Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    15/04/2014    15 recensioni
[Oneshot su Anna e Kristoff]
Anna finalmente può stare con sua sorella e Kristoff, ma qualcosa non la fa stare tranquilla.
Kristoff si sta comportando in modo strano: si assenta, inizia a raccontare menzogne e si incontra di nascosto con una ragazza che sembra dargli molta confidenza.
Cosa penserà Anna? Come si comporterà? Il suo è vero amore come crede, o si è sbagliata come con Hans?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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kistanna

Angolo dell'autrice: Ecco a voi la mia prima oneshot! E' una oneshot su Anna e Kristoff, come tale può essere letta benissimo a sé, ma se avete letto (o leggerete) la mia fic "La regina di Ghiaccio" troverete qualche collegamento, se avete domande a riguardo chiedete. E' la prima volta in assoluto che scrivo in prima persona, spero di esserci riuscita bene.
Se leggete la fic, vi prego di recensirla e farmi sapere i vostri pareri: è una fic che volevo usare in un contest, quindi i vostri pareri mi servono molto, inoltre mi piace sapere cosa ne pensate così posso sempre migliorare!
Buona lettura!

Fisso annoiata il ticchettare del pendolo che abbiamo al castello. Lo faccio sempre quando spero che il tempo passi in fretta, fin da quando ero bambina e speravo che mia sorella Elsa riempisse quelle ore di vuoto passandole a giocare con me. Proprio come allora, il tempo non sembra passare.
Sono solo due giorni che Kristoff è partito per le montagne per lavoro, ma già mi manca tantissimo. Inizio a dubitare di essere capace di aspettare altri dodici giorni il suo ritorno.
"Tornerò presto" mi aveva detto. Qualche ora, un giorno, due, è presto. Due settimane sono decisamente TARDI!
Come se non bastasse è da giorni che si assenta spesso, il che non fa altro che aumentare la sua mancanza.
Guardo fuori dalla finestra con sguardo perso, pensando a lui. Osservo le figure delle varie persone che camminavano tra la folla, sorrido immaginandomi il momento in cui tra loro avrei scorto Kristoff. Ho un sussulto quando mi pare veramente di vedere lui tra la folla.
Bene Anna, ora ti manca così tanto che hai pure le allucinazioni?
Mi strofino gli occhi, ma quando li apro il cuore inizia a battermi emozionato, incredula sgrano gli occhi: era davvero lì.
Era davvero Kristoff.
Che ci fa lui qui?
Non mi importa molto di avere una risposta in questo momento, quindi euforica corro giù per le scale. A momenti non ci cado per quanto ci sto correndo, così per fare prima, mi lascio scivolare lungo il corrimano.
Scatto fino alla porta, la apro e corro vicino alle fontane dove lo avevo visto poco fa. Il mio sguardo scorre tra la folla, scandagliando freneticamente ogni singola persona. Quando finalmente lo vedo, sento una gioia irrefrenabile percorrere tutto il mio corpo come una scossa elettrica, nell'apprendere che non mi ero affatto sbagliata! Senza pensarci nemmeno un secondo gli corro incontro e mi getto con le braccia al suo collo abbracciandolo fortissimo.
"Kristoff!" urlo.
Ma lui non ricambia l'abbraccio e con voce impacciata mi dice solamente: "A-Anna ...che ci fai qui?"
Lo fisso contrariata. Mi sento un po' delusa nel vedere che lui non sembra entusiasta quanto me di rivedermi.
Possibile che non gli sia mancata nemmeno un po'?
Impossibile! Conosco Kristoff e so che mi vuole bene!
Sì certo, in realtà a volte sono un po' troppo ottimista con le persone, la vecchia vicenda con Hans ne è una prova schiacciante, ma con Kristoff è diverso: so di potermi fidare.

"Come mai TU sei qui? Avevi detto che saresti tornato tra due settimane!"
Kristoff si guarda intorno imbarazzato, come se stesse cercando le parole giuste. Provo ad indovinare chiedendogli: "Volevi farmi una sorpresa?"
"I-io sì...cioè no! Cioè...non sapevo se dirti o meno che ero qui. Ecco io...sono tornato solo per prendere degli attrezzi al mercato, dato che i miei colleghi se li sono dimenticati. Fatto ciò devo subito ripartire, per questo non sapevo se dirtelo o meno"
Apro la bocca per fare una domanda ma una ragazza bionda ci interrompe.
