*ascoltare I see fire-Ed Sheeran*

I see you.
"And I hope that you'll remember me"

Lui steso su uno stupido parco a fare finta che fosse interessante guardare il sole o magari guardare quel nulla attorno a lui. Era una mattinata di luglio e si sentiva solo, così era andato al parco, nemmeno lui capiva il perchè. Si amava quel parco, ma era sempre vuoto e non era un bel posto per non sentirsi solo, ma lui rimaneva lì a guardare e ad osservare il nulla. 
Per lei era la prima volta, la prima volta in quella città così stravagante e strana allo stesso tempo. Le piaceva, anche se si era trasferita lì solo perchè tutti dicevano che era un viaggio da fare nella vita. Passava per le strade vuote pensando di essersi persa, ma in qualunque caso avrebbe preso il telefono e avrebbe chiamato qualcuno in presenza di qualche pericolo. Camminava senza una meta guardandosi attorno e capendo che non avrebbe incontrato nessuno, così vide in lontananza una panchina isolata sotto un albero che somigliava ad una vecchia quercia...si disse che sicuramente era il posto giusto in cui sedersi e stare un po' da sola, il momento di esplorare era finito, Londra era bella, ma adesso era il momento di trovarsi un posto dove sarebbe tornata più avanti magari nei momenti di solitudine. 
Lui non si mosse, era Harry Styles, ma il fatto di stare in quel parco non lo metteva in soggezione...non pensava che qualcuno l'avrebbe mai disturbato, così rimase impassibile, fermo nella sua posizione a guardare quel cielo azzurro che raramente si vedeva a Londra.
Lei si sedette su quella panchina e posando la borsa si ricordò del libro che si era portata dietro in caso di soste, si conosceva bene e sapeva che sarebbe successo. Trovò-se possibile- una posizione comoda in quella scomodissima panchina vecchia di legno mangiucchiato dalle termiti, prese il libro e lo iniziò a sfogliare fino a pagina 56, dove ieri si era fermata prima di addormentarsi. 
Lui pensava a quanto il fatto di essere diventato famoso lo avesse reso strano e diverso da prima e a quanto-quando tornava a casa- diventava quello di prima, con le stesso abitudini dello sfigato che sta al parco o a casa invece di andare alle feste o ai balli di fine anno, perchè troppo timido per accompagnare qualunque ragazza. Rise pensando che adesso se fosse stato timido come allora non potrebbe nemmeno pensare di fare il lavoro che fa...cantare davanti a migliaia di persone. Sorrise pensando alla band e a quanto lo avevano aiutato quei quattro ragazzi che ora erano come quei fratelli mai avuti, ma sempre desiderati da lui. Si promise che non si sarebbe alzato da lì, se non per qualche urlo di qualche fan impazzita.
Lei andò avanti a leggere mangiucchiandosi le dita, perchè sapeva già il finale di quella storia ma continuava a leggerla, perchè-come diceva lei-solo così avrebbe capito il motivo di quello strano finale. Era strana, tutti glie lo dicevano, ma a lei piaceva essere così, la normalità la annoiava, lei non era come gli altri, lei era quella che-appunto-leggeva i finali dei libri o dei film prima di leggerli o guardarli, era quella che non guardava i telefilm tristi perchè dentro di sè era già triste e voleva che tutto andasse bene nella sua vita...o almeno quella che leggeva o che guardava, perchè quella che viveva era solo un insieme di sfumature di grigio. 
Lui alzò lo sguardo alla quercia che lo avvolgeva quel pomeriggio e guardò un'incisione, forse l'avevano fatta da poco, c'erano due iniziali e un cuore, quelle cose le aveva fatte anche lui con la sua ex del liceo, solo per stupirla e per convincerla ad andare a letto con lui, ed era riuscito nel suo intento...se l'era fatta alla grande e ne andava fiero perchè poi aveva portato avanti la relazione per un altro anno in cui se l'era spassata. 
Lei oramai andava spedita verso la centesima pagina di quel libro che l'aveva presa tantissimo, le unghie ormai erano inesistenti e le posizioni che aveva cambiato erano una decina e comunque ancora non aveva trovato quella comoda, così decise che avrebbe continuato il libro a casa e che adesso era meglio se imprimeva bene in testa quel posto e la pagina a cui era arrivata.
Lui sentì la vibrazione del telefono, così lo sfilò dalla tasca e guardò la notifica del messaggio della madre che lo cercava per un favore, sorrise e si alzò sui gomiti guardando avanti a se verso il tronco.
Lei raccolse la borsa da terra e si alzò sgranchendosi la schiena che era a pezzi per quella maledetta panchina, prese il libro dalla panchina e si alzo sistemando una ciocca dei capelli caramello dietro l'orecchio.
Lui si alzò da terra aiutandosi con le mani e una volta su si stiracchiò e si giro togliendo le macchie inesistenti dal dietro dei pantaloni e dalla giacca di pelle che si era portato dietro la testa per quel periodo in cui era stato steso.
Lei guardò davanti e sè e lo vide.
Lui alzò lo sguardo dalle scarpe e la vide.
Si fissarono senza avvicinarsi e si sorrisero complici del fatto che erano gli unici in quel parco e che un giorno in futuro-prima o poi- si sarebbero rivisti.

-FINE-

*angolo autrice*
Scusate se ci sono errori ma non ho potuto rivedere...in qualunque caso fatemi sapere cosa ne pensate e seguite il consiglio della canzone da ascoltare...da tutto un altro senso alla storia.
-Alla prossima <3