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Autore: Marss    15/04/2014    2 recensioni
Sono Martina, ho 17 anni e sono la povera vittima di un noioso ed obbligatorio stage aziendale. Un intero mese di lavoro alla reception di un villaggio turistico in Basilicata. Sì, perché dovevo per forza complicarmi la vita, non potevo certo scegliere un albergo a Milano, magari anche vicino a casa!
Comunque, le cose non andranno poi tanto male. Soprattutto quando incontrerò Davide, animatore romano dagli splendidi occhi neri e dal sorriso mozzafiato...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutte! Comincio scusandomi per l'enorme attesta, mi dispiace veramente un sacco! Le idee le avevo, era il tempo che scarseggiava... Il capitolo si conclude senza colpi di scena ne niente di esaltante, mi spiace, ma volevo dedicare tutto un capitolo alla serata che Martina passerà al bar... Giuro che aggiornerò quanto prima! Un bacione a tutte :)





Capitolo ventidue - La ragazza più felice e fortunata della terra

 

 







25 Giugno, ore 8.15


-Che casino ieri sera eh?!- disse Giada azzannando un cornetto.
Sorrisi, leggermente imbarazzata e le feci segno di abbassare la voce. I ragazzi non sapevano nulla ed era decisamente meglio così, vista la situazione.
Stavamo facendo colazione tutti insieme, come ogni mattina, mangiando nella mensa silenziosa. C'erano anche alcuni responsabili di sala e cucina, ma ognuno pensava ai fatti suoi, troppo assonnato per parlare.
-Lasciamo stare...- commentai, abbassando lo sguardo -sono nei guai fino al coll
-Vedrai che dimenticheranno presto questa storia- cercò di consolarmi Valeria
-Lo spero. Non saprei proprio come spiegare ai miei genitori il mio ritorno a casa anticipato
-Tranquilla Marti, non succederà niente. Anche perché tra quattro giorni ce ne andiamo!- concluse Laura
Sorrisi, sperando di poter cancellare i brutti ricordi della sera precedente. Restare calma era decisamente fuori discussione, con il mio carattere poi... sarei sicuramente stata in ansia per tutta la giornata, questo lo sapevo.
Continuammo a mangiare in silenzio, la mensa si stava svuotando e anche noi dovevamo darci una mossa. Proprio mentre stavo cominciando a pensare di alzarmi, tre persone entrarono dalle porte che davano sul giardino. Mi immobilizzai non appena riconobbi la figura in testa al gruppo: Annarosa. La responsabile più stronza e pettegola di tutta l'equipe di animazione, quella che mi aveva vista nella camera di Davide la sera precedente. Distolsi velocemente lo sguardo, cercando di passare inosservata, e lanciai un'occhiata preoccupata alle altre. Anche loro ovviamente si erano accorte del suo ingresso e si irrigidirono visibilmente. Ero seduta a capotavola, con la macchina del caffè alle mie spalle. Annarosa e le altre due animatrici si diressero proprio lì, preparandosi un caffè prima di iniziare a lavorare. Capitava spesso di incontrare gli animatori nella nostra mensa, ma non era mai stato un problema.
-Aiuto- mimai silenziosamente con le labbra, guardando Giada che osservava con discrezione la scena alle mie spalle.
-Oggi ho più sonno del solito- disse Annarosa. Il suo tono di voce era sempre alto, ma lo alzò ancora di più, quasi a voler sottolineare le sue parole
-Come mai?- chiese Valentina, l'animatrice accanto a lei
-Sai, ieri sera sono rimasta sveglia fino a tardi. Non hai saputo quello che ha combinato Davide?
-Ho sentito dire qualcosa...
-Beh, il furbacchione si è portato la stagista, quella bionda con gli occhiali che sta in reception, in camera sua. Devono aver fatto un'ammucchiata visto che erano presenti anche Alessandra e Stefano.
-Non ci credo!- esclamò Valentina.
Il cuore smise definitivamente di battere. Ecco fatto, sapeva tutto e lo stava raccontando all'intera equipe. Davide sarebbe stato cacciato, probabilmente anche Alessandra e Stefano rischiavano un ammonimento. E io sarei stata spedita dritta a Milano, con quattro giorni di anticipo e un sacco di problemi da risolvere.
Le altre mi guardarono allarmate, mentre anche i ragazzi, che avevano certamente sentito tutto, cominciarono ad osservarmi perplessi, ignari di tutta la situazione. Luca fece per dire qualcosa, ma lo zittii con un'occhiata. Gli feci segno di aspettare, avrei spiegato tutto quando Annarosa e le altre se ne fossero andate.
-Credici invece tesoro!- continuò la vipera -insomma, ti sembra possibile che io non possa andare a dormire perché un ragazzino qualunque nasconde le stagiste nell'armadio?
-E adesso che farai?
-Questa non la passa liscia di certo. Ne parlerò con Mariagrazia, poi deciderà lei come comportarsi.
Davide, purtroppo, aveva torto. Annarosa avrebbe sicuramente parlato con Mariagrazia e sarebbero stati guai per tutti!
-Secondo me lo rispedisce a casa...- commentò Stella, l'altra animatrice che fino a quel momento era rimasta in
silenzio.
-Sinceramente lo spero. Ha 18 anni, il pivello. Non può pensare di venire qui e fare quello che vuole, non sarò certo io a permetterglielo.
-Quando parlerai con Mari?- chiese Valentina
-Alla riunione di questa mattina. Prima risolviamo la questione e meglio è.
Detto questo, Annarosa, Valentina e Stella gettarono i bicchierini di plastica nell'immondizia e uscirono con fare altezzoso, senza degnarci nemmeno di uno sguardo. Ripresi a respirare solo quando la porta a vetri si chiuse completamente, lasciandomi sfuggire un sospiro di sconforto.
-Che vi dicevo? Sono rovinata!
-Marti ma si può sapere che è successo?- chiese Luca
-Un casino Luca, un vero e proprio casino!- gli rispose Valeria, mentre mi afflosciavo sul tavolo.
-Qualcuno ha intenzione di spiegarci qualcosa?- chiese Federico con gli occhi sgranati per la sorpresa
-Sto uscendo con un animatore, penso ve ne siate resi conto tutti. Ieri sera ero in camera sua con altra gente e mi hanno scoperta. Il problema è che Mariagrazia, la capo equipe, ha severamente vietato qualsiasi contatto tra stagisti e animatori, quindi sono fregata! Anzi, siamo fregati, è nei guai pure lui...
I ragazzi rimasero in silenzio per qualche secondo, fissandomi a bocca aperta.
-Chi è il fortunato?- chiese Pasquale, sorridendo
-Ma hai sentito quello che ho detto?! Potrebbero mandarmi a casa e questa è l'unica domanda che ti viene in mente?- risposi, veramente arrabbiata
-Calmati piccola, era per sdrammatizzare un po' la situazione! Vedrai che non manderanno a casa proprio nessuno, alla fine tra pochi giorni finisce lo stage. Le regole si faranno più rigide, ma sono convinto che non ti succederà niente.- disse Pasquale con il suo solito tono calmo.
-Spero proprio tu abbia ragione- gli sorrisi, per la prima volta sorpresa dalle sue parole.
-Ora dobbiamo proprio andare ragazzi, se no ci mettiamo nei guai veramente! Ne riparliamo a pranzo, ok?- disse Luca, alzandosi e sparecchiando. Annuimmo, seguendo il suo esempio e recandoci ognuno al rispettivo posto di lavoro.


