CAPITOLO
12: Incidenti di percorso!
Come
promesso, alle nove del mattino del giorno seguente, un
inserviente venne a bussare alle loro porte, annunciando la colazione
nella
sala da pranzo grande, al pian terreno del palazzo: Anna non stava
più nella
pelle e quella notte aveva chiuso a malapena occhio per la troppa
emozione;
Kristoff invece aveva passato gran parte delle ore notturne a rigirarsi
nel
letto, a fissare il vuoto nel buio, a rimuginare su tutta la faccenda
del
fidanzamento, del matrimonio e di una conseguente prima notte di nozze;
a quel
punto si era alzato e versandosi un bicchiere d’acqua, aveva
preso a camminare
per la stanza sbuffando come una teiera: il contatto con il marmo
freddo del
pavimento lo aveva tirato fuori da quei pensieri torridi e poco casti
su Anna,
in cui era andato ad impelagarsi. Era riuscito ad addormentarsi solo
poco prima
che sorgesse l’alba; quindi quando i colpi alla porta lo
svegliarono, mugugnò
in disappunto, volendo rimanere ancora per un po’ nel mondo
dei sogni, dove
sembrava che tutto andasse per il verso giusto e filasse liscio.
Suo
malgrado dovette abbandonare la comodità del letto, per
far fronte ad una giornata che si prospettava piena di eventi. Anna si
presentò
alla sua porta dieci minuti dopo, vestita di tutto punto con una gonna
verde e
una camicia bianca, con i capelli raccolti nelle sue solite trecce,
già pronta
per scendere a colazione. Lo aiutò a scegliere un tenuta
meno formale dei
giorni precedenti e poi insieme raggiunsero la famiglia reale nella
sala da
pranzo, dove uno schieramento di maggiordomi e cameriere girava
freneticamente
attorno all’enorme tavolo, come api operaie che si
affaccendavano attorno alla
regina, portando vassoi pieni di frutta, dolci e quant’altro
potesse servire per
una colazione regale.
Re
Thomas e la regina Primrose misero a loro agio la giovane
coppia di Arendelle, discutendo del più e del meno e ponendo
domande innocue
sulla loro permanenza a Corona; infine il re
s’informò sul lavoro di Kristoff,
chiedendo informazioni circa la raccolta del ghiaccio e la
pericolosità del
mestiere, sorprendendo tutti sulla sua conoscenza in materia.
-“Mio
nonno, nonostante facesse parte della famiglia reale,
fu per gran parte della sua vita un tagliatore di ghiaccio: non era
destinato a
diventare re, essendo il secondogenito, ma quando il fratello
abdicò in suo
favore in punto di morte, dovette mettere da parte picconi e asce per
impugnare
lo scettro del potere. Quando ero poco più che un ragazzino,
mi raccontava
spesso del duro lavoro che aveva svolto in giovane età, non
per dovere, perché
essedo un reale non ne avrebbe avuto bisogno, ma per scelta. Mi
rammentava
spesso che il lavoro del corpo rende la mente forte, e che un re che si
crogiola nel proprio agio è debole di corpo quanto di
spirito, e quindi inetto
nel buon governo del proprio regno.”- disse come se fosse la
cosa più normale
del mondo, che un futuro re si spaccasse la schiena a lavorare su
lastre di
ghiaccio pericolanti.
Dopo
colazione, Eugene e Rapunzel condussero Anna e Kristoff
nelle scuderie reali, dove gli stallieri avevano già
preparato i cavalli per
l’uscita in programma quel giorno; tra tutti i cavalli pronti
per l’escursione,
ne spiccava uno per bellezza e portamento: manto bianco, criniera ben
spazzolata e finimenti d’oro. Anna riconobbe il cavallo del
matrimonio e gli si
avvicinò per accarezzarlo, ma il cavallo si ritrasse dal suo
tocco, lanciando
uno sguardo a Rapunzel, come per chiederle il permesso.
-“Avanti
Max non fare l’antipatico. Lasciati accarezzare, lei
è Anna, mia cugina.”- Rapunzel incitò
il destriero, che subito accettò le
carezze della principessa di Arendelle, emettendo nitriti di
apprezzamento.
-“Ciao,
Max. Sai che sei proprio magnifico? Chi è il
destriero più bello del reame? Si, sei tu! ”- Anna
stava parlando al cavallo
come fosse un bambino, con una vocina idiota, e Max sembrava apprezzare
l’insieme di complimenti e grattatine sul collo muscoloso.
-“Non
parlargli così. È pur sempre il capitano della
guardia!”- la riprese Eugene – “E tu
smettila di sbavare come un cagnolino,
riprendi il tuo contegno.”- disse rivolgendosi al cavallo.
Max
subito riacquistò il suo atteggiamento fiero ed altero,
alzando la testa e sottraendosi alle mani della principessa.
-“Capo
della guardia? Stai scherzando? È un cavallo!”-
protestò Kristoff incredulo.