"Kris, per quanto riguarda il discorso di prima..."
Appena Kristoff la vede sbianca, e appena lei vede me, smette di parlare.
Chi è questa è perché diavolo lo chiama KRIS?
Dopo un attimo di esitazione la ragazza riprende a parlare.
"Bé, ecco... ti volevo solo dire che farò ciò che mi hai chiesto, o almeno ci proverò"
"Grazie" risponde lui.
"Io vado allora..." poi si rivolge verso di me accennando un inchino "Arrivederci principessa Anna!"
Interdetta guardo Kristoff, ma è lui a parlare prima che lo faccia io.
"E' la nostra fornitrice di materiali...ecco mi ha detto che ci metterà un po' a trovare ciò che le abbiamo richiesto, ma ci proverà e ci porterà poi tutto sulle montagne...ora, ecco... credo che dovrei andare, il ghiaccio non si raccoglierà da solo!"
Abbasso lo sguardo dispiaciuta, non mi sento bene, non so se questa sensazione sia dovuta dal modo in cui quella ragazza si prendeva confidenza con Kristoff o se dal fatto che lui doveva già andarsene via.
Mi prende il viso con entrambe le mani e me lo alza finché il mio sguardo non incrocia il suo.
"Anna, mi mancherai! Dodici giorni passano in fretta, vedrai!"
Lo fisso con uno sguardo languido, sperando con tutto il cuore che fosse vero, ma se fossero passati lentamente come i primi due, sarebbe stata una lunga agonia.
"Ti prometto che al mio ritorno passeremo un po' di tempo insieme ok? Fidati di me!"
Mi guarda negli occhi con uno sguardo così sincero e intenso che non posso fare a meno di sciogliermi. In quel momento l'ho capito: io mi fido di Kristoff, perché lo amo e so che anche lui mi ama. Mi ama veramente.
Il suo viso si avvicina al mio fino a baciarmi, e in quel momento tutte le stupide paure che avevo poco fa scivolano via.

Ok Anna, andiamo, consideriamo bene la situazione.
Lato positivo: una settimana è passata.
Lato negativo: ci vuole ancora una settimana.

E' strano, non si sa a volte quanto ti possa mancare una persona finché effettivamente non ti manca.
Su Anna, non ci pensare...pensa a qualcosa che possa distrarti...
Immediatamente mi viene un'idea che mi rende subito euforica.
Elsa! Oggi potrò passare tutto il giorno con lei, ci potremmo divertire con la neve, fare un giro al mercato, fare un picnic, farci confidenze...
E' appena l'alba, solo ora me ne accorgo. Poco male, posso svegliare Elsa come facevo da bambina e proporle di fare un pupazzo di neve. E' un'idea infantile, lo ammetto, ma sarà bello ricordare i momenti passati insieme, quei momenti che per anni ci sono mancati a causa degli eventi che ci hanno tenute lontane.
Saltellando corro fino alla camera di Elsa, apro lentamente la sua porta, quasi non mi sembra vero di non doverle più chiedere il permesso! Ma quando finalmente entro nella stanza, mi stupisco nel trovarla già sveglia e in abiti formali.
"Anna! Sei già sveglia?"
"Sì! Volevo svegliarti...ma a quanto vedo sei già vestita...pensavo che oggi potremmo passare tutta la giornata assieme, che dici... facciamo un pupazzo di neve?"
Non volendo l'ho chiesto con la stessa voce che avevo da bambina, il che fa sorridere Elsa.
"Mi piacerebbe moltissimo Anna, ma non posso! Il Consiglio Reale si riunisce oggi per discutere l'eventuale approvazione di un trattato. Devo andare purtroppo!"
Improvvisamente mi sento assalita da una sensazione di delusione e sconforto: ero così entusiasta del mio programma di oggi, che vederlo andare in fumo in cinque secondi mi distrugge, ma cerco di non farlo vedere ad Elsa, di certo non è colpa sua.
"Ah...ok...non fa nulla, davvero, io..."
"Mi spiace Anna, ma torno domani, è solo rimandato ok?"
"Ok" dico con voce flebile...odio la mia espressività.
