Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: StarFighter    15/04/2014    9 recensioni
Tutto sembra procedere per il meglio ad Arendelle: Elsa ed Anna cercano di recuperare il tempo perso, ed intanto la principessa cerca di chiarire il suo rapporto con il suo-più-che-amico, Kristoff. Ma, durante il suo primo viaggio fuori dal regno, Anna è vittima di un incidente. Questo potrebbe mettere in pericolo il fragile equilibrio creatosi dopo il Grande Inverno? R&R!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12: Incidenti di percorso!

 

Come promesso, alle nove del mattino del giorno seguente, un inserviente venne a bussare alle loro porte, annunciando la colazione nella sala da pranzo grande, al pian terreno del palazzo: Anna non stava più nella pelle e quella notte aveva chiuso a malapena occhio per la troppa emozione; Kristoff invece aveva passato gran parte delle ore notturne a rigirarsi nel letto, a fissare il vuoto nel buio, a rimuginare su tutta la faccenda del fidanzamento, del matrimonio e di una conseguente prima notte di nozze; a quel punto si era alzato e versandosi un bicchiere d’acqua, aveva preso a camminare per la stanza sbuffando come una teiera: il contatto con il marmo freddo del pavimento lo aveva tirato fuori da quei pensieri torridi e poco casti su Anna, in cui era andato ad impelagarsi. Era riuscito ad addormentarsi solo poco prima che sorgesse l’alba; quindi quando i colpi alla porta lo svegliarono, mugugnò in disappunto, volendo rimanere ancora per un po’ nel mondo dei sogni, dove sembrava che tutto andasse per il verso giusto e filasse liscio.

Suo malgrado dovette abbandonare la comodità del letto, per far fronte ad una giornata che si prospettava piena di eventi. Anna si presentò alla sua porta dieci minuti dopo, vestita di tutto punto con una gonna verde e una camicia bianca, con i capelli raccolti nelle sue solite trecce, già pronta per scendere a colazione. Lo aiutò a scegliere un tenuta meno formale dei giorni precedenti e poi insieme raggiunsero la famiglia reale nella sala da pranzo, dove uno schieramento di maggiordomi e cameriere girava freneticamente attorno all’enorme tavolo, come api operaie che si affaccendavano attorno alla regina, portando vassoi pieni di frutta, dolci e quant’altro potesse servire per una colazione regale.

Re Thomas e la regina Primrose misero a loro agio la giovane coppia di Arendelle, discutendo del più e del meno e ponendo domande innocue sulla loro permanenza a Corona; infine il re s’informò sul lavoro di Kristoff, chiedendo informazioni circa la raccolta del ghiaccio e la pericolosità del mestiere, sorprendendo tutti sulla sua conoscenza in materia.

-“Mio nonno, nonostante facesse parte della famiglia reale, fu per gran parte della sua vita un tagliatore di ghiaccio: non era destinato a diventare re, essendo il secondogenito, ma quando il fratello abdicò in suo favore in punto di morte, dovette mettere da parte picconi e asce per impugnare lo scettro del potere. Quando ero poco più che un ragazzino, mi raccontava spesso del duro lavoro che aveva svolto in giovane età, non per dovere, perché essedo un reale non ne avrebbe avuto bisogno, ma per scelta. Mi rammentava spesso che il lavoro del corpo rende la mente forte, e che un re che si crogiola nel proprio agio è debole di corpo quanto di spirito, e quindi inetto nel buon governo del proprio regno.”- disse come se fosse la cosa più normale del mondo, che un futuro re si spaccasse la schiena a lavorare su lastre di ghiaccio pericolanti.

Dopo colazione, Eugene e Rapunzel condussero Anna e Kristoff nelle scuderie reali, dove gli stallieri avevano già preparato i cavalli per l’uscita in programma quel giorno; tra tutti i cavalli pronti per l’escursione, ne spiccava uno per bellezza e portamento: manto bianco, criniera ben spazzolata e finimenti d’oro. Anna riconobbe il cavallo del matrimonio e gli si avvicinò per accarezzarlo, ma il cavallo si ritrasse dal suo tocco, lanciando uno sguardo a Rapunzel, come per chiederle il permesso.

-“Avanti Max non fare l’antipatico. Lasciati accarezzare, lei è Anna, mia cugina.”- Rapunzel incitò il destriero, che subito accettò le carezze della principessa di Arendelle, emettendo nitriti di apprezzamento.

-“Ciao, Max. Sai che sei proprio magnifico? Chi è il destriero più bello del reame? Si, sei tu! ”- Anna stava parlando al cavallo come fosse un bambino, con una vocina idiota, e Max sembrava apprezzare l’insieme di complimenti e grattatine sul collo muscoloso.

