Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Mo_    18/04/2014    10 recensioni
Andy è inglese, e questo è l'unico aggettivo che serve per descriverlo.
Si è trasferito da Londra per studiare legge nel miglior college di Sydney e si è ritrovato a fare da manager a quattro ragazzi che vogliono solo fare musica e godersi la vita.
Da bravo manager avrebbe dovuto mantenere le distanze, eppure Lukey, Cal, Mikey e Ash sono presto diventati la sua nuova famiglia Australiana.
Tutto va alla grande finché Kat, la vera sorella di Andy, non viene spedita in Australia dai loro genitori quasi come un pacco di posta prioritaria.
Kat è ... Complicata.
Ha i capelli blu, fa boxe, ama il rock, quello vecchio, quello vero, ed ha alle spalle un amore che l'ha distrutta.
Con i suoi rari sorrisi e quella scintilla negli occhi sconvolgerà tutto.
Si troverà a dover scegliere, a rischiare di rovinare un'amicizia, una band.
Perché Ash è sexy e riesce a farla ridere, ma Luke... Luke è l'unico che conosce i suoi demoni, è quello che vorrebbe avere accanto durante i suoi attacchi di panico, è quello che vuole tenere tra le braccia tutta la notte.
E sono entrambi fottutamente innamorati di lei.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=afanuchgyC4&feature=youtu.be
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Messing Around'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
Beauty queen of only eighteen,
she had some trouble with herself.
He was always there to help her,
she always belonged to someone else.

She will be loved - Maroon 5

 

Cap 10
Gli amichetti di mio fratello.
I ragazzi sono simpatici. Credo.
Pensavo che parlare con quattro adolescenti che hanno aperto i concerti dei One Direction e che sono amati da centinaia di ragazzine sarebbe stato diverso, mi aspettavo qualcosa come “noi, la nostra bravura, il nostro fascino, ecc…” e invece sono tutto il contrario. È come uscire con le persone che trovi nei corridoi di scuola.
Cal è ancora convinto che come band fanno schifo.
Ad ogni modo, la famosa serata talent di cui parlava Cal questa mattina si svolge in un pub poco lontano dal centro, non molto affollato, il cui proprietario cerca di limitare il numero di persone da far accedere così che, se delle fan dovessero scoprire che i ragazzi sono lì dentro e volessero entrare, sarebbero poche e gestibili.
Cinque fortunate erano sedute qui da prima di noi e quando si sono viste entrare i ragazzi hanno iniziato a dare di matto. Avevano gli occhi lucidi e loro le hanno abbracciate tutte. Sono rimasta in disparte ad osservarli per tutto il tempo, pensando che per essere delle persone famose non basta saper fare qualcosa, bisogna anche avere un cuore grande. Per entrare così tanto nella vita degli altri si deve essere speciali.
Evidentemente, loro quattro hanno quel qualcosa in più.
Le cinque, una volta soddisfatte, se ne vanno al loro posto con il sorriso stampato sul viso, anche se questo non le impedisce di lanciarmi qualche occhiata sospetta. La rossa del gruppo spalanca la bocca quando Ash si avvicina per sussurrarmi una cosa nell’orecchio e per un momento credo che voglia uccidermi.
«Facci l’abitudine»sono le parole di Ash.
Non credo che potrei mai riuscirci, ma posso provarci.
Prendiamo posto nella parte più isolata del locale e mi ritrovo a capo tavola con Ash e Luke ai lati e Mike che mi sorride in modo molesto di fronte. Credo che parlasse sul serio quando diceva di volere il mio colore di capelli, anche se i suoi sono ancora più fighi considerando che sono a tema galassia. Prima o poi glie lo dirò, ma deve meritarselo.
«Allora 5 seconds of summer, cosa fate in questa serata talent?» domando stranamente prendendo iniziativa. Non voglio far fare ad Andy brutte figure e poi c’è un’aria così rilassata tra loro che non potrei essere nervosa neanche per sbaglio.
