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Autore: Baghi_Nelly    14/04/2014    0 recensioni
Isoke è una bimba sveglia, con una grande immaginazione. E' stata adottata da una famiglia europea e deve partire a breve, ma non sa che un'avventura l'aspetta. L'aereo viene dirottato e precipita, Isoke si troverà a vagare per il mondo, conoscere popoli, culture, emozioni, a conoscere il mondo e ad affrontare un'avventura ricca di emozioni, colori, profumi, popoli diversi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella tana dei serpenti

Isoke e Morenike erano in viaggio da due giorni ormai, la tribù sembrava un sogno mentre camminavano sotto il sole cocente. Erano quasi le due di pomeriggio, Isoke trascinava i piccoli piedini sul terreno arido africano. Morenike le teneva la piccola mano e osservava il suo elefantino che ormai era tutto rosso e interrato. Ad un tratto la bambina si sedette, troppo stanca e accaldata per proseguire. Morenike non avrebbe voluto fermarsi, voleva raggiungere la costa il prima possibile ma chiaramentre la bambina era esausta. La prese tra le braccia e si guardò intorno alla ricerca di una capanna, un albero, qualcosa. Non c'era nulla, assolutamente nulla intorno a loro. Morenike non sapeva che fare. Poggiò la bimba per terra, si strappò un pezzo della maglia, lo inumidì con la poca acqua che rimaneva loro e glielo avvolse intorno alla testa. Mentre la bambina si sdraiava sulla terra cocente respirando a fatica, Morenike scavò una buca nel terreno, più profonda che poteva, vi depose la bimba e poi la ricoprì fino al collo della piccola, questo l'avrebbe tenuta al fresco per un po', intanto Morenike poteva cercare qualcuno che li aiutasse. Si guardò ancora intorno, la savana era assolutamente piatta, vi era solo una strada nascosta dalla terra rossa. Morenike stette seduto vicino a Isoke tutto il pomeriggio, ma la bambina respirava a fatica, aveva fame e l'acqua era finita, nessuno passava, Morenike non sapeva che fare. Stava venendo buio quando l'uomo vide una macchina, più simile a un vecchio rottame, che si avvicinava. Era una specie di Ape tutta scassata, faceva un rumore di scoppiettio, era proprio messa male, Morenike si alzò, iniziò a sbracciarsi e la piccola vettura si fermò. Ne scese un ometto anziano, anche lui sembrava scassato come la macchina. Aveva gli occhi piccolissimi, portava degli occhiali tutti accartocciati e apparentemente inutili, era senza capelli e aveva la barba lunga e grigia legata con uno spago e con appesi tanti ciondolini e dentini di animali. Si avvicinò a Morenike, gli mise una mano sul cuore e chinò la testa, poi tornò verso la macchina. Si infilò dentro e iniziò a fare un gran fracasso. Morenike non capiva cosa stesse facendo. L'ometto se ne uscì con una tanica d'acqua e andò verso Isoke, la tirò fuori dalla terra, le diede da bere e un pezzetto di un frutto strano. Poi le lavò via la terra e fece segno a Morenike di metterla in macchina. Tutti e tre salirono. Erano strettissimi e Morenike temeva che quella cosa potesse scoppiare da un momento all'altro. Dopo poco però lui e Isoke erano troppo esausti e si addormentarono.

 

Quando si svegliarono erano su una stradina sterrata e l'Ape sobbalzava continuamente, Isoke si stiracchiò e guardò l'ometto che la sera prima non aveva visto bene. Lui evidentemente se ne accorse perchèsi voltò e le sorrise strizzando ancora di più i suoi minuscoli occhi e mostrando la bocca tutta sdentata. Morenike ridacchiò a quella visione. Dopo poco l'auto si fermò con uno scoppio e l'ometto scese. Isoke guardò fuori e vide una casetta piccola piccola da cui uscì una donna cicciottella con tre bambini che le correvano intorno. Isoke si precipitò giù dalla vettura e corse dalla donna. Questa la guardò in modo interrogativo e parlottò con l'ometto, evidentemente suo marito, dopo qualche minuto Isoke stava giocando con gli altri bambini e Morenike veniva nutrito dai due coniugi. Erano quasi le undici di mattina, l'ometto sparì dietro la casa e la moglie richiamò i bambini. Li prese tutti e quattro da parte, compresa Isoke, li vestì con larghe tutine molto pesanti e mise a tutti un cappellino con una reticella spessa davanti al volto, poi fece cenno a Morenike di mettersela anche lui. In quel momento rientrò l'ometto e i bambini lo seguirono saltellanti, subito dopo gli andarono dietro anche Morenike e Isoke che gli si aggrappò ad un braccio.