-“Non parlargli così. È pur sempre il capitano della guardia!”- la riprese Eugene – “E tu smettila di sbavare come un cagnolino, riprendi il tuo contegno.”- disse rivolgendosi al cavallo.

Max subito riacquistò il suo atteggiamento fiero ed altero, alzando la testa e sottraendosi alle mani della principessa.

-“Capo della guardia? Stai scherzando? È un cavallo!”- protestò Kristoff incredulo.

-“Nessuno scherzo. Si da il caso che Max mi abbia aiutato a salvare la qui presente principessa perduta e poi ritrovata. Ed inoltre da quando lui è a capo della sicurezza del regno, i crimini sono diminuiti. È vero, Max?”- il cavallo nitrì, confermando le parole di Eugene.

Anna fece scorrere lo sguardo da Eugene a Kristoff e viceversa: “Voi due vi assomigliate, sapete? Tu parli con Sven e lui con un cavallo. Potreste diventare ottimi amici.”- constatò, indicando prima Kristoff e poi Eugene.

-“Chi è Sven?”- chiese curiosa Rapunzel.

-“La sua renna.”- rispose prontamente Anna, sorvolando sull’assurdità della cosa.

-“Cosa? Parli con una renna? Ma è pazzesco.”- Eugene scoppiò a ridere, puntando un dito contro il diretto interessato.

-“Disse quello che si faceva proteggere da un cavallo.”- Kristoff non si scompose più di tanto e incrociò le braccia al petto.

-“Vero. Ma sono sicuro che i cavalli siano più intelligenti delle renne.”-

-“Non credo proprio. Ed inoltre le renne sono anche più resistenti: Sven traina slitte piene di ghiaccio su per montagne innevate, attraverso bufere e temporali. Scommetto che il ‘capitano della guardia’ si spezzerebbe una delle sue sottilissime zampe nel primo cumulo di neve.”- Kristoff gli lanciò uno sguardo di sfida, pienamente convinto delle sue affermazioni.

Eugene raccolse la provocazione: “Sono sicuro che Max è dieci volte più veloce della tua renna.”

-“Da dove viene tutta questa sicurezza, tu non l’hai nemmeno mai vista una renna in azione! Invece io sono assolutamente certo che Sven farebbe mangiare la polvere al tuo cavallo in una gara di corsa.”-

-“Vincerebbe Max.”- sostenne Eugene.

-“Sven!”- Kristoff cominciava ad infastidirsi.

-“Max!”-

-“Sven!”-

Mentre i due si lanciavano occhiate infuocate, pronti a venire alle mani da un momento all’altro, le due ragazze li guardavano sconvolte.

-“Non ho mai visto Kristoff così infervorato. Eugene l’ha davvero punto sul vivo.”- constatò Anna, non distogliendo lo sguardo dall’espressione furiosa sul volto del biondo, lanciando occhiate di apprezzamento ai muscoli delle braccia che guizzavano sotto la camicia che gli aveva fatto indossare. Si ritrovò a pensare che prima o poi gliel’avrebbe tolta quella camicia…più prima che poi. Ma la cugina la riscosse dai suoi pensieri.

-“Ora lo difende a spada tratta. Ma la prima volta che si sono visti, Eugene e Max non potevano stare a pochi passi di distanza che subito scattava la lite. Ora è praticamente il suo migliore amico.”- aggiunse Rapunzel ridacchiando alla scena- “Ora basta voi due. Vogliamo passare tutta la giornata a discutere su chi abbia il giocattolo più bello?”- la principessa li bloccò prima che potessero davvero picchiarsi per una tale idiozia.

I due ragazzi s’interruppero all’istante, scoccando occhiate colpevoli alle due principesse che li guardavano come si guarda due bambini pestiferi.

-“Vostra Altezza, il cavallo con le vettovaglie è pronto. Quando siete pronta, potete partire.”- uno stalliere le si era avvicinato, approfittando del momento di quiete.

-“Grazie mille, Albert.”- Rapunzel gli rivolse un sorriso, poi voltandosi di nuovo verso i due aggiunse: “Andiamo?”

-“Certo.”- borbottarono all’unisono.

Rapunzel si avvicinò a Max e con una piccola scaletta si issò sul dorso del cavallo, aggiustandosi la gonna. Lo stalliere consegnò le redini di altri tre cavalli a Eugene, Anna e Kristoff.

I tre salirono in groppa e subito Rapunzel si portò in testa al gruppo e lanciò Max al galoppo, fuori dalle stalle attraverso il cortile secondario del palazzo, che si apriva sulla campagna che circondava il regno. Da quando aveva imparato ad andare a cavallo l’anno precedente, ogni occasione era buona per uscire a correre con Max: la sensazione del vento che le sfrecciava accanto e le fischiava nelle orecchie la faceva sentire viva e libera, più di quanto non si fosse sentita negli ultimi vent’anni della sua vita.

