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Autore: Astrid von Hardenberg    19/04/2014    0 recensioni
La palazzina era un po' mal ridotta ma apparentemente non c'era nulla di pericolante che potesse recar loro danni di nessun genere. Gli otto amici erano stati avvertiti dalla gente del posto che nessuno, nemmeno il cittadino più coraggioso, si sarebbe aggirato da quelle parti
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Incubo diurno ~

 
 

Quasi tutti gli otto ragazzi si erano sistemati ognuno in un'abitazione, tranne un paio di ragazze che avevano deciso di condividere la stessa. Si diceva che in quella piccola palazzina fuori dal paesino succedevano fatti insoliti e per questo motivo le persone cercavano di starci il più lontano possibile, tranne quegli otto ragazzi venuti dalla città; erano studenti che scrivevano per il giornalino scolastico e quindi andavano sempre a caccia di nuove notizie da approfondire e su cui scrivere e cosa c'era di meglio di un luogo abbandonato dove succedevano cose misteriose, così un fine settimana il gruppetto si mise d'accordo per fare un salto da quelle parti. La palazzina era un po' mal ridotta ma apparentemente non c'era nulla di pericolante che potesse recar loro danni di nessun genere. Gli otto amici erano stati avvertiti dalla gente del posto che nessuno, nemmeno il cittadino più coraggioso, si sarebbe aggirato da quelle parti quindi l'idea di ordinare la pizza per quella sera era scartata, ma si sarebbero arrangiati in un modo o nell'altro, l'indomani avrebbero fatto un salto al minimarket per prendere qualcosa.
La struttura era priva di luce e gas allora presero le torce e delle merendine che avevano portato nello zaino. Tra una battuta e una risata fecero quasi mezzanotte, l'ora perfetta per "dare la caccia ai fantasmi"; presero l'attrezzatura semi improvvisata per captare presenze sovrannaturali e si smistarono nella piccola struttura.
Si mossero con cautela, prestando la massima attenzione ad ogni minima cosa. La prima ora e mezza non rivelò loro nulla, di fatti ci fu un momento in cui credettero fosse tutto un bluff, ma poi si udirono dei lamenti venire dall'ultimo piano, nessuno di loro però aveva pensato di esaminare quella zona, si concentrarono di più sul pian terreno e in quella specie di scantinato; poco dopo seguirono delle urla che in un primo momento si sentirono in lontananza poi si fecero più forti e raccapriccianti. I ragazzi, i cui occhi si abituarono al buio, decisero allora di salire, però i lamenti cessarono e tornò il silenzio più totale, una delle ragazze, troppo impaurita per continuare, scelse di abbandonare la ricerca e si precipitò immediatamente nel suo appartamento, dove mise gli auricolari e fece partire la musica, era l'unico modo per calmarsi, gli altri invece continuarono le ricerche, d'altra parte erano lì per quello e poi se si trattava solo di una presenza non erano in pericolo di vita, mica li inseguiva un pazzo psicopatico armato di machete.
Durante tutta la notte la ragazza nell'appartamento fece degli incubi, c'era sangue ovunque, poggiate su un lungo tavolo vide dita di una mano, ciocche di capelli e persino un piede, uno spettacolo terrificante e urla e lamenti agghiaccianti.
Il giorno dopo, ancora un po' scossi dagli avvenimenti della notte passata i ragazzi pensarono che forse era meglio far ritorno a casa, tutta quella situazione era una cosa seria, non alla loro portata, ma si sa che in un gruppo c'è sempre quello più curioso e al tempo stesso testardo che decise di rimanere, poi gli altri potevano fare come volevano. Uno dei ragazzi pensò bene di andare a vedere come stava l'amica, ma trovò un bigliettino: lei era andata via alle prime luci dell'alba, il ragazzo si voltò verso la finestra e dalla posizione del sole dedusse che erano le dieci passate, così andò dagli altri e spiegò loro come stavano le cose. Uno dei presenti si accorse che erano in cinque, quindi oltre all'amica, ormai verso la via del ritorno a casa, mancavano due di loro.
-Sicuramente Jason si sarà offerto di riaccompagnare Melanie- disse una delle tre ragazze.
