Steps
Is the Hell really more terrible than Haven?
© Coco Lee
Ino si guardava
riflessa nel grande specchio della toilette.
Si pettinava
lentamente i biondi capelli, che più di una volta erano stati paragonati a
lunghi fili d’oro, bellissimi e luminosi alla luce splendente del sole.
La sua pelle era
bianca come la porcellana; solo una vaga tonalità rossa le imporporava
deliziosamente le guance. Le sue labbra sottili erano rosa,
invitanti, ed erano incurvate in un timido sorriso luminoso; gli occhi, gli
splendidi occhi color del cielo, completavano quell’immagine di bellezza
assoluta e perfetta. Scintillavano come diamanti, lucidi per l’emozione,
contornati da una sottile linea nera di trucco.
Ino non era bella.
Definirla bella sarebbe stato troppo poco.
Aveva
quell’espressione eterea che si poteva paragonare solo a
un angelo del paradiso, un angelo che però aveva deciso di scendere
nell’inferno delle passioni.
Ino rise alla sua
immagine riflessa, pensando a come in quel momento dovesse terribilmente assomigliare
all’angelo Lucifero, talmente pieno di sé che era stato costretto da Dio a
vivere negli Inferi.
Ma era poi così
brutto, l’Inferno?
Fino a quel momento
la vita di Ino era stata felice, allegra, spensierata
e, doveva ammetterlo, terribilmente viziata; aveva tutto quello che una
fanciulla potesse desiderare, gli uomini rimanevano abbagliati dalla sua
folgorante bellezza, tutti la volevano, tutti la bramavano, e lei gioiva di
tutte quelle attenzioni, si sentiva importante, unica.
Fin quando non
aveva incontrato il suo angelo dannato.
Dalla prima volta
che lo aveva visto, il suo cuore aveva fatto una capriola all’indietro, il
respiro le era diventato corto e veloce, sembrava che tutto il suo petto stesse
per scoppiare dalla felicità, una felicità completa e
coinvolgente che non aveva mai provato in tutta la sua vita.
Shikamaru era il
suo peccato personale, la sua passione, il suo
segreto, il suo amore incontrollabile.
Ino non sapeva
spiegarselo, ma subito aveva sentito un calore e un’alchimia tra loro due che
era sicura si potesse percepire anche attraverso occhi
esterni.
Quel ragazzo era la
sua maledizione; dall’alto del paradiso in cui aveva vissuto, adesso la sua
casa era l’Inferno dei peccati.
# 1 Accidia: o
pigrizia, avversione all’opera unita a tedio.
Quando Ino si metteva in
testa una cosa, era abbastanza testarda da non rinunciarvi finché non l’avesse
ottenuta. Avrebbe ucciso pur di avere ciò che voleva.
E sicuramente
Shikamaru avrebbe fatto parte della sua collezione di oggetti personali a cui nessuno avrebbe
avuto accesso.
Ino non fece
peccato di Accidia: s’innamorò dell’Accidia stessa.
Nara era il ragazzo
più pigro che avesse mai conosciuto; parlava poco, il
suo sguardo scrutava gli altri con sufficienza, i suoi movimenti erano
strascicati. Una persona del genere si poteva anche detestare, una persona così
insofferente verso tutto e tutti era un vero affronto
ai nervi della gente. Ma Ino era rimasta fulminata da
tutto quello che era la l’io di Shikamaru, amava
e odiava tutto di lui.
Amava come prestasse
poca attenzione alle persone, come la sua considerazione verso gli altri fosse addirittura infima.
Odiava che tali
attenzioni fossero destinate anche lei.
Ino aveva appena
fatto il suo secondo passo verso l’Inferno.
# 2 Superbia: eccessiva stima di sé
accompagnata da ambizione smodata e da disprezzo verso gli altri.
Aveva deciso di
ripagare Shikamaru Nara con la stessa moneta, lo avrebbe trattato come
meritava, lo avrebbe ferito, offeso, trattato come un qualsiasi altro
pezzente.
D’altra parte, la
giovane Yamanaka era consapevole delle sue doti e della sua
bellezza, era consapevole delle sue armi di seduzione e sapeva anche di non
avere rivali.