Ash ha la mano poggiata accanto al mio braccio e le sue dita che sfiorano la mia pelle mi danno quasi sicurezza. So che lo sta facendo apposta, tutto il tempo che abbiamo passato insieme deve pur averlo portato a capire qualcosa di me. Lo guardo di sfuggita alzando leggermente l’angolo delle labbra e lui risponde muovendo appena le dita come per una carezza.
È qualcosa di cui nessuno a questo tavolo potrebbe accorgersi, è qualcosa solo mia e sua.
Non mi ero mai accorta di quanto fosse migliorato il nostro rapporto.
«Karaoke. Ubriachi. O strapieni di cibo. O entrambi. O comunque karaoke» spiega Cal che a quanto pare è il più entusiasta.
Mikey alza un braccio per richiamare l’attenzione del cameriere.
«Il solito più uno» gli grida e lui alza un pollice in risposta.
«Una volta passata una serata con noi non vorrai più tornare indietro» dice Luke guardandomi con un sorriso a trentadue denti, gli altri annuiscono convinti, Andy si poggia con finta disperazione una mano sulla fronte.
Non so cosa aspettarmi da questa serata.
 
Un’ora dopo la situazione è degenerata.
Ash e Mike hanno bevuto come delle spugne e non sembrano voler lasciare il palco del karaoke, almeno non prima di aver finito tutte le canzoni imbarazzanti presenti in archivio. Attualmente si stanno esibendo in The time of my life direttamente da Dirty Dancing e considerando che stanno ballando temo che non avranno problemi a fare anche il salto finale.
Non credo che Mike riuscirebbe a sollevare Ash (Si, è Ash che fa la femmina), neanche di pochi centimetri, ma sono sicura che sarà spassoso.
Mentre i due si dilettano sul palco, Cal, Luke e Andy si divertono a raccontarmi delle loro cazzate in tour. Ogni tanto Andy trova qualche video imbarazzante sul suo telefono e li vediamo insieme, è roba inedita che non si sono azzardati a mettere neanche su keek (non sapevo cosa fosse keek fino a questo momento) e sono davvero tremendi, e la cosa bella è loro ridono come dei pazzi a vederli anche se sarà la centesima volta  ed e io non posso che ridere con loro.
Ho anche la conferma che Ash è il più idiota del gruppo. Lo guardo mentre cerca di bucare la pellicola del barattolo della nutella con il suo pene (in mutande, eh) o mentre rincorre Luke che cerca di scappare da lui su un triciclo  e non riesco a fermare le risate.
Nella mia testa rimbombano le loro voci e il suono della mia risata, non ho nessuna preoccupazione ed è una cosa bellissima. Non passavo una serata così da un’infinità di tempo e credo che un po’ mi mancasse fare l’adolescente spensierato, mentre loro ne sono l’esempio.
Fanno stronzate, escono, si divertono, suonano davanti a centinaia di persone e sono così come sembrano.
Ho i loro volti vicino al mio e i loro sorrisi sono spontanei quando parlano di quello che amano. Cal si esalta, a Luke si illuminano gli occhi. Ho anche notato che ha delle fossette sulle guancie che spuntano ogni volta che sorride. Io odio le fossette, mi hanno sempre dato fastidio, eppure credo di amarle da questo momento.
O forse stanno bene solo a lui
Arrivato il momento del famoso salto dei nostri ballerini Cal smette di raccontare di quando hanno costretto Ash a correre nudo per strada come “iniziazione” alla band e ci concentriamo tutti sul palco. O almeno, io, Cal e Luke, perché ad Andy squilla il cellulare e con un cenno ci dice che sta andando fuori a rispondere.
Mike lancia il microfono ad una ragazza sotto il palco e corre nell’angolo, Ash va nell’angolo opposto e si lancia verso di lui come un toro alla carica. Mike lo afferra dai fianchi al momento giusto, ma il biondo ha preso davvero troppa rincorsa e non appena prova a sollevarlo cadono all’indietro con un tonfo.
Credo che Mike potrebbe essersi fratturato qualche vertebra.
Anche se non riesco a smettere di ridere, cerco di alzarmi e andare ad aiutarli.
