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Autore: LovelyLullaby    19/04/2014    1 recensioni
Liverpool, 1958.
Angel conduce una vita normale: scuola, compiti per casa, una famiglia un po' particolare, passeggiate al parco, un'amica all'apparenza insostituibile.. manca solo una cosa: un po' di sicurezza in più.
Un affascinante Teddy boy le farà battere per la prima volta il cuore e le cambierà per sempre la vita, non sempre attraverso strade spianate...
Una storia di due vite che si intrecciano nella Liverpool del dopoguerra.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cominciai a camminare, mi sentivo i piedi pesanti, gli occhi mi bruciavano, nelle orecchie il cuore pulsava rimbombando, ma dovevo arrivare da lui. Quando riuscii a vedere la luce del soggiorno accesa, sentii un colpo allo stomaco. Era forse sollievo?
Arrivai di fronte a casa sua e cercai di sistemarmi un attimo, smisi di singhiozzare e mi asciugai le lacrime. Non sapevo quanto sarei resistita, ma bussai alla porta. Venne ad aprirmi proprio lui.
-"Angel, che ci fai qui a quest'ora?". Appena vidi i suoi occhi così grandi e preoccupati, scoppiai in pianto, alla faccia della mia forza di resistenza.
-"Oh, Paul...". Gli gettai le braccia al collo, senza quasi rendermene conto. Avrei preferito il suo primo abbraccio in un momento diverso, ma ne sentivo il bisogno. Lui ricambiò stringendomi forte. Non sapeva cosa fosse successo, ma era già pronto a consolarmi.
-"Stai tranquilla, dai, entra che ti metti tranquilla e mi dici cos'é successo."
Entrai così per la prima volta in casa McCartney, e Paul richiuse la porta con delicatezza. Mi guardai intorno e mi accorsi che la struttura era proprio uguale a quella della mia casa e di Anna. Era ordinata, ma sembrava che non ci abitasse una donna, mancava quel tocco femminile, o forse era solamente velato dal passare del tempo...
Suo fratello era sceso sentendoci parlare. Rimasi sorpresa vadendolo: non avevo mai visto due fratelli tanto differenti in tutta la mia vita!
-"Paul, è successo qualcosa? Uh... Chi è?"
-"Angel, è una mia amica..." Paul si passò una mano tra i capelli imbarazzato.
Feci un lieve sorriso, che il più piccolo ricambiò gentilmente.
-"Resterà qui questa sera, va bene?"
-"Sì, ho capito Paul, era logico. Ora salgo, tranquillo! Ciao Angel," ricambiai e lo lasciai ritornare in camera.
-"Vieni, preparo un po' di latte caldo e poi saliamo e mi racconti tutto." Cercò di fare il sorriso più tranquillizzante possibile e in dieci minuti fummo in camera.
-Grazie Paul, avrei preferito un momento migliore per vedere casa tua; come dirti poi che mia madre non ti vedrà mai bene? Oh, te così dolce, come può pensare questo di te?-.
Pensavo, mentre continuavo a disegnare il bordo della tazza a testa bassa.
-"Avanti, cos'è successo? Hai litigato con Anna?"
Scossi la testa, non avevo il coraggio di dirglielo.-Stupida, stupida! Perchè sei venuta da lui? Andavi da Anna, un pianto e via, la situazione non sarebbe stata così penosa per entrambi!-
-"Su, Angel, non riesco a leggerti nel pensiero..."
-Prendi coraggio e assumiti le tue responsabilità!-
-"No, Paul...-riuscii finalmente a parlare- Ho avuto una discussione a cena con mia madre"
-"Per quale motivo?"
-"Per te."
-"Per me?" Paul mi guardò con aria perplessa: mia madre con lui si era mostrata gentile, non aveva lasciato trasparire nessuno dei suoi mille pensieri, ma io la conoscevo.
Così gli raccontai tutto, gli raccontai di mio padre, della paura che mia madre aveva da quel giorno e di tutta la discussione avuta poco prima in cucina. Gli dissi tutto d'un fiato, come se avessi avuto in gola un boccone amaro che non mi faceva vivere da anni. Quando finii mi sentii sollevata: alcune cose non le avevo mai dette neppure ad Anna e mai avrei pensato di dirle a qualcuno. Ma con lui le parole uscirono come un fiume in piena, presa com'era dalla rabbia, dalla tristezza. Ora riprendevo fiato e una paura cominciò a pervadermi: Paul guardava per terra e non diceva una parola.Non sapevo cosa stesse pensando, ma avrebbe potuto veramente essere come mio padre? Mia madre avrebbe potuto veramente aver ragione? Trattenni il fiato.
-"Non succederà mai."
