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Autore: Shatzy    13/07/2008    7 recensioni
Piccola commedia senza pretese. Un dialogo tra Roy e Riza, tra incertezze, sicurezze e un po' di dolcezza.
"Dovrai abituarti a prenderti cura di me” le sorrise.
“Lo faccio da una vita” gli fece notare. “E mi dispiace che questo imprevisto sia capitato proprio in un momento così delicato…”
RoyAi.
[Dedicata a Sisya e Stray. Tanti auguri! ^^]
Ps. Ho aggiunto un piccolo seguito. Vagamente OOC.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi e le citazioni di questa fic non sono miei, ma dei legittimi proprietari

Disclaimer: i personaggi e le citazioni di questa fic non sono miei, ma dei legittimi proprietari.

 

Note: questa fic è stata scritta per il compleanno di Sisya e Stray, nate lo stesso giorno ^^ (che cosa carina XD). Avverto fin da subito che è una storia molto molto “stupida”, nel senso di “commediola senza troppe pretese”. È dolciosa, quindi se avete il diabete statene alla larga ^___-

Ma è un compleanno, le fic impegnate non vanno bene!

Altri chiarimenti li rimando alla fine ^^

Buona lettura, e ancora tanti auguri alle due festeggiate!




Change Step!

(Parte Uno)





Roy Mustang rientrò a casa, quella sera, leggermente sconsolato. Eppure mancava ormai soltanto un mese…

Richiuse la porta dietro di sé, per essere avvolto dal buio del corridoio e da un silenzio cupo e minaccioso che non fece altro che amplificare il suo senso di malinconica stanchezza. Buttò il soprabito su una sedia e si diresse in cucina, per prendere un bicchiere d’acqua fresca. Guardò prima i piatti nel lavello, ancora lì dalla sera prima, e poi gli avanzi del pranzo sul tavolo, che lo guardavano mestamente.

Era stanco di mangiare qualcosa di corsa, a pranzo, e poi fermarsi fuori in qualche locale, la sera… Era ormai una settimana. Ed era stanco, ecco.

Si slacciò i primi bottoni della divisa, accomodandosi su una sedia, e ripensò alla piega che la sua vita aveva preso. Tutto ciò che desiderava era una bella cenetta fatta in casa, magari al lume di candela, si immaginava vestito elegante, come per le grandi occasioni, avrebbe spostato la sedia della sua compagna mentre lei si sedeva, avrebbe aperto un vino di un’annata speciale, magari con qualche bella canzone romantica e delicata sul giradischi… E invece doveva accontentarsi di un pasto al volo nella trattoria vicino al Quartier Generale, della compagnia che si poteva offrire da solo e di una casa silenziosa e poco pulita.

Si alzò dalla sedia per dirigersi in camera, ma fu quando neanche Black Hayate, dalla sua cesta, lo degnò di uno sguardo, che si sentì veramente triste.

Sbuffando, si diresse in camera da letto, cominciando a sbottonarsi la camicia, la parte sopra della divisa era già finita chissà dove. Le giornate in ufficio ultimamente erano diventate ancora più pesanti, da quando lei non c’era. Già, Riza…

Trovò la piccola abat-jour ancora accesa, e si fermò sorridendo sullo stipite della porta.

“Ma come siamo carine…”

Riza chiuse il libro mentre si ritirava sotto le coperte, aggiustando il cuscino che aveva sistemato a mo’ di schienale.

“Smettila…” arrossì.

“Non la smetterò mai finché tu arrossirai in modo così delizioso” la prese in giro, avvicinandosi al letto.

“Oggi sei tornato tardi” cambiò discorso, leggermente in apprensione.

“Sì… Sono stanchissimo!” E si buttò nel letto, ancora vestito.

Riza arricciò il naso, notando il suo abbigliamento poco consono e le scarpe sul copriletto nuovo.

“Perché non ti metti più comodo e vieni a letto?” propose.

Non se lo fece ripetere due volte, con un tonfo le scarpe caddero sul pavimento, e presto anche il resto dei vestiti le seguirono. Recuperò il pigiama dalla cassettiera e stancamente lo indossò, finalmente pronto per gettarsi sotto le lenzuola, vicino alla sua dolce metà.

“Come è andata oggi?” chiese Riza, mentre lui alzava le coperte e si infilava sotto.

Mh, ho lavorato tanto” si lamentò.

“Lo dici” pausa dovuta al suo bacio leggero “ogni sera.”

“Sì, ma l’ufficio è così monotono…”

Riza alzò un sopracciglio, mentre lui rimaneva su un fianco, verso di lei.

“Stai dicendo che ti manco?”

“Sì.”