Due di quelle cinque fan che abbiamo incontrato all’inizio hanno la mia stessa idea e ci ritroviamo tutte e tre intorno ai feriti. Capelli rossi continua a guardarmi male.
«Ash, Mike, se siete vivi battete un colpo» gli dico mentre mi accovaccio al loro fianco.
Mike dà qualche colpo sul sedere di Ash mentre quest’ultimo mugugna qualcosa di incomprensibile. Decido di afferrarlo per il fianco per farlo girare e togliere da sopra Mike, così che possa riprendere a respirare.
I due sono stesi per terra, spalla contro spalla, e quando si girano a guardarsi, i capelli sconvolti e le guancie arrossate, scoppiano a ridere e si danno il cinque. Sembrano dei bambini che hanno appena rubato delle caramelle a una signora. Si, loro sono bambini malefici. Soprattutto quello con i capelli blu.
Ma dove sono capitata?
Luke arriva in mio soccorso e fa capire alle ragazze, sempre con molta gentilezza, che non ci serve il loro aiuto, poi si carica Ash sotto braccio mentre a me tocca sollevare Mike.
«Andiamo Patrick Swayze » lo sfotto cercando di tirarlo al mio fianco.
Ci mettiamo qualcosa come cinque minuti per raggiungere gli altri al tavolo ed il tavolo era a meno di un metro da noi. Lo sistemo sulla sua sedia e Cal si complimenta con lui per la performance, poi, prima che possa tornare anche io a sedermi, Luke mi afferra il braccio.
«Ti va di cantare?» mi domanda con le fossette che spuntano timide e un leggero rossore sulle guancie. E no, non è l’alcol, ha bevuto troppo poco.
In un’altra situazione e ad un’altra persona probabilmente dire di no.
Non perché io non sappia cantare, anzi, è una delle poche doti che ho coltivato per la gran parte della mia adolescenza, ma perché non mi piace espormi. Odio essere al centro dell’attenzione quasi quanto perdere un incontro di boxe. Il che è un paradosso, perché gli incontri di boxe si fanno davanti a decine e decine di persone e sul ring si è solo in due, ma lì sei coperto da una corazza invisibile. È come se una volta salito sulla piattaforma ti trasformi, o diventi un vile o la persona più forte e coraggiosa del mondo. Io sono nella seconda categoria. Lì mi sento coperta.
Ma cantare è tutta un’altra cosa. È mettersi a nudo.
Però dico di si.
Non so perché, forse a quegli occhi semplicemente non si può dire di no.
Seguo Luke fino al palchetto e lui va a riprendere i microfoni gettati da Ash e Mike. Io, nel frattempo, avvicino due sgabelli e li metto al centro, forse troppo vicini, ma se devo cantare non voglio farlo da sola.
«Come funziona?» domando una volta che Luke si siede al mio fianco.
«Facciamo così, mettiamo in riproduzione casuale e cantiamo ciò che capita» propone premendo un tasto su un pc messo a posta lì accanto. Sulla parete di fronte a noi, dove viene proiettato il video con il testo della canzone, spunta il nome di un artista sconosciuto. Guardo Luke arricciando il naso, lui capisce e passa alla canzone successiva.
Potrei riconoscerla anche senza leggere il nome sullo schermo.
È She will be loved dei maroon 5. Non la ascolto da qualcosa come un secolo, ma ricordo ancora tutte le parole.
Sta volta gli sorrido e lui subito ricambia.
Con un cenno mi dice di iniziare e senza pensare a quello che sto facendo comincio a cantare.
Credo di guardare Luke per la maggior parte del tempo, mi viene spontaneo, e quando lui ricambia il mio sguardo si crea qualcosa tra noi.
Io cantavo come hobby e lui è in una band famosa, io ho la voce insicura mentre la sua è ben impostata, eppure, quando si unisce a me nel ritornello, siamo quasi in armonia.
Siamo praticamente sconosciuti, eppure non ho problemi a cantare un canzone così con lui.
 
I don’t mind spending every day.
Out on your corner in the pouring rain,
Look for the girl with the broken smile
Ask her if she wants to stay a while.
