamma? O altro?”
Harry stringe tra le dita il bordo delle maniche del maglione.

È il maglione blu navy, ormai schiarito, che tanto amava Louis.

Forse può recuperare. Sa di poterlo fare, infondo è sempre stato il maggiore a digli che la speranza è l’ultima cosa che muore, in un essere umano.

“Oh, per quanto mi piacerebbe portare allegre notizie mattutine in questo ridente e soleggiato stato dell’America, sono qui per parlare di altro” ti interrompi un momento, maledicendo la capacità del tuo cervello di ordinare le parole quando pensi a lui.

È passato così tanto tempo che non credevi sarebbe potuto succedere ancora.

“Dicci Harry, siamo tutti curiosi di sapere..” la voce della donna seduta al tuo fianco è morbida, ti ricorda vagamente quella di tua madre quando combinavi una marachella troppo grossa che non potevi tenerle nascosta.

“Prima di tutto vorrei dire a Jay, a mia madre, a Niall, Liam e Zayne che lo sto facendo perché forse sono ancora in tempo per rimediare, almeno un po’. E tutto questo non ha senso, ma sappiamo, sapete, tutti molto bene che dei cinque non sono mai stato io quello bravo con le parole.”


 
Something to get off my chest

“È qualcosa che hanno il diritto di sapere, m i dispiace se questo sconvolgerà tutto, mi dispiace perché avevo promesso, gli avevo promesso che
l’avremo fatto insieme.

Probabilmente ce lo eravamo tutti immaginati in un modo diverso, questo momento.

Sai Ellen, oggi, in questo posto, seduti su queste poltrone dovremmo essere in due, non solo io con questo stupido maglione addosso.

Due poltrone al centro della scena, pronti alla ribalta di un mondo che non ha mai accettato tutto questo.

Tra poco sono due anni.. mi sembrava il momento giusto.

Anche se in ritardo, perdonami amore mio, sono sempre stato un ritardatario di natura.”

 Poi c’è una pausa, lunga un’infinità di tempo, in cui Ellen si alza, sparisce e ricompare con un fazzoletto in mano e gli si siede vicino, gli stringe le spalle e lo abbraccia.

“Va tutto bene, Harry” gli sussurra piano all’orecchio, prima di tornare alla sua postazione.

Vorresti tanto dirgli che non va per nulla per bene, che è arrivato in ritardo e se si fosse svegliato prima non avrebbe perso tutto.

Ma stai zitto, fissi la telecamera ed estrai un  foglio di carta dalla tasca.

“Posso?” chiedi, timido, un po’ impacciato, come quando avevi sedici anni e comparivi per la prima volta davanti alle telecamere, più per divertimento che per altro.

“Certo Harry, certo tesoro” l’ultima parte della frase è detta più a bassa voce, come a darti coraggio per leggere quella che è una confessione che il mondo ha aspettato per così tanto tempo.


 
Come home
Come home
Cause I've been waiting for you
For so long
For so long
 
“Ciao a te, amore mio,

scusa se ci ho messo tutto questo tempo, dopo che hai sbattuto la porta, per capire.

Tante cose sai? Come il fatto che non saresti mai tornato da me, non avresti mai aperto la stessa porta che avevi sbattuto per pretendere delle scuse perché litighiam..litigavamo sempre per delle stronzate.

Ci ho messo quattro giorni e qualcosa di più. In quelle ore ho sentito la porta venire aperta tante di quelle volte che, quando non comparivi, era sempre più doloroso.

In ordine, dopo che sei uscito, da quella porta sono entrati Liam, Niall, Zayne, Gemma, mia madre con la tua e poi sono uscito io.

Quando hai sbattuto la porta in faccia a me l’hai sbattuta anche in faccia alla carriera, hai soldi, alla fama, al mondo, alla musica, ma non all’amore.

Perché poi sei rientrato.

Per poco più di qualche secondo, hai attraversato il salotto a grandi passi e mi hai baciato.

Con tutta la rabbia che avevi in corpo, con tutto l’amore che avevi sempre paura di non essere in grado di esprimere al meglio e poi sei uscito, ma sta
volta non hai sbattuto la porta, l’hai appoggiata e quel suono valeva più di tutto il resto.

Perché sapeva di ‘torno presto Harreh. Dammi solo il tempo di smaltire un po’ di rabbia.’

In questo lasso di tempo hai smaltito la tua rabbia, la mia e anche il dolore di tutti.

Ma no, quello penso non lo smaltiremo mai, nessuno di noi.

Dovremo essere qui in due, stasera, su queste poltroncine troppo rosse che hanno un colore troppo vivo che mi ricorda altro e mi fa solo venire voglia di piangere.

