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Autore: leli_n    14/04/2014    0 recensioni
"Vorrei potergli dire che siamo nella stessa barca, vorrei potergli dire quello che sento invece di quello che so di dover dire. Ma non sopporto l'idea di riconoscere che ho bisogno di aiuto, così me ne vado."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Complicated
 

Sometimes I hate every single stupid word you say
Sometimes I wanna slap you in your whole face
There’s no one quite like you
You push all my buttons down
I know life would suck without you

At the same time, I wanna hug you
I wanna wrap my hands around your neck
You’re an asshole but I love you
And you make me so mad I ask myself
Why i’m still here, or where could I go
You’re the only love i’ve ever known
But I hate you
I really hate you, so much
I think it must be
True love.

La mattina seguente è proprio il giorno della famosa riunione con i genitori dei bambini e perciò Jamie si alza dal letto con la voglia di andare a lavoro pari a quella che si ha di abbracciare un cactus, le gambe pesanti, gli occhi gonfi ed un terribile maldipancia.
Lo stomaco chiuso e i nervi a tremila.
Percorre il piccolo tragitto dalla sua camera a quella che funge da cucina-salone e apre svogliatamente il frigo per prendere quantomeno un succo di frutta, ma niente; il frigo è totalmente vuoto.
Apre gli sportelli della dispensa sperando di trovare almeno una misera merendina, ma anche lì regna il vuoto più totale.
Cammina sbattendo i piedi per terra fino alla sua camera dove si butta di pancia sul letto.
Se il buongiorno si vede dal mattino, quello non sarà un buongiorno allora.
Non si riaddormenta, sta solo un po’ sul letto con gli occhi chiusi per cercare di far calmare i nervi.
Il rumore di una vibrazione del cellulare le fa svogliatamente tastare la superficie del letto alla ricerca del suo catorcio da rottamare al più presto.
“Oggi vado a casa di Roxy…i suoi genitori hanno detto che vogliono conoscermi. Un ultimo consiglio?” legge il messaggio di Niall con un sorriso divertito stampato in faccia.
“Sta tranquillo! Sono molto simpatici! Spesso suo padre si cimenta nel fare imitazioni e tu ridi! Ridi per stargli simpatico. Te lo consiglio vivamente…tanto è quello che fai sempre! :P”
Dopo aver digitato le ultime parole ed inviato il messaggio al suo migliore amico, si infila sotto la doccia, per cercare di rilassarsi.
Ne esce dopo una mezz’oretta e si veste con un comodo pantalone di tuta blu ed un maglioncino azzurro chiaro.
Si trucca velocemente per non sembrare un cadavere e si sbriga a infilarsi il giubotto e le scarpe per uscire e non fare tardi, un’altra volta, a lavoro.
Quando apre la porta quasi non inciampa su una busta bianca con su un bigliettino, per finire rovinosamente a terra. Si abbassa a raccoglierla e legge facendosi involontariamente spuntare un sorrisino.
“Lo so che sei acida durante questo periodo del mese, quindi cerca di addolcirti con questi
Xx Harry”
-Ruffiano, ma soprattutto deficiente!- borbotta lei, guadagnandosi un’occhiataccia dalla signora che abita al suo stesso piano. Magari adesso non le darà più una fetta di quella meravigliosa torta al cocco.
Peccato.
***
Harry ci mette tanto per prepararsi normalmente, ce ne mette il doppio se deve vedersi con una ragazza, il triplo se quella ragazza è Jamie.
E che cavolo poi, ci vuole poco per poterla riavere tra le braccia, ma è come se dopo ogni passo avanti ne faccia due indietro.
Ma va bene così. Ormai lei è il suo punto fisso, e non si accontenterà fin quando non l’avrà raggiunto.
“Zio, alle 4 dobbiamo andare a scuola…” le parole impastate e poco comprensibili di James gli risuonano in mente, mentre i suoi pensieri sono tutti alla rossa. “Oggi, come al solito, cercherà di ignorarmi”
Si ripete in testa. Sta finendo gli assi nella manica, che ha pianificato in quasi due anni, ma sembra che Jamie non voglia proprio cedere “Eh certo cretino! È come se l’avessi tradita non una, ma due volte! È normale che ci stia ben attenta prima di lasciarsi andare di nuovo”
Risponde per lui la sua coscienza.
Alle cinque in punto prende James per mano e lo porta fuori dall’appartamento.
-Zio...tu e la maestra Jamie vi conoscevate giusto!?-
-Si piccolo, perché?-
-Sai perché in questo periodo ride sempre!?-
-No- risponde lui compiaciuto –ma mi fa molto piacere che sia allegra-