And she will be loved…
 
La sua voce mi fa sorridere.
È davvero meravigliosa.
Non mi accorgo dell’assoluto silenzio che si è creato intorno a noi finchè la canzone non finisce. Non c’è una sola persona in questa sala che non ci stia guardando.
«Ehi Ash, credo che Luke ti abbia rubato la ragazza» grida Mikey proprio da sotto il palco. Non avevo neanche notato che si fossero spostati qui, ma quando gli occhi di Ash incontrano i miei non li lasciano più.
Ha una bizzarra espressione che non riesco a decifrare, il che è strano considerando che Ash è praticamente un libro aperto per chiunque.
Uno strano imbarazzo aleggia tra noi, così mi alzo dallo sgabello  e faccio per scendere dal palco, anche se lo trovo difficile perché mi tremano le gambe. Causa incerta.
Il silenzio, ormai quasi inquietante, viene interrotto solo una volta che parte la canzone successiva.
Ascolto l’attacco iniziale e mi ricorda qualcosa, ma non ci faccio più di tanto caso, almeno finchè Cal non mette via il cellulare con cui stava filmando me e Luke, mi prende dal braccio, e mi riporta al centro del palchetto.
Noto con la coda dell’occhio che Luke ha gettato via anche il suo sgabello e che ora divide il suo microfono con Ash, mentre uno tocca a me e Cal e un altro a Mike. Capisco qual’è la canzone solo dopo che Luke intona la prima strofa.
Ma certo, What I like about you dei The Romantics.
Anche in questo caso canto quasi senza farci caso e forse è anche più facile di prima perché loro fanno davvero gli idioti. Saltano e urlano e conoscono perfettamente i difetti l’uno dell’altro così, facendolo sembrare quasi naturale, alternano le loro voci in armonia e riescono ad inserire senza difficoltà anche la mia. Ad un certo punto mi ritrovo tra Ash e Mikey che pensano bene di prendermi sotto braccio e cantarmi nell’orecchio. Diciamo più “gridarmi”.
Mi lascio trasportare dal loro entusiasmo, senza obbiettare neanche quando Ash mi carica in spalla e continua a saltare con me su di lui come se non fossi un peso. Ad ogni “what I like about you” ci alterniamo il microfono e sono sicura che sia davvero uno spettacolo divertente per quelli che ci stanno guardando. Qualcosa mi dice anche che qualsiasi cosa faranno i ragazzi sta sera sarà presto in rete e, di conseguenza, lo sarò anche io.
Attualmente non me ne importa molto.
Sembra strano, ma mi sto divertendo davvero.
La canzone finisce e questa volta di silenzio non ce n’è neanche un po’, neanche a volerlo.
Mentre sono ancora sulle spalle di Ash, torniamo tutti e cinque al nostro tavolo. Nessuno riesce a smettere di ridere, anche perché Mike sta cominciando a sudare e, beh, si sente abbastanza e soprattutto ridiamo al pensiero che la meravigliosa performance di questa sera verrà vista sicuramente da mezzo mondo.
Loro si ostinano a chiedersi come fanno ad avere tante fan, io credo sia proprio per questo loro essere normali. Idioti.
«Ok Kat, ora che non c’è Andy possiamo farti bere» annuncia Cal dopo essersi assicurato che mio fratello fosse ancora fuori dai piedi.
«Gli avevamo promesso di trattarti bene, non farti bere e non sfiorarti. Credo che ci atterremo a solo al primo punto» spiega subito dopo Luke sporgendosi verso di me per sovrastare le voci delle due delle fan che cercano di riprodurre il duetto mio e del biondino. Ci scambiamo un mezzo sorrisetto d’intesa mentre, entrambi, ripensiamo a cosa abbiamo sentito mentre cantavamo.
Personalmente, non saprei spiegarlo con esattezza. Credo non si possa spiegare un’emozione. So solo con certezza che lo rifarei, anche altre cento volte.
Devo essere stata distratta mentre Mike ha ordinato perché rimango abbastanza sorpresa quando vedo apparire al centro del tavolo una ventina di bicchierini pieni d’alcol.