-“Nessuno
scherzo. Si da il caso che Max mi abbia aiutato a
salvare la qui presente principessa perduta e poi ritrovata. Ed inoltre
da
quando lui è a capo della sicurezza del regno, i crimini
sono diminuiti. È
vero, Max?”- il cavallo nitrì, confermando le
parole di Eugene.
Anna
fece scorrere lo sguardo da Eugene a Kristoff e
viceversa: “Voi due vi assomigliate, sapete? Tu parli con
Sven e lui con un
cavallo. Potreste diventare ottimi amici.”-
constatò, indicando prima Kristoff
e poi Eugene.
-“Chi
è Sven?”- chiese curiosa Rapunzel.
-“La
sua renna.”- rispose prontamente Anna, sorvolando
sull’assurdità della cosa.
-“Cosa?
Parli con una renna? Ma è pazzesco.”- Eugene
scoppiò
a ridere, puntando un dito contro il diretto interessato.
-“Disse
quello che si faceva proteggere da un cavallo.”-
Kristoff non si scompose più di tanto e incrociò
le braccia al petto.
-“Vero.
Ma sono sicuro che i cavalli siano più intelligenti
delle renne.”-
-“Non
credo proprio. Ed inoltre le renne sono anche più
resistenti: Sven traina slitte piene di ghiaccio su per montagne
innevate,
attraverso bufere e temporali. Scommetto che il ‘capitano
della guardia’ si
spezzerebbe una delle sue sottilissime zampe nel primo cumulo di
neve.”-
Kristoff gli lanciò uno sguardo di sfida, pienamente
convinto delle sue
affermazioni.
Eugene
raccolse la provocazione: “Sono sicuro che Max è
dieci volte più veloce della tua renna.”
-“Da
dove viene tutta questa sicurezza, tu non l’hai nemmeno
mai vista una renna in azione! Invece io sono assolutamente certo che
Sven
farebbe mangiare la polvere al tuo cavallo in una gara di
corsa.”-
-“Vincerebbe
Max.”- sostenne Eugene.
-“Sven!”-
Kristoff cominciava ad infastidirsi.
-“Max!”-
-“Sven!”-
Mentre
i due si lanciavano occhiate infuocate, pronti a
venire alle mani da un momento all’altro, le due ragazze li
guardavano
sconvolte.
-“Non
ho mai visto Kristoff così infervorato. Eugene
l’ha
davvero punto sul vivo.”- constatò Anna, non
distogliendo lo sguardo
dall’espressione furiosa sul volto del biondo, lanciando
occhiate di
apprezzamento ai muscoli delle braccia che guizzavano sotto la camicia
che gli
aveva fatto indossare. Si ritrovò a pensare che prima o poi
gliel’avrebbe tolta
quella camicia…più prima che poi. Ma la cugina la
riscosse dai suoi pensieri.
-“Ora
lo difende a spada tratta. Ma la prima volta che si
sono visti, Eugene e Max non potevano stare a pochi passi di distanza
che
subito scattava la lite. Ora è praticamente il suo migliore
amico.”- aggiunse
Rapunzel ridacchiando alla scena- “Ora basta voi due.
Vogliamo passare tutta la
giornata a discutere su chi abbia il giocattolo più
bello?”- la principessa li
bloccò prima che potessero davvero picchiarsi per una tale
idiozia.
I
due ragazzi s’interruppero all’istante, scoccando
occhiate
colpevoli alle due principesse che li guardavano come si guarda due
bambini
pestiferi.
-“Vostra
Altezza, il cavallo con le vettovaglie è pronto.
Quando siete pronta, potete partire.”- uno stalliere le si
era avvicinato,
approfittando del momento di quiete.
-“Grazie
mille, Albert.”- Rapunzel gli rivolse un sorriso,
poi voltandosi di nuovo verso i due aggiunse:
“Andiamo?”
-“Certo.”-
borbottarono all’unisono.
Rapunzel
si avvicinò a Max e con una piccola scaletta si
issò sul dorso del cavallo, aggiustandosi la gonna. Lo
stalliere consegnò le
redini di altri tre cavalli a Eugene, Anna e Kristoff.
I
tre salirono in groppa e subito Rapunzel si portò in testa
al gruppo e lanciò Max al galoppo, fuori dalle stalle
attraverso il cortile
secondario del palazzo, che si apriva sulla campagna che circondava il
regno.
Da quando aveva imparato ad andare a cavallo l’anno
precedente, ogni occasione
era buona per uscire a correre con Max: la sensazione del vento che le
sfrecciava accanto e le fischiava nelle orecchie la faceva sentire viva
e
libera, più di quanto non si fosse sentita negli ultimi
vent’anni della sua
vita.
-“Ti
spezzerai il collo, se continuerai a correre
così.”- le
urlò dietro Eugene e lei si accorse di quanto li avesse
distanziati e frenò
Max, conducendolo al piccolo galoppo, per dare la
possibilità al gruppo di
raggiungerla.
