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Autore: BrendaLeeJ    16/04/2014    1 recensioni
Sono le 19.15 di un Sabato sera indefinito di Giugno, è una sera afosa in cui gli odori di campi adibiti a risaie inebriano prepotentemente l'aria con il loro intenso e pungente profumo di terra bagnata; una strada provinciale semi deserta si stende per chilometri nel panorama agricolo adornata ai margini da graminacee dorate e papaveri spontanei, alterna tratti con piccoli paesi a tratti con grandi distese di terra coltivata. Una vecchia Panda nera sfreccia solitaria su una corsia in direzione Centro Provincia, dal finestrino abbassato dell'autista proviene a tutto volume una canzone dei Nirvana: “Smells like teen spirit”. Al volante una giovane ragazza, Felicity Greco, guida assorta, occupata a sostenere un silenzioso dialogo interiore con se stessa.
Genere: Drammatico, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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10. Onda d'urto
 
< Aspetta! >
Ed ora cosa voleva? Era stanca, desiderava solo salire dai ragazzi, finire quella serata e tornarsene a casa. Aveva la testa che le doleva, quello scambio di parole le aveva fatto salire le lacrime. Aveva ragione, Marco aveva ragione su tutto e le costava fatica ammetterlo senza sentirsi in colpa con se stessa, in colpa con lui. Ci provava sempre Marco a tirarla dentro a scuoterla ma lei non reagiva, almeno non come lui avrebbe voluto. Seguiva la corrente Felicity, si limitava a seguire la corrente inerme come un ramo nell'acqua, ad ogni onda un urto, ad ogni urto una ferita e poco le importava se vicino c'era la riva, la sfiorava con la mano lasciando scorrere i granelli di sabbia fra le dita finché la corrente la trascinava di nuovo via.
< Che c'è? > era esausta e lo lasciò trapelare dalla sua voce. Quello che era successo sere prima l'aveva travolta come un'onda, ma questa volta era un'onda a cui lei  non era abituata, a cui non era pronta. Stefano le aveva aperto una varco nell'acqua, l'aveva avvicinata alla riva lasciandole intendere che questa volta sarebbe potuta andare diversamente, che forse su quella spiaggia questa volta ci sarebbe potuta restare ma lei non ne era capace, lo sapeva e non voleva rischiare di toccare terra e sentire cosa si provava per poi essere rigettata in mare. Non l'avrebbe sopportato. Ora Marco la tratteneva come per non farla scivolare via, non sapeva dare un nome a quello che provava, rifuggiva da quella sensazione da quella speranza, era solo un illusione come solo il sole era capace di creare illuminando coi suoi raggi i ciottoli del fondale rendendoli beffardamente coi suoi riflessi pietre preziose. Non voleva raccoglierle, avrebbe stretto nei pungi solo ghiaia.
< Niente.. torniamo su. > Marco la superò e si diresse verso l'uscita.
Onda, urto, ferita. Un'altra volta. Nulla più. Era dura reprimere le lacrime.

“Perché l'ho fermata? E adesso che le dico?” pensò Marco dopo averle afferrato il braccio “Non andartene, rimani qua? Certo.. così farei di nuovo la figura dello scemo! E poi?” e poi non avrebbe avuto il coraggio di dirle niente. Cosa le aveva detto Stefano? Perché lei era così fredda, così amareggiata? Capiva perché volesse evitarlo ma era davvero in questo che si era trasformato il loro rapporto dopo quel bacio? Sguardi negati, imbarazzo e silenzi? Eppure gli aveva stretto la mano prima mentre camminavano per il centro, lei lo aveva cercato e gli era sembrato che tutto potesse ripartire da li, da quel semplice gesto. Ma probabilmente non era così, si era sbagliato. Gli dispiaceva un sacco vederla in quel modo, si sentiva in colpa, ma ancora di più si sentiva male all'idea di aver rovinato la loro amicizia, era proprio di quello che aveva sempre avuto paura... perderla. Forse era solo troppo presto, non poteva nemmeno pretendere che nulla cambiasse dopo averle detto quelle parole, dopo averla baciata. Doveva lasciarle del tempo, forse prima o poi le cose sarebbero tornate come prima, era più una speranza che una certezza ma doveva comunque almeno provarci, lo doveva soprattutto a lei dopo aver fatto tutto quel casino. E pensare che Giovedì gli aveva chiesto di uscire per non farla stare da sola, per evitare che si scontrasse di nuovo contro i suoi fantasmi, per evitare che stesse male.
< Niente.. torniamo su.> superò Felicity e si diresse verso la passerella che nel frattempo era stata liberata.