-"Come?" -In quel momento non mi resi conto del significato di quella frase.
-"Non potrà mai succedere, Angel, io non ti lascerei mai."
Mi fermai e lo guardai: era lì, in parte a me, che mi sorrideva, seduto con le gambe incrociate e le mani intrecciate a tenergli le caviglie.Mi scappò un sorriso: di gioia e di sollievo.
-"Oh Paul, so che non mi deluderai mai.- ormai gli parlavo a singhiozzi, in lui avevo veramente trovato una persona fantastica, meravigliosa. Temevo continuamente di non essere accettata dal mondo, mi sentivo molto insicura, ma no, con lui era diverso, mi trovavo a casa quando ero con lui.
E in quel momento mi sentivo decisa, credevo davvero che uno spiraglio di coraggio si stesse facendo vivo in me. Credevo di avere una possibilità anche io, sì, ormai non avevo dubbi, dovevo dirglielo. Dovevo parlargli e confessargli tutto quello che sentivo da mesi quando stavamo insieme. Tremavo di paura, però pregustavo già il bel finale. Aprii ls bocca, presi fiato e...
-"Non devi pensarlo neppure un attimo Angel, d'accordo?- mi abbracciò- Sei troppo importante per me. Sei un'amica speciale, ti voglio bene..."
Tremai. Aveva appena detto che per lui ero un'amica. Sentii nuovamente le lacrime rigarmi il volto. 
Io mi ero illusa, mi ero illusa per tutto quel tempo, mentre lui di me non si era mai interessato. Probabilmente gli facevo pena, per questo mi sopportava quasi ogni gorno. I singhiozzi mi bloccarono il respiro e non resistetti più: scoppiai in un pianto amaro, quelli da cuore spezzato, che ti corrodono il fegato e ti fanno bruciare l'anima; e lo abbracciai ancora più forte, temendo fosse l'ultimo. Lui probabilmente intese quel pianto come una specie di ringraziamento e soddisfatto cominciò ad accarezzarmi dolcemente i capelli, cullandomi nel suo dolce profumo. 
Quando mi calmai decisi di alzarmi. 
-"Sarebbe meglio avvisare Anna, non si sa mai, mia madre pensa sia lì..."
-"Non preoccuparti, tu resta qui, io intanto vado a chiamare Anna. Se ti serve il bagno fai pure, è di là.Torno subito!"
Dicendo così uscì dalla camera e mi lasciò da sola con la mia tristezza e il suo profumo, così avvolgente, che in quel momento mi faceva soffocare. Mi alzai a fatica e andai verso il bagno. Cercai di sciacquarmi il viso e sistemarmi un pochino, anche se ciò che dovevo sistemare era dentro di me. Mi guardai velocemente allo specchio; vidi due occhi gonfi, pieni di delusione. Distolsi subito lo sguardo, mi facevano paura. No, Paul non doveva vedermi così.
Andai in camera sua e e mi sdraiai sul letto. Subito fui pervasa dal suo profumo, così buono, indescrivibile, che ti abbracciava come un maglione la notte di Natale. Mi girai dalla parte opposta alla porta e finsi di dormire. Dopo poco lo sentii tornare: i suoi passi sulle scale erano come lame che tagliavano il silenzio della stanza.
-"Hey, ho chiamato, fortunatamente mi ha risposto Anna..."
Si avvicinò cautamente al letto: aveva capito che stavo dormendo. Ma lui non sapeva. Non sapeva che stavo morendo dentro. Si sedette dall'altra parte del letto e stette lì un po'; lo sentii sospirare, ma non riuscii ad indovinare i suoi pensieri. Forse stava solamente guardandosi intorno. Dopo poco si alzò e andò a chiudere la porta. La stanza si fece buia. Tremai.
Sentii i suoi passi avvicinarsi nuovamente al letto. Come prima si sedette, ma poi continuò ad avvicinarsi, fino a sdraiarsi completamente.
Il suo corpo era così vicino al mio, riuscivo a sentirne il calore. Si sistemò meglio, appoggiò il gomito sul cuscino e cominciò ad accarezzarmi, dalla spalla fino al fianco; e continuava, continuava, continuava...
Volevo piangere, parlargli, ma non potevo: un'altra scenata? Che figura avrei fatto? Mi limitai a seguire con il pensiero le sue carezze, con la sua mano fredda, che mi provocava brividi lungo la spina dorsale, i quali sparivano subito dopo, non appena percepivo il suo caldo respiro sul collo.
Aspettai con infinito dolore che si addormentasse, e non appena ne fui certa, mi voltai.