-“Perdonatemi,
ma quando corro mi sento…non saprei dirvi
come, ma è una sensazione stupenda.”- si
accostò al destriero di Anna, che le
sorrideva comprendendo le sue parole: anche lei si sentiva bene quando
andava a
cavallo, e quando lanciava l’animale al galoppo sentiva che
tutte le regole ed
etichette in cui era costretta l’abbandonavano, lasciandola
libera di correre a
scavezzacollo, senza che nessuno potesse dirle di fermarsi
perché era poco
consono al suo ruolo di principessa beneducata.
Continuarono
a camminare in silenzio per alcuni minuti,
lungo un sentiero costeggiato da imponenti platani, che lasciavano
cadere i
loro fiori bianchi alla lieve brezza che ne muoveva le fronde.
-“Gara?”-
propose Eugene, rompendo il silenzio, facendoli
sobbalzare sulle selle. Rapunzel gli rivolse un sorrisino sghembo,
accettando
tacitamente la proposta e piantando i talloni nei fianchi di Max, lo
lanciò al
più sfrenato dei galoppi.
-“
Tally-ho!”- urlò Eugene prima di lanciarsi al suo
inseguimento.
Kristoff
e Anna si scambiarono un’occhiata interrogativa:
“Non credo sia una buona idea, Elsa mi ha raccomandato di non
farti fare cose stupide…e
questa sembra proprio una di quelle.”- cercò di
farla desistere.
-“Ma
Elsa non è qui, giusto?”- Anna gli sorrise in modo
sinistro e poi colpendo con le redini il suo cavallo,
cominciò a correre nella
stessa direzione dove erano spariti Rapunzel e Eugene.
Kristoff sbuffò
contrariato e poi spronando il cavallo, le corse dietro, raggiungendola
poco
dopo e affiancandosi a lei, che continuava ad incitare la sua
cavalcatura con
colpi ai fianchi e strani versi acuti. La ragazza che aveva davanti non
era
Anna, era davvero una furia scatenata: le trecce le sbattevano sulle
spalle e
sul viso, tirato in un’espressione di pura concentrazione,
mentre lei, piegata
sul collo del cavallo, sembrava essere diventata un tutt’uno
con l’animale,
bella come una piccola valchiria.
-“
Non avrai mai il piacere di battermi!”- gli urlò
controvento, voltandosi di poco nella sua direzione e scoccandogli un
sorriso
divertito.
-“Non
dire stupidaggini, questa gara l’hai già persa!
Hanno
vinto loro.”- le urlò di rimando, indicando con la
testa il sentiero che si
apriva tra gli alberi davanti a loro.
-“Ma
io sto sfidando te.”- Anna spronò per
l’ennesima volta
il suo cavallo, ormai schiumante, e distanziò Kristoff.
Il
ragazzo lasciò che la preoccupazione per
l’incolumità
della principessa, venisse sostituita da un forte sentimento di
competizione:
insomma lui era…lui. Non poteva di certo farsi battere da
Anna!
Il
bosco gli sfrecciava affianco ad una velocità inaudita,
mentre cercava di raggiungerla e superarla per la seconda volta in
pochi
minuti: “Arrenditi…stai mangiando la mia
polvere.”
-“Vedremo:
il primo che raggiunge quei due, vince!”- affermò
Anna incitando ancora una volta il suo cavallo.
In
fondo al sentiero che stavano percorrendo a velocità
sostenuta, si apriva un vasto prato verdeggiante ricoperto di migliaia
di fiori
colorati e in lontananza qualcosa scintillava ai raggi del Sole:
più si
avvicinavano, più quella distesa luccicante prendeva la
forma di un vasto lago.
Eugene
e Rapunzel erano giunti da diversi minuti ed erano smontati
da cavallo, per godere della bellezza del posto nell’attesa
che Anna e Kristoff
li raggiungessero: “Eccoli, guarda. Stanno
arrivando!”- la principessa indicò
le due figure che si avvicinavano a grande velocità,
schermandosi gli occhi con
una mano.
-“Pronto
a perdere?”- Anna lo sfidò per l’ultima
volta,
prima di entrare nel prato fiorito.
-“Nemmeno
per sogno!”-Kristoff piantò i talloni nei fianchi
del cavallo, e questo con un ultimo scatto poderoso, raggiunse la
sponda del
lago, dove sostavano i due novelli sposi: “Hai perso, furia
scatenata.”-
constatò ridendo e frenando il cavallo.
Anna
li raggiunse un secondo dopo, tirò le redini della sua
cavalcatura per farla fermare e quella s’impennò
indispettita. Smontò da
cavallo con un balzo stranamente aggraziato e cominciò a
lamentarsi come una
bambina capricciosa: “Non è giusto. Il tuo cavallo
è più veloce, avrei vinto io
se non mi fossi distratta ad osservare il paesaggio!”-
cercava di trovare una
scusa per la sua mancata vittoria.
-“Sta
di fatto che ti ho battuta.”- Kristoff scese dal suo
destriero e la raggiunse, battendole piano una mano sulla testa, per
rabbonirla.
