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Autore: luluuu    13/07/2008    1 recensioni
Ossessione. Sì, la mia era un’ossessione. La gravità di ciò pendeva soprattutto dal fatto che dopo due anni me ne sia accorta solo ora. Idiota, sono decisamente una grandissima idiota.[...]Mickey Way non era una persona facile da avvicinare. Aveva una cerchia ristrettissima di amici, tutti con quello che, a me, sembrava lo stesso carattere, timido, impacciato ed introverso. Perlopiù stava con suo fratello, un ragazzo dell’ultimo anno la cui fama di ‘sfigato’ precedeva il proprio passo, nei corridoi[...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Credevo di morire, anzi, ne avevo la certezza. Chiusi gli occhi, approfittando dell’ultima manciata di istanti che mi rimanevano per ripetermi quanto sia stata stupida e orgogliosa nell’andare da lui senza una motivazione precisa.

Ecco, ci siamo. Sentii la porta dell’armadietto sbattere, in un fragoroso concerto di ferro mal conservato e acciaio sporco, antico. «Ciao» Sentirlo parlare, rivolto a me, era tutta un’altra cosa che origliare i suoi rari discorsi udibili in classe o nei corridoi. Era assistere ad uno spettacolo sold out con un posto in prima fila. Se mi fossi concentrata, cosa che non feci dato che il mio cervello era troppo impegnato sull’escogitare un  qualcosa da aggiungere , avrei potuto anche percepire il suo respiro. Il suo tono sembra più interrogativo, che affermativo. Poi capii che mi ero distratta, e lui aveva parlato di nuovo. Cercai di concentrarmi e ne trassi che il mio cervello aveva registrato una semplice frase, che percepita in ritardo mi fece quasi svenire. «Tu sei Dolores White, del mio corso di Chimica e Spagnolo, vero? » Chiese, con gentilezza, ma anche – cosa che mi rattristò – con un certo distacco. Sembrava cercasse tra la folla qualcuno.’Forse la sua ragazza’ pensai mentre di scatto mi voltai anch’io, non esattamente pronta per incassare il colpo.

 No!

Esultai silenziosamente. Stava semplicemente fissando la porta della palestra, probabilmente la sua prossima lezione era ginnastica. Questo mi permise di tornare a fantasticare, e, montarmi la testa fin quando non mi accorsi che, anche se non fissava un’altra, non degnava neanche me, di uno sguardo. «Sì» Risposi secca, sorprendendomi di me stessa della rabbia con cui mi ero espressa, lui, veloce dietro la montatura incolore, mi squadrò lentamente e io, velocemente aggiunsi alla frase «Sì, sono io» tentando di assumere una voce suadente, gentile, che si rivelò solamente un po’ ridicola imitazione di questa. Lui non sembrò notarla, e io continuai «Senti. Hai per caso visto una penna biro gialla, in classe?» Lo sapevo, non ero mai stata una brava attrice, facevo pena al corso di teatro, figuriamoci se sapevo improvvisare così bene da sembrare credibile. Lui mi guardò, stranito e con la solita aria da perenne cane bastonato, cosa che io –dovevo ammettere- trovavo tremendamente carina. «Intendi forse questa?» Chiese lui, dopo una pausa passata a fissare di nuovo la porta della finestra, mentre riaprì  l’armadietto incredibilmente spoglio e ne estrasse una piccola, spartana pennina dal colore fluorescente – sì, gli si addiceva. «Sì» Borbottai io, non capacitandomi che quella fosse la sua penna, non la mia. «Beh, questa è mia. Mi stai dando del ladro?» Commentò,anche il suo fu un borbottio, e per un momento non mi venne da ridere. E per poco non ridetti, perché sapevo che chiunque fosse passato per il corridoio avrebbe potuto dedurre che noi due eravamo una coppia.  Cosa che a me, sinceramente, non sarebbe dispiaciuta.

«Oh, no, forse hai ragione. La mia è più sul senape.» Continuai io, piuttosto squallidamente, mentre lui fissò per tutto il tempo il corridoio. Sembrava vagamente preoccupato, prima non me ne ero accorta. «Si, forse ho ragione» Replicò lui, abbassando lo sguardo come se fosse pronto ad una condanna. Per un momento temetti che la colpa del suo essere così rassegnato fossi io, entrai nel panico solo all’idea. Poi capì, e successe tutto molto velocemente.

Erano Thomas McGregor e la sua banda. Non era la prima volta che li vedevo infastidire i fratelli Way. Ma mai da così vicino, rabbrividì.