-“Ti spezzerai il collo, se continuerai a correre così.”- le urlò dietro Eugene e lei si accorse di quanto li avesse distanziati e frenò Max, conducendolo al piccolo galoppo, per dare la possibilità al gruppo di raggiungerla.

-“Perdonatemi, ma quando corro mi sento…non saprei dirvi come, ma è una sensazione stupenda.”- si accostò al destriero di Anna, che le sorrideva comprendendo le sue parole: anche lei si sentiva bene quando andava a cavallo, e quando lanciava l’animale al galoppo sentiva che tutte le regole ed etichette in cui era costretta l’abbandonavano, lasciandola libera di correre a scavezzacollo, senza che nessuno potesse dirle di fermarsi perché era poco consono al suo ruolo di principessa beneducata.

Continuarono a camminare in silenzio per alcuni minuti, lungo un sentiero costeggiato da imponenti platani, che lasciavano cadere i loro fiori bianchi alla lieve brezza che ne muoveva le fronde.

-“Gara?”- propose Eugene, rompendo il silenzio, facendoli sobbalzare sulle selle. Rapunzel gli rivolse un sorrisino sghembo, accettando tacitamente la proposta e piantando i talloni nei fianchi di Max, lo lanciò al più sfrenato dei galoppi.

-“ Tally-ho!”- urlò Eugene prima di lanciarsi al suo inseguimento.

Kristoff e Anna si scambiarono un’occhiata interrogativa: “Non credo sia una buona idea, Elsa mi ha raccomandato di non farti fare cose stupide…e questa sembra proprio una di quelle.”- cercò di farla desistere.

-“Ma Elsa non è qui, giusto?”- Anna gli sorrise in modo sinistro e poi colpendo con le redini il suo cavallo, cominciò a correre nella stessa direzione dove erano spariti Rapunzel e Eugene.

 Kristoff sbuffò contrariato e poi spronando il cavallo, le corse dietro, raggiungendola poco dopo e affiancandosi a lei, che continuava ad incitare la sua cavalcatura con colpi ai fianchi e strani versi acuti. La ragazza che aveva davanti non era Anna, era davvero una furia scatenata: le trecce le sbattevano sulle spalle e sul viso, tirato in un’espressione di pura concentrazione, mentre lei, piegata sul collo del cavallo, sembrava essere diventata un tutt’uno con l’animale, bella come una piccola valchiria.

-“ Non avrai mai il piacere di battermi!”- gli urlò controvento, voltandosi di poco nella sua direzione e scoccandogli un sorriso divertito.

-“Non dire stupidaggini, questa gara l’hai già persa! Hanno vinto loro.”- le urlò di rimando, indicando con la testa il sentiero che si apriva tra gli alberi davanti a loro.

-“Ma io sto sfidando te.”- Anna spronò per l’ennesima volta il suo cavallo, ormai schiumante, e distanziò Kristoff.

Il ragazzo lasciò che la preoccupazione per l’incolumità della principessa, venisse sostituita da un forte sentimento di competizione: insomma lui era…lui. Non poteva di certo farsi battere da Anna!

Il bosco gli sfrecciava affianco ad una velocità inaudita, mentre cercava di raggiungerla e superarla per la seconda volta in pochi minuti: “Arrenditi…stai mangiando la mia polvere.”

-“Vedremo: il primo che raggiunge quei due, vince!”- affermò Anna incitando ancora una volta il suo cavallo.

In fondo al sentiero che stavano percorrendo a velocità sostenuta, si apriva un vasto prato verdeggiante ricoperto di migliaia di fiori colorati e in lontananza qualcosa scintillava ai raggi del Sole: più si avvicinavano, più quella distesa luccicante prendeva la forma di un vasto lago.

Eugene e Rapunzel erano giunti da diversi minuti ed erano smontati da cavallo, per godere della bellezza del posto nell’attesa che Anna e Kristoff li raggiungessero: “Eccoli, guarda. Stanno arrivando!”- la principessa indicò le due figure che si avvicinavano a grande velocità, schermandosi gli occhi con una mano.

-“Pronto a perdere?”- Anna lo sfidò per l’ultima volta, prima di entrare nel prato fiorito.

-“Nemmeno per sogno!”-Kristoff piantò i talloni nei fianchi del cavallo, e questo con un ultimo scatto poderoso, raggiunse la sponda del lago, dove sostavano i due novelli sposi: “Hai perso, furia scatenata.”- constatò ridendo e frenando il cavallo.

Anna li raggiunse un secondo dopo, tirò le redini della sua cavalcatura per farla fermare e quella s’impennò indispettita. Smontò da cavallo con un balzo stranamente aggraziato e cominciò a lamentarsi come una bambina capricciosa: “Non è giusto. Il tuo cavallo è più veloce, avrei vinto io se non mi fossi distratta ad osservare il paesaggio!”- cercava di trovare una scusa per la sua mancata vittoria.

