… E mi rinchiusi lì, in quella candida stanza, in quell’assordante silenzio che mi circondava, a riflettere sulle azioni da poco accadute, sulle parole da poco ascoltate, su di lui, quell’assassino di sogni, quel frantuma cuori, lui, che per me è stato la nuvola bianca nel mio cielo grigio, l’ancora nel mio burrascoso mare. Pian piano una lacrima mi scende dal viso, squarciandomi la guancia con il dolore che porta in sé, poi un tagliente “No!” esce dalla mia bocca, alzandomi di scatto sfilo un affilato coltello dal mio stivaletto di pelle e, piangendo, lo poggio sul mio braccio, poi chiudo gli occhi, premo con più forza e incido una lunga striscia rossa sgocciolante che in quel momento mi dava solo che sollievo, coma quando ti consegnano una verifica col bello voto.

Continuo a graffiare le mie braccia con quella lama, ormai completamente rossa, per poi passare alle gambe fino a perdere del tutto le mie forze, poi apro la portafinestra del balconencinoe allargo le braccia facendomi pungere i tagli dal dolore dall’aria che vi penetrava dentro; senza farci caso stavo iniziando a dondolare avanti e indietro, chiudendo gli occhi mi sporgo in avanti, cadendo in un assoluto vuoto.

Mi risveglio, apro gli occhi, tutto opaco. E L’assordante “Bip” degli strumenti medici mi penetrava nelle orecchie, come per trapassarle. Poi chiudo gli occhi, rilassando, forse troppo, e cadendo nel mio perenne sonno. Tu mi dicevi sempre che non ti stavo mai vicino, che non passavamo mai del tempo insieme, adesso cosa ne dici? Ora ti starò sempre vicino, ti osserverò ogni qualvolta ne avrò bisogno. Tutto questo è successo per colpa tua… perché io ti amavo, poi tu mi hai abbandonata, e adesso sei contento, mi fa piacere, tumetti le persone in queste condizioni sempre? Spinte a suicidarsi per te. Spero che tu veda il manifesto della mia morte e che tu ripensi a tutti i tuoi errori, che tu mi abbia sulla coscienza. Io posso vedere se accadrà di nuovo, se farai la stessa cosa con la ragazza che ti stai già portando dietro, dopo qualche ora dalla nostra litigata