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Autore: namary    19/04/2014    10 recensioni
"Kenran contrasse i muscoli, pronto a balzare in avanti dal suo nascondiglio, ma qualcosa lo bloccò.
Era più che istinto, era… un legame.
Perché sentiva d’un tratto di essere simile a quella strana umana che danzava in quel cerchio di terra? Perché ora gli sembrava che avesse pelo, corna e zoccoli, e stesse correndo libera?"

Flashfic complementare alla mia precedente, "Il respiro del cervo".
5a classificata al Pagan Flash Contest: Sai lanciare un incantesimo? indetto da Aleyiah.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia si è classificata 5a al al Pagan Flash Contest - Sai lanciare un incantesimo? indetto da Aleyiah.
I prompt che ho scelto sono: Luna delle Foglie e Pietra




Kenran dilatò le narici, inspirando il profumo della resina.
Avanzò lento tra i pini e i faggi, calpestando sotto gli zoccoli foglie gialle e rosse che ormai cadevano a stormi, uniche lacrime di tristezza che il bosco versava alla morte dell’estate.
La luna del primo autunno aveva portato via con sé anche Enever, uno dei cervi più forti e agili che avesse mai conosciuto, e suo grande amico.
Erano stati gli umani, con i loro bastoni di fumo e scintille, ad ucciderlo. 
Un boato aveva attraversato il silenzio, e di Enever era rimasto soltanto il sangue a macchiare il terreno.
L’aveva pianto a lungo, aveva bramito forte nel bosco alla ricerca di risposte, ma gli alberi saggi e silenziosi avevano soltanto scosso, sconsolati, le fronde al Vento del Nord.
Anche quella notte Kenran vagava nel bosco, come in molte altre dalla sua morte, quando un odore e un rumore insoliti attrassero la sua attenzione.
Passi. Sembrava una creatura con due sole zampe.
E poi, l’odore inconfondibile della pelle umana, aspro e pungente, però… non era il solo.
Ce n’era un altro, più debole, sottile… quello del sangue. Sangue di cervo. 
Rabbia e paura lo fecero sobbalzare, e d’istinto Kenran inspirò profondamente per calmarsi. 
Cosa fare? 
Alla fine prevalse la rabbia, e così decise di seguire quella creatura che osava profanare il bosco con la sua sola presenza.
Drizzò le orecchie e seguì attentamente il suo naso, finché non raggiunse una radura raccolta, dove un gufo stava già osservando incuriosito la scena.
Kenran si fermò dietro un biancospino.
Era una femmina, di media età, sola e apparentemente senza bastoni.
Portava con sé una specie di guscio colorato, dalla quale estrasse degli oggetti.
Lentamente, la femmina eseguì una serie di gesti e rituali a lui incomprensibili.
Con un ramo caduto tracciò un cerchio, mormorando preghiere che lui non capiva. 
Accese un fuoco e bruciò delle erbe, poi mise al centro del cerchio una grossa pietra, che odorava senza dubbio del sangue di un cervo. 
Dopo, si spogliò delle sue vesti, e rimase nuda, a danzare e pregare nel cerchio.
Doveva agire ora, se voleva vendicare la morte di Enever. 
Avrebbe caricato la femmina, le avrebbe fatto del male. Voleva farlo.
Nessuno di loro sarebbe mai più diventato una preda in quel bosco. 
Kenran contrasse i muscoli, pronto a balzare in avanti dal suo nascondiglio, ma qualcosa lo bloccò.
Era più che istinto, era… un legame.
Perché sentiva d’un tratto di essere simile a quella strana umana che danzava in quel cerchio di terra? Perché ora gli sembrava che avesse pelo, corna e zoccoli, e stesse correndo libera?
D’un tratto, lo vide. Lo spirito di Enever. 
La donna non poteva vederlo, ma lui la stava osservando. 
Dopo si voltò verso Kenran. 
Si guardarono intensamente, poi Enever agitò le orecchie e bramì sommesso. Un saluto.
Con un balzo, entrò nel cerchio e corse con lei.
Allora Kenran udì il lamento di tristezza che la donna urlava alla luna, e capì. 
Non erano più nemici.





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Note a piè di pagina:
Questa storia è complementare alla mia precedente, "Il respiro del cervo". 
Il mio scopo in questa flashfic è dare un punto di vista diverso al rito che Cristina celebra, e far risaltare maggiormente il legame spirituale che le donne hanno con la natura.
Nessuna magia viene messa in atto qui, è qualcosa che va oltre, è la comunicazione più profonda tra un essere umano, il mondo animale e la natura, che spero di aver sottolineato. 
Ci sono lievissimi accenni a pratiche di sciamanesimo, sebbene tutto il rito in realtà sia molto blando. 
Spero che abbiate apprezzato!
   
 
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