Anna
si scostò scocciata e sbuffò:
“Mpf!”
-“Per
la verità credo di aver
vinto io.”- fece Rapunzel prendendo sottobraccio la cugina
–“Non arrabbiarti.
Avrai la tua rivincita al ritorno.”- le sorrise complice e
Anna si lasciò
sfuggire una live risatina.
Il
Sole batteva a picco sulle loro teste, quando tutte le
pietanze riposte nel cestino da pic-nic vennero posizionate sulla
tovaglia che Rapunzel
e Anna si erano premurate di stendere: “Ho esplicitamente
chiesto al cuoco di
corte di preparare dei sandwich; sono i miei preferiti, li adoro:
potrei andare
avanti a mangiarne fino a scoppiare!”- le sussurrò
la principessa di Corona.
-“Davvero?!
Ma sono anche i miei preferiti…abbiamo parecchio
in comune io e te a quanto pare.”- le sorrise felice Anna.
-“Allora
quando si mangia?”- Eugene le interruppe,
sfregandosi le mani e accomodandosi sul prato a gambe incrociate,
mentre
Kristoff lo imitava.
-“Signori,
il pranzo è servito.”- dissero
all’unisono le due
ragazze, scoprendo i piatti con le vettovaglie.
-“E
ditemi,”- fece Eugene prendendo un sandwich
–“dov’è che
vi siete conosciuti? Non sembrate due che frequentano gli stessi
posti.”
Anna
e Kristoff si scambiarono un’occhiata divertita,
conoscendo perfettamente la verità di quelle parole:
“Su alla baita di Oaken.”-
rispose Anna.
Rapunzel
le lanciò uno sguardo interrogativo, non capendo.
-“È
l’ultimo emporio per rifornirsi di provviste, prima di
addentrarsi sulla montagna del Nord.”- precisò
Kristoff.
-“Posso
capire che tu ti trovassi a passare di la, per via
del tuo lavoro eccetera, ma Anna che ci faceva da quelle
parti?”- Eugene era
davvero sorpreso.
-“Beh,
in verità è una lunga storia. Non so se sia il
caso
di tediarvi con questo racconto.”- Anna prese un morso dal
suo panino.
-“Credimi
se ti dico che la nostra è ancora più lunga. E
poi
abbiamo tutta la giornata. Forza, racconta.”- Rapunzel la
incitò.
Anna
prese un respiro profondo e cominciò dapprincipio,
raccontando dell’inverno perenne indotto da Elsa, dei suoi
poteri, del
tradimento di Hans, della missione di recupero su per la montagna del
Nord e
della storia del cuore di ghiaccio, fino alla conclusione della vicenda
con il
disgelo di Arendelle.
-“Quindi
capite, dovevo andare a prenderla, non potevo
lasciarla su quella montagna a commiserarsi, a lasciare che si
rinchiudesse
lontano da tutti, lontano da me, come un mostro. Ed è qui
che è entrato in
scena lui.”- disse indicandolo e riprendendo fiato
–“ Per la verità, il nostro
primo incontro è stato un tantino inquietante: lui era tutto
coperto di neve, a
malapena gli si intravedevano gli occhi e si è avvicinato a
me con aria
ostile…ho davvero temuto per la mia
incolumità!”- disse seria.
-“Beh
forse io sarò stato anche inquietante, ma tu non
scherzavi in quanto a stranezza.”- le disse, poi rivolse lo
sguardo ai loro
interlocutori: “Insomma, avreste dovuto vederla: fuori
imperversava la peggiore
tempesta di neve che io abbia mai visto e lei era vestita con un abito
da
cerimonia, senza un mantello o un non so che a coprirla. Inoltre era
mezza
congelata e continuava a chiedermi febbrilmente della montagna del Nord
e della
magia di quella bufera.”- sorrise al ricordo.
-“Comunque,
mi ha aiutata a raggiungere Elsa e poi mi ha
riportata ad Arendelle nel tentativo di salvarmi la vita.”-
cadde in un
imbarazzante silenzio per alcuni istanti
poi concluse: “E poi io gli dovevo una slitta,
una cosa tira l’altra e…beh
ora siamo qui!”-
-“Una
storia densa di romanticismo, da quanto ho capito.”-
constatò Eugene con voce piatta.
-“Oh,
che cosa tenera! Quindi è stato amore a prima
vista?”-
gli occhi di Rapunzel brillavano, mente li guardava, in attesa di altre
notizie.
-“No,
non direi proprio.”- disse Kristoff, voltandosi interrogativo
verso Anna –“Almeno, non per me.”
-“Beh
a me l’ha dovuto dire Olaf che lui teneva a
me…diciamo
che dell’amore ne sapevo ben poco, da quanto avrete potuto
intuire dai miei
precedenti.”- convenne Anna.
-“Ma
l’importante è che ora siete insieme.
