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Autore: alcunesere    14/04/2014    1 recensioni
“Sicuro di star bene?”
“Mai stato meglio.”
Ashton sospirò. “È per Aila, vero?”
“E perché mai? Se n’è soltanto andata. Un’altra volta.”, sputò con talmente tanta rabbia che si spaventò.
“E non riuscire a chiuderle la porta in faccia ogni volta che torna è così... frustrante.”
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunburn
                                                                                                                                                                             



 
Don't drop me in, it's not my turn
If you cut deep then I might lear
that you

Scar and left me, like a sunburn.
(Sunburn - Ed Sheeran) 
                                                                                                                                                      
                                                                                                                                                                                                                                                         


                                                                                                                                                                                                           
“Luke, ho paura.”
“Di cosa?”
“....”
“Aila?”
“Di ciò che provo per te.”
 
 
 
Una, quattro, sette, nove.
Luke spense l’ennesima cicca di sigaretta, sospirando; la pozzanghera ai suoi piedi
che aumentava a dismisura.
Si passò una mano tra i capelli ancora bagnati tirando appena e asciugandosi poco
dopo la mano sui pantaloni della tuta grigi.
Osservò tra l’indignato e l’amareggiato il piccolo bottone ‘repeat’ della segreteria
telefonica, gli occhi ridotti a due fessure.
L’aria frizzante di fine Febbraio lo faceva rabbrividire ogni tre minuti, Blacky
miagolava insistentemente da almeno mezzora e lo stereo dei vicini ripeteva
ininterrottamente noiosissima musica classica.
Sospirò nuovamente.
Allungò una mano tremante verso il bottoncino, premendolo con delicatezza.
La voce fine di Aila si sparse per l’abitacolo, mormorando un semplice “Scusa.”
Luke si morse con forza le labbra, stringendo gli occhi fino a quando non
iniziarono a far male.
Non doveva piangere.
 
 
 
Luke trangugiò la quarta birra della serata sotto lo sguardo sconcertato di Ashton.
“Un’altra.”
Il barista inarcò le sopraciglia, scrutandolo dalla testa ai piedi. “Sicuro?”
Annuì debolmente, stropicciandosi con estrema calma l’occhio sinistro e iniziando
a vedere doppio. Non aveva mai retto l’alcool.
“Sicuro di star bene?”
Con uno sforzo sovraumano e impiegando come minimo due minuti più del
necessario, portò lo sguardo all’amico, seduto alla sua destra.
“Mai stato meglio.”
Ashton sospirò. “È per Aila, vero?”
“E perché mai? Se n’è soltanto andata. Un’altra volta.”, sputò con talmente tanta
rabbia che si spaventò.
“E non riuscire a chiuderle la porta in faccia ogni volta che torna è così...
frustrante.”
“Non è colpa tua, Luke.”
 
 
 
Uno sbuffo.
Luke buttò la coperta ai piedi del letto, premendo con forza il cuscino sul suo
volto.
La sveglia digitale segnava le tre e mezza di notte e lui non riusciva a prendere
sonno.
Un altro sbuffo.
Si alzò e si diresse in cucina borbottando infastidito, notando solo in un secondo
momento il bottoncino della segreteria telefonica lampeggiare come un
forsennato.
La pelle tenera dei suoi vent'anni compiuti da poco si indurì, e parve sul punto di
sgretolarsi da un momento all'altro. Gli occhi azzurri si chiusero, macchiati di
paura.
Le mani gli tremavano sul tavolo della cucina e le labbra fremevano tormentate
dai denti perfettamente dritti e bianchi.
Trattenne il respiro, sapendo con esattezza chi aveva lasciato il nuovo messaggio.
Era la solita routine, non cambiava mai.
“Luke.. mi manchi.”
Ascoltò il corto messaggio altre due volte, in un silenzio che parve quasi
assordante.
Si diresse in camera da letto con passi piccoli, le auto che passavano velocemente
per la via e il rimbombare dei suoi passi scalzi sul pavimento come unici rumori.
Aprì l'armadio in legno chiaro, quello dove Aila si nascondeva dopo ogni litigio, e
lo trovò talmente vuoto da far paura.
Sentiva ancora il suo profumo dolce alla pesca e quello fresco dei suoi vestiti, ora
assenti.
Luke inspirò fino a riempirsi i polmoni, non volendo perdersi nulla, e si
accovacciò in un angolo dell'armadio, le ginocchia strette al petto e la testa che
spariva tra le braccia robuste.
Aila gli mancava. Terribilmente.
La casa sembrava così silenziosa e le braccia gli sembravano così vuote non
potendo più stringere il suo corpo esile.
Non sopportava più non vederla mettere il broncio ad ogni starnuto o buttare
all'indietro la testa e applaudire tre volte ad ogni risata.
Perchè sebbene con lei la vita fosse un continuo tira e molla, l'amava.
Perchè, riflettendoci, non amare Aila e le sue chiacchiere infinite gli sembrava
impossibile.
 
 
 
“Sei tornata. Un'altra volta.”
“Sì. Non riesco a starti distante.”
“E allora perchè te ne vai?”
“Ho paura di non essere abbastanza per te. Ho paura di essere lasciata.”
“Sei una sciocca, Aila.”
                                               






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Buonasera! :)
Eccomi di nuovo qui, ad intasare questo fandom ahah.
Avevo già pubblicato quest'os mesi fa con un'altro account ma, visto che ci tengo
particolarmente, ho deciso di postarla nuovamente.
Spero con tutto il cuore che vi piaccia almeno un po'.
Un abbraccio <3


 
  
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