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Autore: beatriceholbrookpenniman    16/04/2014    2 recensioni
E se la ragazza che ti ha fatto soffrire, si innamorasse di te? E se lui si vendicasse, per poi rimpiangere la sua azione? Ma l'orgoglio trionferà? Questa è una storia dove la canzone centrale è Popular Song. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tom” mormorai. Il mio corpo si muoveva, il sangue circolava, il mio cuore batteva, ma il mio cervello era disconnesso. Ogni fibra del mio essere sembrava persa nel vedere la persona che più mi mancava sulla faccia della terra. Mio fratello. Non lo vedevo da così tanto tempo che a stento ricordava come era il suo corpo. Era cambiato. Era diventato più alto, più muscoloso e decisamente più affascinante di quanto lo ricordassi.
Non mi sembrava vero che fosse davanti a me, in tutto il suo splendore, dentro casa mia oltretutto.
“Ciao Sam” disse vagamente imbarazzato. Anche un po’ commosso.
“Tu... cosa... m-mi dispiace... voglio dire...” avevo la voce che tremava, le parole uscivano disconnesse e avevo un tremolio ovunque.
“Devo darti io delle spiegazioni. Però mi dovrai ascoltare bene” io annuì ritmicamente, senza proferire parola.
“Prima di tutto mi sei mancata. Tantissima piccola mia, non c’è stato giorno in cui non ho pensato a te. Sei stata un’ancora, e onestamente sono così agitato che il discorso che ho progettato in due anni è scomparso. Mi toccherà improvvisare. Allora: se ti stai chiedendo come sono entrato, ho scassinato la porta. Nei Marines insegnano anche questo. Secondo se non ti ho mai contattato è perché ero furibondo con te, e all’inizio non volevo più vederti. Dopo due ore già mi mancavi. Però ero troppo orgoglioso e così ho aspettato che lo facessi tu, dopo un mese senza più tue notizie ho cominciato a insospettirmi. Chiamai papà ma lui non mi rivolse neanche la parola, e mi impedì di parlare con te. Così per tutto questo tempo ho creduto che prima o poi sarei riuscito a incontrarti sempre che mamma o papà non te lo impedissero ancora. Poche settimane fa quando sono rientrato in patria, in un attimo di coraggio, sono andato a casa. Loro mi hanno spiegato che ti avevano cacciato come me, e che non sapevano dove fossi, e che per giunta non gli interessasse saperlo. Ti ho cercata, ho chiesto ovunque e alla fine sono arrivato qui. Ho aspettato fuori la porta per un’ora intera prima di suonare, per scoprire che non c’eri. Così l’ho scassinata e sono entrato. Ho sgraffignato qualcosa dal frigorifero, avevo una fame da lupi, ho mangiato hamburger per tre settimane. Infine Samantha ho visto un tizio là fuori che ti stava baciando, non dirmi che ti sei fidanzata? Quando pensavi di dirmelo?” il mio respiro era un soffio, sentivo il cuore battere come un martello pneumatico, e i miei occhi grondavano lacrime. Di getto mi fiondai nelle braccia grandi e grosse del mio adorato fratellone. Sapeva ancora di Tom, come se non fosse mai cambiato. Non abbracciavo mio fratello da tantissimo, quasi non riuscivo a crederci. Lui mi accarezzava la testa, e mi teneva stretta a se.
“N-non l-lasciarmi più... ti prego” lo pregavo. Pregavo che non mi lasciasse più, perché se lo avesse fatto non avrei mai retto.
“Mai piccola mia. Mai.”
Quando mi calmai, anche se era molto tardi e io avevo già cenato, preparai qualcosa di veloce al mio fratellone. Parlammo di moltissime cose: la vita nell’esercito, delle difficoltà che aveva affrontato, delle persone che aveva conosciuto, della miseria nel mondo e dei suoi riconoscimenti. Inoltre mi parlò della morte. Per la prima volta aveva visto la morte attraversarlo, poiché un suo caro compagno era morto in un sorpreso attacco nemico. Parlammo fino a che i nostri occhi stremati non vollero più saperne di stare aperti.
“Sam mi dirai chi è quel ragazzo?” mormorò vicino a me, ma io non ero più con lui. Ero in un altro mondo, quello dei sogni. Anche se il mio sogno si era avverato.
 
La mattina seguente a svegliarmi fu il suono di un cellulare.
