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Autore: Misaki Ayuzawa    17/04/2014    2 recensioni
Questa è la storia di William Herondale, da quando è arrivato all'Istituto fino a ... beh, fino alla fine. Tenterò di descrivere al meglio gli episodi di cui già siamo a conoscenza sia quelli che invece sono avvolti nel mistero, o meglio: nella mente del personaggio più complesso di TID. Spero passiate a dare un'occhiata! :)
I:"I libri mi fanno credere che c’è chi sta peggio di me, anche se ammetto che consolarmi con le disavventure di personaggi immaginari non è esattamente una cosa da persone normali, non che io mi creda sano di mente, anzi sto valutando, ultimamente, la possibilità di farmi visitare da uno strizzacervelli mondano …"
V:"La cerimonia è conclusa e i Cacciatori, fino ad un momento fa silenziosi, si alzano in piedi e applaudono. Io, in questo momento, ho soltanto un pensiero che mi occupa la mente: non sono più solo."
X:"Mi tocco il viso, contrariato, e fisso il mio sguardo in quello di Jem.
“Questo” e faccio un ampio movimento con il braccio “non deve saperlo nessuno.”
Le persone che stanno passeggiando nel parco hanno preso guardarmi, mentre a grandi falcate mi dirigo verso l’Istituto. Quelle anatre me la pagheranno …"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte Branwell, Henry Branwell, James Carstairs, Jessamine Lovelace, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’Angelo

Apro gli occhi, costretto a svegliarmi dalla luce che penetra dalla finestra. Mi passo una mano sulla fronte: sono sudato. Ho sicuramente avuto un altro dei miei incubi, ma mi costringo a non pensarci troppo. Mentre mi alzo, lentamente, facendo leva con le braccia, sento un tonfo … ho fatto cadere il libro che stavo leggendo ieri sera, fino a quando non mi sono addormentato. Mi chino e raccolgo il volume; sulla copertina di pelle nera è impresso in caratteri d’oro il titolo: Racconto di due città. Estremamente melenso, pieno di così nobili sacrifici … Dickens è sopravvalutato, ma bisogna dire che a volte, nel descrivere le situazioni familiari ma, soprattutto, il sentimento, è bravo. Quelle che scrive sono fondamentalmente delle tragedie, ma alla fine di ogni suo romanzo intravedi uno sprazzo di luce. Per l’appunto, è un romanziere: deve per forza mostrare un po’ di speranza, tra le righe.

La colazione è servita e afferro un paio di fette di pane tostato, le affogo nel burro e, dimentico della malinconia del mio risveglio, mi preparo ad affrontare una nuova giornata, uguale a quelle precedenti … o forse no?
Charlotte fa irruzione nella sala da pranzo con una lettera in mano ed Henry alza lo sguardo verso di lei con aria interrogativa, improvvisamente strappato a qualsiasi idea gli stia frullando in testa e non prestando attenzione al posino sbottonato della camicia, quando un lembo del tessuto giallo si sporca d’olio.
“Ho ricevuto questa missiva proprio ora, è del Console Wayland.” Comincia lei e lancia un’occhiataccia a Jessamine, che continua imperterrita a bere il suo tè, apparentemente disinteressata. Charlotte prende un respiro, rassegnata, e continua a parlare: “Il Console ci informa che domani arriverà da Shanghai un nuovo Cacciatore. Ha dodici anni come te Will, potreste andare d’accordo, non credi?”
Storco la bocca in una smorfia. “Non ho bisogno di nessuno, sto bene così. E poi, perché questa persona dovrebbe venire a stare qui? Se ti preoccupi che io abbia un
compagno di giochi evita, grazie.”
Charlotte ignora la mia provocazione e torna a rivolgersi a Henry. “Il Console ha allegato una lettera di mio padre, in cui mi spiega la sua situazione. Un demone ha ucciso i suoi genitori, povero ragazzo … Lui stesso ha rischiato la morte, ma è riuscito a sopravvivere. Con l’aiuto di una sostanza,
yin fen, riesce a stare bene.”
“Ottimo; ti sono grato per essere stato informato ma non mi importa.” Continuo metodicamente a spalmare burro.

Scalpiccio di cavalli … il frastuono delle ruote della carrozza dei Fratelli Silenti contro l’acciottolato di Fleet Street arriva fino alla sala dell’addestramento, posta in uno dei piani più alti dell’Istituto. Presto questo James Carstairs entrerà a far parte di questa grande famiglia … diamo inizio ai festeggiamenti! Una nuova persona da umiliare. Mi sono in questi mesi, tuttavia, allenato a trattare con coetanei. Ci sono questi figli di Benedict Lightwood tanto insopportabili quanto pieni di sé. La più giovane, Tatiana, è assolutamente ridicola. Ad ogni benedettisima festa, riunione o, comunque, alla minima occasione di stare vicino me, con i cappelli adornati con fiocchetti rosa e fiorellini, mi si attacca come una piovra pregandomi di darle un bacio o di sposarla. Irritante. Poi, Gideon e Gabriel. Il primo è taciturno e i suoi tentativi di socializzazione nei miei confronti sono pari alle capacità intellettive di una mosca, il secondo è più vivace e, credendo di farmi un favore, insiste ad allenarsi con me … Diventerà uno snob, tendo semplicemente ad ignorarlo.

Sento la voce di Charlotte presentarsi e quella di Henry accogliere calorosamente il nuovo arrivato, la voce di quest’ultimo però non giunge alle mie orecchie. Mi concentro sul bersaglio: mi metto in posizione, afferro il coltello per la punta della lama, prendo la mira e lancio. Dannazione! L’arma si è andata a conficcare a svariati centimetri di distanza dal centro del bersaglio. Se mamma fosse qui mi riproverebbe per due ragioni: Punto primo: si va sempre incontro agli ospiti, volenti o nolenti; Punto secondo: una brava persona non impreca, mai e poi mai. Purtroppo, mamma, non sono più una brava persona da molto tempo, ormai.

Spazio autrice: Ecco il secondo capitolo di questa long ... non ho molto da dire, tranne che precisare una cosa; non ricordo (e non riesco a trovare la conferma) la risposta a questa domanda: "Charlotte era già direttrice dell'Istituto, all'arrivo di Will?" Io credo di sì e dunque mi sono presa la licenza di metterla in questi termini, se ho compiuto un errore, perdonatemi. Infine, non mi sembra che sia specificata la collocazione temporale dell'"incidente" con Tatiana, per cui la propondo in epoca dopo Jem. Che dire, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Au revoir.
  
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