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Autore: Lola96    18/04/2014    0 recensioni
‹‹Chi è questa bambina?››
Harriet e Louis, si recano in Irlanda per passare tre mesi di tranquillità.
‹‹E' tutto così irreale, Louis.››
Incontreranno persone, che li aiuteranno a scoprire di più.
‹‹Finirà tutto, te lo prometto Harriet.››
Ma una storia, stravolgerà completamente le loro vite.
‹‹Hello, I'm the child without a future.››
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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1.


 
Smettila.
Abbiamo perso la nostra fermata!
Urlò nel bel mezzo del panico, stropicciando un foglietto giallo che portava all’interno della cover del suo cellulare.
Non siamo ancora arrivati a Mullingar, mancano ancora tre fermate. Parlò chiaro la ragazza, portandosi una mano alla fronte, esasperata.
Però se non ci arriviamo, è colpa tua. Concluse per ultimo il ragazzo moro, tornando ad usare il telefonino. La ragazza sbuffò rumorosamente
 mentre si appoggiava con il viso sul finestrino, apparentemente pulito.
La pelle bianca della ragazza risplendeva sotto il sole d’estate. Le piccole e dolciastre macchioline marroni che si adagiavano sofisticatamente lungo il suo volto, facevano un grande contrasto con il resto.
Cercò rovinosamente all’interno della sua borsa grigia delle cuffiette, quelle amate cuffiette che la facevano completamente dimenticare tutto e tutti.
Due fermate. Annunciò il ragazzo al suo fianco, mantenendo il conto con le dita della mano sinistra. Lo ignorò totalmente, e si portò gli auricolari alle orecchie. Cercò nella sua musica una canzone allegra, capace di farla rilassare dopo una lunga ora di viaggio con suo fratello.
Appoggiò il gomito lungo la superficie del finestrino che automaticamente manteneva la testa della ragazza, ormai stanca. I suoi occhi giravano di qua e li da, guardando attentamente tutto ciò che poteva osservare. C’era un uomo sulla sessantina che portava in mano una busta bianca, all’apparenza molto pesante; una bambina al suo fianco gli teneva la mano teneramente, mentre con l’altra manteneva un lecca lecca colorato. La sua pelle era talmente bianca e casta, che poteva sembrare proprio del latte freddo.
Invece, nella parte opposta a loro, si trovavano due ragazzi che giocavano. Giocavano non era un termine adatto da potergli attribuire, visto che si lanciavano solamente una scarpa vecchia.
Un piccolo sorriso spuntò dalle labbra della ragazza. Tornò subito alla sua canzone, che risuonava dolcemente nei suoi auricolari bianchi.
Una fermata. Riparlò il ragazzo dopo venti minuti. Adesso, si mangiava l’unghia del pollice, e batteva il piede sul pavimento nervosamente. La gente scendeva man mano alla propria fermata, e l’autobus si svuotava sempre di più.
Louis, stai calmo. Sussurrò la ragazza, con un tono teso.
Suo fratello era un ragazzo davvero troppo ansioso. In fondo, dovevano fare solo un lungo viaggio in autobus, niente di più. Sarebbero scesi alla loro fermata e tutto sarebbe finito, ma Louis invece, la faceva troppo grossa.
Con la mente piena di pensieri contro il fratello, appoggiò le mani sul il borsone che teneva poggiato lungo le sue gambe. Guardò l’orologio blu che le cingeva il polso dolcemente, erano le quattro del pomeriggio. Si trovavano in preciso orario, visto che il loro arrivo era previsto alle quattro e mezzo.
Gli occhi azzurri della docile ragazza, faticavano a rimanere aperti. Era troppo difficile per lei riuscire a rimanere svegli con Ed Sheeran che le sussurrava cose dolci all’orecchio. Morfeo la chiamava con le braccia aperte, pronto ad ospitarla e farle fare una lunga e rigenerante dormita.
Ultima fermata, dobbiamo scendere! Urlò un’ ultima volta il moro, alzando le braccia al cielo.
Sobbalzò dal sonno, e si strappò gli auricolari dalle orecchie. Il pullman rallentava sempre di più, e si potevano sentire i piccoli sassolini che finivano sotto le grandi ruote.
Presero i loro borsoni, colmi di cose personali e scesero da quell’aggeggio.
Davanti a loro, c’era un bellissimo panorama che riuscì a mozzare il fiato ad entrambi. Un cielo azzurro come il mare dominava la scena, delle nuvole si rincorrevano tra loro e il verde accompagnava tutto il resto.
Andiamo adesso. Affermò Louis, leggendo attentamente il fogliettino che reggeva.
Kildare Street numero 16, Mullingar. Sospirò la ragazza, spostandoun ciuffo di capelli rossi che le andava davanti agli occhi. Non siamo lontani.
Ho una buona notizia Harriet, non lo siamo affatto. Ridacchiò Louis, fissando una casa di fronte ai suoi occhi azzurri.
La casa di dimensioni medie era di un bianco candido, con qualche mattone rosso sparso al suo centro. Le tegole erano talmente bianche, che potevano assomigliare addirittura a delle soffici nuvole.
Harriet si lasciò sfuggire un’esclamazione sorpresa. Non si aspettava affatto una casa così, insomma, dovevano trascorrere lì solo tre mesi.
Aggiustò la presa del suo borsone lungo la schiena, e si avvicinò alla porta d’ingresso, questa volta grigia chiaro. Cercò all’interno delle tasche dei jeans e ne estrasse un mazzo di chiavi luccicanti; le guardò per qualche secondo e ne inserì una nella serratura.

