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Autore: Blaze Swift    17/04/2014    3 recensioni
Sonic deve nuovamente a salvare i suoi amici Amy, Tails e Cream dalle grinfie del Dr. Eggman, ma qualcosa va storto e il nostro amico blu si ritrova catapultato in... una Mobius del tutto nuova!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dr. Eggman, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Twist in Blue
di Blaze Swift
   


Capitolo 1

Zafira


   
 
   A Sonic parve di sentir urlare il suo nome nella sua testa. Quando cercò di aprire gli occhi, vide solo un’ombra nera sfocata davanti a sé e ancor prima di prendere fiato per dire qualcosa, perse nuovamente i sensi.
    Stai bene? –
   Sonic si svegliò, portandosi una mano alla testa e strofinandosi un occhio con l’altra. L’impatto lo aveva violentemente stordito e più in là del suo naso, gli appariva tutto molto sfocato e in movimento. Decise di tirarsi su con tutte le forze che poteva e cercò di reggersi in piedi. Per quanto fosse confuso, Sonic intuì subito che era calata la notte e che dovevano essere passate delle ore dal suo scontro con Eggman. L’atmosfera era molto tiepida e arancione. Quando si stropicciò nuovamente gli occhi, notò una coperta che lo avvolgeva, un focolare davanti a lui che bruciava e un’intera tribù di lupi mobiani che lo stavano osservando.
   Sonic indietreggiò di scatto.
   
Chi siete? – domandò mettendosi in guardia.
   Una lupa di loro si fece avanti, porgendogli una brocca d’acqua.
   
Sarai assetato, bevi.
    Non finché non mi direte chi siete! Non vi ho mai visti qui su Mobius! – disse Sonic, ignorando la brocca.
   I lupi si guardarono confusi e cominciarono a bisbigliare tra di loro qualcosa che Sonic non era in grado di percepire.
   
Cosa c’è da bisbigliare? Qualsiasi cosa avete da dirmi, sputate il rospo! Se siete in cerca di guai, avete sbagliato riccio!
   La lupa poggiò la brocca d’acqua a terra e si avvicinò ancora di più a lui, con uno sguardo tanto confuso quanto amareggiato.
   
Non preoccuparti, non vogliamo farti del male. Stavo raccogliendo un po’ di bacche per i miei fratelli e ti ho visto a terra qualche miglio più in là, non potevo lasciarti lì…
   Sonic si tranquillizzò. – Quindi tu mi hai salvato? – La lupa gli sorrise, porgendogli nuovamente la brocca d’acqua. Sonic stavolta la accettò e la finì in pochi secondi.
   
Ti ringrazio allora, dell’acqua e dell’ospitalità, ma devo andare adesso! I miei amici hanno bisogno di me! –
   
Dove si trovano? – gli chiese la lupa.
   
Un dottore malvagio li tiene prigionieri! Non posso perdere altro tempo! –
   Sonic fece per prendere la rincorsa, ma fu subito fermato dalla mano della lupa che bloccò il suo braccio.
   - È notte inoltrata. Non puoi andare adesso. Rimanda il tuo viaggio a domani mattina. –
   - Non capisci? Solo io posso salvarli e ogni minuto è prezioso! È già tanto che abbia perso queste ore assopito come un baccalà! –
   La lupa tirò fuori dalla sua sacca una fialetta piena di uno strano liquido violaceo e lo sventolò sotto il naso di Sonic, in modo che ne aspirasse ben bene l’odore. Ci vollero pochi minuti prima che Sonic cadesse a terra, privo di sensi.
   
