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Autore: LucaMan92    18/04/2014    0 recensioni
Ad Emily Balmoral è tutto concesso, o quasi tutto. Ragazza brillantemente allegra e di larghe vedute, è la figlia di Anthony Balmoral, colui che ha ereditato il castello di Garden Grove da uno zio lontano. Emily e la sua famiglia vivono in Scozia da quando lei era in fasce. Nonostante ciò, però, non riesce ad essere "nobile" come l'alta società scozzese vorrebbe. Emily non è altro che una ragazza dolce, spontanea e libera che non vuole essere imprigionata dal bonton e i modi schizzinosi. Decide così di lavorare segretamente in un panificio del paese, dove incontra una famiglia adorabile e un ragazzo odioso, talmente odioso da non riuscire più a smettere di pensare a lui...
Mentre Emily comincia ad innamorarsi di quest'uomo, però, qualcuno trama contro la sua famiglia. Qualcuno che trama da anni, qualcuno a loro molto familiare, disposto a portargli via tutto e distruggere tutto ciò che Emily vorrebbe per la sua vita...
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 6
 
 
Un nuovo giorno era sorto a Garden Grove. Era autunno, le foglie erano arancioni, gli alberi cominciavano a spogliarsi e il freddo cominciava a far uscire delle nuvolette dalla bocca.
Derek era contento di essere al panificio per una volta, perché poteva riscaldarsi col calore che emanava il forno.
“Se continua così, entro il primo novembre nevicherà!”.
Poi si focalizzò su Emily e quanto lo rendesse pieno di vita il pensiero di lei. In quegli ultimi giorni, infatti, non era scorbutico e si alzava di buonumore e tutto questo lo doveva alla certezza che avrebbe rivisto Emily Balmoral, la sua…la sua…amica. No. La sua compagna? Peggio. La sua amante…
Aveva avuto difficoltà anche la sera prima, quando i suoi erano tornati e non sapeva come definire il rapporto tra lui ed Emily. Lei non si era di certo lasciata prendere dal panico e aveva usato il termine “alleati” per definirsi.
“Non aveva ragione ma non aveva nemmeno torto…”.
Il punto non era quello, però. Non aveva detto alla sua famiglia che le cose tra loro erano cambiate e non era ancora riuscito a capirne il motivo. Quando era stato sul punto di dire “fidanzato” o anche semplicemente “ragazzo” si era bloccato.
“Perché?”.
Non aveva paura che i suoi genitori potessero prenderla male, non ne avevano motivo, ma aveva sentito che non era ancora il momento.
“Certo che non è il momento. Non so come definire al nostra relazione, figurarsi spiegarla!”.
Sì, infatti. Ma c’era anche un altro motivo: Emily cosa ne poteva pensare? Cosa avrebbe voluto che dicesse? Voleva farlo sapere a qualcuno?
“Dovrei parlarne con lei. Devo sapere come mi devo comportare adesso che non siamo più da soli”.
<< Buongiorno a tutti! >> sentì esclamare Emily nell’altra stanza.
Derek si affacciò e le sorrise.
<< Vorrei chiedervi un favore: potreste fare a meno di Derek, per oggi? Vorrei portarlo con me, devo fargli vedere una cosa >>.
<< D’accordo >> disse Arielle << Però tornate entro il pomeriggio, più tardi potrebbe esserci bisogno di una mano >>.
<< Promesso! >> sorrise Emily.
Derek si emozionò, si sentiva terribilmente euforico. Tolse il grembiule ed indossò il suo bomber avana.
Uscirono dal panificio e fecero qualche passo, fino a quando non si ritrovarono davanti ad Audi TT grigia. Derek si fermò e restò a bocca aperta.
<< Sì, sono venuta in macchina oggi >>.
<< Quella è la tua macchina? >> chiese esterrefatto.
<< Sì. Ti piace? >>.
<< È un sogno! >>.
<< Dopo ti ci faccio fare un giro >>.
<< Sul serio? >>.
<< Sì. Dai, salì >>.
Ripresosi dallo shock, Derek salì in macchina e partirono.
<< Dove stiamo andando? >>.
<< È una sorpresa >>.
<< Di solito sono gli uomini a fare le sorprese >>.
<< Di solito >> sorrise lei.
<< Hai chiarito poi col tuo amico per quella storia? >>.
<< Sì. Mi ha giurato che è tutto apposto >>.
<< E tu ti fidi? >>.
<< Abbastanza >>.
<< Bene >>.
Emily accese la radio e mentre Thom Yorke cantava “Hearing Damage”, Derek si rilassò e tra i sorrisi di Emily e i verdi campi della Scozia, affrontarono il loro primo viaggio insieme.
 