Waoh. Esclamarono all’unisono.

Una volta aperta la porta, era visibile tutto l’immenso salone.
Un divano rosso chiaro era posto al centro della stanza, accompagnato da un dolce tappeto color panna. Di fronte, la televisione ed un piccolo caminetto, anche se quest’ultimo non l’avrebbero usato.
Alla loro sinistra si trovava un’ immensa finestra, che si affacciava lungo il giardino. Poi, dopo di questa, c’era una lunga colonna formata da mattoni colorati che, secondo loro, erano molto sofisticati. Questa grande colonna, divideva il salone dalla cucina.
Allunghiamo il nostro soggiorno qui. Parlò piano Louis, poggiando il suo borsone lungo sul pavimento grigio. Trasferiamoci qui. Il suo sguardo era ancora poggiato sulla stanza di fronte a lui.

La risata di Harriet riempì l’ambiente, e la dolce melodia del canto di un uccellino, riempì di gioia il cuore dei due ragazzi.
Era tutto così bello ed armonioso, poteva sembrare tutto un sogno, un’ immaginazione bizzarra da parte dei due. Avevano deciso solamente di cambiare aria per l’estate, passeggiare per le lunghe spiagge dell’Irlanda e raccogliere dei fiori profumati; magari scalare qualche nuovo monte e scoprire dei posti inaspettati e sconosciuti dal resto del mondo. Si aspettavano un buco di appartamento, ed invece, quella sembrava una vera e propria villa.
Io prendo questa stanza! Gridò Harriet, guardando in tutto e per tutto quell’enorme stanza.
Entrò, con un enorme sorriso dipinto sul suo volto da ragazzina. In quei diciotto anni, aveva sempre desiderato passare un po’ di tempo da sola con la persona a cui teneva di più, trascorrere l’estate in un posto rigenerante come quello.
Immersa nei suoi pensieri, posò il borsone sul letto matrimoniale e aprì velocemente la zip. Iniziò a posare tutti i vestiti all’interno dell’armadio, un armadio fin troppo grande per una sola persona.
Aprì le tende, e rimase immobile a fissare quel panorama, dove il verde dominava su tutto il resto. Sarebbero stati i mesi più belli di tutta la sua vita.
Harriet, scendi un attimo solo. La chiamò il fratello, con la voce leggermente più acuta del solito.




 
Spazio autrice.
Ciao a te che stai leggendo qui sotto. 
Bene, questa è la mia nuovissima storia, questa volta sovrannaturale. *Risata malefica*
La smetto ok.
Ho già tutta la storia pronta, e devo ammettere che mi piace molto 
perchè è intrigante e ricca di misteri da risolvere.
Ok la smetto di parlarvi del seguito, vorrei prima sapere i vostri pareri.
Ah, questa storia ha un senso, non è una di quelle FF dove
la storia non ha ne capo e ne coda.
Tenevo a precisare.
Okaaaaai lasciare una recensione please.

Baci bacini.
 
  
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