Entrai nella hall con Lisa al mio fianco. Avevo i nervi a fior di pelle, ogni rumore mi faceva sobbalzare e se ne
sarebbero sicuramente accorti tutti.
-Stai tranquilla, nessuno dirà niente- mi sussurrò Lisa prima di entrare in reception.
Mi schiaffai in faccia il più falso dei sorrisi e la seguii dietro al bancone, salutando Gabriele, Francesca e Katia, cercando di apparire abbastanza credibile. Mi sistemai accanto a Gabriele, vicino al centralino, chiacchierando con lui del più e del meno e rispondendo al telefono. Riuscii quasi a dimenticare tutto il putiferio della sera precedente. Beh, quasi
-Bionda, stai bene?- mi chiese ad un tratto il ragazzo
Sobbalzai -Si, perché?
-Non so, ti vedo... strana.
-Ah... ehm... no... si cioè, ho solo un po' di mal di pancia- arrancai. Cominciai a sudare freddo. Lo sapevo che se ne sarebbero accorti, anzi magari Mariagrazia aveva già parlato con loro.
-Vuoi un the caldo? Una tisana?
-No grazie, ho già preso una pastiglia per il dolore prima- mentii, sorridendo.
-Come vuoi...- disse lui, arrendendosi.
Sospirai di sollievo quando arrivò l'ora di pranzo. Andai in pausa con Lisa e Francesca, la hall era praticamente deserta e non c'era grande bisogno di noi. Gli altri erano già in mensa, chiacchieravano animatamente fra loro. Li raggiunsi passando accanto ai tavoli di alcuni responsabili, che mi lanciarono occhiatine maliziose. Mi vennero i brividi nonostante il caldo infernale. Cercai di ignorare tutti e mi sedetti accanto a Federico, sempre pronto a regalarmi un sorriso di conforto.
-Tutto bene?- mi chiese, leggermente preoccupato
-Più o meno. Non vedo l'ora che questa giornata finisca!
-I tuoi responsabili ti hanno detto qualcosa?- chiese curiosa Valeria
-Per il momento niente di particolare. Gabriele mi ha fatto notare che c'era qualcosa di strano, ma non ne ha più fatto parola.
-Stasera non si esce quindi...- disse Leonardo
-Diciamo che devo farmi vedere il meno possibile, almeno oggi! Di certo non verrò allo spettacolo, stasera.
-Potremmo andare al bar di fronte. Siamo fuori portata e siamo sicuri che non vedrai nessun animatore...- propose Pasquale.
Per una volta ero d'accordo con lui. Non mi andava di rinunciare completamente ad uscire, ma evitare l'equipe era indispensabile. Il bar di fronte al villaggio era un buon compromesso, nonostante non amassi particolarmente quel posto.