«Non preoccuparti, questo è solo l’inizio» mi rassicura Ash con una pacca sulla spalla. Bene, meraviglioso.
Mi ubriacherò con gli amichetti di mio fratello.
«Ok allora, scegli chi sfidare tra di noi, poi bisogna bere quattro shot il più velocemente possibile e quello che ci mette più tempo va ad esibirsi su una canzone scelta dal vincente. Dopo il secondo round diventa anche più divertente di quello che sembra.» spiega Mike dall’altro lato del tavolo, cercando di sembrare sobrio.
Lui è sicuramente il primo che voglio sfidare.
E credo che una vecchia canzone di Justin Bieber sarebbe perfetta per lui.
«Ci sto, iniziamo»
 
«Dio ragazzi, vi lascio per qualche minuto e vi ritrovo così?»
La voce di Andy è leggermente ovattata e quando lo guardo il mondo intorno a lui comincia a girare. Ops.
Dannati 5 seconds of summer.
«In realtà sei stato via per una mezz’ora. Sai che in mezz’ora potremmo anche conquistare il mondo» puntualizza Luke prima di venire a sedersi sul marciapiede accanto a me.
Ho perso il conto di quanti cicchetti ho bevuto, ma erano tanti e anche gli altri hanno bevuto tanto e dopo la nostra bella dose di figure di merda (sono riuscita a far cantare One Less Lonely  Girl a Michael) abbiamo deciso che era ora di andare via. E, soprattutto, speravamo che l’aria fresca della sera ci aiutasse a farci riprendere.
Non funziona poi così tanto.
Mi accendo una sigaretta e Luke me ne scrocca una. E anche Mike. E anche Ash.
A quanto pare, Cal è l’unico che non fuma.
Lascio cadere la mia fronte sulla spalla di Luke e chiudo gli occhi. Di solito per arrivare al contatto fisico con una persona mi ci vogliono settimane, ma in questo momento non riesco neanche a pensare. E Luke ha un buon odore, sotto quello dell’alcol e della sigaretta.
«Dai, torniamo a casa» Andy mi si mette davanti e mi allunga una mano, costringendomi ad abbandonare il mio angolino tranquillo fatto dalla camicia di flanella di Luke e dal costante movimento delle sue spalle ad ogni respiro.  Lo trascino in piedi con me e, alla mantienimi che ti mantengo, riusciamo ad incamminarci verso casa loro. Andy ha lasciato lì la macchina.
Mike e Ash stanno così male che, da quello che ho capito almeno, Andy sta scegliendo un percorso alternativo per le stradine di Sydney affinchè non incontriamo persone che possano riconoscerci. Questo comporta viali poco illuminati pieni di gente losca che guarda male i nostri due ubriaconi che, nel frattempo, ondeggiano abbracciati al ritmo di una musica presente solo nella loro testa.
Nel momento stesso in cui penso che in un posto del genere potrebbero succedere delle cose brutte, i lamenti di una ragazza arrivano alle mie orecchie ovattate. Il mondo gira veloce intorno a me e il braccio di Luke al quale sono aggrappata è la mia unica ancora in un mare in tempesta. Ma la voce della ragazza è sempre più forte.
Mi guardo in torno per capire se anche gli altri la sentono o se è solo la mia immaginazione, se ho solo bevuto troppo, eppure anche il volto di Andy è corrucciato.
Così mi fermo. Al centro della strada. Sotto la luce di uno dei pochi lampioni presenti.
Ci metto un po’ a capire che i lamenti provengono da due figure nascoste nell’ombra, poggiate al muro con cui confina la strada. Sembrano una persona sola perché lui la sovrasta completamente e la tiene ferma contro i mattoni rossi. Vorrei intervenire o magari avvicinarmi per vedere cosa sta succedendo, ma Luke cerca di portarmi via con lui.
Quando Andy si accorge che siamo rimasti indietro si ferma a guardarci e, dopo aver capito a cosa sto pensando, comincia a correre verso di noi.