L’amore si scopre
pian piano, non si corre alla sua disperata ricerca, perché
potresti
imbattertici per caso e non riconoscerlo: com’è
successo a voi due.”- sentenziò
seria Rapunzel, rivolgendole un dolce sorriso.
-“Hai
ragione.”- le rispose sollevata –“E
ditemi, la vostra
storia com’è cominciata?”- chiese
curiosa.
-“Beh
tieniti forte principessina, perché questa che ti
narrerò è la storia di come sono
morto…”- Eugene cominciò a parlare con
un’aria
stranamente enigmatica, mentre gesticolava.
-“Eugene!
Non ricominciare con questa storia.”- Rapunzel lo
stoppò sul nascere.
-“Ma
dai, biondina. Loro hanno parlato di castelli di
ghiaccio, pupazzi di neve parlanti e di un principe meschino, e io non
posso
raccontargli di come sono morto? Devo catturare la loro
attenzione.”- si
lamentò.
-“Ma
non sei morto! Raccontagli invece di come ti sei
intrufolato nella torre e di come ti ho steso con una padellata; credo
che
catturerai di più la loro attenzione, evitando
quell’aria da cantastorie
fallito. Oh e non dimenticare la storia dello ‘sguardo che
conquista’…mi fa
troppo ridere sentirtela raccontare.”-
-“Come
vuoi. Ma non lamentarti se poi riterranno la nostra
storia noiosa!”-
Così
Eugene raccontò loro della corona rubata, della
principessa perduta, del magico fiore curativo,
dell’inseguimento con Max,
della torre nella foresta, dello ‘sguardo che
conquista’, dei lunghi capelli di
Rapunzel e del patto stretto con lei per portarle a vedere le lanterne
fluttuanti.
-“Capirete,
che non ha potuto resistere al mio fascino, mi
si è letteralmente gettata ai piedi e poi mi ha supplicato
di sposarla.”-
concluse, con un sorriso accattivante, attirandosi lo sguardo
infastidito della
moglie.
-“Beh,
non direi proprio che si tratta di una storia
noiosa.”- disse Kristoff scrollando le spalle.
-“Ora
capisco la storia della padella!”- sorrise trionfante
Anna -“E io che pensavo fossi un’abile
cuoca.”
Rapunzel
si voltò a guardarla
senza capire, poi intuì a cosa si riferiva: “Stai
parlando della padella della
principessa, non è vero? Beh sappi che mi è stata
utilissima e non l’ho usata
per preparare da mangiare, ma come un’efficiente arma di
difesa.”-
-“Ah
beh, in quanto ad armi di
difesa inconsuete non ci batte nessuno, allora: io ho usato un liuto
per
salvarlo!”-
-“Tu
e Eugene siete così affiatati, siete perfetti
insieme…vorrei tanto che io e Kristoff avessimo un terzo
della complicità che
avete voi.”- sospirò Anna, mentre passeggiava
sottobraccio con Rapunzel lungo
la sponda del lago. La principessa di Corona aveva tolto le graziose
scarpette
di stoffa che indossava e aveva immerso i piedi nell’acqua
bassa della risacca,
trattenendo la gonna con una mano, per evitare di bagnarla; Anna
l’aveva
guardata per un momento senza parole e poi l’aveva imitata,
scalciando poco
garbatamente le sue scarpe da parte e prendendole in mano.
L’acqua fresca del
lago, contro le caviglie sottili delle ragazze, era un lieve toccasana
per la
calura asfissiante del primo pomeriggio. La vegetazione rigogliosa
attorno si rifletteva
nello specchio cristallino, dando l’impressione che il lago
fosse fatto di
smeraldi e topazi preziosi, invece che d’acqua.
-“Perché
dici così? Mi sembra che siate uniti quanto e più
di noi: tu lo ami, lui ti ama, non vedo dove sia il
problema.”- Rapunzel
guardava davanti a sé sorridente, convinta delle sue parole.
-“Oh,
sì. Non ci sono problemi, almeno per quanto mi
riguarda, ma a volte ho come l’impressione che ci sia
qualcosa che lo
trattiene, che lo blocca…non so come spiegarlo.”-
Anna lanciò uno sguardo a
Kristoff e Eugene, che vicino ai cavalli, discutevano animatamente di
qualcosa,
e un sorriso dolce le si dipinse sulle labbra –“Ho
paura che un giorno possa
stufarsi di me e di tutte le regole in cui sono costretta, e che se ne
vada,
lasciandomi sola. Certo, ci sarebbe sempre Elsa con me, ma è
diverso. Se
dovesse accadere non potrei sopportarlo.”- abbassò
lo sguardo mesta, guardando
le impronte dei suoi piedi che venivano cancellate regolarmente dalla
risacca.
