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Autore: KaterinaVipera    18/04/2014    2 recensioni
[SEGUITO DI "GRAZIE A LEI"]
Dopo due anni di silenzio, Cat crede che Loki l'abbia solo ingannata; dopotutto lui è il Dio degli inganni, come poteva aver creduto che avrebbe mantenuto la sua promessa?
"Ritornerò. Ritornerò per te." le aveva detto prima di tornare ad Asgard e lei gli aveva detto che lo avrebbe aspettato. E lo sta ancora facendo, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi cari.
Quello che non si aspetta è che Loki la sta osservando, ed è molto più vicino di quello che la ragazza possa immaginare, perchè ancora una volta, la vita della mortale è in pericolo a causa delle azioni sconsiderate del Dio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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['Cause I lost it all, dead and broken. My back's against the wall. Cut me open. I'm just trying to breathe, just trying to figure it out, because I bulit these walls, to watch you crumble and down. I said, then I lost it all. Who can save me now?] [Perché tutto è perduto, morto e spezzato, ho le spalle al muro, trafiggimi. Cerco solo di respirare, cerco solo di comprendere perché io ho costruito queste mura per vederti sgretolare e cadere, ho detto. Poi ho perso tutto. Chi può salvarmi adesso?]1




Fu una notte agitata da incubi tremendi.

C'era sempre tanto freddo e oscurità; si ritrovava a vagare sperduta e sola in una terra sconosciuta, circondata solo dal ghiaccio. Voleva ripararsi dalle raffiche di vento che le ferivano il volto, ma non ci riusciva. Intorno a lei c'erano solo roccia, neve e una landa desolata. Continuava a camminare coprendosi il viso con le mani, tagliate dalla furia vento. Alla fine cadeva stremata a terra, senza la forza di continuare. Si accasciava, aspettando di morire; poi una luce accecante si manifestava davanti ai suoi occhi e appariva l'unico che la potesse portare al sicuro, che, con un solo gesto, la potesse salvare perchè quella era la sua dimora. Intravedeva soltanto la sagoma, ma sapeva che era lui, così gli andava incontro, nuovamente rinvigorita dalla speranza. A quel punto egli si allontanava, portandosi via anche la luce. Caterina cercava di raggiungerlo, lo inseguiva, gridava il suo nome ma lui non si voltava neppure. Lo implorava di aspettarla ma lui, con un sorrido maligno spariva, abbandonandola.

[Trying hard to reach out, but when I tried to speak out, felt like no one could hear me] [Cercavo duramente di raggiungerti, ma quando provavo a parlare ad alta voce, era come se nessuno potesse sentirmi]2

Si svegliò all'alba, senza riuscire più a prendere sonno. Aveva la fronte imperlata di sudore e si sentiva affaticata. Durante la notte si era agitata così tanto da scaraventare le lenzuola a terra. Mettendosi a sedere sul materasso e spostandosi dietro le orecchie i ciuffi di cappelli gli si erano appiccicati alla fronte, cercò di riprendere il controllo di se stessa.

Sono solo sogni. Non significano niente. Si ripeteva per cercare di convincersi. Adesso mi faccio una bella doccia, mi rilasso – come se fosse possibile – e vado a parlare con lui. Natasha ha ragione! Troveremo una soluzione.

Si diresse in bagno per fare il secondo test pregando che quello della sera prima si fosse sbagliato. Attese, a sedere sul pavimento, quei interminabili, maledetti, eterni tre minuti ad chiusi. Tutto il suo futuro dipendevano da quante linee sarebbero apparse sul display.

Ma come si può essere lasciate sospese sul baratro da delle schifosissime righette rosa?

Sbirciò giusto un attimo, morsa dalla curiosità e dall'impazienza e per un solo attimo le parve che il display segnasse solo una linea; per un momento il suo cuore perse un battito di felicità; poi guardò meglio e vide che il risultato era positivo alla gravidanza. A quel punto il suo cuore perse tre battiti dovuto all'angoscia, lo gettò con rabbia nel cestino alzandosi e borbottando chissà cosa a mezza voce. Si sciacquò bene la faccia cercando di togliere i segni di pianto e di stanchezza, si vestì con i suoi soliti short e la maglietta che aveva trasformato in canottiera, si allacciò gli anfibi ricordandosi di tutte le volte che Clint e Natasha l'avevano rimproverata perchè tenendoli quasi slegati come faceva lei, c'era il rischio che si facesse male; avrebbe gradito di più rompersi una gamba che affrontare quella situazione. Comunque, adesso, le rimaneva una sola cosa da fare. La sua decisione l'aveva presa, ma non fu mai ansiosa di scendere per parlare con lui come in quel momento; fece con calma, parlando tra se e se e cercando di trovare le parole giuste. Alla fine si arrese.