In realtà tutta la scena che sta per accadere è già nella mia mente, ho solo bisogno di una conferma per poter agire. Poi la ragazza grida.
«Lasciami andare! Non mi toccare»
Ed ecco esattamente quello che stavo aspettando.
«Luke fermala» grida Andy prima di raggiungerci, ma Luke non riuscirebbe a trattenermi neanche se lo volesse con tutto se stesso. Mi stacco dal suo braccio e cerco di camminare decentemente. L’adrenalina che sento salire nel corpo sta lentamente spazzando via la sbronza. Non posso considerarmi lucida, ma almeno ho la mente concentrata sull’obbiettivo.
Raggiungo con decisione la coppia e, nel momento in cui lui le sta infilando una mano sotto il vestito tenendo ferme con l’altra le braccia di lei, lo distraggo battendo con il dito sulla sua spalla. Nella frazione di secondo che lui impiega per girarsi a guardarmi noto principalmente tre cose. Il ragazzo è alto ma con pochi muscoli, lei è vestita come una poco di buono e il suo viso è gonfio per i lividi, il che mi dimostra ulteriormente ciò che sta accadendo.
Il ragazzo non ha il tempo di guardami in faccia che subito il mio pugno si schianta “accidentalmente” sul suo naso. Il rumore dell’osso che si spezza sotto le mie nocche mi fa sentire quasi bene, anche se non dovrebbe, lo so, ma non posso farci niente. Amo il corpo a corpo e considerando che non salgo su un ring da settimane uno scontro era esattamente ciò che mi serviva.
La cosa bella delle risse per strada è che non ci sono regole.
Così, infischiandomene di Andy che mi grida di fermarmi da qualche parte alle mie spalle, provo una di quelle che sarebbero le mie combinazioni vincenti se nella boxe si potessero usare i calci. Forse dovrei passare al Kick-boxe.
Blocco il collo del ragazzo tra i miei gomiti, tirandogli, poi, i capelli con le dita. Lui è troppo stordito per contrattaccare, ma anche se non lo fosse non riuscirebbe a liberarsi di me. Gli do una ginocchiata nello stomaco bella forte, cambio il piede d’appoggio superandolo e con una gomitata dietro la nuca è praticamente finito.
Cade per terra senza essere riuscito neanche a sfiorarmi.
Quei cinque idioti con cui mi ritrovo non sono neanche corsi in aiuto della ragazza. Imbranati.
Lentamente mi avvicino a lei. Ha i capelli rossi e la faccia impaurita, del sangue cola da un taglio da sopraciglio. Non avrà più di diciotto anni.
«Volete darmi una mano, idioti?!»
Cal arriva per primo. Sostiene la ragazza dalla vita e le chiede cosa sia successo. Io faccio per girarmi a guardare gli altri quattro e quel coglione steso per terra mi fa lo sgambetto.
Cadere per terra e sbattere la faccia non fa male esteticamente, ma duole il mio orgoglio.
Mi fa incazzare di brutto.
Con il calcio che gli sferro sui genitali non appena mi rialzo, probabilmente, diventerà sterile. Ecco, così si ricorda che non è una bella cosa molestare ragazzine nelle strade buie. «Fallo un’altra volta e giuro che ti ammazzo»
«Kat che cazzo hai fatto?» mi domanda Luke non appena i miei occhi si posano sui suoi. Ha la bocca spalancata e lo sguardo sconvolto. La sua espressione è piuttosto simile a quella di Andy e Mike.
Ash, invece, se la ride. Una volta, in spiaggia, gli ho fatto vedere di cosa sono capace. L’ho messo al tappeto per ben diciannove volte su venti. Quell’unica l’ho lasciato vincere giusto per non farlo sentire così tanto una merda.
Ad ogni modo, ora, bisogna pensare alla ragazza.
«Possiamo accompagnarti da qualche parte?» le chiede Calum mentre, sorreggendola, la avvicina a noi.
«lì» mormora alzando un braccio per indicare l’entrata di un locale poco più in fondo.