Il resto della giornata lavorativa passò abbastanza tranquillamente, ad eccezione di qualche battuta che Gabriele fece di tanto in tanto. Per non parlare del cambio di turno...
-Buongiorno a tutti!- disse Maurizio, entrando in reception con un gran sorriso stampato in faccia.
-Ciao Mauri!- lo salutammo in coro io e Lisa. Sara e Laura ancora non erano arrivate, non potevamo muoverci dal bancone.
-Amico, non ti pare che la nostra biondina sia un po' strana oggi?- Gabriele gli andò in contro, mettendogli un braccio intorno alla spalla e facendolo girare verso di me, facendogli l'occhiolino.
-Ei, ora che me lo fai notare si! Tutto bene bionda?- chiese Maurizio, tornando serio per un secondo
-Sì, tutto alla grande- risposi con ben poca convinzione
-Passato il mal di pancia?- chiese Gabriele
-Sì, le pastiglie fanno miracoli...
-E non solo quelle!- rispose lui, cominciando a ridere con l'altro cretino. Sorrisi, anche se non avevo ben capito a cosa alludesse. Maurizio e Gabriele si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi tornarono alle loro postazioni.
Quando Laura e Sara arrivarono potemmo finalmente abbandonare quella gabbia di matti e tornare nelle nostre stanze.
-Andiamo un po' in spiaggia, ti va?- mi chiese Lisa
-Non so, non vorrei rischiare di incontrare qualcuno... forse è meglio se rimango in camera fino a cena
-Come vuoi, ma gli animatori al pomeriggio sono tutti in piscina
-Lo so, ma preferisco non correre rischi comunque. Ci vediamo in mensa alle 18.30, ok?
Lisa si arrese -Va bene. Bussa se hai bisogno, rimango in camera pure io.
-Grazie mille, davvero.- la salutai e mi chiusi la porta alle spalle. Mi buttai sul letto senza nemmeno togliermi le ballerine e affondai la testa nel cuscino, disperata. In che cavolo di pasticcio mi ero cacciata? Che mi era preso in questo mese? Non ero mai stata una che trasgrediva alle regole, ero sempre stata una ragazza tranquilla, diligente, che evitata di fare troppe stupidate. Forse il fatto di stare da sola per un mese, senza il controllo di nessun adulto, mi aveva dato alla testa.
Sciocchezze, era il sorriso di Davide a mandarmi in tilt il cervello! Da quando avevo incrociato i suoi occhi era iniziato tutto, era iniziata la magia che ci legava ma che, inesorabilmente, mi stava trascinando nei casini. Davide mi faceva letteralmente impazzire, non c'era niente di lui che io non apprezzassi e che non cominciassi ad amare. Amare. Non avevo mai usato questa parola, mai. Com'era possibile che mi stessi innamorando di una persona in sole due settimane?
Era troppo perfino per me, la mia testa stava scoppiando, avevo bisogno di calma e di tempo per riflettere. Mi spogliai, incurante della finestra aperta e delle tende scostate e mi diressi in bagno, concedendomi una lunga doccia bollente. Ripercorsi lentamente ogni singolo momento passato con quel ragazzo, entrato nella mia vita all'improvviso e nel modo più inaspettato possibile. Ripercorsi ogni momento e mi sentii la ragazza più felice e fortunata della terra. Ogni cosa scomparve, eccetto l'immagine del suo sorriso, fissata ormai in modo indelebile dentro di me. Saremmo riusciti a risolvere anche questo casino, saremmo riusciti a goderci questi ultimi attimi che ci rimanevano.

 

  
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