-“Non
accadrà. Per quanto possa valere la mia parola, fidati
di me. Se avesse voluto lasciarti, niente glielo avrebbe impedito. Ma
come vedi
è ancora al tuo fianco.”- la principessa la
guardò negli occhi acquamarina e le
sorrise, poi le passò un braccio attorno alla vita sottile e
l’avvicinò di più
a sé - “Forse non te ne sei accorta, troppo
accecata dalle tue preoccupazioni,
ma non ti perde mai di vista: anche ora che sta litigando con quel
bambino di
Eugene, ogni tanto ti scocca delle occhiate, come per accertarsi che tu
non
scappi. Forse lui ha i tuoi stessi timori e per lui credo siano
più
giustificabili. Insomma, tu sei una principessa e si sa, di solito le
principesse sono volubili, cambiano idea al volo e tu potresti decidere
di
volere qualcuno di…semplicemente più!”-
le fece con fare cospiratorio- “Insomma
avresti le tue ragioni, lui è pur sempre un semplice
venditore di ghiaccio.”-
affermò, lasciandola libera dalla sua presa e superandola
con due saltelli
nell’acqua.
Anna
rimase a fissarla inebetita: Rapunzel le aveva appena
detto che Krisoff valeva poco o niente? Ma come…?
-“Ehi!”-
le afferrò un braccio indispettita, fermandola
–“
Io non voglio nessun altro, se non Kristoff: lui vale più di
tutte le teste
coronate di questo mondo! Lui è dolce e gentile con me, e
sopporta le mie stranezze;
certo, non è il principe azzurro che sognavo da bambina, ma
sai una cosa: lui è
molto meglio.”- le intimò inchiodandola con lo
sguardo –“Ed inoltre, lui è il
mio vero amore!”
Rapunzel
l’attirò all’improvviso in un abbraccio:
“Oh Anna!
Lui è il tuo sogno… ora puoi esserne totalmente
certa. Non preoccuparti non
avrei mai osato discriminare lui o il suo lavoro, io sono
l’ultima di questo
mondo a poter giudicare: ho sposato un ex ladro. Ti ho semplicemente
messa alla
prova.”- la allontanò da sé quel poco
che bastava per guardarla negli occhi e
le sorrise davvero felice.
Anna
la fissò con la bocca spalancata per la sorpresa e si
ritrovò a pensare che la cugina era ben più
strana di lei. Poi cominciò a
sogghignare in modo inquietante e, allontanandosi di un passo dalla
presa di
Rapunzel si abbassò verso l’acqua, non staccando
gli occhi da quelli della
principessa di Corona, che quando capì le intenzioni di
Anna, cominciò a
correre via.
Anna infatti, dopo
aver lanciato le scarpe sul prato dietro di lei, cominciò a
schizzarla e a
rincorrerla, ridendo a crepapelle, mentre Rapunzel cercava di sfuggire
ai suoi
attacchi bagnati e di ricambiarla con la stessa moneta.
-“Non
credi che dovremmo fermarle?”- Kristoff guardava la
scena da lontano, ridacchiando per le facce buffe che faceva Anna
mentre
cercava di prendere Rapunzel.
Eugene
rimase in silenzio, godendosi lo spettacolo della
giovane moglie che saltava e piroettava sulla riva, tra un trionfo di
spruzzi e
risatine da bambina: “No. Lasciamole divertire un
po’.”- sentenziò, senza
spostare lo sguardo da quello spettacolo piacevolmente singolare.
Le
due ragazze si fermarono solo quando il venticello, che
increspava l’acqua del lago, cominciò ad infilarsi
tra le pieghe dei loro
vestiti bagnati, facendole tremare.
-“Non
credo sia stata una buona idea. Potremmo prenderci un
malanno, lo sai, vero?”- Rapunzel la spintonò,
mentre riprendeva fiato, piegata
in due dalle troppe risate.
-“Dimmi:
quando ti ricapiterà di essere rincorsa da una
principessa bella e simpatica, come me?”- Anna
cercò di imitare una posa di
sofisticata grazia, fallendo miseramente e cominciando a ridere.
-“Beh
nel caso dovessi rimanere a letto per i prossimi
giorni, ne sarà valsa la pena.”- la
punzecchiò la bruna.
-“Era
da tanto che non mi divertivo così…dovremmo
vederci
più spesso, cara cugina.”- le propose Anna con
fare serio, tra un respiro e
l’altro.
-“Concordo.
Ma la prossima volta sarò io tua ospite: voglio
assolutamente vedere il castello di ghiaccio di tua sorella.”-
-“Ma
certo, milady. Sarò lieta di farle da cicerone su per
la montagna del Nord.”- disse Anna con un tono di voce
scherzoso, mentre si
proferiva in un profondo inchino.
-“Forse
sarebbe ora di tornare al castello, cosa ne dite?”-
Eugene le raggiunse, interrompendo le loro risatine
–“Certo, se non vi foste
bagnate fino al midollo, avremmo potuto rimanere ancora un
po’, ma non è il
caso di lasciarvi quei vestiti zuppi indosso.”- disse
lanciando uno sguardo
divertito alla moglie.
Le
due ragazze annuirono all’unisono, senza parlare.