Stefano vide tornare i due amici e dalle loro espressioni capì che le cose non dovevano essere andate bene. Per il resto della serata non si rivolsero molto la parola, se fosse possibile Felicity era ancora più taciturna del solito e Marco non cercava minimamente di tirarla dentro nel gruppo come sempre cercava di fare. Quando decisero di tornare alle macchine lei chiese ad Andrea se poteva salire sulla sua e a Stefano risultò veramente insolito, Feli saliva sempre con Marco ma non gli sembrò il caso sottolineare la stranezza di quella richiesta. La ragazza fece scambio di auto con Serena sedendosi nei sedili posteriori della Nissan di Andrea, durante il breve tragitto di ritorno Stefano l'osservò dallo specchietto retrovisore, fissava il paesaggio fuori dal finestrino con aria assente.
< Allora Feli non è che hai cambiato idea nel frattempo? >
< Mh? > la ragazza trasalì sentendo la voce di Andrea.
< Vacanze intendo. >
Stefano rimase ad ascoltare.
< No.. cioè, a dire il vero non è che abbia deciso qualcosa. >
< Beh noi prenotiamo tra un paio di settimane lo sai, non manca moltissimo e già sarà un'impresa trovare posto da qualche parte senza spendere troppo. Facci sapere, sarebbe un peccato se decidessi di non venire. > fece una pausa, non ricevendo risposta aggiunse < Ci faresti anche un grande favore ad unirti, se ci sei tu almeno ci scolli di dosso Serena se no quella è capace di darci il tormento per tutta l'estate. >
Stefano tirò una gomitata all'amico < Eddai > disse in tono ironico < Così è sicuro che non viene. > risero entrambi.
Felicity non aveva voglia di ridere ma accennò un sorriso tirato giusto per non sembrare scortese, Stefano si accorse della reazione poco convinta e decise di rassicurarla.
< Ovviamente scherzava eh?! >
< Massì certo figurati! > si affrettò a chiarire Andrea.
< Si avevo capito, tranquilli. > tornò a guardare fuori dal finestrino.
Stefano fece cenno ad Andrea di lasciar perdere, l'amico seguì il consiglio senza fare domande. Ma che cavolo aveva combinato Marco?