Ancora… disse, svegliandosi intontito la mattina dopo. Aprì gli occhi e davanti a lui vide la luce del giorno che lo accecava, il focolare spento e un profumo di erba fresca.
   Di primo istinto, cercò di partire a razzo come al suo solito, ma stavolta senza successo. Fu subito bloccato da delle catene, che si aggrovigliavano attorno ai suoi polsi, ben ancorate a delle enormi rocce. Sonic cercò di dimenarsi senza successo.
   Allora è proprio un vizio!
   Rassegnato, si accasciò a terra, con un unico pensiero in testa: Eggman. Non poteva credere di esserselo lasciato sfuggire così, dopo tutte le volte in cui era riuscito a sconfiggerlo. La rabbia e la frustrazione presero il sopravvento dentro di lui e si rifiutò di pensare che fosse troppo tardi per i suoi amici. In più, che fosse confinato in quella tribù di lupi sconosciuti non lo faceva sentire meglio. Avrebbe voluto liberarsi all’istante e scappare più veloce che poteva.
   I suoi pensieri furono interrotti da dei passi provenire dalla fitta foresta più a Nord e un gruppetto di lupi mobiani si stavano dirigendo ad una delle capanne della tribù. Sonic poté sentire i loro sguardi su a lui e sentirli bisbigliare di nuovo. Ricambiò i loro sguardi con degli occhi rabbiosi, tant’è che i lupi decisero di lasciarlo perdere e correre verso la capanna.
   Perché a me?
   Pensò, buttandosi all’indietro e guardando le nuvole sopra di lui. Sentì dei passi provenire da una delle capanne lì vicino e, pensando che fosse un altro lupo impiccione, non ci fece caso. Il rumore dei passi sembrò essere sempre più vicino a Sonic e ad un certo punto cessò. All’improvviso comparve davanti ai suoi occhi la sagoma della lupa, tant’è che Sonic si innervosì e si raddrizzò guardandola male.
   
Tu! Tu mi hai drogato! Stai lontana da me! – le urlò.
   
Cerca di stare calmo – gli disse la lupa, poggiando una cesta piena d’acqua che stava trasportando dalla sua capanna.
   
È facile a dirsi! Cosa vuoi da me, si può sapere? –
   Lei strizzò uno straccio umido dentro il cesto, dopodiché lo portò alla fronte di Sonic, che sulle prime indietreggiò, tamponandogliela.
   
Avevo subito intuito che c’era qualcosa che non andava in te, riccio. Mi dispiace per le catene, ma ho voluto evitare che ti cacciassi in altri guai. –
   
Qualcosa che non va? Io vado bene esattamente così come sono, mia cara! Si può sapere di che vai blaterando? –
   La lupa lo guardò. – Da dove vieni? –
   
E pensi che te lo direi? –
   
Beh, non hai scelta se vuoi quantomeno liberarti dalle catene. – disse immergendo nuovamente lo straccio nell’acqua.
   Sonic si calmò. – Non mi convinci, ma immagino che tu abbia ragione. Comunque da dove credi che venga? Da qui, da Mobius. –
   
Vedi? Dicevo che c’era qualcosa che non andava. –
   
La smetti di ripeterlo? –
   
Non si chiama più Mobius da tanti anni, ormai. –
   Sonic sbarrò lo sguardo. – Che stai dicendo? Certo che si chiama Mobius! –
   
Come ti chiami? – gli chiese guardandolo.
   
Sono Sonic, il riccio blu. Dovresti aver sentito parlare di me! –
   La lupa lasciò cadere lo straccio nella cesta, schizzando d’acqua Sonic e guardandolo quasi scioccata e stranita.
   
Cosa c’è? – chiese Sonic.
   La lupa lo fissò per qualche secondo, prima di parlare nuovamente.– Non posso crederci. –
   
Beh, sì, faccio quest’effetto a tutti. E ora, se fossi così gentile da liberarmi te ne sarei grato! –
   La lupa prese la sua sacca e se la legò al corpo, mettendoci dentro quanti più attrezzi riuscì a raccimolare, dopodiché si rivolse a Sonic.
   
Ho una proposta da farti, Sonic. – disse prendendo un piccolo coltello e incidendo un bastone non molto più alto di lei. – Io ti libero dalle catene, ma in cambio voglio venire con te a salvare i tuoi amici. –
   Sonic la guardò stranito. – Saresti solo un peso per me e, in ogni caso, tu che cosa ne ricavi? –
   
Questi non sono affari tuoi. – gli rispose, puntandogli il bastone addosso. – Allora, ci stai o no? –
   Sonic rimase lì perplesso per un paio di secondi. Non era sicuro di chi fosse quella lupa, né di cosa volesse, né tantomeno se fosse una buona idea portarla con lui, ma non aveva scelta.
   
D’accordo. – le disse. Lei slegò le catene dai polsi di Sonic, dopodiché gli porse la mano, come per sigillare il patto. Sonic gliela strinse. – Sappi però che ancora non mi convinci. Perciò ti tengo d’occhio! – La lupa gli sorrise.
   
Bene – le disse Sonic perplesso. – Partiamo, lupa! E cerca di starmi dietro! -
   
Chiamami Zafira. –
  
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