Forse lo farò anche, più tardi, quando le telecamere saranno spente e ci sarò solo io, con questo maglione addosso, nel nostro letto che è troppo grande.

Avremo dovuto dire tutto questo insieme, Lou.

Insieme, all’Ellen Show, il mondo avrebbe scoperto che i Larry Stylinson erano la cosa più vera che potesse esistere e che tutto il resto era solo da buttare.

Avresti dovuto intrecciare le tue dita con le mie, adesso, stringermi e sporgerti a darmi un  bacio, perché era tipico tuo mettermi in imbarazzo davanti a tutti, come alla cena a Natale con il nuovo fidanzato di tua madre e tutto il resto, ricordi?

Quanto hanno riso, quella sera, i ragazzi.

Ma tu stasera non ci sarai e dovrò colmare il vuoto da solo.

Guardo tutti i giorni il telegiornale, sperando che mi diano qualche notizia, come il tuo matrimonio, un figlio o una figlia, il tuo anniversario con una qualsiasi persona, uomo o donna, che farebbe male  ma mai quanto l’eventualità che tutto questo non accadrà mai.”

Ellen piange, tu anche, nella sala c’è silenzio, nessuno prova a parlare, a dire qualcosa a mandare la pubblicità o altro.

Tutti assistono, inermi, al tuo dolore e nessuno fa niente per alleviare una pena di cui nemmeno conoscevano l’esistenza, fino a qualche minuto fa.

 
I get lost in the beauty
Of everything I see
 
“Ho ventisei anni e mezzo, Lou. Tu, oggi, ne avresti ventotto e ti lamenteresti di quanto i trenta siano troppo vicini e di come la tua bellezza stia sfumando troppo velocemente.

Tutte cazzate, eri bello a diciotto anni, come ventidue e a ventiquattro e a ventisei, l’ultima volta che ci siamo visti.

Sarai sempre bellissimo, amore mio. Non importa quello che i media dicevano o la gente credeva, che tu stesso credevi.

Più di una volta mi hai detto che ti vedevo bello perché ti guardavo con gli occhi dell’amore e l’amore rende tutto più bello.

Beh, sappi che per me sei sempre stato bello, perché lo eri.

Sono passati due anni, Louis. Due anni e ancora non mi capacito di tutto ciò. Nessuno di noi.

Ogni canzone ha un pezzo di noi, dentro, anche se la cantano gli altri, anche se non verrà mai cantata.

L’altro giorno sono andato a trovare i gemelli. Assomiglia tutto a te, sai?

Un piccolo Louis in miniatura. Gli sono scoppiato a piangere in faccia e mi ha consolato, dispiaciuto di assomigliarti tanto.

Sono qui, con anni di ritardo, da solo, davanti ad una telecamera, con  l’America che mi guarda e tra poco tutto il mondo, per dire che sei l’amore della mia vita.

Lo sei sempre stato e sempre lo sarai, Loueh.

Quando Ellen da la pubblicità non sai quanto tempo è passato, ma stai ancora singhiozzando e niente sembra avere realmente interesse, ora.

Ti alzi, abbracci la conduttrice, ti scusi per il casino che sarà costretta a gestire e te ne vai.

Dopo quarantacinque minuti di programma esci dallo studio e i paparazzi ti invadono di scatti, domande e cerchi di ignorare tutto, mentre sali in macchina e scappi, nell’unico posto in cui potrai trovare un po’ di pace.

 
Everything I can't be
Is everything you should be
And that's why I need you here
Everything I can't be
Is everything you should be

And that's why I need you here
Casa vostra è sempre stata pace ma ora è troppo vuota.

Lasci le chiavi della macchina sul mobiletto d’entrata e esci di nuovo, a piedi, questa volta.

Cammini per quelli che sembrano minuti infiniti, prima di arrivare al cancello del cimitero.

La tomba è sempre lì, triste, con il sorriso della foto  che illumina un po’ troppo e un po’ tutto.

Ma non piangi, carezzi la foto e sorridi, anche se sei triste e tutto il resto.

Anche se adesso il mondo sa la verità, adesso che il mondo sa potrai essere lasciato un po’ in pace, a cercare di cacciare un po’ di dolore per tenere la felicità dei vostri ricordi.

Ti siedi e ti stringi nel maglione che sa di Louis più che mai.

Niente a così tanta importanza, adesso.

 
 
 
 






Angolo autrice.

A mia discolpa dico che è tutta colpa dei One Republic.
Loro scrivono canzoni agnst, che mi fanno venire in mente cose agnst e Strsburgo mi manca già troppo e ho già troppa voglia di ripartire e andrmene di qui.

non è betate, quindi scusate gli errori.


Rei.
  
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