-“Sta di fatto che ti ho battuta.”- Kristoff scese dal suo destriero e la raggiunse, battendole piano una mano sulla testa, per rabbonirla.

Anna si scostò scocciata e sbuffò: “Mpf!”

-“Per la verità credo di aver vinto io.”- fece Rapunzel prendendo sottobraccio la cugina –“Non arrabbiarti. Avrai la tua rivincita al ritorno.”- le sorrise complice e Anna si lasciò sfuggire una live risatina.

 

 

Il Sole batteva a picco sulle loro teste, quando tutte le pietanze riposte nel cestino da pic-nic vennero posizionate sulla tovaglia che Rapunzel e Anna si erano premurate di stendere: “Ho esplicitamente chiesto al cuoco di corte di preparare dei sandwich; sono i miei preferiti, li adoro: potrei andare avanti a mangiarne fino a scoppiare!”- le sussurrò la principessa di Corona.

-“Davvero?! Ma sono anche i miei preferiti…abbiamo parecchio in comune io e te a quanto pare.”- le sorrise felice Anna.

-“Allora quando si mangia?”- Eugene le interruppe, sfregandosi le mani e accomodandosi sul prato a gambe incrociate, mentre Kristoff lo imitava.

-“Signori, il pranzo è servito.”- dissero all’unisono le due ragazze, scoprendo i piatti con le vettovaglie.

-“E ditemi,”- fece Eugene prendendo un sandwich –“dov’è che vi siete conosciuti? Non sembrate due che frequentano gli stessi posti.”

Anna e Kristoff si scambiarono un’occhiata divertita, conoscendo perfettamente la verità di quelle parole: “Su alla baita di Oaken.”- rispose Anna.

Rapunzel le lanciò uno sguardo interrogativo, non capendo.

-“È l’ultimo emporio per rifornirsi di provviste, prima di addentrarsi sulla montagna del Nord.”- precisò Kristoff.

-“Posso capire che tu ti trovassi a passare di la, per via del tuo lavoro eccetera, ma Anna che ci faceva da quelle parti?”- Eugene era davvero sorpreso.

-“Beh, in verità è una lunga storia. Non so se sia il caso di tediarvi con questo racconto.”- Anna prese un morso dal suo panino.

-“Credimi se ti dico che la nostra è ancora più lunga. E poi abbiamo tutta la giornata. Forza, racconta.”- Rapunzel la incitò.

Anna prese un respiro profondo e cominciò dapprincipio, raccontando dell’inverno perenne indotto da Elsa, dei suoi poteri, del tradimento di Hans, della missione di recupero su per la montagna del Nord e della storia del cuore di ghiaccio, fino alla conclusione della vicenda con il disgelo di Arendelle.

-“Quindi capite, dovevo andare a prenderla, non potevo lasciarla su quella montagna a commiserarsi, a lasciare che si rinchiudesse lontano da tutti, lontano da me, come un mostro. Ed è qui che è entrato in scena lui.”- disse indicandolo e riprendendo fiato –“ Per la verità, il nostro primo incontro è stato un tantino inquietante: lui era tutto coperto di neve, a malapena gli si intravedevano gli occhi e si è avvicinato a me con aria ostile…ho davvero temuto per la mia incolumità!”- disse seria.

-“Beh forse io sarò stato anche inquietante, ma tu non scherzavi in quanto a stranezza.”- le disse, poi rivolse lo sguardo ai loro interlocutori: “Insomma, avreste dovuto vederla: fuori imperversava la peggiore tempesta di neve che io abbia mai visto e lei era vestita con un abito da cerimonia, senza un mantello o un non so che a coprirla. Inoltre era mezza congelata e continuava a chiedermi febbrilmente della montagna del Nord e della magia di quella bufera.”- sorrise al ricordo.

-“Comunque, mi ha aiutata a raggiungere Elsa e poi mi ha riportata ad Arendelle nel tentativo di salvarmi la vita.”- cadde in un imbarazzante silenzio per alcuni istanti  poi concluse: “E poi io gli dovevo una slitta, una cosa tira l’altra e…beh ora siamo qui!”-

-“Una storia densa di romanticismo, da quanto ho capito.”- constatò Eugene con voce piatta.

-“Oh, che cosa tenera! Quindi è stato amore a prima vista?”- gli occhi di Rapunzel brillavano, mente li guardava, in attesa di altre notizie.

-“No, non direi proprio.”- disse Kristoff, voltandosi interrogativo verso Anna –“Almeno, non per me.”

-“Beh a me l’ha dovuto dire Olaf che lui teneva a me…diciamo che dell’amore ne sapevo ben poco, da quanto avrete potuto intuire dai miei precedenti.”- convenne Anna.