"Mi raccomando Anna, non ti disperare tutto il giorno per l'assenza di Kristoff, distraiti e vedrai che il tempo passerà molto più in fretta!"
Arrossisco, dimenticavo il potere più grande di mia sorella...no, non era il ghiaccio! Era il sapermi leggere nella mente come un libro aperto.
"Ci proverò!"
La saluto, ci scambiamo un fortissimo abbraccio, poi la osservo andare via.
Sarà una lunga giornata.


Osservo nuovamente il pendolo, ma inizio a pensare che abbia qualche problema: mi sembra che sia passata un'eternità da quando l'ho controllato l'ultima volta, ma segna che sono passati solo cinque minuti.
Amareggiata sbuffo incrociando le braccia.
Forza Anna, Elsa ha ragione! Continuando così il tempo non passerà mai. Certo, ero così contenta di poter fare quelle attività con lei...Ehi, un attimo! Potrei provarle a fare lo stesso, anche senza di lei. Su Anna, non hai bisogno di un'altra persona per divertirti.
Mi guardo allo specchio, fissando il mio riflesso e immediatamente capisco perché non amo restare sola. Per anni sono stata da sola, quando Elsa non voleva avere rapporti con me per paura di farmi del male coi suoi poteri.
Dopo il giorno dell'incoronazione tutto è cambiato: ho riallacciato il rapporto con mia sorella e ho conosciuto Kristoff, sto così bene in loro compagnia che da allora ho una paura folle di restare da sola. Di stare di nuovo male.
Su Anna, sii positiva! Elsa tornerà domani e Kristoff tra una settimana, non morirai per due giorni da sola!
Ripenso alle attività che mi ero proposta di fare con mia sorella: ok la prima era "divertirsi con la neve", decisamente improponibile senza di lei, essendo estate. Non mi lascio scoraggiare e opto per la seconda: andare a fare un giro al mercato.
Mi vesto di fretta e corro al mercato: mi piace stare tra la gente. Voglio ritrovare quel banco che vendeva dei bellissimi nastri, magari potrei prenderne uno anche ad Elsa, così avrà una sorpresa al suo ritorno. Durante la mia ricerca mi fermo ad osservare i vari banchi, molte persone mi fermano desiderose di conoscere la principessa Anna, mi intrattengo brevemente con loro per poi continuare la mia ricerca. Ad un tratto in un banco vedo qualcosa di mai visto, mi avvicino per osservarla più da vicino: è una specie di sfera di vetro con dentro una renna in miniatura che mi ricorda molto Sven.
"Cos'è?" chiedo rivolta al mercante.
"L'ho fatta io stesso, se la capovolgi e poi la rimetti dritta avrai una sorpresa"
Faccio come mi dice e immediatamente rimango sbigottita: dentro la sfera di vetro, quella che sembra essere neve, inizia a scendere sulla piccola renna.
E' una delle cose più belle e incredibili che abbia mai visto, nella mia mente inizio a pensare: "LOVOGLIOLOVOGLIOLOVOGLIO!" , cerco di calmare il mio entusiasmo, decidendo che fosse meglio dirlo una sola volta ad alta voce.
"Lo voglio!"
Pago la sfera, e subito penso ad una cosa.
Voglio vedere che faccia farà Kristoff quando la vedrà!
D'un tratto mi sfiora l'idea di regalarla a lui, un po' mi spiace non averla per me, ma se lo renderà felice voglio che sia sua, quindi decido che sarà il suo regalo di bentornato!
Ora devo solo trovare quel mercante di nastri così pure Elsa avrà il suo regalo!
Svolto in un vicolo più isolato, fino ad arrivare vicino ad un pontile, dove credevo ci fosse il mercante, ma non trovo nessun banco. Ma c'è qualcos'altro che mi fa sussultare, o meglio dire ...qualcun'altro.
Era Kristoff.
Il mio cuore inizia a battere a mille, non riesco a pensare a nient'altro tranne al fatto che lui era lì, era tornato e non vedevo l'ora di riabbracciarlo, sperando rimanesse questa volta.
Sto per correre da lui quando qualcosa mi ferma, bloccando anche il battito del mio cuore: Kristoff non era solo, era con la stessa ragazza che avevo visto qualche giorno prima. Non faccio in tempo a pensare di essere esagerata a pensare male, quando lui la abbraccia urlando: "Ti adoro!"