Ponderò con attenzione le parole del suo uomo, rendendosi conto che doveva davvero mancargli tanto, se ammetteva così apertamente una debolezza del genere. Che poi non era esattamente una debolezza, non per lei…

“Hai mangiato qualcosa?” s’interessò lei, cambiando argomento.

“Un panino al volo…”

“Se vuoi c’è qualcosa avanzato dal pranzo di oggi” gli propose.

“Sono passato in pasticceria oggi pomeriggio. Mi hanno fatto assaggiare almeno quindici torte diverse… Sono sazio” le rispose stanco, accoccolandosi contro di lei. “Ho stilato una lista in ordine di preferenza, così potrai scegliere tu quella che vuoi.”

“Non devo scegliere io per forza, mi va benissimo quello che vuoi tu.”

“No no, pensaci tu a queste cose, lo sai come sono poco preciso…”

“Sì, ma mi hai già fatto scegliere gli addobbi per la cerimonia e le bomboniere!”

“E allora?” le diede un bacio sulla guancia. “Tra un mese sarai mia moglie, dovrai abituarti a prenderti cura di me” le sorrise.

“Lo faccio da una vita” gli fece notare. “E mi dispiace che questo imprevisto sia capitato proprio in un momento così delicato…

“Ti ho portato una fetta di torta, comunque” le disse con un sorriso.  

“Non parlarmi di mangiare, ti prego!” lo fermò, facendo una smorfia di disgusto.

Roy la fissò pensieroso. “Il medico che ha detto?”

“Che passerà, non è niente di grave.”

“Forse è meglio se ti porto da uno specialista.”

“Non esistono specialisti di influenze! Non è niente.”

“Ma è già una settimana!”

“Il dottore ha detto che è periodo, e questo tipo di influenza sta girando. Che c’è? Hai paura che ti attacchi qualcosa?” lo prese in giro.

Roy grugnì qualcosa di indefinito, prima di rigirarsi dall’altra parte e sorridere.

“Roy?” lo richiamò, notando che non aveva ribattuto niente. “Qualcosa non va?”

“No.”

“E allora girati verso di me” gli disse nel suo tono più seducente, mentre una mano era andata ad accarezzargli la schiena.  

“Ho sonno” le rispose, mentre il ghigno aumentava.  

Riza sbuffò spazientita. “Vuoi che vada a dormire sul divano?”

Roy si voltò di scatto, arrivandole a pochi centimetri, con un’espressione tra l’imbronciato e il pensieroso.

“Ti sembra che potrò mai volere una cosa del genere?!

“No” rise, sistemandosi meglio nell’incavo tra la sua spalla e il collo.

“Vero” e la strinse a sé.

Rimasero in quel silenzio complice ancora per un po’, mentre Roy le baciava i capelli, e Riza incrociava le gambe con le sue.

“La febbre non ce l’hai…”

“No, ma continuo a stare male. E non dovresti starmi così vicino, potrei passarti il virus!

“Correrò il rischio” la rassicurò, accarezzandole la guancia con l’indice. “E poi ti trovo ancora più carina!”

“Ma smettila di prendermi in giro!” lo sgridò.

“Hai ragione, scusa. Infatti sei molto più bella, non semplicemente carina!” si corresse. “Con i capelli sparsi sul cuscino, le guance rosse e il visino rilassato” le sussurrò.

“I miei capelli sono tutti aggrovigliati, ho il naso rosso e credo di essere anche ingrassata, ecco perché il mio viso è più tondo!” borbottò lei, in preda ad una crisi di insicurezza.

“Eppure mi piaci ancora di più” insistette con il suo miglior tono da bambino cocciuto.

“Beh, buonanotte.” Troncò il discorso, nascondendo il viso contro il suo petto per evitare che notasse un rossore maggiore sulle sue guance.

“’notte…”

“Cos’è questa incertezza?”

“Niente…”

Mh?”

“Ma ci pensi? Tra un mese cambierà tutto!”

“Non cambierà proprio niente, sarà tutto come adesso.”

Roy la allontanò per guardarla meglio negli occhi.

“Spero di no!” scherzò. “Questa casa è deserta, dato che tu sei sempre a letto, la cucina è un disastro, e Black Hayate ha iniziato di nuovo a mordicchiarmi le scarpe, come ai primi tempi!”

“Di nuovo?!” e rise anche lei, nascondendosi contro la sua spalla.

Lui la abbracciò più stretta, rimanendo pensieroso.

“Sei sicuro della decisione che hai preso?” gli domandò dopo un po’, con una certa insicurezza.

Roy soffocò una risata contro la sua tempia, prima di lasciarle un piccolo bacio su una guancia.

“Secondo me sarai tu che non ti presenterai al nostro matrimonio!”