-E magari, per farsi bello, Kyle sarà andato in paese per indagare su questo...posto, così che una volta scritto l'articolo si dica che è stato lui a risolvere il caso- intervenne un altro, alcuni di loro si lanciarono occhiate poco convinte, ma era una spiegazione logica, tutti sapevano quanto piaceva al loro amico essere al centro dell'attenzione, e decisero allora di raggiungerlo là  in paese, a piedi si impiegava mezz'ora. approfittando magari per comperare qualcosa da sgranocchiare. Stavano uscendo quando sentirono un grido agghiacciante e dei tonfi che venivano da fuori sul retro, ebbero timore di andare a vedere di cosa si trattava, così uscirono da lì come schegge.
Una volta arrivati entrarono nel minimarket, si guardarono un po' in giro quando ad un tratto una giovane dall'aria malaticcia iniziò a gridare contro di loro, i presenti si voltarono a guardarla, ignorando i ragazzi, che, intimoriti, uscirono lasciandosi alle spalle le imprecazioni di quella strana persona.
Tornati al piccolo edificio il più in fretta che poterono, il gruppetto si radunò in una delle abitazioni e decisero sul da farsi, continuare o andare? Si stava per votare quando sentirono sbattere una porta, restarono tutti in silenzio e sentirono dei passi in lontananza.
-Sarà Jason di ritorno- bisbigliò qualcuno e aspettarono per diversi secondi di vederlo varcare la soglia, ma invano. Si guardarono tra di loro e alla fine decisero di andare a cercare l'amico, lo chiamarono diverse volte per nome senza ottenere la ben che minima risposta, trovarono solo delle macchie, pareva fango, e decisero di seguirle; queste li condussero all'ultimo piano, davanti ad una porta chiusa, tutte le altre erano spalancate o non c'erano proprio, chi mai avrebbe potuto chiudere a chiave una delle abitazioni? L'incaricato di quella "gita", il più testardo e curioso, propose di buttare giù la porta, però poco lontano da lì si sentì un rumore metallico e poi ancora dei passi farsi sempre più vicini; corsero tutti verso le scale, scesero, e si nascosero, forse erano a un passo dallo scoprire la verità .
-Ma è Jason- sussurrò uno di loro. -Se era qui perchè non ha risposto alle nostre chiamate...?-
Il ragazzo forzò la serratura della porta e poi entrò nell'appartamento, il gruppetto lo seguì, ma restò fuori, cosa stava succedendo? Nessuno fiatò ma si capiva dai loro sguardi che avevano paura. Jason uscì in tutta fretta e scese le scale due gradini alla volta, una delle ragazze, dopo diversi attimi, notò delle impronte insanguinate e si voltò verso l'abitazione, ciò che i cinque amici videro fece accapponare loro la pelle: c'era un lungo tavolo e su di esso alcune parti del corpo, tra cui una mano priva di tre dita, che erano poco lontane da lì, un orecchio, ciocche di capelli e sangue, molto sangue, ovunque.
Si sentì bussare la porta e i cinque si voltarono verso la soglia, e proprio lì davanti a loro videro la stessa ragazza del minimarket, che in mano aveva un coltello per affettare. I ragazzi si sparpagliarono per l'intero appartamento, rispetto agli altri quell'appartamento era più grande; uno andò in soggiorno, l'altro andò in camera, l'altro ancora in cucina e la giovane donna sogghignava nel vederli così disperati. Alla fine riuscirono a scappare via da lì e si diressero verso uno dei tanti appartamenti.
-Piuttosto che morire per mano sua, torturata nel peggiore dei modi, io mi uccido!- disse in preda alla disperazione una delle ragazze e si avvicinò alla finestra.
Si sentirono ancora dei passi, più decisi e vicini, le due amiche si strinsero una con l'altra e i ragazzi si pararono davanti a loro, facendo da scudo coi propri corpi, però comparve Jason, che attraversò la stanza.
-Meno male... sei tu- disse uno dei ragazzi e tutti tirarono un respiro di sollievo. Ma Jason aveva lo sguardo fisso dritto davanti a sè, la ragazza che prima parlò si voltò alle sue spalle e fece per affacciarsi.
-Noo!!! Non guardare giù dalla finestra!- la voce fu quella di Melanie.
Jason allora si fermò, ma non la loro amica, che si affacciò e, riversi nel suolo, vide cinque corpi privi di vita in una pozza di sangue.
-Nell'abitazione di sopra... i pezzi... quelle parti...- fece una breve pausa. -Sono di Kyle...- la voce si spezzò e a Jason si gelò il sangue nelle vene.