-“Principessa
Anna, vorrà perdonarmi, ma devo prendermi cura
di mia moglie. Non vorrei rimanere vedovo così
presto.”- così dicendo fece un
inchino alla principessa di Arendelle, che lo guardava interdetta, e
poi senza
preavviso si avvicinò a Rapunzel e la prese tra le braccia.
-“Ehi!”-
protesto senza molta convinzione la principessa,
che subito si strine a lui, sorridendo.
-“Mia
cara moglie, mi occuperò personalmente della rimozione
di questi abiti bagnati e mi premurerò di tenerla al
caldo.”- le sussurrò, solleticandole
l’orecchio.
Intanto
Kristoff si era avvicinato ad Anna, che era alla
disperata ricerca delle sue scarpe tra l’erba:
“Serve aiuto?”- le chiese
divertito.
-“Si,
grazie. Dall’alto della tua stazza riesci a vedere
dove ho lanciato quelle trappole per piedi?”-
Kristoff
si guardò intorno attentamente: “Perché
non sali a
dare uno sguardo anche tu? Io non riesco a trovarle.”-
Anna
lo guardò senza capire e poi, come se le si fosse
accesa una scintilla, cominciò a lanciare gridolini di
felicità, battendo le
mani. Poi gli girò attorno e gli si arrampicò
sulle spalle, con il suo aiuto:
“Allora, vedi qualcosa?”- il ragazzo la teneva per
le gambe, mentre lei con
fare da vedetta, con un braccio attorno alle sue spalle e
l’altro alzato a
schermarsi gli occhi dai riflessi del Sole, cercava le sue scarpe tra i
fiori.
-“Oh,
eccole, eccole!”- si agitò, tanto da dargli delle
ginocchiate nelle costole.
-“Ehi!
Non sono una bestia da soma, non c’è bisogno di
colpirmi.”- le intimò scherzando e dirigendosi
dove erano state gettate le due
calzature. Le raccolse, sempre tenendola sulle spalle e, mantenendosi
in
precario equilibrio, con Anna che continuava ad agitarsi, gliele
infilò ai
piedi che ciondolavano ai suoi fianchi.
-“Grazie.”-
gli disse, scoccandogli un bacio sulla guancia.
-“Grazie
anche a te.”- le rispose, avviandosi dove avevano
lasciato i cavalli.
-“Perché
mi ringrazi?”- gli chiese perplessa.
-“Per
quello che hai detto a tua cugina. Insomma, per avermi
difeso a spada tratta. Sappi che sentirtelo dire ha significato molto
per me.”-
-“Mi
hai sentita? Beh, prego. Io sono Anna, il tuo personale
cavaliere con la sua scintillante armatura.”- gli rispose,
sporgendo un
braccio, fingendo di brandire una spada.
-“Anna,
tutto il bosco ti ha sentita. Eugene ha detto che sono
fortunato, che non devo lasciarti scappare.”-
-“E
tu cosa gli hai risposto?”- chiese con il fiato sospeso.
-“Che
non è assolutamente mia intenzione, farti scappare via
da me.”- le confessò.
Anna
si agitò sulle sue spalle : “Fammi
scendere.”- gli
intimò.
Kristoff
la lasciò andare sorpreso: cosa aveva detto di
sbagliato?
-“Ho
detto qualcosa che non va?”- le chiese preoccupato. Ma
venne subito tranquillizzato da Anna, che gli si parò
davanti e lo abbracciò,
stringendosi forte a lui e bagnando anche i suoi abiti.
-“Come
fai ad essere sempre così perfetto?”-
mormorò ancora
stretta tra le sue braccia.
-“Io,
perfetto? Credo tu abbia sbagliato persona.”-
scherzò.
-“Non
essere modesto per l’amor del cielo; prenditi i tuoi
meriti.”- gli disse alzandosi sulle punte dei piedi e
baciandolo.
-“Ehi,
piccioncini! Andiamo? Avrete tempo a palazzo per fare
certe cose!”- gli urlò dietro Eugene, che aveva
appena aiutato Rapunzel a
salire in groppa a Max.
-“Potrei
ammazzarlo, per averci interrotto.”- sussurrò a
denti stretti Kristoff.
-“Dai,
so che in fondo ti è simpatico. E poi ha ragione
lui…abbiamo tanto tempo.”- gli rispose ammiccando
e correndo verso il suo
cavallo, lasciandolo indietro.
-“Pronto
per la rivincita?”- gli chiese Anna una volta in
sella.
Kristoff
raggiunse il gruppo un secondo dopo, lanciandole
uno sguardo interrogativo: “Rivincita?”
-“In
sella Bjorgman! Ho intenzione di batterti questa
volta.”- gli intimò con voce fintamente dura.
Il
ragazzo obbedì agli ordini e poi sogghignando le si
avvicinò: “Se credi che ti lascerò
vincere solo per farti felice, sbagli di
grosso. Dovrai sudartela la tua vittoria.”
