Finalmente è arrivato il giorno, “quel giorno”.Finalmente?Sì, finalmente. O no?Come no?!?Perchè tutte queste domande? Perchè dubito?dopotutto sono stata io a volerlo. Sì, è ciò che voglio, che desidero , la mia ragione di vita , di esistenza. Una droga?No!No!no!Non è una droga!Chi ha detto che è una droga?Jacob?Lui non capisce. É la mia vita , la mia scelta. Una scelta a diciotto anni?Sì, a diciotto anni, una scelta matura, io sono sempre stata matura, come diceva Renèe. Allora sono pronta?Sì, fino alla morte e oltre. Bene. Aprii gli occhi lentamente ancora non osavo alzare lo sguardo per vederlo, in tutta la sua bellezza, in tutta la sua sicurezza. In quel momento ero io l'unica ad essere insicura, non dovevo darlo a vedere,se solo avesse letto i miei pensieri, le mie paure sicuramente mi avrebbe lasciato un'altra volta, solo per farmi felice. Io non potevo permettermelo. Trassi un lungo sospiro. Strinse più forte la mia mano. Lui c'era, come sempre e questo era quello che più volevo. Non alzavo ancora lo sguardo ,però, fissavo i pizzi d'epoca del mio vestito, davanti a me il prete continuava a parlare, cercavo di concentrarmi su ciò che diceva ma le sue parole sfuggivano al mio orecchio e risuonavano solo come un accompagnamento al turbine dei miei pensieri. Ad un certo punto però una parola, una sola parola mi suonò familiare:il mio nome. -Isabella Swan, vuoi tu prendere come tuo legittimo sposo...-eccola,la domanda che avrebbe cambiato il resto della mia vita, alzai lo sguardo, il prete stava per dire il nome di colui che avrei servito ed amato per tutta la vita,ma che dico!!Per tutta l'eternità!Sussurrai il suo nome-Edward Cullen-ma dalla bocca del parroco ne uscì tutt'altro nome -...Jacob Blake?- Sbiancai. Come Jacob ??No!! Io stavo sposando Edward!!Mi voltai terrorizzata, volevo piangere ma le lacrime non si decidevano ad uscire. Fu in quel momento che vidi il suo viso scuro, il suo sorriso. Mi voltai verso il prete, attendeva una risposta. “C'è un errore, io non devo sposare lui!” provai a gridare ma dalla mia bocca non rispondeva ai comandi e si mosse da sola -Sì, lo voglio.- rispose contro la mia volontà. Gridai, non emettevo suono. Mi voltai, Jacob era lì, sorridente. Gli presi il braccio scuotendolo con forza. Non si mosse. -Dov'è Edward?!?!Dov'è?!?!?- Finalmente riuscivo a piangere a ad urlare. Lui sposto i suoi occhi neri sui miei,per un attimo mi guardò con aria interrogativa poi tornò a sorridere, non come prima, in modo sadico, quasi compiaciuto.-E' morto.- -No!!!!!!No, non è morto !lui non mi ha lasciato, non mi lascerebbe mai!!- gridai prendendo a pugni il suo petto roccioso. Lo guardai in faccia nuovamente, non stava scherzando,lo sapevo anch'io. Non mi sentii più nulla sotto i piedi, stavo cadendo in un abisso, un abisso di dolore. Mi coprii il viso con le mani e urlai con tutto il fiato che avevo in petto, volevo morire. Scattai in piedi, aprii gli occhi. Ero in camera mia,ansimavo, il viso madido di sudore. Feci una mezza risata con il poco fiato che mi era rimasto in gola. Era stato tutto un sogno. Continuai a ridere,in realtà non avevo affatto voglia di ridere.