“Cosa?!” fece finta di offendersi. “Ma come ti viene in mente un’idea tanto sciocca?”

“Ne sono sicuro! E mi lascerai lì come un cretino, davanti alla folla di invitati” rise.

“Smettila!” mise il broncio Riza, mentre gli assestava un buffetto sulla guancia.

“Ma in fondo da te non mi aspetterei altro! Sei la stessa che mi ha lasciato con un palmo di naso il giorno del nostro primo appuntamento!” rise ancora più forte.

“Quella è stata soltanto colpa tua e della tua ostentata sicurezza! Hai fatto tutto da solo, senza chiedermi niente, non potevo cedere così!” cercò le sue ragioni, allontanandosi un po’ da lui.

Roy approfittò della sua distrazione per baciarla delicatamente sulle labbra, prima di stringerla di nuovo contro il suo petto.

“A volte penso sia tutto un sogno… è troppo… Troppo!” cercò di spiegarsi.

“Ma tu non eri quello che non aveva dubbi?” lo prese in giro lei.

Infatti non ne ho!” s’impuntò, proprio come un bambino.

Lei gli sorrise. “Forse basta solamente crederci, no? La realtà va soltanto vissuta.”

Roy rispose al suo sorriso, poi spense la piccola abat-jour e le diede un piccolo bacio sulla fronte.

“Quell’ufficio è così monotono senza di te… Senza i tuoi non qui, non ora, non davanti agli altrisorrise malizioso.

“Se tu, anche solo una volta, pensassi ai documenti, invece che a me, eviterei di dirti quelle frasi” controbatté calma.

“Ma i documenti sono noiosi!” si lagnò.

“Anche tu a volte” lo avvertì senza scomporsi.

“Cosa?!” strillò in preda al panico.

“Era uno scherzo” gli rispose tranquilla.

“Ah…” sospirò sollevato, “ma Riza, pensi davvero che ce la faremo?” chiese in un sussurro.

“Ce l’abbiamo sempre fatta. Questa volta non sarà diverso. Siamo sempre noi due, Roy, non è cambiato nulla” lo rassicurò.

Lui sorrise, prima di chinarsi a baciarla piano.

“Beh, pensi che guarirai presto? Così tornerà davvero tutto come prima” le chiese.

“Sì, tranquillo. E adesso dormi.”

Si addormentarono così, abbracciati l’uno all’altra e con il sorriso sulle labbra.

Perché Roy poteva anche sentirsi solo sul lavoro, o desiderare una cenetta al lume di candela, o non sopportare di vedere la sua Riza stare male. Ma nessuno gli avrebbe mai tolto di avere al suo fianco una donna tanto eccezionale. Sarebbero stati loro due, per sempre.

 

Certo non poteva sapere che l’influenza di Riza sarebbe durata altri otto mesi…  

 

 

Fine

 

 

 

 

Note: il titolo significa “cambiar passo”, usato anche in ambito militare (mi sembrava carino anche per questo), e si riferisce un po’ al cambiamento di Roy e Riza, e della bella famigliola che verrà, e un po’ all’anno in più (XD) di Sisya e Stray. In fondo, sempre cambiamento è ^^ e spero che sia felice come il bimbo in arrivo qui sopra descritto XD

Magari non è il massimo, me ne rendo conto, ma la mia ispirazione è ancora in vacanza e mi ha detto che non vuole più tornare, quindi… Chiedo scusa se è confusionaria, ho avuto poco tempo.

 

Se qualcosa vi risulta già sentito, ebbene, è la verità XD

Ho avuto la geniale idea di prendere dei particolari dalle fic di Sisya e Stray, e inserirli come piccolo tributo qui, per far notare che io leggo con attenzione e ricordo (sì, come no, mi sono andata a spulciare tutto XD).

Dunque, metto qui i dovuti credits:

 

Da Sisya:

Black Hayate che mordicchia le scarpe di Roy: Far Away, capitolo 5, “Changing habits

Il matrimonio saltato: Sweet Awakening, capitolo 6, “‘cause you’ll be just there”

La differenza tra carina e bella: Far Away, capitolo 11, “The great difference between pretty and beautiful”

 

Da Stray:

La frase “A volte penso sia un sogno” : Raindrops, 15R, “Real

L’idea del primo appuntamento saltato: Raindrops, 15R, “Refuse

La frase “Non qui, non ora, non davanti agli altri”: 100 times saying I love you, “Not there”, theme 24

 

 

Stray, Sisya, non fa niente se non vi è piaciuta, vi capisco XD L’importante è questa giornata, quindi, tanti auguri di nuovo ^^ (svio il discorso dalla fic XD). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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