E lui sa perfettamente che potrebbe essere la causa di quel bellissimo sorriso del quale è perdutamente innamorato.
E se ne va fiero!? Ovvio!
***
Alle 5:15 in punto quasi tutti i genitori dei bambini sono seduti nella sala riunioni dell’istituto, mentre i loro figli sono tenuti occupati da una maestra.
-Bene…benvenuti intanto, io sono Jamie e lei è la mia collega Caroline, vi abbiamo convocato in vista della prossima festività di San Valentino; parlandone, ci siamo messe d’accordo e vorremmo fare uno spettacolino per quel giorno. Nulla di impegnativo…- si blocca quando la porta dietro di lei si spalanca ed entra un Harry dai capelli scombinati con la sua solita giacca di pelle.
*23 anni di puro narcisismo* pensa quando lui le fa un sorrisetto per poi andarsi a sedere in uno dei posti liberi nelle ultime file.
-Oh…vedo che ci ha onorati della sua presenza signor Styles! Adesso possiamo continuare…- lo sfotte armandosi di un sorrisetto retorico.
-Dicevo…qualche canzoncina o varie scenette in cui tutti possono partecipare- spiega lei calma rivolgendosi a tutti i genitori presenti.
Veramente quella non è stata una sua idea. Perché mai vorrebbe festeggiare San Valentino se è uno dei tanti giorni in cui le viene solo ricordato che la sua vita è un continuo susseguirsi imperturbabile di  fallimenti!?
Ovviamente è stata un’idea di Caroline, inguaribile romantica, fidanzata da quasi un secolo, se non di più, e prossima al matrimonio.
E siccome tutte le altre si erano mostrate consenzienti alla proposta, per non apparire come una bambina viziata, ha accettato.
-Ora, detto ciò…voi sareste disponibili nell’aiutarci?-
E il silenzio tombale si leva nella stanza, manca solo il rumore dello sfregolio delle ali delle cicale che sarebbe stato un momento identico a quelli dei film.
-Bene…partiamo dal principio- riprende la parola Jamie cercando di mantenere la calma e non urlare ai presenti.
-Volete che vostri figli mettano in scena uno spettacolo da preparare in due settimane?- l’accennare delle teste in segno di “sì” è generale ed evidente.
-Bene…- improvvisamente si sente come durante le lezioni mattutine quando cerca di spiegare qualcosa ai bambini.
-Noi però abbiamo bisogno di una mano…chi è disposto ad aiutarci?-
Quando gli occhi delle due ragazze vedono levarsi una mano dal fondo, Caroline si trattenne dall’esultare, mentre Jamie dall’imprecare contro tutto e tutti.
No adesso non c’entra il ciclo.
C’entra che quella mano indossa un orologio conosciuto, che è circondata dalle maniche di una camicia a quadretti rossi e blu, che sul medio c’è un anello argentato a fascia larga e che anche se dalla sua altezza non riusciva a vedere la faccia, è sicura che chi ha alzato la mano, sia stato proprio Harry.
Jamie si gira verso Caroline implorante di aiuto, ma dallo sbrilluccicare dei suoi occhi capisce di non poter ricevere un aiuto da lei.
-Jamie! Il ragazzo là giù ha alzato la mano! Significa che è disponibile ad aiutarci!-
Guarda la bionda con un espressione incredula in volto e poi gira lo sguardo omicida verso Harry e l’unica cosa che vorrebbe in quel momento è mandare tutti al diavolo e uscire da quella stanza dove l’aria si sta facendo pesante.
E se non lo ha già fatto minuti a dietro è solo per i bambini.
Solo per i bambini!
-Io sarei disponibile per dare una mano il pomeriggio- comunica il riccio con la mano ancora alzata.
Jamie lo ignora mettendosi a braccia conserte e si rivolge nuovamente al resto dei genitori.
-Se non c’è nessun altro disponibile, o nessuna domanda per me la riunione può finire qui – conclude lei leggermente acida e mettendo al posto alcune cartelle rimaste sulla cattedra. I genitori man mano che vanno via lasciano un saluto alle due ragazze e poi si dirigono nell’aula di fronte a prendere i figli.
“Questa sera tu non hai impegni. Vieni da me con una pizza e del gelato che dobbiamo parlare!” mentre digita ed invia il messaggio a Niall, qualcuno le si avvicina e si schiarisce la voce per iniziare a parlare probabilmente. Chi se non Harry?
-Qual è il mio compito?- chiede lui pimpante
-Fa’ quello che vuoi Harry, adesso io ho altro a cui pensare!- risponde Jamie senza guardarlo in faccia e voltandosi per andarsene.
No. Non ha la minima voglia di discutere ora, e per quanto possa essere ancora innamorata di Harry è nella ferma convinzione che non riuscirà mai più a fidarsi di lui.
Insomma farsi prendere in giro per la terza volta è da cretini.
Dagli errori si impara.
 
