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Autore: Kokky    13/07/2008    8 recensioni
[A Tya per i suoi 18 anni # ShikaIno]
"Intanto Ino sospirò. Shikamaru sarebbe sempre rimasto impassibile, pigro, razionale. Nulla e nessuno avrebbe cambiato la sua natura; le rimaneva solo la speranza, dura a morire. Avrebbe sempre sognato che lui si sarebbe girato e l'avrebbe amata.
Ma in fondo era solo un sogno."

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Genere: Triste, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ShikaIno's day!

Auguroni alla mia Tya *-* 18 anni, che numerone!

 

 

 

 

 

Non immagini quanto sia dolce sfiorare
dai tuoi incerti sorrisi la felicità.
Anche solo per pochi secondi capire
che qualcosa di buono c’è in me.
Dormi che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio per noi.
Dormi che è meglio
dormi che è meglio
dormi che è meglio così.

Dormi - Subsonica

 

 

 

I sogni belli e fatati scivolano e corrono via dalla mente, sciogliendosi al sole del mattino, gli incubi invece rimangono intrappolati. Urlano. Sbattono. Fanno paura.

 

This is just a dream, isn't?

 

Shikamaru si svegliò ansante, sudato, con gli occhi scuri sbarrati, a guardare il soffitto rischiarato dalla luce della luna che entrava dalla finestra aperta. Respirò nervoso l'aria fresca della camera, che odorava di libri e di pulito. Aveva avuto un altro incubo.

Erano sempre più frequenti. Sempre di più. Assillanti.

E ripetitivi.

Shikamaru Nara sognava sempre la stessa cosa, qualcosa che sapeva di presagio. Una falce d'argento e un lago di cristallo, dove lui camminava piano impaurito, perché il leggero strato si sarebbe potuto spezzare da un momento all'altro.

E non vedeva il suo riflesso, specchiandosi nel lago. Ma solo morti. Con gli occhi bianchi e le bocche spalancante, lo chiamavano incessanti con una strana melodia che si spandeva lenta. Lo circondava con calma, con le sue note tristi e lunghe, basse.

Shikamaru poteva vedere che sotto il cristallo c'era un liquido scuro che ricordava molto il sangue, che lambiva i corpi di tutti quei morti. Eppure quei cadaveri, pur avendo un volto, non erano nessuno.

Lui non riusciva a ricordare chi fossero, in realtà. Shikamaru, il genio dal cervello portentoso, che non identificava un volto.

Pazzesco, eppure reale. Ma in fondo quello era solo un incubo, no?

E i sogni, sia brutti che belli, rimangono solo spuma bianca alla luce del sole. Svaniscono via, volano alti; scompaiono.

E anche se quell'incubo lo tormentava da un po' e gli era rimasto impresso, scalciando nella sua mente e urlando forte, lui lo ignorava bellamente.

Perché, si sa, i sogni sono solo fantasie.

 

 

Quando la guerra si era infiltrata a Konoha, Shikamaru aveva sbuffato. E poi aveva sputato via una nuvola di fumo dalla bocca, infastidito. Tutto ciò che gli faceva alzare un dito era una seccatura.

Anche per questo le donne lo erano.

Con Ino non era mai tranquillo. La pace non esisteva, con le appartenenti al gentil sesso. E ora non c’era davvero. Lo sentiva nell’aria.

Vibrante, palpabile, distorto. Odore di guerra e di morte. Olezzo di cadaveri e sangue sparso, a macchiare tutte le mani. E l’eco del suo incubo lo disturbava incessante, con quella melodia malsana che si ripeta nella sua mente. Grida di cadaveri dagli occhi bianchi, sotto una lastra di cristallo.

Il confine fra morte e vita era così labile... e anche quello fra sogno e realtà.

Shikamaru odiava credere ai sogni. Affidarsi a qualcosa si non calcolato, di non tangibile, di fittizio e fantasioso. Eppure quel suo incubo ripetuto era un allarme.

Che suonava sempre una parola, brillante e rossa: Morte.

Era il presagio della sofferenza, quello. Lui sarebbe rimasto vivo e qualcuno di caro no. Oh, non doveva dare corda ai suoi sogni. Doveva smetterla e basta di essere paranoico.

Ora doveva solo concentrarsi e preparare una buona strategia.

E combattere per Konoha. Niente o nessuno l’avrebbe fermato. E poi... cosa aveva da perdere, lui?

Non sapeva che chi è come lui ha molto da perdere. Fin troppo.

 

 

 

Il campo di guerra era diverso da come se l’era immaginato. Non c’era tutto quel rumore che aveva previsto, né quel disordine. Erano tutti attenti, preparati, ognuno con la loro tenda, in attesa. Si sentiva la tensione palpabile nell’aria.

