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Autore: Death_    17/04/2014    1 recensioni
Una magica notte. L'orgoglio messo da parte, e la nascita di un atteso amore. Passano 50 anni, Sesshomaru ha due splendidi figli ma Rin, essendo un'umana, è morta da ormai 6 anni... O forse no?
Salve a tutti! Sono una ragazza di 15 anni che sogna sempre ad occhi aperti e ho deciso finalmente di condividere con voi il mio mondo! Ho appena iniziato a scrivere quindi non sono molto brava a descrivere trame contorte, paesaggi perfetti e quant'altro... quindi abbiate pietà di una povera babbana!
Divertitevi!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9: La voce della mezzodomone
 
 
Mentre Gaya non faceva altro che borbottare tra sé e sé arrossendo ogni dieci secondi, nella stanza degli ospiti il re Takishima ha strani pensieri.
NATHAN: Padre! State fermo! Mi posso vestire da solo sai?! No, no quello non me lo metto! Papà questa gonna è per signore!
TAKISHIMA: Devi essere perfetto! P.E.R.F.E.T.T.O. Ora smetti di lamentarti e fai l’uomo!
NATHAN: Come faccio a fare l’uomo se mi state mettendo con la forza una sottana?? E poi perché mai dovrei essere così “perfetto”?!
TAKISHIMA: Se riesci a fare colpo…Chissà, magari assisterò ad un matrimonio!
NATHAN: La vostra mente bacata produce pensieri del tutto inetti, padre.
TAKISHIMA: Oh, figliolo! Non dirmi che la principessa Gaya non è di tuo gradimento!
NATHAN: Non ho detto questo. Comunque sia mi vestirò da solo.
TAKISHIMA: Allora un po’ di sale in zucca ce l’hai!
NATHAN: Sei un caso perso papà…
Alla fine della discussione Nathan scelse un kimono tradizionale nero, semplice ma comunque elegante. Sesshomaru e Homura indossavano dei kimono bianchi con decorazioni rossi e blu. Quando Gaya scese le scale, Nathan la fissò mangiandola con lo sguardo. Era bellissima… Durante la cena i principini si sedettero di fronte, lanciandosi occhiate che li facevano arrossire. Sesshomaru si accorse che la figlia si stava comportando in modo strano. Molto strano. Troppo strano. A pensarci bene sembrava proprio sua madre, quando arrossiva senza motivo, i primi tempi che la riprese con sé. L’aveva lasciata nel villaggio della divina Kaede per darle un po’ di cultura. Poi, quando Rin ebbe compiuto 16 anni, era tornato a prenderla. Quando tutti i tasselli furono riordinati, Sesshomaru capì che la figlia aveva i tipici sintomi di chi si innamorava. Ne fu subito geloso. D’altronde era la sua bambina, la sua preziosissima figlia. Ma soprattutto, non voleva che provasse amore. Perché non voleva che affrontasse il dolore della perdita. Non avrebbe permesso a nessuno di lacerare il cuore di sua figlia. A nessuno. Fece scorrere lo sguardo su Nathan e li vide. I suoi occhi che brillavano come due soli. Due stelle che illuminavano la figlia come se solo lei fosse degna di quella luce. Tipico sguardo da innamorato. Chi era lui per poter oscurare quel sentimento. Aveva forse il diritto di togliere la felicità alla figlia? Erano entrambi dei guerrieri, ed entrambi avevano sangue demoniaco, anche se in parti diverse. Finita la cena decisero tutti quanti di andare subito a riposare. Sesshomaru non aveva per niente sonno tanto era tormentato dal pensiero che potesse perdere quella donna così vitale e solare, ma anche così simile a lui. Si ritrovò a camminare per i corridoi del suo enorme palazzo. Passò davanti alla camera di Homura e sorrise delicatamente. Arrivò davanti alla camera di Gaya ed entrò. Lei dormiva proprio come Rin. Non composta o comunque in modo ordinato, no. Lei dormiva con le gambe e le braccia messe dove capitavano, le lenzuola non erano accatastate con delicatezza sul fondo, ma sparse sul pavimento, buttate per terra dai continui giri e rigiri di quella piccola, grande peste. Si sedette sul bordo del letto, cercando di non svegliarla con la pressione del suo corpo. Le carezzò il viso con il dorso della mano, come era solito fare con Rin. Gaya, nel sonno, sorrise. Mai si era visto un demone così felice e in pace. Il giorno seguente , Gaya si svegliò sbadigliando rumorosamente. Si vestì con un tipico vestito estivo. Bianco, leggero, quasi invisibile. Fece colazione velocemente e uscì di corsa andando alla cascata del giorno prima. Salì su una roccia che si trovava praticamente in mezzo alla fonte. I suoi pensieri sorvolarono molti argomenti. Il suo sorriso divenne malinconico appena pensò a sua madre e a quanto il padre dovesse aver sofferto. Sapeva che il re dei demoni cane odiava i ningen, come odiava i mezzodemoni. Ma sapeva che aveva tre eccezioni. Homura, lei e Rin. Quanto aveva dovuto sacrificare per poter stare con la persona che gli aveva scongelato il cuore. Era davvero capace un misero essere umano, con un’aspettativa di vita così breve, provare un amore assoluto capace di portare luce nei posti più oscuri? Mentre stava seduta su quel masso scivoloso, cominciò a cantare. Una canzone molto triste, ma allo stesso tempo carica di speranze. L’aveva sentita quando aveva incontrato sua zia, quella del futuro, che le aveva regalato una scatolina verde prato. Se previ uno strano interruttore, magicamente partivano delle canzoni. La sua voce era una delle tante eredità della madre. Talmente cristallina e leggera che faceva venire i brividi a chiunque l’ascoltasse.
 