Non c'è un modo per dare certe notizie. Non fare la codarda, adesso vai da lui e digli tutto d'un fiato: Loki aspetto un figlio.

A quel pensiero le ritornarono le lacrime a pungerle violente gli occhi già arrossati e stanchi.

Bastarde! Sempre pronte a venir fuori.

Per prima cosa lo cercò nella sua camera e non lo trovò, iniziò a girare per tutta la casa senza riuscire a trovarlo. Stava camminando lentamente, non aveva furia di parlare con lui; cercava di fingere che non fosse successo nulla e che lo stava cercando come lo cercava ogni mattina quando si alzava prima, per non farsi scoprire nella sua camera, ma quella volta era totalmente diverso. Assorta nei suoi dubbi, si imbattè in Fury.

“Hai visto Loki?” aveva una faccia da funerale, ma cercò lo stesso di sorridere.

“Si, è nella stanza in fondo al corridoio. E' succ..” non terminò la frase perchè la ragazza se n'era già andata, oltrepassandolo. Una volta trovatasi davanti alla porta, alzò la mano per bussare ma le voci al suo interno la fermarono. Sentì Thor e Loki parlare e si mise ad origliare.

“Ti prego, Loki, dimmi che non fai sul serio con quella ragazza.”

“Non capisco a cosa tu ti riferisca.”

“Non prendermi in giro, fratello. Ho visto come ti guarda la mortale.”

“E come mi guarda?” chiese col tono curioso, socchiudendo un occhio e arricciando un poco le labbra, ben sapendo come Caterina lo guardava. Thor non sopportava che suo fratello facesse il vago, quel suo comportamento non portava mai a niente di buono.

“Non essere vago con me. Sai benissimo come ti guarda. Vi ho visto che vi scambiate occhiate languide e fugaci quando pensate che nessuno vi veda.”

“E se anche fosse,” ipotizzò “cosa ci sarebbe di sbagliato?” disse Loki guardando il fratello negli occhi.

“Ho paura che questa storia vada a finire male.”

“Adesso ti preoccupi per me fino a questo punto?” lo schernì, ma il viso serio di Thor gli fecero capire che era così. “E comunque, anche tu ti sei legato ad una mortale.” gli fece notare mentre passava i polpastrelli della mano sinistra sul palmo dell'altra mano. Erano in piedi uno di fronte all'altro, davanti alla finestra, lo sguardo alto e fiero.

“E' vero, però io ho deciso di vivere come lei qui sulla Terra, vivendo come un terrestre. Tu saresti disposto a fare altrettanto?”

Prima o poi Loki avrebbe dovuto fare i conti con questo fondamentale aspetto della loro relazione. Caterina era ancora giovane ma sarebbe cresciuta e invecchiata, mentre lui sarebbe rimasto giovane per ancora molto tempo.

E, inoltre, era veramente disposto a perdere le sue doti, i suoi poteri per lei?

“Hai ragione. Stai tranquillo, ti assicuro che tra noi non c'è assolutamente niente. Appena questa noiosissima storia sarà finita, farò ritorno ad Asgard e qui non ci rimetterò mai più piede.” disse sorridendo fino a farsi spuntare delle fossette intorno alla bocca.

“Mi assicuri che non c'è nulla tra voi?” ripeté Thor poco convinto della veridicità delle parole del fratello.

“Non sono uno sciocco sentimentalista come te.” sputò velenoso. A quelle parole Thor riconobbe la vera natura di suo fratello e si convinse che stesse dicendo, per una volta in vita sua, la verità. Anche se si sorprese della sua affermazione perché era convinto che tra loro due ci fosse qualcosa. Doveva però ammettere che con la sua natura bugiarda e ingannevole era pressapoco impossibile che Loki si legasse a qualcuno, sopratutto da dopo la morte della madre e ad una ragazza umana.

La ragazza in tutto quel tempo era rimasta lì ad ascoltare, pietrificata.

Sono stata sciocca e ingenua. Sono stata un'illusa se credevo che lui mi volesse veramente bene. Mi ha ingannata per tutto questo tempo con false promesse, rimpinzandomi solo di bugie. Non sarebbe mai rimasto con me.

Scappò via, col petto dilaniato dal dolore, incapace persino di piangere. Un dolore così forte che le impediva di respirare.

[I'm suffocating under words of sorrow] [Sto soffocando sotto parole di dolore]3

Si strappò via la collana, gettandola sul pavimento con un gesto di rabbia.

Non voglio averci più niente a che fare con lui. Non voglio avere più niente che sia suo.

La sua fuga si arrestò quando si scontrò con Clint, che come al solito era in compagnia di Natasha, che la fermarono preoccupati.

“Ehi, ragazzina, che ti prende?” le domandò l'uomo contro la quale era andata letteralmente a sbatterci contro.