«Ma è un locale di Burlesque!» esclama Mike spalancando ancora di più la bocca. Gli lancio un’occhiata omicida. Devo dire che ha molto tatto.
Le guancie della rossa, sotto i lividi, si colorano della stessa tonalità dei capelli.
«Posso andarci da sola, non vi preoccupate»
Cerca di fare un passo avanti, ma le gambe le tremano così tanto che non riescono a reggerla.
Finalmente Andy si decide ad avvicinarsi. Mette un braccio sotto le ginocchia della ragazza e la solleva con facilità. Non peserà più di me.
«Come ti chiami?» le domando mentre raggiungiamo il locale da lei indicato.
«Samantha, ma considerando che mi hai salvato la vita puoi chiamarmi Sam» La sua frase suona come una battuta, ed io sorrido anche se non fa ridere. Apprezzo che riesca a scherzare nonostante quello che le è successo.
«Io sono Kat, loro sono…»
«So chi sono»
«Sei una nostra fan?» si intromette Ash.
Nel caso fosse così, la frase “le vere band salvano i loro fan” sarebbe più che appropriata.
«Diciamo che conosco la vostra musica»
I minuti successivi sono silenziosi, ma non appena arriviamo alla nostra meta ci chiede se possiamo entrare a chiamare uno dei responsabili del locale. Ash e Luke spariscono dietro l’entrata, lasciando uscire per una frazione di secondo la musica sparata dall’interno della sala.
«Grazie Kat, pensavo che questa sarebbe stata l’ultima notte della mia vita» sussurra dopo poco Sam, poggiandomi una mano sulla spalla. La afferro e la stringo in risposta.
Andy mi sorride da sopra la testa della ragazza. Si è spaventato, ma è fiero di me. Lo so. Conosco quello sguardo.
Una volta arrivati due ragazzi che lavorano nel locale, Andy cede Sam tra le loro braccia ed io le lascio la mano.
«So che probabilmente non è il genere di locali che frequentate, ma se voleste farvi un giro una sera offro io da bere» è la frase con cui ci saluta Sam prima che la trasportino via.
Quando restiamo soli, cinque paia di occhi si fissano su di me.
All’inizio se ne stanno in silenzio, poi esplodono in un centinaio di domande. Considerando che sono (anzi siamo) tutti ubriachi, le emozioni sono ampliate e le loro voci mi rimbombano in testa e davvero non ce la faccio a rispondere. Vorrei solo tornare a casa.
Resto in silenzio finchè Ash capisce e dice agli altri di zittirsi.
«Vuoi essere il bodyguard ufficiale della band?» è l’ultima domanda di Mike.
«Da quando vi serve un bodyguard?» controbatte Andy, ma Cal lo zittisce.
Conosco la risposta alla domanda di Mike.
È un si. Tutta la vita si.
«Certo»
I ragazzi esplodono in un urlo euforico e, festeggiando, torniamo a casa.
Ora possono stare tranquilli mentre camminano per queste strade, tanto ci sono io, no?
Luke mi prende il gomito mentre ce ne stiamo più in dietro rispetto agli altri.
Osserva il mio viso e fa una brutta smorfia, devo essermi tagliata o qualcosa del genere quando sono caduta.
«Sei la ragazza alternativa con i capelli blu, quella che mi sorride cantando She will be loved, quella che si ubriaca con gli amici del fratello o quella che picchia le persone per strada?» mi chiede dopo un po’, la sua mano ancora stretta sul braccio, come se si potesse ripetere quello che è successo prima da un momento all’altro.
«C’è molto da sapere su di me, Luke Hemmings»
 
In qualche modo riusciamo ad arrivare a casa dei ragazzi sani e salvi.
Io e Andy dovremmo tornare a casa nostra, ma Mike ci convince a salire da loro per brindare al mio nuovo ruolo nella band.
Il loro balcone è enorme e si affaccia sul resto della città. La visuale è la stessa di quella del terrazzo dove mi ha portato Ash il primo giorno e mi sorprende esattamente come la prima volta. Le centinaia di grattacieli illuminati, il mare, il ponte, la città sotto di noi. Sydney è splendida.