Fremeva, Shikamaru.

Vedeva tutti quei ninja pronti a combattere, a sacrificarsi per Konoha, con decisione.

C’erano proprio tutti, anche i suoi compagni di Accademia. Naruto agitato che camminava avanti e indietro, Sakura che cercava di calmarlo, Neji e Hinata che erano fermi e ritti a guardare con il byakugan, gli altri lì vicino in silenzio.

Choji non mangiava, quel giorno. Osservava il suo migliore amico da poco lontano, affiancato da Ino Yamanaka, che si stava mordicchiando le unghie con preoccupazione.

Alla fine la bionda avanzò piano verso Shikamaru, con un piccolo sorriso sul volto.

« Nervoso? » chiese, non osando alzare lo sguardo per vedere il suo volto.

« Secondo te? » sbraitò l’altro, accendendosi una sigaretta. Era così ovvio.

Ino continuò, testarda: « Stai calmo, piuttosto. Ci serve la tua intelligenza. »

Lui sputò fuori il fumo grigiastro, iroso. « È che... sono tutti qui per questa guerra. Per una così idiota e inutile, e potrebbero morire da un momento all’altro. » si sfogò, buttando la sigaretta a terra e spegnendola nervosamente con la scarpa.

Ino spiegazzò un sorriso triste, riuscendo a guardarlo negli occhi. « E se morissi anche io, Shikamaru? » domandò con voce flebile.

Erano tutti a rischio, senza esclusione alcuna. Se lui fosse morto, Ino avrebbe smesso di vivere.

« Non scherzare. » sibilò il ragazzo.

Lei ghignò, riprendendo la mascherata di allegria e malizia che si era costruita con impegno.

« Shika, non si sa mai. Ora vado, cerca di stare attento! » disse, facendogli l’occhiolino e correndo verso Choji.

Shikamaru decise che le donne erano incomprensibili, più di qualunque tecnica ninja, anche di quella più complessa.

Intanto Ino sospirò. Shikamaru sarebbe sempre rimasto impassibile, pigro, razionale. Nulla e nessuno avrebbe cambiato la sua natura; le rimaneva solo la speranza, dura a morire. Avrebbe sempre sognato che lui si sarebbe girato e l'avrebbe amata.

Ma in fondo era solo un sogno.

 

 

I combattimenti continuavano, scontro dopo scontro, ninja contro ninja. Senza fine.

Appassivano a poco a poco quelle vite, cadendo riverse a terra e volando via a soffi, spazzate dal vento di morte.

Erano caduti in così tanti.

Shikamaru non aveva più piani. Nemmeno uno. Tutto era stato spazzato via dalla paura reale, tangibile, di perdere i suoi amici più cari. Osservava da lontano Choji e Ino combattere, sentendo il cuore a mille, pieno di desolazione.

Disperazione.

C'erano troppi, troppi cadaveri a terra

                     Infinita distesa di sangue

       Troppo, tutto quanto era sporco. Macchiato di rosso

                                                                 di scarlatto, con occhi bianchi... bianchi

e i morti erano dall'altro lato, sotto il cristallo. E lui ci camminava sopra

                                                                                                Sopra.

 

Era come il suo incubo. Vedeva quei corpi e intanto non poteva fare più nulla, intrappolato in quella misera vita. E non li riconosceva, così diversi da quando avevano la vita in corpo, quel dolce alito, soffio, sprazzo di luce.

Era tutto irreale. Illusorio, sì. Soltanto finzione, si ripeteva piano, sapendo che invece era solo la dura realtà. Quella della guerra, dell'immutabile morte, degli uomini che puntavano alla conquista.

Shikamaru iniziò ad odiare il fatto di essere un ninja. Così come odiò tutti gli altri... non voleva vedere più.

Era meglio un sogno, un sogno ovattato. Dolce, dal profumo di torta, calmo; un sogno felice. Meglio esso che una vita così dura.

Era un coniglio, si disse. Eppure continuò a sperare in una visione rosea, perché non ne poteva più.

Forse era meglio essere bambini per sempre. Da piccoli non si pensa a tutto quell'odio, a quel potere tanto tentatore, a quelle guerre distruttive.

Ricordava ancora Ino che raccoglieva fiori e poi faceva dei mazzetti, portandoli alla madre. E tutte quelle giornate passate a guardare le nuvole, con lei accanto che chiacchierava ininterrottamente di tutti i pettegolezzi di Konoha. Quanto l'aveva odiata in quei momenti, per il suo continuo cicaleccio allegro. E quanto l'aveva amata per avergli riempito le giornate.

Era proprio una seccatura.

Ma non era il luogo giusto e il momento adatto per pensare a tutto quello.