-“Ma l’importante è che ora siete insieme. L’amore si scopre pian piano, non si corre alla sua disperata ricerca, perché potresti imbattertici per caso e non riconoscerlo: com’è successo a voi due.”- sentenziò seria Rapunzel, rivolgendole un dolce sorriso.

-“Hai ragione.”- le rispose sollevata –“E ditemi, la vostra storia com’è cominciata?”- chiese curiosa.

-“Beh tieniti forte principessina, perché questa che ti narrerò è la storia di come sono morto…”- Eugene cominciò a parlare con un’aria stranamente enigmatica, mentre gesticolava.

-“Eugene! Non ricominciare con questa storia.”- Rapunzel lo stoppò sul nascere.

-“Ma dai, biondina. Loro hanno parlato di castelli di ghiaccio, pupazzi di neve parlanti e di un principe meschino, e io non posso raccontargli di come sono morto? Devo catturare la loro attenzione.”- si lamentò.

-“Ma non sei morto! Raccontagli invece di come ti sei intrufolato nella torre e di come ti ho steso con una padellata; credo che catturerai di più la loro attenzione, evitando quell’aria da cantastorie fallito. Oh e non dimenticare la storia dello ‘sguardo che conquista’…mi fa troppo ridere sentirtela raccontare.”-

-“Come vuoi. Ma non lamentarti se poi riterranno la nostra storia noiosa!”-

Così Eugene raccontò loro della corona rubata, della principessa perduta, del magico fiore curativo, dell’inseguimento con Max, della torre nella foresta, dello ‘sguardo che conquista’, dei lunghi capelli di Rapunzel e del patto stretto con lei per portarle a vedere le lanterne fluttuanti.

-“Capirete, che non ha potuto resistere al mio fascino, mi si è letteralmente gettata ai piedi e poi mi ha supplicato di sposarla.”- concluse, con un sorriso accattivante, attirandosi lo sguardo infastidito della moglie.

-“Beh, non direi proprio che si tratta di una storia noiosa.”- disse Kristoff scrollando le spalle.

-“Ora capisco la storia della padella!”- sorrise trionfante Anna -“E io che pensavo fossi un’abile cuoca.”

Rapunzel si voltò a guardarla senza capire, poi intuì a cosa si riferiva: “Stai parlando della padella della principessa, non è vero? Beh sappi che mi è stata utilissima e non l’ho usata per preparare da mangiare, ma come un’efficiente arma di difesa.”-

-“Ah beh, in quanto ad armi di difesa inconsuete non ci batte nessuno, allora: io ho usato un liuto per salvarlo!”-

 

 

-“Tu e Eugene siete così affiatati, siete perfetti insieme…vorrei tanto che io e Kristoff avessimo un terzo della complicità che avete voi.”- sospirò Anna, mentre passeggiava sottobraccio con Rapunzel lungo la sponda del lago. La principessa di Corona aveva tolto le graziose scarpette di stoffa che indossava e aveva immerso i piedi nell’acqua bassa della risacca, trattenendo la gonna con una mano, per evitare di bagnarla; Anna l’aveva guardata per un momento senza parole e poi l’aveva imitata, scalciando poco garbatamente le sue scarpe da parte e prendendole in mano. L’acqua fresca del lago, contro le caviglie sottili delle ragazze, era un lieve toccasana per la calura asfissiante del primo pomeriggio. La vegetazione rigogliosa attorno si rifletteva nello specchio cristallino, dando l’impressione che il lago fosse fatto di smeraldi e topazi preziosi, invece che d’acqua.

-“Perché dici così? Mi sembra che siate uniti quanto e più di noi: tu lo ami, lui ti ama, non vedo dove sia il problema.”- Rapunzel guardava davanti a sé sorridente, convinta delle sue parole.

-“Oh, sì. Non ci sono problemi, almeno per quanto mi riguarda, ma a volte ho come l’impressione che ci sia qualcosa che lo trattiene, che lo blocca…non so come spiegarlo.”- Anna lanciò uno sguardo a Kristoff e Eugene, che vicino ai cavalli, discutevano animatamente di qualcosa, e un sorriso dolce le si dipinse sulle labbra –“Ho paura che un giorno possa stufarsi di me e di tutte le regole in cui sono costretta, e che se ne vada, lasciandomi sola. Certo, ci sarebbe sempre Elsa con me, ma è diverso. Se dovesse accadere non potrei sopportarlo.”- abbassò lo sguardo mesta, guardando le impronte dei suoi piedi che venivano cancellate regolarmente dalla risacca.