“Spegni quella roba Sam” disse Tom brontolando. Erano le nove, ma per me era come se fossero ancora le cinque.
Mi alzai barcollando e inciampando un paio di volte, e alla fine risposi:
“Pronto” dissi con voce impastata dal sonno.
“Ma buongiorno” una voce fresca e pimpante risuonava forte nelle mie orecchie.
“Oh, Mika” gemetti ricordando la colazione con lui.
“Cosa succede?”
“E’ successa una cosa ieri...” ma la mia voce venne interrotta da quella di mio fratello:
“Chi è Sam?” chiese con voce rauca Tom.
“Samantha chi era quello?” chiese Mika con tono profondo.
“Senti vieni qui. Così ti posso spiegare meglio”
“Va bene” chiuse la telefonata con un tono glaciale.
“Allora?”
“Era Mika” dissi tuffandomi nuovamente sul letto.
“Chi?” chiese a sua volta Tom.
“Mika. Il ragazzo che hai visto ieri.”
“Ah” cominciò a grattarsi la testa a disagio.
“E’ un bravo ragazzo” dissi con voce tranquilla.
“Che lavora fa?” oh no! L’interrogatorio di Tom era il peggiore. Sapeva come estenuarti con le domande, per poi trovare il difetto più improbabile. Poteva essere veramente ossessivo alle volte.
“Il cantante”
“Ah, come Frizzy Cross del liceo? Te lo ricordi il rocker che frequentavi? Anche lui era un cantante, adesso lavora come bidello in una scuola se non sbaglio. Cosa dicevi di lui? Ah si! “Lui sfonderà nel mondo musicale” l’unica cosa che ha sfondato...” lo interruppi prima che potesse proseguire con la frase:
“Tom! Non essere volgare. Mika è un cantante vero, lo conoscono tutti. Ha già inciso degli album, ed ha una delle voci più belle che io abbia mai potuto ascoltare. Lui è un cantante vero. Te lo farò sentire”
“Ti piace?”
“Certo. Non mi sarei fidanzata con lui se non mi piacesse. Cioè non stiamo proprio insieme...”
“In che senso?” mi chiese guardandomi di traverso
“E’ una storia troppo lunga Tom, te la racconterò non ora”
“Un ultima domanda” sospirai e acconsentì.
“Ci sei già andata a letto?” la saliva mi andò di traverso e cominciai a tossire.
“Ma dove te ne esci?” chiesi con voce strozzata.
“Lo sai benissimo che questo è un argomento delicato per te. Sono preoccupata che non accada di nuovo. Ti amo troppo e non voglio che ti succeda qualcosa di brutto. Sei tutto per me.” Le sue parole mi commossero a tal punto che i miei occhi si inumidirono.
“Oh, Tom. Lo so bene. Anche per me sei tutto, e ti amo più della mia stessa vita. Ma Mika è perfetto per me. E poi credo che tu lo conosca” dissi prendendo una maglietta a caso dal guardaroba.
“Sul serio?” chiese lui corrucciato.
“Si. Veniva al liceo con me, era quel ragazzo che prendevo sempre in giro. Te ne ho parlato ogni tanto, no?”
“Ma chi? Lo strambo?” io annuì e lui scoppiò a ridere.
“Era uno sgorbio. Sam dai!” lui rise ancora, ma io lo guardavo malissimo.
“Ora è un ragazzo più che bello. Se lo vedi ti rimangerei tutto” e con quelle stesse parole il campanello suonò, annunciando l’arrivo del nostro visitatore. Corsi il più velocemente possibile e andai ad aprire, e davanti mi trovai un spettacolo più che gradito: i riccioli erano scompigliati, le labbra erano una linea dure e gli occhi erano lucidi e cupi per la rabbia. Per quanto mi spaventasse era di una bellezza unica quanto rara.
“Spiegazioni. Ora” disse con voce ferma. Non riuscì a rispondere poiché il mio fratellone comparve dalla porta con uno sguardo altrettanto indagatore.
“Prima che tu intenda qualcos’altro, Mika, lui è Tom. Mio fratello” a quel suono le spalle di Mika si rilassarono, come il resto del corpo.
“Ah, tuo fratello”
“Già. Solo suo fratello” disse Tom ironico.
“Non cominciare Thomas” dissi tagliente. Sapevo benissimo quanto odiasse farsi chiamare così, ma per farlo stare zitto avrei provato di tutto.
