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Autore: Lisaralin    16/04/2014    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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200px-Xzar



Personaggio: Xzar
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: verde
Avvertimenti: per una volta credo nessuno XD


Gioco di squadra

“Sua Maestà è davvero incontentabile oggi!”
Il calcio di Xzar manda all’aria un mucchio di ciottoli e solleva un velo di polvere grigia nel vicolo sudicio.
Halfling insulso e supponente! Ridicolo scherzo della natura! È solo colpa sua se sono rannicchiati in quel lurido covo di ratti da più di due ore senza riuscire a venire a capo di nulla. Colpa sua e della sua testardaggine malfidata.
“Potresti proporre qualcosa anche tu visto che non ti sta mai bene niente!” sbuffa il necromante, e senza attendere risposta sporge di nuovo la testa oltre l’imboccatura del vicolo per spiare il loro obiettivo.
All’apparenza è un edificio come tanti altri, in tutto e per tutto simile alla sfilza di anonimi magazzini e botteghe che lo circondano, ma Xzar sa che irrompere lì dentro senza un piano più che solido equivarrebbe a scoperchiare il sarcofago di un lich senza prima lanciarsi una protezione contro la non-morte.
“Altrimenti potremmo fare così” continua dopo una breve pausa, gli occhi sempre fissi sull’edificio arancione: “Tu ti infiltri passando per le fognature. No, niente proteste! È un luogo molto più adatto a te che a me. Poi una volta dentro rompi i sigilli di protezione con una pergamena che ti scriverò io, e a quel punto, zac! Gli spedisco una bella orda di ghoul dritta dritta attraverso il portone principale… “
Un piano geniale, Xzar ha tutto il diritto di complimentarsi con se stesso. Peccato solo che il silenzio dell’halfling alle sue spalle sia carico di disapprovazione.
“Ti avverto Montaron, comincio davvero a seccarmi.”
Si siede su una vecchia cassa sfondata, probabilmente abbandonata lì da parecchio tempo a giudicare dal legno marcio, e si massaggia le tempie con le dita. Se solo quel maledetto ladruncolo da tre soldi collaborasse…
“Puoi aspettare che uno di loro metta il naso fuori” tenta ancora dopo qualche minuto, ma il suo tono di voce ormai è privo di convinzione. Sa già come andrà a finire quel discorso. “Gli rubi il medaglione, poi io entro con qualche incantesimo di camuffamento e… “
… e allora la morte distruttrice di mondi calerebbe su quei maledetti Arpisti!
Xzar non dà voce al suo pensiero. Rimane a lungo con la fronte tra le mani, inseguendo il labirinto di idee che si aggroviglia dietro le sue palpebre chiuse come una trama di fili colorati e sfuggenti, impossibili da afferrare. Appena gli sembra di stringerne uno tra le dita quello si scioglie in mille rivoli luminosi e si dissolve nel buio, prendendosi gioco di lui. Non gli era mai capitato di sentirsi così impotente.
Alla fine alza gli occhi verso il fondo del vicolo, dove le ombre si addensano più fitte.
“In pratica mi stai dicendo… che senza il tuo aiuto non sono capace di fare niente?”
Gli rispondono solo il silenzio della sera e un improvviso soffio di vento che spazza il vicolo vuoto, facendogli ondeggiare il mantello e i capelli.
Userebbe quell’halfling insolente come bersaglio di allenamento per i suoi dardi incantati se solo potesse mettergli le mani addosso.
Se solo non avesse maledettamente ragione.
Xzar sospira e infila una mano nella bisaccia, estraendo una gemma rossa dalla superficie liscia e sfaccettata. La primissima refurtiva di Montaron, un rubino abilmente sottratto alla collana di una dama facoltosa ai tempi in cui era ancora un cucciolo di halfling appena in grado di camminare. O almeno questa è la storia che il furfante racconta sempre per spiegare l’origine di quello che definisce il suo “talismano portafortuna”. Xzar ha trovato il gioiello due giorni prima abbandonato nella polvere davanti al palazzo degli Arpisti, e non ha avuto bisogno di altre prove per capire che la missione di infiltrazione del compagno è fallita miseramente.
“Ma ora io devo pur trovare un modo per tirarti fuori da lì, dannazione!”
Il rubino sembra sorridere dal palmo della sua mano, accarezzato dagli ultimi raggi del sole morente che lo fanno risplendere di bagliori rossi. Gli occhi di Xzar vengono catturati dallo scintillio e lo seguono oltre il vicolo, nello spiazzo antistante il palazzo arancione, dove proprio in quel momento sta passando un gruppo di persone dall’aspetto esotico.
Il necromante trattiene il respiro.
Forse Montaron per una volta non ha esagerato. Forse quel gioiello porta davvero fortuna.
I bagliori cremisi danzano come lingue di fiamma tra i capelli dorati del giovane elfo che ha appena varcato la piazza insieme al suo seguito di compagni. Xzar riconoscerebbe quel piccoletto tra mille: il ragazzino prodigio di Candlekeep, l’unico avventuriero nella Costa della Spada che scomoda il suo gruppo per correre al salvataggio di vedove e orfani senza certezza di ricompense…
Le sue labbra si piegano in un sorriso: “Lo dici sempre anche tu Montaron che il modo più sicuro per ottenere qualcosa è far lavorare un altro al posto tuo… “
In due passi abbandona il vicolo, emergendo dalle ombre.
“Ehi voi! Un attimo della vostra attenzione, per favore…. “
  
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