-“Non accadrà. Per quanto possa valere la mia parola, fidati di me. Se avesse voluto lasciarti, niente glielo avrebbe impedito. Ma come vedi è ancora al tuo fianco.”- la principessa la guardò negli occhi acquamarina e le sorrise, poi le passò un braccio attorno alla vita sottile e l’avvicinò di più a sé - “Forse non te ne sei accorta, troppo accecata dalle tue preoccupazioni, ma non ti perde mai di vista: anche ora che sta litigando con quel bambino di Eugene, ogni tanto ti scocca delle occhiate, come per accertarsi che tu non scappi. Forse lui ha i tuoi stessi timori e per lui credo siano più giustificabili. Insomma, tu sei una principessa e si sa, di solito le principesse sono volubili, cambiano idea al volo e tu potresti decidere di volere qualcuno di…semplicemente più!”- le fece con fare cospiratorio- “Insomma avresti le tue ragioni, lui è pur sempre un semplice venditore di ghiaccio.”- affermò, lasciandola libera dalla sua presa e superandola con due saltelli nell’acqua.

Anna rimase a fissarla inebetita: Rapunzel le aveva appena detto che Krisoff valeva poco o niente? Ma come…?

-“Ehi!”- le afferrò un braccio indispettita, fermandola –“ Io non voglio nessun altro, se non Kristoff: lui vale più di tutte le teste coronate di questo mondo! Lui è dolce e gentile con me, e sopporta le mie stranezze; certo, non è il principe azzurro che sognavo da bambina, ma sai una cosa: lui è molto meglio.”- le intimò inchiodandola con lo sguardo –“Ed inoltre, lui è il mio vero amore!”

Rapunzel l’attirò all’improvviso in un abbraccio: “Oh Anna! Lui è il tuo sogno… ora puoi esserne totalmente certa. Non preoccuparti non avrei mai osato discriminare lui o il suo lavoro, io sono l’ultima di questo mondo a poter giudicare: ho sposato un ex ladro. Ti ho semplicemente messa alla prova.”- la allontanò da sé quel poco che bastava per guardarla negli occhi e le sorrise davvero felice.

Anna la fissò con la bocca spalancata per la sorpresa e si ritrovò a pensare che la cugina era ben più strana di lei. Poi cominciò a sogghignare in modo inquietante e, allontanandosi di un passo dalla presa di Rapunzel si abbassò verso l’acqua, non staccando gli occhi da quelli della principessa di Corona, che quando capì le intenzioni di Anna, cominciò a correre via.

 Anna infatti, dopo aver lanciato le scarpe sul prato dietro di lei, cominciò a schizzarla e a rincorrerla, ridendo a crepapelle, mentre Rapunzel cercava di sfuggire ai suoi attacchi bagnati e di ricambiarla con la stessa moneta.

-“Non credi che dovremmo fermarle?”- Kristoff guardava la scena da lontano, ridacchiando per le facce buffe che faceva Anna mentre cercava di prendere Rapunzel.

Eugene rimase in silenzio, godendosi lo spettacolo della giovane moglie che saltava e piroettava sulla riva, tra un trionfo di spruzzi e risatine da bambina: “No. Lasciamole divertire un po’.”- sentenziò, senza spostare lo sguardo da quello spettacolo piacevolmente singolare.

Le due ragazze si fermarono solo quando il venticello, che increspava l’acqua del lago, cominciò ad infilarsi tra le pieghe dei loro vestiti bagnati, facendole tremare.

-“Non credo sia stata una buona idea. Potremmo prenderci un malanno, lo sai, vero?”- Rapunzel la spintonò, mentre riprendeva fiato, piegata in due dalle troppe risate.

-“Dimmi: quando ti ricapiterà di essere rincorsa da una principessa bella e simpatica, come me?”- Anna cercò di imitare una posa di sofisticata grazia, fallendo miseramente e cominciando a ridere.

-“Beh nel caso dovessi rimanere a letto per i prossimi giorni, ne sarà valsa la pena.”- la punzecchiò la bruna.

-“Era da tanto che non mi divertivo così…dovremmo vederci più spesso, cara cugina.”- le propose Anna con fare serio, tra un respiro e l’altro.

-“Concordo. Ma la prossima volta sarò io tua ospite: voglio assolutamente vedere il castello di ghiaccio di tua sorella.”-

-“Ma certo, milady. Sarò lieta di farle da cicerone su per la montagna del Nord.”- disse Anna con un tono di voce scherzoso, mentre si proferiva in un profondo inchino.

-“Forse sarebbe ora di tornare al castello, cosa ne dite?”- Eugene le raggiunse, interrompendo le loro risatine –“Certo, se non vi foste bagnate fino al midollo, avremmo potuto rimanere ancora un po’, ma non è il caso di lasciarvi quei vestiti zuppi indosso.”- disse lanciando uno sguardo divertito alla moglie.

Le due ragazze annuirono all’unisono, senza parlare.