“Stasera appena te ne sei andato, l’ho trovato a casa. Mi ha spiegato la situazione, ed eccoci qui. Contento adesso?”
“Si” a quel punto Mika allungò la mano verso mio fratello:
“Sono Michael, ma per tutti Mika” mio fratello gliela strinse con forza e aggiunse:
“Tom. Mi ricordo di te, stavi sempre in disparte a scuola” mi girai verso mio fratello e vidi un sorriso sadico alleggiare sulla sua bocca. Voleva giocare.
“Abbastanza” disse distaccato Mika.
“Ah si, adesso ricordo tu sei quello strambo. Io e Sam ci siamo fatte le migliori risate grazie a te” sorrise sornione, e Mika aveva il viso in fiamme. Non sapevo se per la vergogna o per la rabbia.
“Sono così contento che abbiate riso alle mie spalle” disse ironico. A quel punto cadde un silenzio molto pesante, e io non avevo la più pallida idea di cosa dire.
“Senti Sam, ci vediamo stasera dopo il lavoro. Sempre se puoi” e subito uscì di casa. Ero nera dalla rabbia. Neanche ventiquattro ore, e già Tom si stava dando fare per rendere la mia vita complicata. Avevamo condiviso tanto, è vero, ma le cose erano cambiate. Io ero più adulta e di certo non prendevo in giro più nessuno dal liceo. Non eravamo più dei ragazzini.
“Tu non ti sai contenere” mi girai ed uscì di casa per raggiungere Mika, che stava per entrare in auto.
“Mika aspetta” lui alzò lo sguardo e scosse il capo.
“Ti prego ascoltami” dissi bloccandolo per il braccio.
“Parla”
“Mi dispiace per quello che ha dello Tom, ti voleva mettere alla prova. Anzi, voleva solo prenderti in giro, e il suo modo per conoscere le persone. E’ stato molto crudele, lo punirò se sarà necessario, ma ti prego non essere arrabbiato con me”
“Non sono arrabbiato con te. Mi da fastidio sapere determinate cose, e soprattutto, odio ricordare ciò che mi è successo. Non preoccuparti ci vediamo più tardi” se ne stava per andare, ma lo fermai.
“E non mi dai neanche un bacino” alzò gli occhi al cielo, e mi diede un castissimo bacio a stampo.
“Così poco?” presi io l’iniziativa e lo baciai intensamente, e la risposta non si fece aspettare. Mi prese per i fianchi e mi avvicinò al suo petto. Rimanemmo così per minuti, finché l’aria dei nostri polmoni non si consumò per il nostro bacio molto più che appassionato.
“Perdonata?”
“Sempre” mi scoccò un altro bacio sulle labbra, e poi se ne andò sulla Spire rossa del ’66.
Quando rientrai in casa mio fratello stava facendo colazione mentre guardava la tv, ma io avevo un conto in sospeso con lui.
“Thomas Jons come ti permetti a trattare così il mio ragazzo?” la mia voce salì di un ottava.
“Avevi ragione è diventato carino” ignorò completamente la mia domanda.
“Lo so, ma non era questa la mia domanda” battei nervosamente il piede sul pavimento.
“Oh dai Sam l’ho preso solo in giro, cosa c’è di male?”
“Non voglio che tu lo faccia, ha già sofferto abbastanza per colpa nostra. Stasera quando mi verrà a prendere, li chiederai scusa” con voce solenne andai in cucina.
“Scherzi? Samantha io non farò mai una cosa del genere. E poi, vorresti lasciarmi solo stasera per uscire con lui?” chiese serissimo.
“Certo. E’ il mio ragazzo e ci esco”
“Bhe certo! Io dopo anni che mi sono fatto nei Marines, aspettando tue notizie, notti insonne a pensarti con l’angoscia che ti fosse successo qualcosa, dopo neanche un giorno che sono arrivato, tu uscirai con lui! Grazie sorella”
“Tom il gioco dei sensi di colpa non attacca. Lo so bene che sei stato in pensiero per, anche io lo sono stata, ma io e Mika siamo in una situazione molto complicata. Non puoi capire” si indispettì ancora di più.
“Allora spiegamelo, non sono diventato stupido dall’ultima volta che mi hai visto”
“Oh finiscila! Vuol dire che verrà qui, così starò con tutte e due” dissi anche io leggermente irritata.