-“Non
serve quest’opera intimidatoria. Pronto?”-Anna
guardava dritto davanti a sé, con portamento fiero, ma con
un sorriso ridicolo
che le si stava aprendo sulle labbra.
-“Quando
vuoi, furia scatenata.”-
-“Via!”-
urlò Rapunzel, sorprendendoli.
Ma
Anna reagì all’imperativo e piantando i talloni
nei
fianchi del suo cavallo, lo lanciò al galoppo, proprio come
aveva fatto la
cugina quella mattina con Max. Kristoff la seguì a ruota
incitando la sua
cavalcatura, cercando di superare o quantomeno affiancare la
principessa, che
si era già distanziata.
Come
al mattino, Anna si concentrò sulla strada davanti a
sé
e sul destriero scuro che la portava, che con balzi poderosi stava
facendo
mangiare la polvere a Kristoff. La ragazza si voltò per
vedere quanta distanza
c’era tra di loro e constatò delusa che il ragazzo
le era alle costole.
-“Vai,
bello!”-
esortò il cavallo, piegandosi sul collo
dell’animale, per evitare che il
proprio corpo facesse attrito con l’aria e rallentasse la sua
corsa.
Continuò
a galoppare, concentrata sul sentiero, finché non
percepì distintamente il rumore degli zoccoli di un altro
cavallo proprio
dietro di lei: “Non sforzarti Kristoff, hai
perso!”- gli urlò voltandosi
indietro.
Il
ragazzo le rivolse un sorriso di sfida e spronò per
l’ennesima volta la sua cavalcatura. Anna continuava a
voltarsi per vedere i
suoi progressi, non prestando poi più molta attenzione a
dove mettesse le zampe
il suo cavallo.
-“Guarda
davanti a te, è lì che mi vedrai tra
poco.”- le
disse indicandole la strada dinanzi a loro.
Anna
gli sorrise rassicurante.
Ma prima che potesse
rendersene conto, accadde l’imprevedibile: in un secondo Anna
non era più sul
suo cavallo, ma a mezz’aria, tra il cielo e la terra, mentre
la sua cavalcatura
continuava la sua corsa.
-“ANNA!”-
non riuscì a trattenersi dall’urlare.
Quando
tirò le redini del suo cavallo, Anna giaceva già
in
terra, con il volto rivolto verso l’azzurro del cielo,
immobile.
Le
corse vicino, inginocchiandosi nella fanghiglia del
sentiero, prendendola gentilmente per le spalle: “Anna, Anna.
Apri gli occhi,
su.”- la voce gli tremava e il tono con cui le disse quelle
parole era
quantomeno disperato.
La
principessa emise un lieve respiro e sbattendo più volte
le palpebre, aprì piano gli occhi:
“K-Kristoff”- sussurrò
–“credo di essermi
rotta un braccio.”
Il
ragazzo la osservò bene e si rese conto che il braccio
era l’ultimo dei loro problemi; infatti da un taglio netto
sulla tempia
sinistra di Anna, scorreva un rivolo di sangue che le stava pian piano
scendendo sulla guancia.
La
principessa chiuse di nuovo gli occhi e il suo respiro si
affievolì, come se stesse dormendo: “No, Anna.
Resta sveglia.”- le intimò,
scuotendola leggermente per le spalle.
Anna
aprì di nuovo gli occhi e con la mano non ferita gli
carezzò una guancia, per tranquillizzarlo: “Sto
bene, non preoccuparti.”- ma
subito dopo il suo sguardo si spense e la mano scivolò via
dalla sua faccia.
-“Anna.
Anna.”- la implorò.
-“Dobbiamo
portarla subito a palazzo.”- non sentì Eugene
avvicinarsi e poggiargli una mano sulla spalla, ma non se lo fece
ripetere due
volte e prese Anna in braccio. Poi aiutato dal moro, salì in
sella e serrò la
sua presa sul corpo privo di sensi della principessa.
Mentre
correva verso il castello di Corona, un solo pensiero
disperato gli riempì la testa: “ti prego, non di
nuovo. Non posso perderla per
la seconda volta.”
AngoloAutrice: salve gente! So che avevo promesso ad alcune di voi di aggiornare due giorni fa, ma non ho avuto tempo…chiedo perdono! Comunque stavolta non ho fatto passare un mese intero prima di pubblicareXD Però questo capitolo mi fa davvero pena, in realtà lo odio, ma spero di riprendermi con i prossimi aggiornamenti. Perdonate le diverse ripetizioni, ma per descrivere tutta la situazione dei cavalli e della cavalcata non ho trovato molti sinonimi. Non ho altro da dire, se non grazie di essere arrivate a leggere fin qui questo obbrobrio! Si ci legge in giro ;) se vi va lasciatemi un vostro parere…Baci ;)
ps: siccome qst
è la mia ff e posso fare quello che voglio, ci inserisco un
po' di pubblicità; vi invito a dare uno sguardo alla mia
nuova storiaAU con i nostri amati personaggi di Frozen, si intitola
Dirty Little Secrets.