L’aria non è fredda, ma mi faccio comunque prestare dei pantaloni della tuta da Ash per non congelarmi le gambe fino ad ora coperte solo da dei pantaloncini. Il tempo di cambiarmi e sciacquare il raschio e quando torno sul balcone ai cinque posti a sedere che c’erano prima se n’è aggiunto un sesto. Sul tavolino basso al centro sono poggiate sei tazze che si riempiono di spumante o qualcosa del genere quando Mike stappa la bottiglia che ha in mano.
«Al nostro nuovo componente» dice poi sollevando il suo calice improvvisato. Seguiamo tutti il suo gesto e brindiamo. A me.
Stiamo brindando a me.
È una cosa che mi fa sentire quasi importante.
Sta sera sono importante.
E mi fa sentire bene.
Cal è il primo ad abbandonarci per andare a dormire. Quando si alza, Ash ne approfitta per sdraiarsi sul divanetto dove eravamo seduti noi tre e poggia la testa sulle mie gambe come se fosse una cosa estremamente naturale. Lo lascio fare, stranamente senza obiezioni.
Io, Mike e Luke intraprendiamo un discorso sulla musica che ci prende così tanto da  non farci rendere conto del tempo che passa.
Scopro che sono le due di notte solo perché Andy, che è stato a fissare lo schermo del telefono tutto questo tempo, mi chiede se ci sono problemi se restiamo qui a dormire. È troppo stanco per guidare.
Annuisco senza problemi, resterei così anche fino a domani mattina.
Nel momento in cui Andy si alza per andare a buttarsi sul divano, però, anche Luke prende sonno e si accascia sulla sua poltrona.
Così io e Mike ci guardiamo e, anche se proviamo ad ascoltare qualche altra canzone, si vede che vorremmo entrambi farci prendere dal sonno. Mi sistemo meglio sul divanetto, cercando di non muovere troppo le gambe per non svegliare Ash che dorme beatamente su di loro. La sua mano stringe la mia coscia che se fosse un vero e proprio cuscino.
Socchiudo gli occhi e l’ultima cosa che vedo è il viso rilassato di Luke che sonnecchia sulla poltrona di fronte a me con le ginocchia al petto e la città che brilla dietro di lui.
«Sai Kat, i tuoi capelli sono fantastici, ma credo che sia ora di fare qualcosa di più chiaro.» dice Mike con la voce strascicata di chi sta per addormentarsi. «tipo celesti»
Credo che abbia ragione.
Credo anche che si sia meritato di sapere la miscela segreta per il mio blu.
Credo che venire qui a Sydney sia stata la cosa migliore che mi potesse succedere.


Mo' corner
Buona sera ragazze e buone vacanze :)
Il mio regalo per Pasqua (e per farmi perdonare il ritardo) è questo capitolo di 4684 parole, 7 pagine.
E mentre lo scrivevo il video dei SLSP è uscito su MTV almeno quelle tre quattro voltre, quindi ero parecchio ispirata.
Vi chiedevate cosa sarebe successo una volta che Kat avrebe conosciuto i ragazzi? Ecco qui.
Allora, cosa ne pensate?
E sopratutto, come vedete la situazione Ash/Kat/Luke?
Festeggiamo anche insieme il 14esimo posto tra le preferite del sito sui 5sos.
Ragazze continuate così, siete fantastiche.
Risponderò più tardi alle vostre recensioni al capitolo precedete. Ho appena fondato una band e questo mi tiene molto occupata, quindi per eventuali ritardi nel postare il nuovo capitolo o nel rispondere alle recensioni vi prego, perdonatemi. Non credevo che scrivere una canzone fosse così difficile ahahah anzi, se qualcuna di voi ha mai scritto una canzone e vuole darmi qualche consiglio mi fareste un bel favore.
Ci leggiamo nelle recensioni bellezze.
Un mega abbraccio, vi amo
Mo'


Ps: qui la versione di She will be loved di Luke e Kat (clicca qui)
Pps: qui il trailer (clicca qui)
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Mo_