L’Angelo
Apro gli occhi, costretto a svegliarmi dalla luce che penetra dalla finestra. Mi passo una mano sulla fronte: sono sudato. Ho sicuramente avuto un altro dei miei incubi, ma mi costringo a non pensarci troppo. Mentre mi alzo, lentamente, facendo leva con le braccia, sento un tonfo … ho fatto cadere il libro che stavo leggendo ieri sera, fino a quando non mi sono addormentato. Mi chino e raccolgo il volume; sulla copertina di pelle nera è impresso in caratteri d’oro il titolo: Racconto di due città. Estremamente melenso, pieno di così nobili sacrifici … Dickens è sopravvalutato, ma bisogna dire che a volte, nel descrivere le situazioni familiari ma, soprattutto, il sentimento, è bravo. Quelle che scrive sono fondamentalmente delle tragedie, ma alla fine di ogni suo romanzo intravedi uno sprazzo di luce. Per l’appunto, è un romanziere: deve per forza mostrare un po’ di speranza, tra le righe.
La colazione è servita e afferro un paio di fette di pane tostato, le affogo nel burro e, dimentico della malinconia del mio risveglio, mi preparo ad affrontare una nuova giornata, uguale a quelle precedenti … o forse no?
Charlotte fa irruzione nella sala da pranzo con una lettera in mano ed Henry alza lo sguardo verso di lei con aria interrogativa, improvvisamente strappato a qualsiasi idea gli stia frullando in testa e non prestando attenzione al posino sbottonato della camicia, quando un lembo del tessuto giallo si sporca d’olio.
“Ho ricevuto questa missiva proprio ora, è del Console Wayland.” Comincia lei e lancia un’occhiataccia a Jessamine, che continua imperterrita a bere il suo tè, apparentemente disinteressata. Charlotte prende un respiro, rassegnata, e continua a parlare: “Il Console ci informa che domani arriverà da Shanghai un nuovo Cacciatore. Ha dodici anni come te Will, potreste andare d’accordo, non credi?”
Storco la bocca in una smorfia. “Non ho bisogno di nessuno, sto bene così. E poi, perché questa persona dovrebbe venire a stare qui? Se ti preoccupi che io abbia un compagno di giochi evita, grazie.”
Charlotte ignora la mia provocazione e torna a rivolgersi a Henry. “Il Console ha allegato una lettera di mio padre, in cui mi spiega la sua situazione. Un demone ha ucciso i suoi genitori, povero ragazzo … Lui stesso ha rischiato la morte, ma è riuscito a sopravvivere. Con l’aiuto di una sostanza,yin fen, riesce a stare bene.”
“Ottimo; ti sono grato per essere stato informato ma non mi importa.” Continuo metodicamente a spalmare burro.
Scalpiccio di cavalli … il frastuono delle ruote della carrozza dei Fratelli Silenti contro l’acciottolato di Fleet Street arriva fino alla sala dell’addestramento, posta in uno dei piani più alti dell’Istituto. Presto questo James Carstairs entrerà a far parte di questa grande famiglia … diamo inizio ai festeggiamenti! Una nuova persona da umiliare. Mi sono in questi mesi, tuttavia, allenato a trattare con coetanei. Ci sono questi figli di Benedict Lightwood tanto insopportabili quanto pieni di sé. La più giovane, Tatiana, è assolutamente ridicola. Ad ogni benedettisima festa, riunione o, comunque, alla minima occasione di stare vicino me, con i cappelli adornati con fiocchetti rosa e fiorellini, mi si attacca come una piovra pregandomi di darle un bacio o di sposarla. Irritante. Poi, Gideon e Gabriel. Il primo è taciturno e i suoi tentativi di socializzazione nei miei confronti sono pari alle capacità intellettive di una mosca, il secondo è più vivace e, credendo di farmi un favore, insiste ad allenarsi con me … Diventerà uno snob, tendo semplicemente ad ignorarlo.
Spazio autrice: Ecco il secondo capitolo di questa long ... non ho molto da dire, tranne che precisare una cosa; non ricordo (e non riesco a trovare la conferma) la risposta a questa domanda: "Charlotte era già direttrice dell'Istituto, all'arrivo di Will?" Io credo di sì e dunque mi sono presa la licenza di metterla in questi termini, se ho compiuto un errore, perdonatemi. Infine, non mi sembra che sia specificata la collocazione temporale dell'"incidente" con Tatiana, per cui la propondo in epoca dopo Jem. Che dire, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Au revoir.