Sento mancarmi il respiro, il cuore mi si stringe in una morsa di dolore e di rabbia, non so se voglio piangere, non so se voglio andare lì e sganciargli un pugno dritto in faccia o se voglio urlargli contro qualcosa di indicibile.
Resto lì immobile, non riesco a fare niente. E' come se qualsiasi cosa facessi non avesse senso, neanche quello che vedo continua ad avere senso per me, è come vivere un incubo con la convinzione che quello che vedi sia impossibile che sia reale.
Sussulto di nuovo quanto sento il mio nome, ma è lei a pronunciarlo. Penso che mi abbia visto, ma mi accorgo che invece sta ancora parlando con lui, il che si rivela tremendamente peggio.
"Anna lo sa che sei qui?"
"Certo che no, e non deve saperlo! Per lei sto ancora sulle montagne a raccogliere il ghiaccio"
"Come se tu ci fossi mai andato!" dice lei con un sorrisetto ironico che mi fa venir voglia di spaccarle la faccia.
"Abbassa la voce, non vorrai che qualcuno ti senta, Anna è la principessa qui, mica una sconosciuta!"
"Sei stato tu il primo ad alzare la voce Kris!"
Sgrano gli occhi, il respiro mi si fa sempre più lento e pesante, improvvisamente mi sento una stupida, per aver creduto in lui, per averlo atteso con tanta impazienza, per essere sempre così maledettamente ingenua e positiva.
Porto le mani alle orecchie, l'unica cosa che so è che non voglio sentire altro, o non so di cosa sarei capace, quindi corro via, tra la folla, verso il castello.
Non so quanto tempo ci metto, sento gente che chiama il mio nome, che mi chiede se sto bene, ma li ignoro. Riesco solo a correre, e correndo miliardi di pensieri si affollano nella mia mente.
Perché lo ha fatto?
Quando l'ha conosciuta?
Da quanto tempo mi mente?
Dove è stato in questi giorni?
Dove starà nei prossimi?

La mia testa è talmente piena di domande che sento potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Finalmente riesco ad entrare al castello, quando arrivo alla mia camera mi lascio cadere sul letto e inizio a singhiozzare, cacciando fuori tutto il dolore che ho cercato di trattenere dentro fino ad ora.
C'è una cosa in tasca che mi da fastidio, la prendo. E' la sfera che volevo regalare a Kristoff, la stringo forte nella mia mano, ed ancora più forte è la stretta che sento al cuore. Delle lacrime solcano il mio viso, lascio cadere la sfera per terra, che si frantuma in mille pezzi, come il mio cuore.

Quella notte la passo praticamente a piangere, ma quando sono finte le lacrime non mi sento comunque meglio. Quei giorni trascorrono in maniera indescrivibile: voglio stare da sola, Olaf dice di volermi fare compagnia ma la rifiuto. Non sono in vena di fare nulla.
Quella sera torna anche mia sorella, la abbraccio fortissimo, ma non riesco a dirle nulla di ciò che ho visto. Forse perché voglio essere io a vedermela con lui quando tornerà, se mi deve ancora mentire voglio che lo faccia guardandomi negli occhi. Solo allora lo dirò pure a Elsa.
OK, ora c'è solo un piccolo problema, Elsa mi conosce troppo bene e mi sa leggere dentro, subito capisce che c'è qualcosa che non va.
"Anna tutto bene? Ti vedo strana"
"Sì, tranquilla sono solo un po' stanca"
Mento spudoratamente e lei lo sa, glielo leggo nell'espressione che fa.
"Se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, lo sai che sono qui vero?"
"Certo sorellona!"
La abbraccio nuovamente.
"Grazie, sono contenta che tu sia tornata"
E' vero, anche se ho deciso di non dirle nulla ancora, la sua presenza mi tranquillizza leggermente.
I giorni passano velocemente, decido di non isolarmi, quindi quando posso sto con Elsa e Olaf, ma spesso il dolore si fa forte e quindi trovo una scusa per stare da sola. Elsa mi fissa strano, forse pensa che mi manca solo Kristoff, non capisce che invece è esattamente l'opposto. In realtà Kristoff mi manca, ma quello che conoscevo io, non lo sconosciuto che ho visto al molo. Mi domando se il vero Kristoff fosse quello e non colui che credevo di conoscere...proprio come Hans.