Thomas stava facendo un sogno bellissimo. Era in biblioteca con Emily Balmoral ed insieme parlavano allegramente. Come spesso accade nei sogni, non riusciva a capire di cosa stessero parlando ma era certo che si divertissero un mondo. Lei rideva a crepapelle, mostrando i suoi denti bianchissimi e agitando i suoi capelli biondi.
Poi un cambio di scena e Thomas sentì toccarsi i suoi pettorali. Emily lo guardava e continuava a sorridere, poi lo baciò e Thomas cominciò ad eccitarsi.
Poi aprì gli occhi…e trovò Rose Deware col suo solito sorriso malizioso stampato in faccia.
“Che cazzo vuoi? Mi hai fatto svegliare da un sogno bellissimo!”.
<< Che diavolo ci fai qui? >>.
<< Hai uno strano modo di dormire…ti si vedono tutte le forme >> disse lei alludendo al fatto che fosse eccitato.
Thomas dormiva in mutande, quindi era ovvio, dopo il sogno che stava facendo, che avesse visto il suo uccello dritto.
<< Sono venuta a svegliarti, mi va di fare una passeggiata e voglio la tua compagnia >> continuò Rose col suo solito modo di fare altezzoso che a Thomas urtava.
“Mi rovina i sogni e viene pure qua’ a comandarmi!”.
Era arrabbiato ma soprattutto ancora eccitato…se ci fosse stato Emily, come nel suo sogno, quel bacio sarebbe continuato e lui l’avrebbe spogliata e avrebbero fatto l’amore.
Immaginava di toccarle i capezzoli e leccargli l’interno coscia…E magari l’avrebbe fatto davvero, se solo avesse avuto il coraggio di dirle la verità!
Invece no. No, si era bloccato ancora una volta sprecando un’altra delle numerosissime occasioni che aveva avuto.
“Stupido, stupido, coglione!”.
Poi guardò davanti a sé e si ricordò di Rose, che lo guardava aspettando ancora una risposta.
Aveva ancora il pigiama, un paio di pantaloncini ed una canottiera, ed era terribilmente provocante.
“Non è di certo Emily, ma me la farò bastare per adesso!” pensò famelico.
Thomas si avventò contro Rose e la baciò. Lei non sembrò turbata da quell’improvvisa reazione e lo lasciò fare.
<< Ho un’idea migliore, restiamo qui a divertirci >> disse Thomas.
Si sdraiò su di lei e le bloccò le braccia strusciandosi su tutto il suo corpo.
<< No, fermo! Ti ho detto di fermarti! >> le disse Rose tentando di liberarsi dalla sua presa.
<< Sta’ ferma, dai! Lo so che lo vuoi quanto me! >>.
Mentre cercava di tirare giù i boxer, Rose riuscì a liberare una mano e con le unghie gli graffiò il viso. Thomas urlò e si portò una mano alla guancia, accorgendosi che gli usciva del sangue.
<< Non ti azzardare mai più! Decido io con chi andare a letto! >> gli urlò contro.
Poi andò via.
 
<< Che ci facciamo ad Edimburgo? >> chiese stupido Derek mentre Emily parcheggiava.
Lei non rispose e lui si guardò intorno, accorgendosi che erano nel parcheggio di una grande costruzione che sembrava un tempo.
<< Aspetta un momento. Ma questo è il National Gallery of Scotland! >>.
Emily spense le macchina e aprì e scese. Derek guardò sognante il museo e sorrise ad Emily.
<< Sopresa! >> esclamò lei.
<< Come…come sapevi che non ci ero mai stato? >>.
<< Non lo sapevo, in realtà. Ma questo è uno dei musei migliori per un appassionato di Storia dell’Arte, ci sono grandi artisti come Leonardo, Raffaello, qualcosa come Tiziano… >>.
Emily non ne sapeva molto di arte e non conosceva molti autori ma si era informata con Thomas la sera precedente mentre parlavano di libri, autori, cultura in generale…Aveva estrapolato le informazioni necessarie senza dovergli dire a cosa le servivano e aveva agito.
Semplice, diretto e innocente. Come piaceva ad Emily.
<< Tiziano Vecellio >>.
<< Sì, lui >>.
Lei lo guardò, sognante e felice, e sorrise. Era così carino, con quei denti bianchi e i capelli disordinati. Il suo batticuore aumentava ogni giorno di più.
<< Grazie Emily, nessuno mi aveva fatto una sorpresa del genere >>.
Emily sorrise, sorrise ancora, convinta sempre di più che la compagnia di Derek fosse la cosa più bella che le fosse capitata.
<< Vogliamo entrare? >> gli chiese.
<< Ah… >> il suo sorriso svanì << Emily, se me l’avessi detto avrei portato dei soldi con me per entrare >>.
<< Oh, non preoccuparti. Noi non paghiamo >>.
<< Ah, no? >>.
<< Essere me ha dei vantaggi, ricordi? >>.
<< Giusto >>.
<< E adesso puoi usufruirne anche tu. Andiamo, su >>.
 