Ormai mi ero abituata al buio e la tenda scostata mi permetteva di intravedere le sagome dell'arredo della camera, facendo entrare la flebile luce della luna. Cristo, era perfetto: i suoi capelli non erano più sistemati con il ciuffo all'insù, ma gli ricadevano dolcemente sulla fronte, imperlata da alcune goccioline di sudore, così morbidi e lisci; gli coprivano un sopracciglio che, messo a riposo, donava al suo viso una tenerezza unica. Gli occhi chiusi facevano risaltare le sue ciglia mostrandole ancora più lunghe, nere come la pece, ventaglio per i suoi occhi. Le gote erano leggermente rosate, probabilmente per il caldo estivo che nonostante tutto si faceva sentire; mentre le labbra erano socchiuse e da esse usciva il suo respiro profondo. Quelle sue meravigliose labbra, così rosee, così piene, solo Dio sa quanto avrei dato per posarci sopra le mie e sentirne il sapore. La sua mano sinistra era appoggiata al petto, che saliva e sendeva lentamente, costantemente, come le onde che mi perdevo ad osservare al porto. La sua mano destra invece... Cercava la mia. Sapevo stesse dormendo, ne ero certa, dunque feci scivolare la mia mano lungo il suo braccio e intrecciai le mie dita alle sue, mentre calde lacrime bagnavano il cuscino dell'amara paura che quella fosse la prima ed ultima volta. Stropicciai gli occhi, cercando di convincermi che così non avrei migliorato la situazione. Mi avvicinai maggiormente a lui, poggiai la testa alla sua spalla e cercai di addormentarmi..

Un debole raggio di luce mi fece svegliare illuminandomi il viso. Per un attimo pensai di essere a casa, che tutto quello che era accaduto fosse stato solamente un brutto sogno, ma il suo profumo mi aggrovigliò l'anima quasi violentemente, riportandomi bruscamente alla realtà. Mi girai: vuoto, freddo. Ormai il calore di Paul ea solo un ricordo. Mi venne un nodo alla gola, ma feci un respiro profondo per trattenermi. Mi concentrai sulla luce: doveva essere mattina presto. Intanto in casa McCartney ci si era già svegliati...
-"Allora Paul, com'è andata con Angel, la tua amica?" ridacchiò Mike mimando con le mani le virgolette alla parola amica.
-"Oh, smettila! Non è successo niente, almeno non quello che pensi! Angel è mia amica e aveva bisogno di aiuto... Tutto qui!"
Ascoltando quelle parole provenire dal piano inferiore mi portai una mano al cuore. Pensai: '-'ennesima pugnalata. Basta, non riesco a rimanere qui ancora, devo andarmene.-
Mi alzai velocemente dal letto, sistemai alla meno peggio i vestiti e mi guardai fugacemente intorno: sarebbe stata l'ultima volta in quella stanza, non volevo scordare nulla.Poi mi diressi velocemente in bagno, mi lavai il viso e mi pettinai i capelli come meglio potei: allo specchio apparivo distrutta. Scesi con cautela le scale, come se volessi diventare invisibile: in realtà era quello che desideravo. Non feci in tempo a poggiare il piede sull'ultimo gradino che sentii il suo sguardo pesante schiacciarmi.
-"Oh, buongiorno Angel, come stai? Va meglio?"
Alzai lo sguardo e incrociai il suo: non poteva farmi questo. I suoi occhi mi uccidevano e dovetti appoggiarmi al corrimano.
-"Sì, grazie, va meglio... Ora però devo scappare da Anna, altrimenti con mia mamma sono guai.", dissi svelta e mi avvicinai alla porta cercando di non sfiorarlo passandogli accanto.
-"Ma non vuoi fare nemmeno un po' di colazione? Bere qualcosa..."
-"No, avete... Hai già fatto tanto, e ti ringrazio, ma devo andare.", aprii la porta. Lui si avvicinò e io mi scostai.
-"Lascia almeno che ti accompagni" sembrò supplicarmi e mi tremarono le mani. Quanto lo avrei desiderato.
-"Meglio di no, mia madre potrebbe vederci."
-"Va bene, come preferisci- disse deluso, abbassando lo sguardo -ci vediamo Angel, ti voglio bene."
-"Ciao Paul" dissi con il nodo alla gola e quasi le lacrime agli occhi, poi chiusi la porta dietro di me.
Feci un respiro profondo, cercai di trattenere le lacrime e con la maggior calma possibile cominciai ad avviarmi verso casa McLaine, dove avrei dovuto passare la notte, piena di afflizione e pensieri.



SPAZIO AUTRICE:
Buonasera:)
Vacanze, vacanze, vacanze! Finalmenteee:)
Grazie a chi ha messo la storia fra le seguite e/o preferite
Buona lettura e Buona Pasqua:)

Chiara:)
  
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