Arriva infine il giorno del rientro di Kristoff lo aspetto agitata dove avevamo detto. Non faccio in tempo a pensare ad un piano d'azione che lo vedo all'orizzonte, appena nota la mia presenza corre esuberante verso di me.
Ma non trova ciò che si aspettava, incrocio le braccia al petto e lo fisso con sguardo omicida, quindi lui rallenta e sorpreso mi osserva perplesso.
"Anna, non sei felice di rivedermi?"
Faccio uno sforzo assurdo per non mettermi a piangere o per non mollargli un pugno, quindi gli dico semplicemente: "Dove sei stato in queste settimane?"
"B-Bé, a raccogliere il ghiaccio! Te l'ho detto no?" balbetta incerto, portando una mano dietro al testa.
"Sei un pessimo bugiardo!" gli dico, mi volto per andare via: ero già stanca delle sue menzogne. Ma lui mi blocca per un braccio.
"Aspetta Anna! Cosa sai esattamente?"
Ok, tutto ha un limite, mi giro, ma questa volta sono furiosa.
"Perché? C'è qualcosa che non dovrei sapere KRIS?"
"Oh ma allora è per quella ragazza che hai visto un decina di giorni fa? Come ti ho già det-"
Non lo lascio finire di parlare.
"Non è solo per quello, l'hai rivista anche una settimana fa ed eri qui, non sulle montagne e ovviamente non ti sei disturbato a dirmelo. Oltre al fatto che dubito che tu sia mai andato a raccogliere il ghiaccio, dato che tu stesso hai ammesso a lei il contrario"
Kristoff sgrana gli occhi, stupito del fatto che lo sapessi.
"Ora mi spieghi tutto, oppure non avremo altro da dirci! Iniziando magari dal chi è questa e perché ti chiama Kris...avete tutta questa confidenza?"
Kristoff mi fissa sbigottito, poi scoppia in una flebile risatina.
"Sei gelosa allora!"
Stringo il pungo forte verso il basso, resistendo ancora una volta alla tentazione di darglielo in faccia. Ma prima che posso dirgliene quattro é lui a parlare.
"Allora Anna hai frainteso: quella ragazza si chiama Kristen ed è praticamente come una sorella per me!"
Lo fulmino dubbiosa.
"Pensavo fossi ORFANO!"
"E infatti lo sono. Quando ero appena poco più di un neonato è stata la madre di Kristen a prendersi cura di me, ma era molto povera e crescere due bambini diventava sempre più difficile per lei, così quando fui abbastanza grande cercai subito di aiutare come potevo. La madre di Kristen conosceva un amico che raccoglieva il ghiaccio, me lo ha presentato e mi ha insegnato tutto quello che sapeva, lo aiutavo come potevo e mostrai sempre più interesse per quel lavoro. Ma la madre di Kristen era una commerciante di legno e doveva viaggiare per guadagnarsi da vivere. Sapeva che se voleva assicurarmi un futuro doveva lasciarmi andare, così coi pochi soldi che aveva mi comprò un cucciolo di renna: Sven e col legno mi costruì una mini slitta. Mi affidò al suo amico e se ne andò, anche se non voleva darlo a vedere sapevo che stava piangendo. Ogni tanto viene a trovarmi ma molto raramente, loro non sono di Arendelle. Ho passato comunque anni con Kristen, ci siamo sempre ritenuti come due fratelli, e ci chiamiamo vicendevolmente Kris, perché da piccoli ridevamo del fatto che i nostri nomi iniziano uguali"
"Oh"
E' l'unica cosa che riesco a dire. Il suo ragionamento è impeccabile e il suo racconto commovente, non sapevo tutte queste cose di lui! Ma c'è ancora qualcosa che non mi quadra.
"Si ma cosa hai chiesto a questa Kristen allora? Vi ho visti e sentiti al molo , l'hai abbracciata e incontrata...perché non volevi dirmelo? E soprattutto, cosa hai fatto in tutti questi giorni?"
"Kristen commercia legno, come la madre! L'ho abbracciata per ringraziarla, perché mi ha procurato del mogano, rarissimo da queste parti"
"Mogano? E a che ti serve?"