 
{I HAVE DIED EVERYDAY
WAITING FOR YOU
DARLING DON’T BE AFRAID
I HAVE LOVED YOU
FOR A THOUSAND YEARS
I’LL LOVE YOU FOR A THOUSAND MORE}
 
NATHAN: Che bella voce che hai…
GAYA: Ciao Nathan. Mi hai spaventata.
NATHAN: Perdonami, non era nelle mie intenzioni. Che cosa fai qui tutta sola?
GAYA: Contemplavo…ahahahahaha credo.
NATHAN: Wow…posso…contemplare insieme…a te?
GAYA: Uhm? Certo…
Nathan con un salto degno di essere chiamato tale si sedette accanto a Gaya che, inevitabilmente, arrossì.
NATHAN: Corri il rischio di ripetermi ma canti davvero bene.
GAYA: Credo che tu me l’abbia già detto. Comunque ti ringrazio.
NATHAN: Ti andrebbe di cantare per me?
Gaya non rispose, ma si limitò ad annuire con il capo.
 
 
{CAMBIERA’, CON L’AMORE RIUSCIRO’
A SPEGNERE IL MALE CHE C’E’ QUI
CHE NON PUO’ DIVIDERCI
E LE BUGIE CHE QUALCHE VOLTE SENTIRO’
LE TRASFORMERO’ IN GIOELLI
DI PUREZZA E FEDELTA’
MARE CHE MINCANTI COME IL CIELO BLU
FA PLACARE L’URAGANO
CHE IMPERVERSA DENTRO ME
L’ASSOLUTO DI UN AMORE PUO’
RENDERE CALDO UN VENTO FREDDO
VINCENDO LE DIFFICOLTA’ CHE NELLA VITA INCONTRERAI
RIACCENDE OGNI CUORE CHE
DA TROPPO TEMPO ORMAI SI ERA SPENTO}
 
NATHAN: Che canzone bellissima. Ha un significato davvero profondo…
GAYA: L’ho sentita cantare da una ninfa delle acque e dall’ora non l’ho più dimenticata. E’ stato prima che mia madre morisse…
NATHAN: Mi dispia….Che cosa è stato?!?
GAYA: Odore di demoni….
NATHAN: E sono molti! Forse duemila o duemilacinquecento!
GAYA: Dobbiamo avvertire il castello!
NATHAN: Forza andiamo!
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Ora, non picchiatemi per il ritardo, ma sapete le vacanze…Impigriscono tutti. Da oggi comunque continuerò ad aggiungere un capitolo al giorno promesso! Parlando della storia, ho voluto mettere una canzone di Twilight, “Thousand years”. Non fraintendete non mi piace neanche un po’ quel film, ma la canzona è davvero bella. La seconda arriva direttamente da Mermaid Melody. Può sembrare infantile, ma mi sembrava che ci stesse bene con il capitolo. Ovviamente è leggermente modificata, no! Spero che questo capitolo vi soddisfi, anche se devo ammettere che, anche se so il finale, mi sta venendo ansia anche a me quando lo rileggo! Ma non disperate, vi attendono amori, matrimoni e colpi di scena!
(Ops vi ho spoilerato un po’ forse! ) Vi auguro buone vacanze! :3
  
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