Quando si vantava con le
amiche delle sue conquiste, non era per mettersi sotto una luce migliore, non
era per dimostrare qualcosa a qualcuno, era
semplicemente la verità quella che raccontava.
E ci godeva nel
vedere le facce allibite delle sue compagne di pettegolezzi, loro che in
confronto a lei valevano ben poco, non sarebbero mai arrivate al suo grado di
popolarità.
Nemmeno Shikamaru,
per quanto bello apparisse ai suoi occhi, non avrebbe mai raggiunto il suo
livello. Sorrideva incredibilmente Ino per tutto quello: lei era il massimo,
era tutto quello che un uomo potesse desiderare, era tutto quello che una donna
desiderava di essere; glielo disse a Shikamaru, ma
tutto quello che lui si limitò a risponderle fu soltanto un sorriso sghembo di
commiserazione.
Ino aveva fatto il
suo terzo passo verso l’Inferno.
# 3 Ira: stato emotivo d’intensa irritazione.
Se avesse potuto, lo
avrebbe preso a calci nel fondo schiena.
Nessuno, mai, aveva osato tanto contro di lei.
Tutti, dopo un suo sorriso e un’occhiata maliziosa, avevano abbassato le loro
difese ed erano rimasti soggiogati dalla sua persona.
Ma no, Shikamaru
l’aveva ignorata, aveva osato metterla in ridicolo, aveva mortificato la sua
bellezza e la sua malizia.
Come se non bastasse il fatto che era stata rifiutata, Shikamaru si divertiva a flirtare con le altre ragazze
(più insulse di Ino sicuramente) davanti a lei senza pudore, sorridendo
compiaciuto tutte le volte che Ino gli lanciava occhiate assassine.
Era arrabbiata,
adirata con tutta quella situazione, avrebbe voluto
spaccare il muso a tutte quelle ragazzine adoranti che gli stavano sempre
intorno, avrebbe voluto schiaffeggiare Shikamaru per quello che le stava
facendo passare, avrebbe voluto distruggere la terra su cui quel traditore
camminava.
Ino voleva lui, ma
lui apparteneva a qualcun altro.
Il suo quarto passo
verso l’Inferno era stato appena compiuto.
# 4 Invidia: desiderio
di avere ciò che altri hanno.
Non aveva mai
provato invidia Ino, in tutta la sua vita.
Solitamente erano
gli altri che desideravano cose che appartenevano a lei.
Ma per la prima
volta, Yamanaka si era trovata a desiderare con ardore intenso, talmente
intenso da farle male al petto, l’affetto e l’amore che Shikamaru riservava
alle sue amanti passeggere.
Era invidiosa nel
modo in cui loro venivano amate, le carezze che
ricevevano, i baci, tutto.
Quell’amore non
corrisposto la stava uccidendo, la stava sgretolando
dal dentro, un dolore forte, acutissimo al cuore che le sembrava di sanguinare
ogni minuto, ogni istante della sua vita.
Era un dolore nuovo
per lei, meschino e letale.
Un giorno aveva
trovato Shikamaru a passeggiare nel parco; Ino aveva messo da parte il suo
orgoglio, distrutta dal dolore e dall’invidia, e aveva confessato al ragazzo il
suo stato d’animo, le sue pene, il suo sentimento
forte e impetuoso.
E Nara l’aveva
baciata, perché Ino adesso era pronta, era pronta a entrare
con lui nei gironi dell’Inferno, a provare le passioni che da sempre rendevano
l’uomo animale.
Shikamaru non aspettava altro, era rimasto mesi ad aspettare lei.
Ino aveva fatto il
quarto passo, dentro gli Inferi.
# 5 Avarizia: esagerato
attaccamento al denaro
che si manifesta come
ritegno eccessivo nello spendere.
Shikamaru era il
denaro di Ino.
Da quando si erano
scambiati il primo bacio, lei gli si era attaccata come una ventosa, non
abbandonandolo mai, facendosi sempre desiderare, provocandolo in tutti i modi
che conosceva per tentarlo, per farlo restare al suo fianco.
Inutile dire che ci riusciva splendidamente: alla fine anche
Shikamaru era capitolato, perché poteva avere autocontrollo da vendere lui, ma
Ino era più forte.
Lei aveva uno strano
effetto su di lui e Nara era come malato di lei.
