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Autore: ladyvampiretta    15/04/2014    5 recensioni
[Seguito di "Bright Lights"]
Abbandonata da Castiel, Layla cerca di far luce sul suo passato grazie anche all'aiuto dei Winchester. Nel caos tra Paradiso e Inferno, riusciranno a scongiurare l'Apocalisse imminente?
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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F.B.I.

 

Mi svegliai con un terribile maldischiena. Quel letto cigolante era una tortura, ma era l'unica opzione valida a mia disposizione. Quando raggiunsi la cucina, Bobby mi rivolse un sorriso stanco.

« Buongiorno » e tornò ad esaminare un giornale. Stava bevendo un liquido ambrato da un bicchiere di vetro.

"Birra? Alle otto del mattino?" pensai, rivolgendogli uno sguardo perplesso. Senza dire una parola, mi sedetti al tavolo con lui.

Alzò lo sguardo su di me e mi accorsi che era a disagio.

« Mi dispiace, non sono abituato ad avere ospiti... non so, magari posso vedere se c'è del tè » mormorò, alzandosi e cercando qualcosa nelle mensole.

In realtà avevo lo stomaco chiuso anche per bere qualcosa, ma non mi sembrava il caso di rifiutare.

« Sei fortunata, c'è una bustina di tè nero » disse, mostrandomela.

« Grazie » fu la mia risposta biascicata mentre lo vedevo armeggiare con un pentolino.

"Non sembra il tipo di uomo capace di cucinare"

Era un cacciatore non proprio nel fiore degli anni, ma ero più che certa che sarebbe stato in grado di mettere in seria difficoltà i Winchester.

"A proposito..."

« Dean e Sam stanno ancora dormendo? » chiesi, cercandoli con lo sguardo. Di loro non c'era traccia,

« Sono usciti per una caccia nel Missouri » rispose, poggiandomi davanti una tazza di tè.

Lo ringraziai e controvoglia ne presi un sorso. Per poco non diedi di stomaco.

Bobby se ne accorse « Mi dispiace, non faccio la spesa da un po' e non c'è lo zucchero »

"Come fa a vivere?" pensai, mentre allontanavo da me in modo garbato la tazza "avvelenata".

« Ti toccherà stare con me oggi »

Si alzò e si andò a sedere dietro una scrivania nel piccolo saloncino. Numerosi libri erano stipati nella libreria alle sue spalle. Mi bastò un'occhiata per capire che fossero tomi antichi.

Mi sedetti sul divano (alzando degli sbuffi di polvere).

« Vuoi una mano per fare qualcosa? » chiesi educatamente. Anche io mi trovavo a disagio... dopotutto ero chiusa in casa con uno sconosciuto. Inoltre volevo rendermi utile.

Il suo sguardo cadde su di me e mi fissò per qualche istante.

"Inquietante..."

« Oppure » suggerii « Potrei andare a fare la spesa »

Mi bastò una seconda occhiata al bicchiere per capire che non si trattava di birra, ma di qualcosa di più forte.

Sembrò riflettere sulla mia proposta prima di passarmi un libro. Lo afferrai senza pensare e per poco non caddi dal divano. Era davvero pesante.

"Mitologia giapponese" lessi.

« Cosa devo cercare? »

Bobby alzò lo sguardo da alcuni fogli.

« Vedi se dice come uccidere un Oni » asserì, tornando alle sue ricerche.

"Un che?"

« Alcuni cacciatori si sono imbattuti in uno di quei mostri giapponesi, vediamo di aiutarli »

Senza dire una parola, cominciai a sfogliare con interesse il volume. C'erano diverse figure e tantissime leggende. Arrivata alla centesima pagina (scritta in caratteri minuscoli) cominciai ad avvertire un lieve mal di testa.

Bobby si alzò dalla sua scrivania e sparì in cucina. Tornò subito dopo con due birre ghiacciate, porgendomene una.

« Trovato niente? » domandò, prima di tornare al suo lavoro.

Feci segno di "no" con la testa, prendendo un sorso dalla bottiglia.

Tra di noi tornò immediatamente il silenzio.

La cosa positiva, però, è che non c'era tensione. Ognuno era impegnato con le proprie ricerche, così' da tener impegnata la mente. Riuscivo a non pensare alle rivelazioni del giorno prima. Concentrarmi sullo studio mi impediva di pensare al fatto che fossi un angelo caduto... e a Castiel.

Non c'era tempo di pensare a niente. Mi sentivo svuotata, con il cuore pesante.

"Per una volta voglio fare la cosa giusta: aiutare" pensai. Cercai di allontanare dalla mente lo sguardo ferito che l'angelo mi aveva rivolto il giorno precendete... prima di sparire nel nulla.

Dopo un'oretta circa, lessi la parola di tre lettere che cercavo.

« Credo di aver trovato qualcosa sugli Oni! » affermai, saltando in piedi senza staccare lo sguardo dal libro.