Uscirono dalla casa e camminarono fino ad una specie di fossa, quando Isoke guardò dentro trattenne a stento un grido di sorpresa e paura e si aggrappò più forte a Morenike.

Dentro c'erano all'incirca un centinaio di serpenti di tantissime varietà e colori. Ce n'erano tantissimi sottili e giallini, alcuni rossi, due boa giganteschi e tanti altri. Isoke si avvicinò piano ai figli dell'ometto che si erano seduti sul bordo della fossa per guardare il loro papà che scendeva dentro ad essa per nutrire i serpenti. Lo guardò affascinata anche lei e sorrideva di gioia e stupore. Le erano sempre piaciuti gli animali, anche quelli più pericolosi, li adorava e le pareva di avere uno strano potere che in qualche modo faceva si che anche gli animali la amassero. Morenike invece si teneva a debita distanza impietrito.

L'ometto fece un cenno della mano e i suoi figli scesero nella fossa seguiti da Isoke. L'uomo si accorse ben presto della luce che brillava negli occhioni di Isoke, incantata da tutti quegli animali. Si avvicinò a un piccolo serpente rosso addormentato in un angolo, lo prese delicatamente per l'estremità della coda, il serpente, evidentemente parecchio infastidito, iniziò ad agitarsi e a cercare di mordere l'ometto. Morenike osservava la scena dall'alto e non capiva cosa stesse accadendo. L'ometto si avvicinò a Isoke mentre il serpente si dimenava, i bambini si allontanarono ma Isoke rimase immobile sorridente. Morenike corse giù nella fossa per allontanare Isoke ma era troppo tardi, l'ometto le aveva gettato ai piedi il serpente che aveva iniziato a soffiargli contro. Morenike rimase immobile pietrificato mentre Isoke si accovacciava accanto al serpente. Questo si girò di scatto e la fissò negli occhi. Isoke allungò la manina, l'ometto sorrise, Morenike trattenne il fiato, i bambini chiusero gli occhi. Il serpente però, invece di attaccare la bambina, chinò la testa e si nfece accarezzare. Da quel giorno il piccolo serpente divenne di Isoke. Più che serpente era una piccola serpentella che prese il nome di Sherazade e rimase per tutta la vita con Isoke, attorcigliata alla sua caviglia e accudita proprio come fosse un docile animaletto da compagnia.

 

Morenike, che aveva sventato per poco l'infarto, e Isoke, che non era mai stata più felice di avere un animale da compagnia, rimasero presso la coppia cinque giorni, Isoke avrebbe voluto fermarsi per sempre ma Morenike voleva tornare alla sua famiglia così la sera del quinto giorno l'ometto preparò due sacchetti pieni di cibo e acqua, regalò alcuni vestiti ai due viaggiatori e li accompagnò fino ad un villaggio vicino alla costa da dove Morenike e Isoke avrebbero potuto prendere un pullman che li portasse fino in Egitto e poi da lì prendere una nave che li facesse arrivare in Europa.

Morenike era felice, mancavano pochi giorni e avrebbe rivisto la sua famiglia e Isoke avrebbe conosciuto i suoi nuovi genitori.

Angolo dell'autrice 
Chiedo scusa per la mia lunghissima assenza!! Sono stata impegnatissima e non ho potuto produrre prima!! Spero che questa nuova avventura vi sia piaciuta e che abbiate gradito l'entrata in scena di Sherazade!!
Aspetto vostri commenti!!
xox
Baghi 
  
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