 

Parò un colpo, scivolò sotto l'avversario e lo colpì alla schiena, immobilizzandolo. Shikamaru sbuffò e guardo avanti, dove tanti altri ninja lo stavano aspettando. Non finiva mai, quella battaglia già perduta in partenza.

Sentì un rantolo lì vicino, così si abbassò dietro una roccia e cercò di visualizzare cosa fosse successo.

Una giovane donna stava coricata a terra, cercando di raggiungerlo per dargli un ultimo saluto prima della morte. Shikamaru vide i capelli biondi e gli occhi azzurri già velati da un impalpabile velo di morte.

« Ino! » affermò, catapultandosi da lei. Non importavano i rischi, ora.

Lei fece un sorriso stentato, aggrappandosi alla sua maglietta e poggiandosi su di lui. Respirava lentamente, sfiancata.

« Sono così stanca, Shika... » mormorò soltanto, alzando una mano e accarezzandogli il volto glabro, toccando le labbra morbide.

Lui non disse nulla, ma la trasportò al sicuro dagli attacchi, cercando di non guardarla. Non voleva... non voleva vedere la sua morte. « Non ti affaticare, Ino. » le sussurrò con voce spezzata, cercando lo stesso di non far uscire le sue emozioni.

L'altra sorrise di nuovo. « Sei sempre il solito. Ti amo anche per questo. » rispose lei, chiudendo gli occhi cerulei.

Shikamaru non prestò attenzione alle sue parole, sapendo che le stava dicendo solo per togliersi un peso prima... di volare via. Sentì solo la disperazione prendere il sopravvento.

« Non te ne puoi andare così, Ino. Hai troppe cose da fare, ancora... troppe. »

Io come farò senza di te?

Lei aprì stentatamente gli occhi azzurri un'ultima volta, ghignando. « Shikamaru grazie. Sarebbe stato bello cercare con te di nuovo i fiori per la mamma, rubandoli dai giardini di Konoha. Io... non riesco a dirlo. A – »

« Arrivederci. » la precedette lui, sentendo per la prima volta un groppo alla gola che non fosse per la gelosia che provava verso i ragazzi appiccicati a Ino, bensì a quella tristezza carica di lacrime.

Ino sorrise piano, slavata, e poi morì.

Il suo soffio vitale volò via con gli altri che quel giorno erano caduti in battaglia, lasciando ferite inguaribili sul cuore dei loro compagni e parenti. Così, solo per quella stupida guerra.

Shikamaru la vide sotto la teca di cristallo, con gli occhi bianchi e i capelli biondi sparsi, sorridente.

« Anche io ti amo. » sussurrò piano, adagiandola a terra e sistemandole il ciuffo chiaro.

Ora non c'era più nulla da fare. Solo vegliare su di lei.

Aspettare lì accanto, morire, piangere. Era quella la cosa giusta da fare.

Era solo un sogno, vero?

Solo un brutto sogno, un incubo.

Lei si sarebbe svegliata.

Avrebbe aperto gli occhi.

Avrebbe sorriso di nuovo, solo per lui.

 

Ma Shikamaru odiava credere ai sogni. Lui cercava sempre una spiegazione razionale.

E anche quell'incubo doveva avere una fine, ne era certo. Una qualsiasi fine.

Accanto a lei.

 

 

Quando cadde addormentato, se quello era solo un sogno o fosse il paradiso non lo capì mai, si ritrovò in un giardino pieno di coloratissimi fiori. Sentiva Ino ridere e correre lì vicino.

Si girò e la vide, piccola e sorridente, con in mano un mazzetto di margherite.

« Sei arrivato! Andiamo a raccoglierne altri? » chiocciò la bambina, indicando i fiori a terra.

Shikamaru annuì subito, affiancandola.

Lui l 'avrebbe accompagnata ovunque, all'infinito.

Per sempre.

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N/A:

Ma sì, ma sì. L'angst ha sempre il sopravvento sulle mie ‘robe’ xD

Comunque devo dire che è triste ç__ç mi stava venendo da piangere mentre la scrivevo! Rileggendola no xD

La dedico alla Tya, quella geniaccia che oggi compie i bellissimi 18 anni *-*

Con la promessa che cercherò di leggere le sue shot entro domani, perché poi manco per una settimana... spero di farcela, è solo questione d'impegno, poi appena inizi ti appassioni e leggi tutto in un colpo. Perché la Tya è bravissima.

Spero sia decente come regalo >w<

W Shikamaru e Ino insieme! Perché sono così belli insieme!

Tanti tanti auguri, cara!

 

(recensite in tantissimi xD)

La tua Koks!




Edit!
Questa fanfiction partecipa a 100prompts organizzato dal forum Collection of Starlight.
   
 
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