-“Principessa Anna, vorrà perdonarmi, ma devo prendermi cura di mia moglie. Non vorrei rimanere vedovo così presto.”- così dicendo fece un inchino alla principessa di Arendelle, che lo guardava interdetta, e poi senza preavviso si avvicinò a Rapunzel e la prese tra le braccia.

-“Ehi!”- protesto senza molta convinzione la principessa, che subito si strine a lui, sorridendo.

-“Mia cara moglie, mi occuperò personalmente della rimozione di questi abiti bagnati e mi premurerò di tenerla al caldo.”- le sussurrò, solleticandole l’orecchio.

Intanto Kristoff si era avvicinato ad Anna, che era alla disperata ricerca delle sue scarpe tra l’erba: “Serve aiuto?”- le chiese divertito.

-“Si, grazie. Dall’alto della tua stazza riesci a vedere dove ho lanciato quelle trappole per piedi?”-

Kristoff si guardò intorno attentamente: “Perché non sali a dare uno sguardo anche tu? Io non riesco a trovarle.”-

Anna lo guardò senza capire e poi, come se le si fosse accesa una scintilla, cominciò a lanciare gridolini di felicità, battendo le mani. Poi gli girò attorno e gli si arrampicò sulle spalle, con il suo aiuto: “Allora, vedi qualcosa?”- il ragazzo la teneva per le gambe, mentre lei con fare da vedetta, con un braccio attorno alle sue spalle e l’altro alzato a schermarsi gli occhi dai riflessi del Sole, cercava le sue scarpe tra i fiori.

-“Oh, eccole, eccole!”- si agitò, tanto da dargli delle ginocchiate nelle costole.

-“Ehi! Non sono una bestia da soma, non c’è bisogno di colpirmi.”- le intimò scherzando e dirigendosi dove erano state gettate le due calzature. Le raccolse, sempre tenendola sulle spalle e, mantenendosi in precario equilibrio, con Anna che continuava ad agitarsi, gliele infilò ai piedi che ciondolavano ai suoi fianchi.

-“Grazie.”- gli disse, scoccandogli un bacio sulla guancia.

-“Grazie anche a te.”- le rispose, avviandosi dove avevano lasciato i cavalli.

-“Perché mi ringrazi?”- gli chiese perplessa.

-“Per quello che hai detto a tua cugina. Insomma, per avermi difeso a spada tratta. Sappi che sentirtelo dire ha significato molto per me.”-

-“Mi hai sentita? Beh, prego. Io sono Anna, il tuo personale cavaliere con la sua scintillante armatura.”- gli rispose, sporgendo un braccio, fingendo di brandire una spada.

-“Anna, tutto il bosco ti ha sentita. Eugene ha detto che sono fortunato, che non devo lasciarti scappare.”-

-“E tu cosa gli hai risposto?”- chiese con il fiato sospeso.

-“Che non è assolutamente mia intenzione, farti scappare via da me.”- le confessò.

Anna si agitò sulle sue spalle : “Fammi scendere.”- gli intimò.

Kristoff la lasciò andare sorpreso: cosa aveva detto di sbagliato?

-“Ho detto qualcosa che non va?”- le chiese preoccupato. Ma venne subito tranquillizzato da Anna, che gli si parò davanti e lo abbracciò, stringendosi forte a lui e bagnando anche i suoi abiti.

-“Come fai ad essere sempre così perfetto?”- mormorò ancora stretta tra le sue braccia.

-“Io, perfetto? Credo tu abbia sbagliato persona.”- scherzò.

-“Non essere modesto per l’amor del cielo; prenditi i tuoi meriti.”- gli disse alzandosi sulle punte dei piedi e baciandolo.

-“Ehi, piccioncini! Andiamo? Avrete tempo a palazzo per fare certe cose!”- gli urlò dietro Eugene, che aveva appena aiutato Rapunzel a salire in groppa a Max.

-“Potrei ammazzarlo, per averci interrotto.”- sussurrò a denti stretti Kristoff.

-“Dai, so che in fondo ti è simpatico. E poi ha ragione lui…abbiamo tanto tempo.”- gli rispose ammiccando e correndo verso il suo cavallo, lasciandolo indietro.

-“Pronto per la rivincita?”- gli chiese Anna una volta in sella.

Kristoff raggiunse il gruppo un secondo dopo, lanciandole uno sguardo interrogativo: “Rivincita?”

-“In sella Bjorgman! Ho intenzione di batterti questa volta.”- gli intimò con voce fintamente dura.

Il ragazzo obbedì agli ordini e poi sogghignando le si avvicinò: “Se credi che ti lascerò vincere solo per farti felice, sbagli di grosso. Dovrai sudartela la tua vittoria.”

