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Autore: GD_foREVer    17/04/2014    2 recensioni
Chiusi gli occhi, serrando le palpebre fino a sentir male.
Pregai di morire, con tutta me stessa.
Dio, ti imploro, uccidimi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The end of laughter and soft lies, the end of nights we tried to die, this is The End.

This is the end, beautiful friend,
This is the end, my only friend,
The end of our elaborate plans,
The end of everything that stand,
The end.
 
La Fine.
Le mie dita scivolavano veloci sulla chitarra che avevo trovato poco lontano dal mio giaciglio improvvisato; come se qualcuno l’avesse messa li apposta.
 
No safety or surprise,
The end,
I'll never look into your eyes again.
 
Si era da subito aggiunta la mia voce: di certo non era speciale, ma era la mia.
Ormai conoscevo quella canzone come le mie tasche, ed era stata una fedele compagna in ogni momento della mia vita.
Me l’aveva insegnata lui, una delle prime che avevo imparato.
I'll never look into your eyes again
Mi premurai di sottolineare per bene quell’ultimo verso, e poi lasciai scivolare la mano sulle corde dando una pesante pennata verso il basso, producendo così un suono sgradevole all’udito; respirai profondamente.
-Bah, meglio che mi dia una mossa. Sia mai che arrivi Mister Bastardaggine e mi trovi ancora qui.- biascicai tra me e me, distogliendo la mia attenzione da altre cose.
Appoggiai velocemente la chitarra al muro, così come l’avevo trovata, e mi alzai passandomi più volte le mani impolverate sui jeans di seconda mano, tutti sfilacciati; dopo di che raccolsi il lenzuolo azzurrino e lo piegai, poggiandolo sopra una sedia.
Dovevo andare avanti e lasciarmi alle spalle il dolore; ma non avrei dovuto dimenticare.
Le notti in cui tentavo di morire erano finite.
Uscì dalla porta scricchiolante, percorsi nuovamente il breve –se non inesistente- vialetto e poi, con l’aiuto di un muretto pieno di graffiti scavalcai il cancello che sembrava intenzionato a non volersi a aprire.
E adesso? Adesso dritta a casa.
Mi tirai su il cappuccio e presi a camminare per quello stupida via grigia, tenendo gli occhi fissi sull’asfalto, fissi sul Nulla.
Dopo 40 minuti buoni imboccai la strada del mio quartiere ed arrivai davanti a casa; mi parve strano essere andata così lontano ieri sera.
Dovevo essere anche abbastanza ubriaca; e il mal di testa era li per ricordarmelo.
E c’era anche la mia vocina interiore che mi ripeteva quanto fossi stata cretina ad attaccare briga con quei tipi; avrei potuto farmi seriamente male se non fosse intervenuto Billie.
Già.
Quel ragazzo strano, acido, e sgarbato mi aveva aiutata.
-Heaven! Cosa ci fai li impalata? E dove diamine sei stata in questi tre giorni?- la voce brusca e dura di mio zio mi risvegliò.
Era appoggiato allo stipite della porta con addosso il pigiama, mentre mi fissava severo.
Era arrabbiato.
E non era bello quando si arrabbiava.
 -In giro.- dissi quasi in un sussurro.
Poi abbassai velocemente la testa e andai dritta dentro casa, trattenendo quasi il respiro mentre gli passavo davanti.
Feci per salire le scale, ma mi bloccò per un braccio costringendomi a voltarmi e poi mi… abbracciò, stringendomi a lui e accarezzandomi i capelli, impacciato.
Da quanto tempo ormai non mi dimostrava un gesto d’affetto invece che un rimprovero?
Da forse la morte della zia, cioè quattro mesi prima: era caduto in depressione, aveva cominciato a bere ed era diventato violento, alle volte.
-Mi spiace, Heaven. Mi spiace.- disse mettendomi le mani nelle spalle e puntando i suoi occhi cerulei contro i miei neri come la pece.
-Questa mattina c’è stato il funerale… e tu non c’eri.- continuò, sospirando.
-Non ci sarei andata comunque, zio. Non preoccuparti.-
-L’avevo immaginato.- rispose, sciogliendo definitivamente ogni contatto. –Vai a mangiare qualcosa e a riposare un po’. Sembri stanca.- continuò. –Ah, riguardo a quelle bottiglie comparse… farò finta di nulla, per questa volta. Ma che non succeda più.- concluse con il suo solito tono duro per poi scomparire dietro la porta del bagno.
Sospirai pesantemente e poi mi avviai in cucina con passo strascicato.
Aprì una mensola di legno scuro e, da un sacchettino di carta, presi del pane. Lo tagliai e ci spalmai del burro d’arachidi.
Infine presi un piattino bianco e una bottiglia d’acqua e mi avviai in camera mia.
Non appena aprì la porta mi lanciai sul letto, accoccolandomi tra le coperte calde ed il materasso morbido e, di tanto in tanto sbocconcellai il mio panino accompagnandolo con un sorso d’acqua.
Poco dopo mi alzai, mi diressi alla mia scrivania e feci partire lo stereo.
Subito la mia stanza fu invasa dalla musica.
Soddisfatta mi risistemai nel letto, picchiettando un dito contro la mia gamba al ritmo della musica.
 