<< Sei un idiota! Come diavolo ti è saltato in mente di fare una cosa simile? >> sbraitò Julia.
Thomas si era reso conto di averla fatta grossa e si era odiato per aver cercato di violentare Rose. Pensò che se non l’avesse detto a qualcuno sarebbe impazzito e, a causa dei piani che avevano lui e sua madre, fu costretto a parlarne con lei.
<< Sei un incapace! Ti rendi di quale occasione hai sprecato? Per dire che se parla siamo finiti! >>.
<< Ti ho detto che ho sbagliato, lei non avrebbe dovuto provocarmi in quel modo! Si è presentata in camera mia mentre dormivo, che cosa credevi che volesse fare? >>.
<< Oh, sta’ zitto Thomas! >>.
<< Si è pentita di averci provato con me, ma tanto peggio per lei! Ci sono milioni di ragazze che vorrebbero le mie attenzioni! >>.
<< Le prostitute sono pagate, per questo ti danno attenzioni! >> disse lei velenosa.
“Ecco, così mi trattano i miei genitori. Quanto li detesto!”.
<< In ogni caso non sarebbe successo se non mi avessi stressato e costretto a provarci con lei! Ma no, a te e a papà importano soltanto il denaro e gli affari! Non ve ne frega niente di quello che provo io, di quello che potrei provare per qualcuno >>.
<< E per chi? Per Emily Balmoral? >> chiese a denti stretti.
Thomas fu colpito nel suo punto debole e non seppe come rispondere.
<< Tu non ti rendi conto, Thomas. Ci sono in gioco delle vite, delle carriere…e tu stai rischiando di rovinare tutto, la tua stessa famiglia, solo perché non riesci a controllare le tue voglie, o meglio, la tua frustrazione! >>.
Thomas tacque ancora, non sapendo cosa pensare. Era offeso ed umiliato per i sentimenti che provava ma gli dispiaceva di aver, involontariamente, combinato un guaio contro i suoi genitori.
<< Emily Balmoral è una sgualdrina e prima te ne renderai conto, meglio sarà per te >> concluse sua madre.
Poi andò via, lasciandolo a riflettere su i suoi errori, come faceva sempre.
 
Avevano visto una centinaia di opere e Derek non era ancora minimamente stanco. Si guardava intorno, ammirava un opera, ripeteva a se stesso e ad Emily la vita di un autore e il significato dei vari dipinti ed ogni tanto la guardava per vedere se la stesse annoiando o meno.
Sembrava che lei si divertisse e fosse interessata quanto lui ma pregava per non annoiarla. Arrivati più o meno alla centoquarantesima opera, davanti alla “Vecchia che frigge le uova” di Velázquez, Derek si fermò a fare una pausa.
<< Ti sto annoiando? >> le chiese.
<< No, anzi. Lo trovo molto interessante, e sono contenta di vederti così euforico >>.
<< Devo ringraziarti ancora per avermi fatto questa bellissima sorpresa >>.
<< Figurati >>.
Sorrisero. Poi Derek le prese le mani.
<< Emily, io vorrei parlarti di una cosa >>.
<< Dimmi >>.
<< Ieri, quando sono tornati i miei, abbiamo avuto difficoltà a raccontare ai miei il cambiamento della nostra relazione >>.
<< Sì, lo so. Non so neanche da dove mi è uscito “alleati”. Mi dispiace se pensi che io mi sia voluta nascondere o che mi vergognassi a parlarne… >>.
<< No, Emily, non si tratta di questo. Sono d’accordo sul fatto di non parlarne subito con i nostri genitori perché prima dobbiamo capire noi cosa siamo l’una per l’altro. Era questo che volevo chiederti…come devo definirti? Cosa siamo noi? >> chiese Derek sentendosi uno stupido a fare quella conversazione.
<< Ah…questa è una bella domanda. Il fatto è che io non lo so. Voglio dire, ci stiamo conoscendo e stiamo bene insieme ma…ci ho pensato pure io e credo…credo che la definizione giusta sia che tu sia il mio ragazzo >> rispose lei un po’ confusa.
<< Il tuo ragazzo? >> chiese lui sorridendo.
<< Beh, ci baciamo, usciamo insieme…sì, credo poterti definire il mio ragazzo >> sorrise lei.
<< E quindi tu…sei la mia ragazza >> sorrise.
<< Sì, sono la tua ragazza >> rise.
<< Questo mi piace >> disse Derek attirandola a sé.
<< Anche a me piace. Come mi piacciono i tuoi occhi e il sorriso. E i tuoi capelli buffi >>.
<< Anche tu mi piaci tanto Emily. Mi piaci proprio tanto >>.
Derek ed Emily si baciarono, mentre la loro relazione diventava più chiara ogni giorno.
 
Richard e Deware entrarono nello studio di lui.
<< Spero che lei abbia un buon motivo per aver interrotto la mia passeggiata, signor Anderson >>.
Richard chiuse le porte scorrevoli e andò alla sua scrivania mentre Deware, scocciato, attendeva una risposta.
<< Le ruberò solamente qualche minuto, signor Deware. Vede, io non sono un tipo che si fa dire di no e conosco bene le persone come lei, piuttosto conservatori >>.
<< Non mi dica che mi ha fatto venire qui per parlare ancora della droga, vero? >> si alterò lui.
<< Esattamente, signor Deware. È chiaro che a volte bisogna provare per credere >>.
Richard uscì fuori dalla tasca una busta con della cocaina dentro e gliela gettò al volo. Deware la afferrò e la guardò esterrefatto.
<< Adesso può farlo, sono certo che non se ne pentirà, è roba buona. La provi pure signor Deware, e poi concludiamo questo affare >>.
 
   
 
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