Arrivati al parcheggio del The Brake Felicity saluto rapidamente gli amici e si incamminò verso la macchina felice di tornarsene a casa, Marco rimase a guardarla mentre andava via, si sentiva un nodo alla gola. 
Stefano si avvicinò in quel momento mettendogli un braccio intorno alle spalle.
< Ehi amico, rimani ancora  o vai anche tu? >
< Non lo so, te che fai? > rispose senza perdere di vista la panda nera ferma al semaforo.
< Mah vanno via tutti, però pensavo che potevamo farci due chiacchiere io e te se non sei stanco. >
L'auto girò all'incrocio a segnale verde e scomparve in strada seguita da una macchina sbiadita color verde bottiglia.
< Perché no?! > sospirò.
Una volta che Alessio, Andrea e Serena se ne furono andati, Marco e Stefano presero due birre al locale e decisero di farsi due passi nella via.
< Allora come è andata? > iniziò Stefano a parlare.
< Cosa? >
< Dai, come cosa? Felicity >
Entrambi bevvero un sorso delle loro birre, il barista gli aveva lasciato la bottiglia di vetro, solitamente era vietato portare fuori dal locale alcolici se non in bicchieri di plastica, ma per loro aveva fatto un eccezione visto che li conosceva abbastanza bene essendo clienti fissi.
< Scusa, come doveva andare cosa? > domandò.
Stefano gli rispose con tono sarcastico e di sfida < Da quanto ci conosciamo io e te Marco? > guardò l'amico < No perché pensavo che dopo tutti questi anni avessi capito che non sono scemo. >
Marco rimase  intontito per qualche secondo < E' così palese? >
< Diciamo che per quanto ti affanni a nasconderlo si, almeno per me è abbastanza palese. > gli diede una pacca sulla spalla < Ma vai tranquillo, non sono tutti svegli come me. >
< Di cosa parlavate tu e Felicity mentre io e Serena eravamo giù al Navio? > Marco colse l'occasione per chiederglielo e togliersi finalmente quella curiosità.
< Niente di che, lei mi ha chiesto una cosa e io gli ho dato il mio parere. >
Non era soddisfatto di quella risposta < Sicuro? A me è sembrata abbastanza restia nei miei confronti quando sono tornato. >
< Sicuro, io l'ho trovata più scossa dopo che siete risaliti voi due insieme dal Navio. > l'amico cercò di riportare il discorso sulla sua prima domanda.
< Aahh.. lasciamo stare. > scosse la testa < Giù al Navio non è successo un bel niente. >
< Ma mi dici quale è il problema? Ti piace e allora? Vi conoscete da una vita, e forse la cosa più naturale che possa succedere fra di voi! > Stefano era irritato e stupito al contempo dal comportamento del suo amico, forse non sopportava il fatto che sprecasse quell'occasione, almeno lui che poteva averla < Provaci almeno no?! >
< E chi te lo dice che non lo abbia fatto? > si fermarono entrambi < Forse ne ho concluso non ne valesse la pena. >
Il vuoto ad un tratto riempì la loro conversazione, Marcò si lasciò cadere su una panchina ed iniziò a giocare nervosamente con l'etichetta della birra. Stefano aspettò qualche minuto prima di sedersi vicino a lui.
< Cos'è successo? >
< Cosa vuoi sapere? Come gli ho detto come un pirla che l'amavo o dello schiaffo che ho ricevuto in risposta dopo averla baciata? > continuò a giocare con le dita.
< COOOSA? > l'amico rimase di pietra < Non glielo puoi aver detto davvero. Ma quando? >
< Eh..si, giovedì. >
< Merda! >
< Già.. merda. >
< Dio mio Marco, va bene esporsi ma così mi pare un po' troppo, ci credo che ti ha tirato uno schiaffo, si sarà presa male. >
< Lo so, ma mi è uscito. E' stato più forte di me. > era demoralizzato.
< Cazzo, capisco ora perché è spaventata! > esclamò Stefano di rimando.
< Spaventata? > Marco alzò repentinamente lo sguardo.
< Ma si, più che altro forse confusa. >
< Allora ti ha chiesto di questo prima al prato.. >
< Non proprio. > sorso < Non mi piace raccontare in giro le confidenze che mi fanno gli altri, quello che ci siamo detti io e lei rimane tra me e lei. > altro sorso < Però se vuoi un mio parere.. per lei ne varrà sempre la pena. >
< Ho già fatto abbastanza casini così. No Stefano.. non posso rischiare di nuovo. Non vedi che non mi guarda nemmeno più in faccia? > mandò giù anche lui un po' di birra.
< Ho notato la freddezza di entrambi, ma solo dopo il Navio, prima al The Brake e per il centro non mi sembrava così. E forse non è nemmeno per il motivo che credi tu... >
< Cioè? > 
< Cioè non dare per scontato che non abbia interesse per te in un modo che possa essere diverso dall'amicizia. >
< Cosa intendi? >
< E' solo un mio parere, vacci per gradi con lei, ma non lasciare perdere. > Stefano si alzò sgranchendosi la schiena < Aaaah ma perché ho degli amici così coglioni? Te ed Alessio avreste bisogno di un corso accelerato sulle donne. >
Marco buttò giù la poca birra rimasta alzandosi dalla panchina < Parla lui, non mi pare tu abbia la fila di donne dietro.. >.
Presero a scherzare mentre risalivano la via.
  
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