Harry alla risposta della ragazza resta un po’ di stucco.
Andando avanti in questo modo non sa se riuscirà a mantenere la sua promessa.
-Jamie! Aspetta vuoi un passaggio!?- tenta lui.
-No! E visto che sai anche come sono in questo periodo, evita di rivolgermi la parola eh!?- risponde lei estremamente acida rivolgendogli un sorriso d’occasione.
No, di questo passo andrà solo a sbattere contro un muro.
Un muro che non ha i capelli rossi, gli occhi castani, e che non risponde al nome di Jamie.
***
Da quando è tornata a casa, vedendola vuota e sentendola fredda, un punto di domanda enorme le impedisce di stare tranquilla.
*A 22 anni, quasi 23, che cosa voglio fare della mia vita? Non lavorerò all’asilo per sempre giusto? Le ragazze alla mia età o vanno sempre a feste e sono mantenute dai genitori oppure sono fidanzate a fra poco si sposano.
Ed io? Le feste le odio, non sto per sposarmi, che cosa c’è in programma per i prossimi anni?
Fino a qualche anno fa avrei visto il mio futuro in Harry se ci avessi pensato, e non semplicemente Harry nel mio futuro, ma proprio il mio futuro in Harry.
A diciotto anni sapevo cosa avrei fatto a 22, ed ora che li ho, che cosa faccio? Visto che tutto ciò su cui avevo posto le mie fondamenta è andato in frantumi?*
Domanda a cui non trova risposta. Domande a cui, probabilmente, non c’è risposta.
Quel capitolo della sua vita si riapre sempre quando lei è sul punto di chiuderlo, ma di questo passo non ci riuscirà mai.
*dlin-dlon*
Il campanello del suo malandato monolocale suona e la costringe ad alzarsi dal divano-letto.
-Niall posa tutto e abbracciami! Ho un impellente bisogno d’affetto!-
Il biondo esegue gli ordini e correndo impacciatamente nel suo modo divertente quasi a canguro con le braccia e le gambe aperte, stringe al petto la ragazza che si accuccia come una bimba, minacciando quelle lacrime insensate di tornarsene da dove sono venute.
-Ehii piccola! Che c’è?-
-Nulla tranquillo è la fase da depressa della settimana!-
-Passiamo direttamente al gelato?-
Jamie si limita ad annuire ed a ributtarsi sul divano.
 
-Niall tu come ti vedi fra dieci anni?-
-Mi vedo qui, con te, proprio in questa casa, a fare i bagagli, mentre tua madre ti urla contro perché non ti sei fatta il letto e sta per arrivare la parrucchiera…-
-Ok, hai parlato del mio futuro, adesso parlami del tuo!-
-Beh…non lo so! Forse laureato, forse in una dura convivenza con Roxy, ma penso che in ogni caso tu ci sarai-
-Io ti odio! Lo sai che mi hai messo più in confusione di quanto non fossi già cretino!?-
-Jamie…-
-Eh?-
-Che è successo oggi?-
-Partendo dalla mattina, ho trovato una busta con dentro del cibo, i miei muffin preferiti per giunta, da parte di Harry, poi James mi è saltato in braccio e mi ha chiesto se volessi andare di nuovo a casa di suo zio Harry per la cena, e alla riunione, sempre Harry, si è offerto per aiutarci per lo spettacolino di San Valentino, poi quando sono tornata a casa mi sono pentita di averlo trattato male, insomma in ogni cosa che faccio un po’ lui c’entra sempre! E che palle!
-Sei sicura che questa cosa ti dispiaccia!?-
-Ormai ti sei specializzato nel mettermi in crisi!- sbuffa –non lo so! Devo ammettere che è molto dolce, che mi conosce in tutto e per tutto e per quanto io abbia voluto, in questi anni non sono cambiata di una virgola, che…boh…-
-Riepilogando, lui ti piace o no?-
-Niall! Che razza di domanda è!? È ovvio che mi piace!-
-Ma non è questo il problema…- conclude Niall.
-No! Il problema non è questo. E se poi ci rimango di nuovo fregata!? Insomma, mi ha preso in giro per due volte, non penso che si tiri indietro per farlo una terza…-
-Il tuo ragionamento non fa una piega, ma per quello che posso dirti, da stretto amico del tuo problema dopo aver lasciato quella stronza e antipatica di cui non ricordo il nome-
-Shelly- lo interrompe lei
-Uh che buona memoria, ma non è questo il punto-si fa di nuovo serio- ti posso confermare che non ha avuto nessun altra ragazza, neanche una di una notte e via! E stava sempre triste, e scriveva il tuo nome ovunque, una volta l’ha inciso pure nel tavolo di un bar, mentre era con noi, e non se n’è neanche accorto…-
-Che dovrei fare quindi secondo te?-
-Povarci!-
Provarci significa andarci piano. Non significa eccellere, far sì che tutto vada per il giusto verso.
Potrebbe anche solo essere la porta di un nuovo e del tutto aspettato fallimento.

 
 

 

 
 
  
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