-“Non serve quest’opera intimidatoria. Pronto?”-Anna guardava dritto davanti a sé, con portamento fiero, ma con un sorriso ridicolo che le si stava aprendo sulle labbra.

-“Quando vuoi, furia scatenata.”-

-“Via!”- urlò Rapunzel, sorprendendoli.

Ma Anna reagì all’imperativo e piantando i talloni nei fianchi del suo cavallo, lo lanciò al galoppo, proprio come aveva fatto la cugina quella mattina con Max. Kristoff la seguì a ruota incitando la sua cavalcatura, cercando di superare o quantomeno affiancare la principessa, che si era già distanziata.

Come al mattino, Anna si concentrò sulla strada davanti a sé e sul destriero scuro che la portava, che con balzi poderosi stava facendo mangiare la polvere a Kristoff. La ragazza si voltò per vedere quanta distanza c’era tra di loro e constatò delusa che il ragazzo le era alle costole.

-“Vai, bello!”-  esortò il cavallo, piegandosi sul collo dell’animale, per evitare che il proprio corpo facesse attrito con l’aria e rallentasse la sua corsa.

Continuò a galoppare, concentrata sul sentiero, finché non percepì distintamente il rumore degli zoccoli di un altro cavallo proprio dietro di lei: “Non sforzarti Kristoff, hai perso!”- gli urlò voltandosi indietro.

Il ragazzo le rivolse un sorriso di sfida e spronò per l’ennesima volta la sua cavalcatura. Anna continuava a voltarsi per vedere i suoi progressi, non prestando poi più molta attenzione a dove mettesse le zampe il suo cavallo.

-“Guarda davanti a te, è lì che mi vedrai tra poco.”- le disse indicandole la strada dinanzi a loro.

Anna gli sorrise rassicurante.

 Ma prima che potesse rendersene conto, accadde l’imprevedibile: in un secondo Anna non era più sul suo cavallo, ma a mezz’aria, tra il cielo e la terra, mentre la sua cavalcatura continuava la sua corsa.

-“ANNA!”- non riuscì a trattenersi dall’urlare.

Quando tirò le redini del suo cavallo, Anna giaceva già in terra, con il volto rivolto verso l’azzurro del cielo, immobile.

Le corse vicino, inginocchiandosi nella fanghiglia del sentiero, prendendola gentilmente per le spalle: “Anna, Anna. Apri gli occhi, su.”- la voce gli tremava e il tono con cui le disse quelle parole era quantomeno disperato.

La principessa emise un lieve respiro e sbattendo più volte le palpebre, aprì piano gli occhi: “K-Kristoff”- sussurrò –“credo di essermi rotta un braccio.”

Il ragazzo la osservò bene e si rese conto che il braccio era l’ultimo dei loro problemi; infatti da un taglio netto sulla tempia sinistra di Anna, scorreva un rivolo di sangue che le stava pian piano scendendo sulla guancia.

La principessa chiuse di nuovo gli occhi e il suo respiro si affievolì, come se stesse dormendo: “No, Anna. Resta sveglia.”- le intimò, scuotendola leggermente per le spalle.

Anna aprì di nuovo gli occhi e con la mano non ferita gli carezzò una guancia, per tranquillizzarlo: “Sto bene, non preoccuparti.”- ma subito dopo il suo sguardo si spense e la mano scivolò via dalla sua faccia.

-“Anna. Anna.”- la implorò.

-“Dobbiamo portarla subito a palazzo.”- non sentì Eugene avvicinarsi e poggiargli una mano sulla spalla, ma non se lo fece ripetere due volte e prese Anna in braccio. Poi aiutato dal moro, salì in sella e serrò la sua presa sul corpo privo di sensi della principessa.

Mentre correva verso il castello di Corona, un solo pensiero disperato gli riempì la testa: “ti prego, non di nuovo. Non posso perderla per la seconda volta.”

 

 

 

AngoloAutrice: salve gente! So che avevo promesso ad alcune di voi di aggiornare due giorni fa, ma non ho avuto tempo…chiedo perdono! Comunque stavolta non ho fatto passare un mese intero prima di pubblicareXD Però questo capitolo mi fa davvero pena, in realtà lo odio, ma spero di riprendermi con i prossimi aggiornamenti. Perdonate le diverse ripetizioni, ma per descrivere tutta la situazione dei cavalli e della cavalcata non ho trovato molti sinonimi. Non ho altro da dire, se non grazie di essere arrivate a leggere fin qui questo obbrobrio! Si ci legge in giro ;) se vi va lasciatemi un vostro parere…Baci ;)

ps: siccome qst è la mia ff e posso fare quello che voglio, ci inserisco un po' di pubblicità; vi invito a dare uno sguardo alla mia nuova storiaAU con i nostri amati personaggi di Frozen, si intitola Dirty Little Secrets.

   
 
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