Bobby allungò le mani e glielo passai.

Mi rivolse un sorriso « Perfetto, avverto subito i cacciatori »

 

Quando arrivò l'ora di pranzo, Bobby mi offrì un panino. Lo mangiai pigramente. Avevamo finito la ricerca sugli Oni, ma il cacciatore si era chiuso su dei libri di nuovo. A me non restò che girovagare per la casa.

Malgrado l'aspetto diroccato, aveva qualcosa che la rendeva accogliente e calda, anche se era palese l'assenza di un tocco femminile.

Curiosare non era nel mio carattere, quindi quasi subito decisi di andare fuori, alla rimessa.

Mi chiusi senza fare il minimo rumore la porta alle spalle.

Il sole stava tramontando.

Mi sedetti sul cofano di una macchina tinta di blu.

"Sono un angelo... e sono sola" pensai, raccogliendo le gambe al petto.

L'assenza di quello che un tempo mi amava era lacerante. Sentivo proprio il vuoto accanto a me e il gelo sulla pelle, malgrado la temperatura non fosse bassa.

Ricordai le ali calde di Castiel che mi coprivano, isolandoci dal mondo.

Con lui mi ero sentita a casa, protetta, capita... e infine abbandonata.

Repressi le lacrime e la tristezza che sentivo per pensare ad altro. Stavo riemergendo piano piano, non mi sembrava il caso di tornare ad annaspare nel mare della sofferenza.

All'improvviso, ebbi la stupida, fugace idea di scoprire come fossero le mie ali.

L'amnesia che vivevo era fastidiosa.

"Ed è la causa di tutto..."

Cercai di ricordare le azioni dell'angelo, così rilassai le spalle e cominciai a fare dei respiri profondi. Chiusi gli occhi e mi concentrai, immaginando delle ali esattamente uguali a quelle di Cas.

Attesi qualche secondo, ma non successe niente.

Sospirai. Probabilmente, il barlume di Grazia che avevo non comprendeva le ali.

"Devo ritrovare la mia essenza e far luce sul mio passato" pensai, saltando giù dalla macchina.

Un brivido freddo mi attraversò la schiena.

Avevo come l'impressione che qualcuno mi stesse osservando. Mi voltai di scatto ma non vidi nessuno.

"Sono diventata paranoica".

Un po' ero giustificata, dopotutto avevo angeli e demoni a darmi la caccia.

Senza dire una parola, rientrai in casa.

 

Il mattino dopo, la situazione rimase pressocchè identica. Bobby beveva quello che scoprì essere Scotch e si isolava dal mondo, immerso in ricerche e letture.

Ogni tanto buttava giù qualche pastiglia per il mal di testa.

A metà giornata, il bisogno di uscire divenne insostenibile.

« Vado a comprare qualcosa » dissi, avvicinandomi all'uscita.

Quell'uomo mi preoccupava. In casa non c'era niente al di fuori di qualche panino di dubbia natura, birra e alcolici pesanti.

Finalmente, il cacciatore alzò lo sguardo.

« Sei qui perché dobbiamo proteggerti » asserì, rude.

In altre parole, mi stavo ordinando di non uscire.

« Mi so difendere » risposi. Era vero: una volta mi ero sbarazzata di quattro vampiri in un solo pomeriggio, avevo ucciso un angelo ed ero sopravvissuta sia all'Inferno che al Paradiso. Pensava davvero che non fossi in grado di provvedere a me stessa?

"Ovviamente no"

« Dean e Sam mi hanno chiesto di badare a te e non posso lasciarti uscire da sola »

disse con decisione.

Ero sempre stata abituata ad essere libera e l'idea di essere reclusa in quattro mura non mi andava a genio.

« Accompagnami allora »

Scosse la testa « Devo fare delle ricerche, ci sono delle vite in gioco » affermò, guardandomi in modo truce. Mi sentii immediatamente in colpa.

Bobby stava sui libri per aiutare dei cacciatori... per salvare le loro vite e quelle dei "civili" coinvolti.

Abbassò nuovamente la testa sui libri.

Presi immediatamente una decisione.

Senza dire una parola, uscì di casa e mi avviai verso l'uscita della rimessa.

« Dove pensi di andare, signorina? » domandò il cacciatore, raggiungendomi.

Non mi voltai.

« Sono un angelo caduto, posso arrivare ad una stazione di servizio e comprare qualcosa da mangiare » risposi. Mi sentii tremendamente in colpa, ma lo stavo facendo per entrambi. Non si poteva andare avanti ad alcool.

« Che palle! » sbottò.

Pensai che se ne fosse tornato in casa, invece sentii il rombo di un motore.

Mi voltai e vidi che mi aveva raggiunta a bordo di un Pick Up nero.

« Dai, salta su » mormorò, svogliato.