Mi sorride con un'espressione di sfida: sta macchinando qualcosa, mi tende una mano e dice: "Vuoi vedere di persona?"
Fingo di non sciogliermi vedendo quel sorriso, con aria diffidente dico: "Vediamo!" e stringo la sua mano.
Mi fa salire sopra a Sven e mi porta fino alle colline, fino ad arrivare ad un'enorme prato ricoperto da una distesa di coloratissimi fiori.
"Wow che bello!"
Kristoff mi aiuta a smontare da Sven, quindi osservo incantata i fiori colorati.
"C'è un'altra cosa che devi vedere"
Lo fisso dubbiosa, per poi percorrere lo sguardo nella direzione che stava indicando. Vedo una piccola casetta fatta di legno, che sorgeva tra la colorata distesa di fiori.
"Che carina!"
Non resisto all'idea di vederla da vicino, così mi faccio accompagnare da lui fino all'interno, che era ancora più delizioso, anche se c'erano pochissimi mobili.
"E' ancora da finire...ma il legno mi serviva per questa!"
Meravigliata lo fisso a bocca aperta.
"Vuoi dirmi che questa l'hai costruita TU?"
"Ti piace?"
"E' stupenda, adorabile, graziosa! Non sapevo che sapessi lavorare il legno!"
"Bé, sono contento che ti piaccia! Anche perché potrebbe essere tua...ehm, cioè nostra...cioè..."
Sussulto a quelle parole e mi giro di scatto verso di lui, ma mi sorprendo nel non vederlo ad altezza naturale, bensì inginocchiato ai miei piedi.
Il suo volto è diventato rosso come un peperone e il mio cuore batte all'impazzata. No, non può essere davvero quello che penso.
Tira fuori dalla tasca un anello e me lo porge con una mano.
"Anna, vuoi sposarmi?"
In un attimo mi blocco, il mio cuore batte fortissimo e mi viene quasi da piangere, ma questa volta sarebbero lacrime di gioia.
Come ho potuto pensare che Kristoff avesse mai potuto fare quelle cose orribili?
D'un tratto mi sento una stupida. La stupida più felice del mondo.
Mi getto tra le sue braccia e lo stringo fortissimo.
"Ti amo Kristoff!" gli sussurro.
Lui sorride.
"E' un sì?"
Mi slego leggermente da quell'abbraccio, quel tanto che basta per poggiare la mia fronte sulla sua, lo fisso negli occhi, ora anche io sto arrossendo.
"Assolutamente!"
Mi sorride con uno sguardo pieno di felicità, per poi scambiarci un tenerissimo bacio, dura pochi attimi, ma so che non me lo dimenticherò mai.
Poi Kristoff si alza, mi aiuta a fare altrettanto. Lo fisso sogghignando.
"Aspetta, non crederai di potermi sposare così facilmente! C'è ancora una cosa da fare, ed è la più difficile"
Kristoff mi guarda interdetto.
"Quale?"
"Avere l'approvazione di mia sorella!"
Entrambi ci mettiamo a ridere, poi lui mi fissa.
"Bé, se non me la dà gliela chiederò tutti i giorni, finché non cederà, noi uomini del ghiaccio non ci arrendiamo così facilmente!"
Rido, poi mi ricordo quello che è successo.
"Scusami Kristoff, non avrei mai dovuto dubitare di te, non so cosa mi è passato per la testa!"
"Tranquilla Anna, comprendo perché hai dubitato, in fondo ti ho nascosto parecchie cose, chiunque avrebbe pensato male"
"Per farmi perdonare parlerò io ad Elsa!"
"Sicura? Non vuoi che ci sia anche io?"
Lo abbraccio da dietro reggendomi alle sue spalle.
"Tranquillo, voi uomini del ghiaccio sarete pure testardi, ma noi principesse lo sappiamo essere anche molto di più!"
Lui volta lo sguardo verso di me sorridendomi.
"Non ne ho dubbio!"
Gli do un leggero bacio sulla guancia.
Adesso lo so: non mi importa veramente se Elsa dirà di si, se ci sposeremo, se vivremo qui o altrove.
Finché staremo insieme, finche ci ameremo così, andrà tutto bene.

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