C’era un posto in cui Hermione Granger soleva recarsi quando era particolarmente giù di morale. Molti avrebbero pensato di trovarla sotto la grande quercia in riva al lago, o seduta sul prato ai margini della Foresta Proibita. Di certo nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarla seduta sul passamano della scala che portava in Sala Grande. Rimaneva lì per ore, immobile a fissare lo sciame di studenti che a tutte le ore affollava il corridoio che le stava di fronte. E nessuno le aveva mai chiesto cosa ci facesse lì, o perchè avesse scelto proprio quel posto per passare la maggior parte del suo prezioso pomeriggio.

Quel giorno era appena suonata la campanella del pranzo, ma Hermione non raggiunse i suoi amici in Sala Grande. Si fermò un po’ prima, esattamente sull’ultimo gradino della grande rampa, ma prima che riuscisse a sedersi al suo solito posto, una voce la raggiunse leggera alle spalle:

-ancora?-. La ragazza si bloccò, voltandosi assai sorpresa verso il proprietario di quella voce che aveva già riconosciuto.

-che vuoi dire, Malfoy?-. Il ragazzo si avvicinò a passi leggeri, con uno sguardo intimidatorio che su di lei non aveva mai sortito alcun effetto. Sul suo viso si disegnò il tipico ghigno sbeffeggiante:

-è un po’ che ti osservo Granger. Vieni sempre qui, a qualsiasi ora. Avrei pensato che il tuo posto preferito fosse una sorta di prato incantato popolato di gnomi e folletti..- il suo tono canzonatorio la fece arrossire, ma la sua risposta non tardò ad arrivare:

-ho smesso di credere alle favole da tempo, Malferret. Sono stata rigettata in un mondo corrotto e meschino, purtroppo e mi dispiace ammetterlo ma tu incarni perfettamente questi due valori-. Hermione alzò il mento, quasi sfidandolo a trovare una risposta altrettanto dura da darle, ma inaspettatamente Draco Malfoy sorrise. Di un sorriso quasi accomodante, di quello che si fa ai bambini della scuola materna quando scoprono l’uso delle matite colorate.

-che hai da ridere?- chiese allora lei piccata.

-niente, Granger.. solo che.. credi di sapere tutto, non è vero? Beh credimi, non hai ancora visto il lato peggiore del mondo-. Hermione spalancò gli occhi, e li puntò in quelli di Malfoy. Si sentì leggermente stupida ad aver fatto quel commento, che ne poteva sapere lei degli orrori, quelli veri, che si svolgevano in famiglie come quelle di Malfoy? Distolse lo sguardo dal suo, imbarazzata e per la prima volta senza parole.

-Allora perché?- riprese il ragazzo, come se avessero interrotto un discorso già iniziato.

-perché cosa?-

-perché vieni sempre qui?- spiegò lui guardando gli ultimi studenti che si affrettavano verso la Sala Grande.-è un posto sempre affollato, non preferiresti un luogo un po’ più intimo?-

Stavolta toccò a lei sorridere accondiscendente:

-sapevo che lo avresti detto. No, Malfoy, non ho bisogno di uno stanzino buio per riflettere sui miei problemi. Mi piace venire qui proprio perché c’è sempre gente- Lui le rivolse uno sguardo lievemente confuso –sai mi passano davanti centinaia di studenti. Nessuno si è mai accorto di me. Eppure sono proprio tra loro. Mi chiedo sempre come ci si possa sentire soli, pur essendo circondati da migliaia di persone.- aveva detto l’ultima frase con una tale semplicità che quasi disarmò Draco. La fissò per qualche istante, prima di fissare il suo sguardo sul muro di fronte e chiederle piano:

-ti senti sola?-. Un tono altrettanto semplice, altrettanto sconcertante.

-si-.

Lui annuì serio, poi suonò la campanella dell’inizio delle lezioni pomeridiane e il suo volto si ritrasformò in quello del tanto odiato Serpeverde.

-beh ci si vede, Mezzosangue-. Lei saltò giù dal passamano e si lisciò le pieghe della gonna:

-certo, Malferret-.

*

L’atrio della scuola era colmo di studenti arrabbiati. Era il loro unico giorno libero e il tempo si divertiva a gettare su di loro tonnellate di acqua gelida. Erano costretti a rimanere all’interno del castello per via del temporale e questo aveva decisamente peggiorato i loro umori già provati dai compiti pesantissimi. Hermione si fece largo tra la folla che si accalcava sulla sua rampa e raggiunse l’ultimo gradino, come al solito. poggiò a terra la sua borsa, ignorando gli spintoni che inavvertitamente le arrivavano sulle spalle e si sistemò sul passamano. Traballò leggermente, il corridoio era troppo pieno e lei rischiava di rovinare giù ad ogni spinta. All’improvviso sentì un braccio cingerle fortemente le spalle, impedendole così di finire i suoi giorni spiaccicata sul pavimento dell’ingresso. Sorpresa, si voltò a guardare chi la stava proteggendo, e con suo enorme stupore si trovò accanto Draco Malfoy, con lo sguardo puntato di fronte a lui e il braccio serrato sulla sua piccola spalla. La guardò di sfuggita con la coda dell’occhio e le sorrise impercettibilmente. Uno strano calore la avvolse dall’interno quando vide quel piccolo sorriso riservato solo a lei.

Grazie Draco, per non avermi lasciata sola.

Lo Spazio Di Pikkola_Fe:

O__O e questa shot da dove è nata? Accidenti, ho aperto una pagina bianca ed ho cominciato a riempirla con idee un po’ scollegate.. ecco cosa ne è venuto fuori “=.= beh mi rendo conto che è una fic davvero senza né capo né coda.. è stata scritta in una serata un po’ strana, alla fine di una giornata a dir poco orrenda… forse è un po’ una consolazione per me… oook adesso la smetto di blaterare XD spero che qualcuno la legga e sia talmente gentile da rischiarare questa giornata con un commento XD

Grazie a tutti

Un Bacio

Pikkola_Fe