Sakai avanza nell’ombra, insensibile alla misteriosa atmosfera circostante. Non è lì per una piacevole passeggiata notturna.
Estrae da una borsa l’occorrente per l’incantesimo: poche erbe e un mortaio. Lo poggia sull’erba e respira profondamente. Sakai sa che dal confine che sta per oltrepassare non c’è ritorno. Quando sua madre le insegnò l’incantesimo, lo specificò bene: “E’ un incantesimo in cui tutta l’energia della strega viene usata per compiere il volere della strega stessa. Si dona tutto il proprio essere e va usato solo in casi di estrema necessità.”
Ma la morte di un intero villaggio per fame non è forse un caso di estrema necessità?
Sakai sospira pesantemente. Il suo Paese, l’Africa, non è mai stato famoso per la sua abbondanza. Nell’ultimo periodo, poi, la siccità aveva prosciugato le già non numerose fonti di acqua e aveva devastato i raccolti. Sakai sa cosa vedrà tra non molto: una serie di corpi magri, troppo magri, che cadono a terra per non rialzarsi più.
Non riesce ad accettarlo, non può accettarlo, non lei che ha il potere di cambiare questa situazione.
La Luna del miele illumina i gesti lenti della strega mentre comincia i preparativi e Sakai sorride ripensando alle sue proprietà: “…è una luna che invita a prenderci le nostre responsabilità.”
Sakai ha rimandato per troppo tempo il momento di assumersi le sue responsabilità. Quelle di chi sa di poter dare di più.
I preparativi sono pronti: la mistura di erbe che dovrà ingerire è nel mortaio, Sakai può iniziare. Prima di cominciare, getta uno sguardo alla sua capanna, ben visibile dalla sua postazione sulla collina. Noah e i bambini dormivano quando lei è partita. Non ha lasciato nessun struggente biglietto d’addio bagnato di lacrime, nessuna spiegazione: sa che, anche senza parole, Noah capirà.
Sakai lentamente ingoia la mistura di erbe ed entra in uno stato di trance pura. Ogni fruscio, gorgoglio o rumore viene percepito nitidamente da tutto il suo essere. L’energia pura e libera della Natura la invade nel profondo, donandole vigore. Sakai alza le braccia al cielo, alla Luna, e comincia a recitare una cantilena in una lingua dimenticata che non conosce tempo.
Sakai sente le forze abbandonarla, ma stringe i denti e continua. Gradatamente, inizia a sentirsi leggera, come se stesse fluttuando nell’aria. La sensazione raggiunge tutto il corpo, arriva al cervello e i pensieri si spengono.
Quello che è rimasto di Sakai sembra una nuvola di fiori e spighe, che sa di prosperità. Si insinua nel terreno e qualche timida fogliolina spunta nel suolo arido. Tra non molto quelle foglioline, crescendo, diventeranno alberi carichi di frutti e di speranze. Tra non molto, la gente di Sakai non avrà più fame.
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Note dell'autrice (se così si può definire):
Allora, salve a tutti quelli che hanno avuto il coraggio (e che riceveranno la mia immensa gratitudine) di venire qui a leggere questa mia flash. Come scritto nell'introduzione, questa storia partecipa al contest "Sai lanciare un incantesimo? Pagan Flash Contest" di Aleyiah e i prompt che ho scelto sono Luna del miele e Trance. Questa storia mi è venuta in mente una sera e, dicendomi che era meglio approfittare dell'improvvisa ispirazione, mi sono messa a scrivere. Eh, bè, questo è il risultato. Quindi, sperando che vi piaccia questa flash, vi saluto Fenice_Malandrina