Finished with my woman
‘Cause she couldn’t help me with my mind,
People think I’m insane
Because I am frowning all the time,
All day long I think of things
But nothing seems to satisfy,
Think I’ll lose my mind
If I don’t find something to pacify!”
 
La voce di Ozzy Osbourne mi stava calmando; stava addolcendo le mie Paranoie.
Mi rilassava, per non so quale strano motivo. Eppure Ozzy non è un uomo che solitamente ispira fiducia e sicurezza, eh.
Continuando a muovere impercettibilmente le labbra per sussurrare le parole mi girai di fianco e poi, con una mano, mi tastai il collo.
Si, la catenina c’era ancora. Ed il ciondolo argenteo era ancora attaccato.
Sorrisi, ripensando al giorno del mio decimo compleanno quando ricevetti da James quella collana.
Ricordo ancora il grande sorriso che mi si aprì vedendola, e lo stupore che comparve sul mio volto quando, aprendo il ciondolo da una forma irregolare, scoprì una piccola foto di me e James seduti su una panchina.
Corsi subito ad abbracciarlo, quel giorno, e lui mi strinse forte a se ridendo.
Nonostante volesse farsi credere un duro, quando era con me la sua maschera cadeva, e si trasformava in un ragazzo dolce e premuroso.
Mi è sempre piaciuto il rapporto che avevamo noi due. Mi sentivo importante.
Perché sapevo che solo io avevo l’onore di conoscere quel lato del carattere di mio fratello, solo con me si comportava così, solo a me prestava quelle attenzioni; solo io e nessun’altro.
Sorrisi di nuovo; chiusi gli occhi e con questo dolce pensiero, mi addormentai.

__________________NonUccidetemi_________________________________
Beh, salve a tutti!
Vi chiedo umilmente perdono per il mio ENORME ritardo.
Lo so, sono scomparsa per mesi e me ne sono ritornata con questo schifoso capitoletto in cui succede ben poco ed è pure corto.
Ma la scuola mi ha preso un sacco di tempo (si, lo so, "la solita scusa", direte voi) e poi... boh, le mie idee si erano in poche parole estinte.
Comunque, ora sono ritornata e, nonostante non prometta un aggiornamento regolare della storia, spero che qualcuno continui a leggerla e a lasciarmi qualche recensione.
Ditemi ciò che pensate di questo capitolo e non fatevi problemi a dire quello che non vi piace :)
Ma passiamo ai ringraziamenti per le recensioni dello scorso capitolo:
-BILLIEJOESVOICE
-Moiki_Gerood
-whatsername of suburbia
-Whatsername_xx
-greenday_americanidiot
-Billie Joe Armstrong

Grazie a chi ha la storia tra le seguite:

-Billie Joe Armstrong 
-itwasworthallthewhile 
-Prescelta di Poseidone 
-WelcomeToHell6661 
-whatsername of suburbia 
-Whatshername_xx

Tra le prefeite:
-Billie Joe Armstrong
-greenday_americanidiot
-Killer Chicken

E ricordate:
-AlexisSlyterin

Grazie mille di nuovo, spero che questo capitolo non vi faccia troppo schifo! Fatemi sapere cosa ne pensate :)
All prossima!
Rage&Love,
Giada.
  
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