Si cercavano sempre
con lo sguardo, quando stavano vicini non potevano fare a meno di toccarsi, di
sentire le loro pelli a contatto, ogni distrazione delle persone intorno a loro
era un momento per mettere Ino contro il muro e baciarla fino a toglierle
l’aria dai polmoni, era come una droga, un’ossessione che non trovava pace.
Era dipendente da
lei, e Ino da lui.
Non si staccavano mai, era una relazione morbosa.
Lui la possedeva
letteralmente, nessuno doveva avvicinarsi al suo piccolo fiore, non l’avrebbe lasciata a nessuno, sarebbe stata sua e per sempre
sua.
Insieme avevano fatto il sesto
passo dentro l’Inferno.
# 6 Lussuria: desiderio sfrenato di piaceri sessuali.
Il corpo di Ino era qualcosa che inebriava i sensi, come un bicchiere
di Chianti rosso invecchiato di cinque anni. Era qualcosa che lo mandava fuori di testa.
La prima volta che
avevano fatto l’amore era stato come morire e rinascere un’infinità di volte.
Per Shikamaru tutto
quello non era nuovo, prima che Ino entrasse nel suo letto, molte altre lo
avevano soddisfatto a livello fisico, ma mai nessuna gli aveva colmato l’anima
come aveva fatto lei.
Avevano provato
qualcosa di assoluto, un qualcosa che non si poteva
descrivere con la semplice parola piacere.
Era un coinvolgimento delle loro essenze, le loro anime si erano unite,
fuse in qualcosa di grande e meraviglioso; ogni loro cellula era in festa, in
estasi, i corpi che bruciavano, bollenti di passione, di sesso, di amore.
Ino, dopo la prima volta,
non si era più fermata.
Ogni notte consumavano la lussuria, le lenzuola diventavano un
groviglio.
Ogni notte Shikamaru
entrava dentro di lei molte volte, fino a farle male, finché la stanchezza non
prendeva il sopravvento sul suo corpo, continuava ad amarla ininterrottamente.
Insieme ormai avevano raggiunto il centro esatto dell’Inferno: il punto
più caldo, più coinvolgente, più passionale.
Il loro settimo e
ultimo passo.
# 7 Gola: avidità di cibi o di bevande.
Se per Shikamaru lei
era un buon bicchiere di vino rosso, per Ino lui era come della cioccolata.
Amava la
cioccolata, l’avrebbe mangiata in qualsiasi momento, era un qualcosa che non
riusciva a controllare.
La loro era una relazione (bastava davvero solo questo termine per
esprimere il loro amore?) che non riuscivano più a controllare perché erano
loro stessi a essere controllati.
Erano
inebriati l’uno
dalla presenza dell’altro.
Shikamaru era un’alcolista, secondo Choji.
Ino sarebbe
diventata una cicciona, secondo
Sakura.
Ma a loro due, sembrava
non importare.
Ino non rimpiangeva
il Paradiso: all’Inferno aveva tutto quello di cui aveva bisogno.
“Ma nel
cuor della notte un rumore leggero le giunse all’orecchio,
Ella era sola col suo
pudore di vergine e trasalì,
cominciò a tremare di
paura,
a temere l’ignoto che
la circondava più che un pericolo reale.
Ma era il suo sposo invisibile che veniva a lei
che entrava nel suo
letto e la possedeva,
e che prima dell’alba
s’era già dileguato.”
[Lucio
Apuleio, “La favola di Amore e Psiche”]
Fine
Note:
Le
definizioni dei peccati sono state prese dall’Enciclopedia di Repubblica.
Tornata
solo ed esclusivamente per lo ShikaIno’s Day.
Ringrazio B l a c k i e che ha pubblicato questa
fic perché io attualmente sono in vacanza e lei gentilmente ha fatto la
pubblicazione al posto mio.
Ringrazio S a k u r i n a e M i m
i 1 8 che nonostante il mio ritiro mi hanno
informata di questo avvenimento. Mi ha fatto molto piacere, davvero. ^^
Personalmente
questa fic mi piace sì e no. Alcuni punti credo che mi siano venuti bene, altri
fanno proprio schifo; ma poi sono punti di vista, fate un po’ voi, sapete che
ormai sono fusa, no?
ShikaIno RULEZ!