Li seguii, esitante, con lo sguardo durante tutto il loro attraversamento del corridoio, un incredibile concerto di insulti pesanti verso gli amici, che rispondevano a tono con imprecazioni e gestacci, e adulazioni volgari a qualsiasi esemplare di genere femminile al di sopra del ‘carina’. Oltre ai soliti scimmioni ce n’era uno nuovo: lo conoscevo di vista, era più piccolo di me di un anno e, Caroline mi aveva detto, origini italiane. «Ehi Frank, tu lo conosci Quattrocchi Way?» Chiese Thomas, ridacchiando, mentre  dava un sonoro spintone al ragazzino. «E’ il fratello di Cicciabomba Way» A quella battuta, ai limiti del loro livello intellettivo, l’intero gruppo di ragazzi ride sguaiatamente. Qualcuno rutta, ma Thomas si sta già dirigendo verso Mickey, che non scappa e non replica.

«E chi è questa, la tua ragazza, quattrocchi?» Chiede il ragazzo più alto, un armadio dell’ultimo anno, e giù di nuovo a ridere. Io, dopo qualche attimo di smarrimento mi ricordo di essere presente alla scena, e il mio desiderio principale diventa automaticamente ‘scappare’, ma poi mi ricordo ‘Difendere il ragazzo indifeso accanto a me’, che nel frattempo non sta per scoppiare in una silenziosissima crisi di panico.

Vedo l’armadio avanzare verso Mickey, e poi sono costretta a chiudere gli occhi, sento solo il rumore di un pugno e un piccolo, coraggioso lamento.

 

* * *

 

«Non ti dovevi disturbare» Borbotta lui, coprendosi il naso ancora sanguinante malamente asciugato, dopo una lunga passeggiata nel parcheggio, verso la mia macchina.  Alzo le spalle, sorridendo. In un certo senso il destino era dalla mia parte, se prima non sapevo neanche se sarei riuscita a salutarlo ora potevo toccare la sua faccia. «Figurati, sono sicura di avere del disinfettante nella macchina … » Bofonchio, con una incoerente punta di allegria nella voce. Lui la percepisce, e mi guarda, stranito. Riesco ad aprire la portiera dopo svariati tentativi e salgo al posto del guidatore, sospirando e cercando di concentrarmi, cosa più o meno impossibile davanti al protagonista indiscusso di tutti i miei pensieri  inconsci, alla ricerca dello pseudo kit di pronto soccorso che mia madre mi aveva obbligato ad allestire. Uhm..vediamo

Sapevo perfettamente che la cosa che tenevo fra le mani non era alcool disinfettante, ma semplice solvente per le unghie, ma ero sicura fossero la stessa cosa. Mi avvicino al sedicenne con cautela, data la sua perenne espressione spaventata. «Aspetta» Goffamente, e senza un minimo di precedenti come infermiera improvvisata, verso il solvente sulle mie dita della mano destra ed inizio, il battito del mio cuore accelera spaventosamente, a trasportare il liquido sulla parte ferita del suo naso e per qualche secondo mi sembra quasi di vivere in uno di quei film romantici in cui la protagonista si innamora del suo principe azzurro curandogli una ferita, o roba del genere.

Ho detto qualche secondo.

«E’ normale che bruci così tanto?» Chiede, alzando una sopracciglia e stingendo gli occhi, in una smorfia adorabile. «Sarà la ferita» Commento io, cercando di mantenere un tono professionale. «Perché brucia molto…Brucia….BRUCIAA » Oddio, ho stavo contribuendo alla morte prematura di Mickey Way. Lui si agita, cercando di togliersi il “disinfettante” dal naso, e, probabilmente, maledicendomi.

 

* * *

«Non è una cosa grave, si è solo infettato la ferita al naso … con del solvente per unghie» Cerca di rassicurarmi, senza riuscirci più di tanto, un’infermiera.

Mi ero obbligata a rimanere al pronto soccorso, nonostante lui mi avesse invitato più di una volta ad andarmene, e – questo particolare probabilmente si era impiantato solo nel mio cervello – non con il tono più educato.

«Volevi uccidermi?» Chiede lui, spalancando gli occhi leggermente, con fare infantile, e assumendo un’aria piuttosto agitata.

Io inghiotto la saliva, più che posso, come se fosse il mio unico sostentamento.

Porca Puttana.

 

Whaooooooo *-* grazie dei commenti

 

ElfoMickey: *si commuove* oh, donna. XDDDD Grazie mille ^^ mi fa veramente piacere che ti sia piaciuta. Sì, ho scritto questa storia perché, per quanto le adori, questa sezione è comandata dalle Frerard XDDDDDDD. Per la tua ccioia ti dirò che forse nel prossimo capitolo ci sarà un Mickey Pov *-*

SweetBree: >w<’’ lo ammetto, sono una plagiatrice della Meyer ( e ne vado fiera °_°) XDDDDD Grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuta *___*

 

Grazie a tutti, aggiornerò tra due settimane perché vado in vacanza, scusate XDDDDDDDD

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, e grazie di averlo letto <3

 

  
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