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Autore: Marra Superwholocked    16/04/2014    1 recensioni
Valery ha finalmente trovato il Dottore. Sarà quello giusto?
« Il mio funziona anche sul legno! »
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Perché no?

 


« Tienilo stretto, Val! »
« Sta per scivolarmi di mano! Non ce la faccio più! Veloce! »
« Solo un mom.. Ah! Trovato! » Il Dottore tirò fuori, vittorioso, la mano dalla giacca e in pugno teneva alto il suo cacciavite sonico dalla sua solita luce verde brillante. « Questa funzione non l'ho mai usata, speriamo funzioni.. » Corse verso Valery ed il soldato che, con le gambe strette nella forte presa della ragazza, cercava di divincolarsi per scappare ed accompagnava i suoi sforzi con grugniti animaleschi. Inavvertitamente, poi, Valery gli spezzò la canna del fucile, sicché non poteva più sparare.
« Come, speriamo?! » stridette lei.
Il Dottore la guardò storto e senza proferire parola portò il suo volto vicino a quello del soldato. « Quanto sei brutto! » In effetti, il soldato, uguale a tutti gli altri, sembrava più essere una brutta copia di Braccio di Ferro che un alieno ligneo.
« Dottore! »
« Sì, sì, chiedo scusa.. Ok, vediamo cosa si può fare.. » Raddrizzò la schiena e il soldato ebbe chissà come il tempo di prepararsi all'attacco: non appena il trillo del cacciavite partì, il Dottore si beccò tre colpi di canna in testa. « Ahia! Ahia! Stupido.. Ahi! » Poi quello si fermò come impietrito, lo fissava, il fucile spezzato sospeso sulla testa del Dottore. « Rilassati » gli ordinò tranquillo. L'ometto mise lentamente a terra l'arma e si tirò su in piedi dopo che Valery gli lasciò andare le gambe ad un cenno del Dottore.
« Ha funzionato! L'ipnosi ha funzionato! » esultò; era un po' arrugginito con quella classica.
« Dottore, in futuro, cerca di non dire più che fai una certa cosa per la prima volta, intesi? » lo sgridò puntellandogli la fronte.
« Ehi, non darmi ordini. L'autorità più alta rimango pur sempre io, qui. »
Lei alzò le mani in segno di resa, mentre lui arricciò il naso nel sistemarsi il cravattino tutto stropicciato. « Bene, soldato. Portaci.. alla vostra base. »
Mentre seguivano la loro guida, Valery osservò l'ambiente che li circondava, immersi nel buio più enigmatico che avesse mai visto: per il Dottore erano passati sì e no quattrocento anni, ma per Valery solo qualche decennio. Era incredibile, perciò, rivedere con occhi nuovi quel quartiere, un tempo solare e pieno di vita, ora più spaventoso di Fleet Street. « There's no place like London.. » intonò a bassa voce.
« Non celiare, Val. »
« P-perché? » chiese preoccupata.
« Il signor Todd non era tipo da scherzare. »
« Vuoi dire che.. Vuoi dire che Sweeney Todd è esistito veramente?! »
« Chi vuoi che abbia mai scritto l'opera rimasta anonima? »
« No.. » Non poteva crederci: amava andare a teatro ed era riuscita ad impostare le coordinate del Tardis per assistere alla prima dello spettacolo con Angela Lansbury e sapeva a memoria ogni singola scena dell'omonimo film musicale del 2007. « Dici sul serio? » Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Lui le lanciò uno sguardo vanitoso. Ricordava benissimo il suo “incontro” con il signor Todd: era alla sua terza incarnazione e stava solo cercando un luogo in cui consumare un pasto caldo, quando arrivò in piazza un certo signor Pirelli per cercar di vendere il suo prodotto che – così voleva far credere – faceva ricrescere i capelli anche sulle teste più lisce. Lo aveva seguito dopo la sfida a suon di lamette e, scoperta la crisi che gravava sul locale della signora Lovett, decise di rimanere a digiuno per un po'. Quello era un punto fisso nella storia, in quanto tutti dovevano sapere degli oscuri misteri che da sempre perseguitano questa città: non poteva intervenire.
« Guarda, Dottore. » Valery lo scosse dai suoi pensieri, e per fortuna, perché cominciava a sentire una certa nausea. Seguì con lo sguardo il dito di lei, che gli indicava una vecchia fabbrica diroccata con le imposte tremolanti per il freddo vento della notte e il lucchetto alla porta mezza arrugginita. In alto, sopra l'entrata, c'erano ancora alcune lettere appartenenti all'insegna originale a neon: in principio, si chiamava Why Not? e produceva lampade a prezzi molto più che economici. Ora sembrava tutto così ovvio agli occhi dei due viaggiatori nel tempo, tanto che non ebbero bisogno di porsi alcuna domanda, ma gli bastò scambiarsi uno sguardo e pronunciare una sola parola: « Fuoco. » Quest'ultimo, infatti, era essenziale per la produzione di quelle specifiche lampade, poiché con esso venivano lavorati i vari pezzi di vetro colorato e poi assemblati con il piombo per formare splendide decorazioni floreali o astratte: stesso principio delle vetrate gotiche, ma più in piccolo.
Dunque, quegli alieni avevano posto la loro base in quella fabbrica proprio per il vecchio forno che potevano accendere per produrre il calore che gli necessitava per il loro piano.
Il soldato ora obbediva a nessun altro che non fosse il Dottore; gli fece segno di tacere mentre passava dalla fessura tra le due porte del cancello e si avviò verso l'interno dello stabilimento. Ovviamente, non potevano pensare di passarci anche loro, perciò Valery precedette il Dottore nel prendere il cacciavite sonico per aprire il lucchetto. Quest'ultimo scattò senza preavviso e cadde a terra trascinandosi dietro anche la catena.
« Vediamo che combinano. » Valery si fece scura in volto.
« Spero solo ci siano i biscotti. Adoro i biscotti. »
« Biscotti. »
« Che c'è? Ho fame! »
« Stiamo per affrontare degli alieni che molto probabilmente vogliono invadere la Terra e l'unica cosa a cui riesci a pensare sono i biscotti?! » River aveva ragione: non c'è logica nel Dottore.
« Ho la faccia di uno che ha lo stomaco pieno? »
« Ehm.. Sarà meglio entarare, che dici? »
I due lasciarono perdere i sonori brontolii dello stomaco del Dottore ed entrarono di soppiatto come dei ladri e subitamente ritrovarono il soldato ancora ipnotizzato che attendeva nuovi ordini. Rumore e trambusto, una volta regnanti in quel luogo, era come se non fossero mai esistiti: vigeva solo una soffusa e calda luce, piacevole sulla pelle delicata di Valery e molto simile all'acqua tiepida del Mar Mediterraneo. Tutto l'ambiente sembrava incantato, modellato per favorire ciò che quegli alieni studiavano da chissà quanto tempo. Sopra le loro teste, il soffitto appariva molto più luminoso e fissarlo faceva quasi male agli occhi.
Il Dottore trovò finalmente il forno, acceso e scalpitante, in fondo alla parete opposta alla loro e notò anche i caminetti chiusi per non far uscire il fumo prodotto dal tetto. « Giusto, così non attirano l'attenzione della gente » osservò guardando i tubi di rame che, dalle lunghe e calde lame del fuoco, si snodavano sul soffitto per arrivare fino a delle misteriose vasche.
Quelle non erano altro che delle incubatrici. Stavano assistendo alla rinascita della razza dei Milasiani.

   
 
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