“Perché non possiamo stare da soli insieme? Perché ti devo condividere con lui? Sei mai sorella, sei la mia vita! Perché oggi non dedichi un giorno a me” le sue parole mi colpirono come una pugnala al petto.
“Tommy per piacere, fallo per me. Mika è veramente importante per me, vorrei che tu lo conoscessi meglio. Anche tu per me sei tutto, ma visto che anche lui fa parte della mia vita vorrei che comprendessi anche lui. Lo amo immensamente e se tu lo accettassi mi faresti la sorella più felice al mondo. Ti prego Tom” il mio sguardo implorava il suo consenso. Dopo un paio di minuti di indecisione e di sbuffi, acconsentì. Per la felicità lo strinsi in una morsa quasi soffocante.
“Grazie, grazie, grazie mille fratellone. Non te ne pentirai lo prometto”
“Lo sto già facendo” mi baciò il capo e mi strinse a se.
 
A cena...
 
Ero in emozionata, agitata e ansiosa. Cosa sarebbe successo? Dopo il lavoro mi ero fiondata a casa a cucinare. Tom era tornata un paio d’ore dopo con alcune cose mancanti per completare la mia opera. Avevo cucinato del buonissimo pollo arrosto e patate al forno, con dell’insalata per contorno. Infine come dolce un cheasecake con le more. UN CAPOLAVORO. Mi ero vestita velocemente poiché non avevo fatto molta attenzione ai tempi.  
Mancavano poco più di dieci minuti e io stavo facendo il giro della casa per trovare Tom.
“Tommy dove sei?” gridai esasperata.
“Sono qui calma” uscì dalla mia camera vestito decentemente. Dei jeans stretti fasciavano le sue gambe e la sua camicia blu, con le maniche arrotolate, li donavano un bell’aspetto.
“Bene! Siamo pronti entrambi. Ho fatto tutto giusto?”
“Si, Sam è perfetto!” anche lui era leggermente spazientito, anche se si stava controllando.
Due minuti più tardi il campanello suonò e Mika entrò in casa, vestito in modo molto casual.
“Ciao” mi salutò calorosamente, non fece altrettanto con mio fratello, con un cenno si salutarono entrambi.
“Allora ragazzi vogliamo subito cenare o volete chiacchierare?” interrompendo il silenzio.
“Io avrei fame” disse sinceramente Mika.
“Tu hai sempre fame” scoppiammo a ridere, tutti tranne Tom che avevo un’aria circospetta.
“Tommy tu hai fame?” sbottai nervosa.
“Si” e andò a sedersi in soggiorno. Io e Mika ci guardammo e alzammo le spalle, non potevamo fare più di quanto non stessimo facendo. Io andai in cucina a prendere il cibo, e con estrema fierezza rientrai portando ciò che avevo cucinato.
“Ragazzi ecco a voi, spero vi piaccia” entrambi presero mangiarono voracemente ciò che avevo preparato, e io mi gustai la sensazione di aver cucinato un ottimo piatto.
Per la maggior parte del tempo a parlare fummo solo io e Mika, Tom non fu molto loquace. Ogni tanto faceva cenno con il capo, oppure dalla sua bocca usciva qualche si o no. Se quello era il suo massimo, allora, mi voleva solo deludere. Non stava facendo un minimo sforzo per farsi conoscere o per conoscere Mika. Sembrava molto annoiato.
“Allora Mika quando è pronto il tuo prossimo album?” chiesi sorridente.
“Lo sai che ci sto lavorando. Anzi, solo questa settimana, ho scritto già due canzoni. Se andrò sempre così credo che entro settembre riuscirò finalmente a finirlo” disse fiero, mentre gustava il suo pezzo di torta.
“E non mi dici nulla? Neanche un indizio?”
“Dovrai aspettare come tutti gli altri”
“Sei cattivo” li feci la linguaccia.
“E se tu non dovessi riuscirci?” Tom mi sorprese moltissimo con quella domanda.
“In quel caso credo che ci sarebbero gravi conseguenze” disse freddo Mika.
“Perderesti tutto?” chiese non molto attento.
“Non tutto, ma finirei in un bel guaio. Le mia fan si arrabbierebbero molto”
“Hai anche delle fan? Wow! Quante saranno dieci, venti?” disse in un sogghigno, non molto promettente.
“No a seguirmi sono molte di più” Mika era irritato, molto anche.