Non me lo feci ripete due volte. Aprii lo sportello e mi infilai sul sedile passeggero.

« Grazie e... mi dispiace » mormorai a testa bassa.

Sbuffò solamente.

 

« No, Garrett, devi infilzarlo nove volte, sette non bastano! » sbottò Bobby al telefono.

Nei giorni successivi, mi accorsi che quando il vecchio cacciatore non era chino su dei libri, passava il tempo rispondendo alle chiamate di diversi cacciatori. Volevano tutti informazioni su come uccidere qualche mostro.

Squillò un secondo telefono. Con una smorfia, se lo portò all'altro orecchio e rispose.

« Dean, che succede? »

Il mio cuore perse un battito. I Winchester erano nei guai?

« No, sta bene... sì, glielo dirò » disse, prima di riagganciare.

Simultaneamente, squillò un terzo telefono. Sull'apparecchio, c'era una targhetta con su scritto F.B.I.

Senza pensare, mi fece il gesto di rispondere.

"Io?" Lo guardai, confusa.

Mi fece un gesto di incoraggiamento, così afferrai tremante il telefono.

« Agente Willys? Parla lo sceriffo Ashton Claiton » disse una voce maschile neutra, dall'altro capo della cornetta.

Degluttii. Cercai di ricordare come facessero i Winchester in casi simili. Mi feci coraggio e pregai alla mia voce di non tremare.

« Qui è l'agente Willys, come posso aiutarla? » domandai, cercando di usare un tono di voce da "iron woman"... senza successo ovviamente.

« Volevo solo avere una conferma, è stata lei ad inviare a Sioux Fuol l'agente Lieber? »

"Lieber? E adesso chi è quest'agente Lieber?"

Doveva per forza essere l'alias di uno dei cacciatori amici di Bobby.

« Sì, l'ho inviato io, c'è qualche problema? »

Ero nervosa, così cominciai a tamburellarei le dita sulla gamba.

« Mi chiedevo come mai l'FBI avesse mandato uno dei suoi uomini per un semplice caso di omicidio » chiese lo sceriffo Claiton. Sembrava beffardo e intenzionato a smascherarmi.

Sospirai. Dovevo calmarmi, altrimenti sarebbero stati guai.

« Stiamo attuando una nuova politica, più attenta ai bisogni dei cittadini » inventai. Ricordai che in uno dei casi svolti con i Winchester, anche Dean aveva abbozzato una scusa simile.

La chiamata, però, si stava dilugando troppo. Bobby mi fece cenno di tagliare corto.

« Ma non ci sono casi più urgente di un omicidio? »

Chiusi gli occhi. Mi domandai cosa avrebbe potuto rispondere la vera FBI.

"Concentrati Layla! Immedesimati!"

« Già, abbiamo diversi casi da risolvere, le sembra il caso di occupare la linea con domande stupide e inutili? Sì, ho inviato io l'agente Lieber, ora... devo farle un rapporto per intralcio alle indagini? » sbottai, severa.

Cercai di evitare una risata davanti alla faccia sbigottita del cacciatore di fronte a me. Mi fece segno di "ottimo lavoro" con il pollice alzato.

Sorrisi. Mi ero calata bene nella parte.

Lo sceriffo dall'altra parte della cornetta sembrò indugiare. Dileguò in fretta la chiamata.

Riposi il telefono.

« Complimenti » disse Bobby, quasi incredulo.

Sorrisi « Grazie ma... chi è l'agente Lieber? » domandai.

Passò meno di un minuto e il telefono dell'FBI squillò ancora. Il cacciatore mi fece il gesto di rispondere di nuovo.

Alzai la cornetta.

« Non so chi tu sia, ma ti ringrazio davvero! Bobby è con te? » domandò una voce. Era un ragazzo, ma la voce sembrava infantile, fragile.

« Sì, un attimo » e così dicendo, passai l'apparecchio al cacciatore.

« Pronto? » domandò. La voce all'altro capo disse qualcosa. L'uomo davanti a me alzò gli occhi al cielo.

« Sì, Garth, basta un paletto di frassino benedetto da un prete luterano» scosse la testa « Sul serio, come fai ad essere ancora vivo? » sbottò, ironico.

Riagganciò scuotendo la testa. Mi venne da ridere davanti alla sua espressione.

Il cacciatore mi guardò e abbozzò una risata.

« Ah, hanno chiamato Sam e Dean, volevano sapere come stavi » disse, tornando serio.

Ebbi un fremito.

« Gentili ». Provai a sorridere. Si interesavano a me... erano i soli che mi erano rimasti vicini.

Bobby si tolse un attimo il cappellino da baseball, se lo sbatté sulla coscia e se lo rimise in testa,

« Hanno anche detto che stanno tornando, saranno qui domani mattina, così cominceremo a cercare la tua Grazia »

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno recensito, hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate. Grazie davvero ♥

Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresina!

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

 

  
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