“Niente, lasciamo stare.” ringhiò lei a denti stretti, sbattendo violentemente le palpebre per non piangere e non guardandolo negli occhi. A quel punto stava per correre di nuovo via ma Natasha la bloccò per i polsi e si informò sul suo stato, immaginando che avesse già parlato con il Dio. La ragazza cercò di guardarla con fermezza, di essere forte e tenere lo sguardo alto come le aveva sempre insegnato ma non ci riuscì e scoppiò in un pianto disperato.

“Sono stata una STUPIDA a fidarmi di lui! Mi ha INGANNATA, non vuole stare con me, non l'ha MAI voluto!” piangeva così forte che i singhiozzi le impedivano di parlare e si mise ad urlare. Si liberò dalla presa e corse fuori.

Barton non aveva capito nulla e domandò “Ma che le è preso?” e mosse il braccio in direzione della ragazza che ormai era già sparita.

Natasha non rispose e si precipitò come una furia verso lo studio dove si trovavano ancora i due Dei, ignari di quanto era successo fuori dalla stanza, spalancò la porta e gridò un “TU!” così forte, così arrabbiato da deformarle quasi la voce e da far girare al contempo i due uomini, guardandola sorpresi e leggermente intimoriti dalla furia che si stava per scatenare su di loro, o meglio, su di uno in particolare.

Afferrò Loki per il colletto sbattendolo al muro, furibonda.

“Dimmi cosa le hai fatto?”

Il Dio non capì e non rispose. Fu scaraventato sul tavolo e gli venne riformulata la domanda.

“Dimmi, cosa le hai detto?”

“A chi?” chiese con un ghigno da schiaffi stampato sul volto. Natasha divenne cieca dalla rabbia e gli dette un cazzotto, non riuscendo a scalfire né il viso né il ghigno.

Thor, ancora incredulo dalla scena presentatagli davanti agli occhi, cercò di dividerli ma venne fermato.

“Stanne fuori tu.” ringhiò, liberandosi dalla debole presa del Dio biondo e allontanandolo. “Allora vuoi dirmi cosa le hai detto per farla piangere in quel modo? La vuoi abbandonare, non è vero?” si rivolse di nuovo a Loki.

“Chi sta piangendo? Chi vuole abbandonare chi?” chiese il Dio dei tuoni, confuso e guardando Barton che lo era ancora di più.

“Loki ha fatto scappare Caterina in lacrime. Adesso voglio sapere cosa le hai detto, mostro!” stava per colpirlo di nuovo ma l'agente Barton la fermò in tempo, allontanandola da lui.

“Qui non c'era Cat.” intervenne Thor.

“Certo che c'era! Altrimenti non sarebbe corsa via straziata dal dolore in quel modo.” aveva alzato la mano chiusa a pugno, pronta per colpire il colpevole, ma Clint la fermò.

“Ehi Nat, cosa ti prende?” le chiese dopo che la ebbe allontanata dal Dio moro. La donna lo stava guardando con tanto, tanto disprezzo.

“E' tutta colpa sua.” disse indicando il Dio degli inganni.

“Loki che cosa hai fatto?” tuonò Thor, guardandolo male con quei suoi occhi cerulei.

“Io non ho fatto niente.” disse alzando le mani a mezz'aria per discolparsi. Era abituato ad essere accusato di ogni sorta di cattiveria, ma questa volta era davvero innocente. Almeno, così credeva.

Thor si rivolse a Natasha per farsi spiegare il perchè delle sue azioni. Nel frattempo si erano affacciate altre persone attirare dalla confusione che veniva dentro la sala riunioni. Stavano assistendo alla scena anche Stark e Steve.

“Dimmi cosa è successo.” disse Thor cercando di calmare l'amica, dividendola nuovamente dal fratello.

“Caterina aspetta un figlio da Loki.”


 


- Angolo dell'autrice
Salve a tutti!! Ho voluto e dovuto aggiornare prima perché con la Pasqua ormai alle porte  non avrò molto tempo per dedicarmi alla correzione e pubblicazione dei capitoli.  Quindi, ho preferito anticipare..
Le cose, ahimè, si fanno complicate.. E lo saranno sempre di più. Questo è uno dei miei capitoli preferiti ma non prendetemi per sadica perché anche io ho sofferto insieme a Cat, mentre scrivevo questa parte XD

NOTE
1  Lost it all, Black Veil Brides;
2 Breakaway, Kelly Clarkson;
3 Suffocating under words of sorrow, Bullet for my Valantine.

RINGRAZIAMENTI
Ringrazio di cuore tutti coloro che continuano a seguirmi e che mi lasciano commenti e complimenti capitolo per capitolo. In particolare Yuki che commenta sempre.. Sei davvero molto carina, grazie grazie, grazie ;-))))
Un bacio, la vostra Vipera :-*

  
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