“Quaranta? Sei un grande amico” aveva le mani strette in pugno e le nocche bianche. Anche io ero arrabbiata, moltissimo. Per la pressione di quella situazione, mi alzi brusca, facendo rumore con la sedia:
“Vado in bagno” la voce di Mika mi arrivò attutita poiché ero già in bagno.
Poggiai il peso del mio corpo sul lavandino e mi guardai allo specchio. Cosa avevo combinato?
 
MIKA
“Ti ho fatto qualcosa?” chiesi nervoso a Tom.
“No” disse semplicemente, alzando le spalle.
“Allora perché sei così scontroso con me, io neanche ti conosco” dissi con la voce che a stento si tratteneva.
“Allora non chiedere e stai zitto”
“Senti: io e te non andiamo a genio, questo è sicuro, ma visto che teniamo entrambi a Sam potremmo fare uno sforzo”
“Una cosa l’hai detta giusta, io e te non possiamo vederci. Ma Sam è mia sorella, e tu sei solo un peso per noi due” quelle parole mi resero ancora più incapace di controllare la mia furia.
“Peso? Ma senti come parli? Io e Sam ci amiamo, e se non ti sta bene, dovresti fartene una ragione! Tu non puoi impedirmi di amarla”
“Si che posso! Ha sofferto già abbastanza, e io la amo anche più della mia stessa vita. Io la proteggo da quelli che le fanno del male, e sono sicuro che tu sei uno fra questi” a quel punto mi alzai di scatto.
“Io non farei del male a Sam neanche se mi costringessero, la amo quanto te sono disposto a lasciare tutto per lei. Mi rende felice e finalmente posso dire che abbiamo trovato un equilibrio. Se tu dirai di no, non me ne potrà importare di meno. Combatterò anche contro di te se sarà necessario” tra di noi cadde un silenzio di tomba. Stavamo cercando di capire le nostre parole, e le nostre intenzioni.
“La ami veramente?” chiese di getto lui.
“Si, ne puoi stare certo”
“Ho conosciuti i tanti ragazzi di Sam, uno peggio dell’altro. L’hanno sempre fatta soffrire e io ero sempre lì a consolarla, a rassicurarla. Sono un fratello è normale che faccia così! Poi ha incontrato te, è vero che sono arrivato da un giorno, ma oggi non ha fatto che parlarmi di te. Era così emozionata e aveva un sorriso stampato sulla faccia. Non mi vai a genio, è vero, ma se rendi Sam felice come io non l’ho mai vista fino ad ora, allora posso anche... accettarti” disse con uno sforzo quasi immane.
“Credo che sia la scelta più giusta se non vogliamo far star male Samantha” allungai la mano verso di lui e la stringemmo. Era nato un nuovo accordo. Un accordo di pace.
 
SAMATHA
Entrai in soggiorno e ciò che vidi mi sorprese come mai in tutta la mia vita. Mio fratello, scorbutico e arrogante, stava chiacchierando animatamente con il mio ragazzo.
“M-ma cosa è successo?” chiesi con voce tremante
“Abbiamo solo risolto la questione” disse sorridendo Tom.
“Già” acconsentì Mika. Lo sguardo che passò per i loro occhi era quasi inquietante, ma stranamente mi rassicurò. Il resto della serata passò tra chiacchiere e bevute, e quando finimmo, i due ragazzoni si salutarono con una stretta di mano.
La cosa mi rincuorò molto, finalmente le persone più importante della mia vita andavano d’accordo, e ciò non poteva farmi più che felice.  
 
 
*ARRIVA TRIONFANTE* voglio un applauso.
Ok no, ma sono stata molto più veloce. E’ vero vi
Avevo promesso che avrei pubblicato entro due settimane,
ma la scuola è stata più che maligna. Però posso dire di essere fiera del capitolo,
molto lungo come piace a voi, e pieno di cose scottanti.
Sono felice che continuate a seguirti anche dopo i miei incresciosi ritardi. Grazie
Con tutto il cuore <3 J. Avete visto le ultime news sul ragazzo di Mika? E sull’album?
Credo che il mi cuore vada a mille. E Xfactor? Il nostro Mikuzzo farà di nuovo il giudice, e direi FINALMENTE! Allora questo è tutto, vi auguro buone feste di pasqua a tutte e godetevele a pieno, perché io non posso L.
A presto bacioni grandi grandi a tutte :*
Penniman. 
  
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