Riaffiorarono i ricordi e fu tutto più chiaro: tra la paura e l'ansia della notte passata nessuno si accorse che mancava Kyle, i lamenti furono i suoi, mentre veniva torturato, appena Melanie si addormentò, fu stordita e portata su, nel locale delle torture, dove vide le parti dell'amico sul tavolo, non era stato un sogno, e sarebbe presto toccato a lei, di fatti il carnefice le fece scrivere il messaggio sul bigliettino, che poi portò in camera di lei per farlo trovare dai suoi amici, Melanie però riuscì miracolosamente a scappare appena potè, appena fu sola. Il carnefice, preso dall'ambizione, andò a cercare tutti gli altri amici in modo tale da far assistere alla morte l'uno dell'altro.
Melanie si nascose dentro ad un armadio di in uno degli appartamenti e l'urlo di prima, che echeggiò in tutta la palazzina, fu il suo nel vedere i cinque amici gettarsi giù dalla finestra, persino da dove si trovava sentì il tonfo dei corpi. Poi più nulla, assoluto silenzio, ma per sicurezza restò lì. Appena sorto il sole, Jason lesse il biglietto e uscì a cercare l'amica, con tutto quello che stava succedendo non l'avrebbe lasciata sola, andò anche in paese ma di lei non c'era traccia, così ritornò nella palazzina, dalla quale provenne un grido, allora accellerò il passo per scoprire cosa stava succedendo, di notte aveva piovuto e le sue scarpe si sporcarono di fango. Dopo diversi minuti, Jason varcò la soglia e salì tutti gli scalini di corsa, facendo attenzione a quelli a cui mancava un pezzo e cercando di capire da dove veniva l'urlo di prima, invece si trovò davanti ad una porta, ma non riuscendo ad aprirla andò a cercare qualcosa per sfondarla, purtroppo trovò solo piccoli oggetti con cui provò a forzare la serratura. Riuscito nel suo intento, il ragazzo fu invaso da una puzza tremenda, ma non si vedeva molto dell'interno perchè le finestre erano coperte da pesanti tende bordeaux, sotto la suola delle scarpe sentì del bagnato e alcuni passi dopo qualcosa fece uno strano rumore, come se si fosse rotto; quando scostò i tendaggi si trovò davanti uno spettacolo indescrivibile: pezzi di un corpo umano erano sparsi su un tavolo e di sangue ce n'era ovunque. Uscì dall'appartamento pallido come un lenzuolo, le suole sporche di fango secco e sangue... la notte passata era stata la persona torturata a gridare? E i suoi amici dov'erano? Non volle nemmeno lasciare il tempo al suo cervello di elaborare dei pensieri, che prese a cercare i ragazzi dappertutto, entrò in tutti gli appartamenti finchè si sentì chiamare per nome con un filo di voce: era Melanie che gli raccontò cosa aveva visto. Nel frattempo il carnefice andò in paese e quando al minimarket si trovò davanti il gruppetto e iniziò a gridare e imprecare contro di loro, attirando l'attenzione di tutti, ciò che un tempo aveva considerato un dono, ora stava facendo impazzire quella giovane donna; lei era in grado di vedere con gli spiriti, ma quando i suoi genitori, fanatici della religione, lo scoprirono non tollerando di avere come prole una figlia del Male, così fecero di tutto per eliminare il problema alla radice, l'unico modo era ucciderla. Lei si convinse di essere un abominio e perse il lume della ragione, impazzendo poco a poco, giorno per giorno, finchè una notte uccise i suoi genitori dando fuoco all'appartamento dove abitavano. Gli assistenti sociali più volte la spedirono in una struttura per l' igiene mentale, ma poi la ritennero abbastanza capace di badare a se stessa e la lasciarono andare; tornò diverse volte nel luogo della scomparsa dei suoi, come quel fine settimana, così quando vide lì i ragazzi dentro la palazzina, nella sua realtà distorta, pensò li avesse mandati i sui genitori per ucciderla... oramai vivi e morti per lei non facevano alcuna differenza. Peccato che quelli al minimarket erano gli spiriti erranti dei cinque amici, suicidatisi per evitare di essere uccisi dal carnefice: lei, che aveva torturato Kyle fino alla morte. Certo avrebbero potuto fuggire, ma ora che raggiungevano il paese alcuni potevano essere presi e riportati indietro, poi c'era il rischio di essere catturati tutti quanti, allora impauriti che si potesse arrivare a una situazione peggiore, scelsero la via più drastica: quella del suicidio. Le anime vagabonde dei cinque amici si trovavano al minimarket perchè quello fu uno degli ultimi pensieri che ebbero prima di farla finita, infatti uno di loro scherzò dicendo che sarebbero morti a pancia vuota. Dopo essere stati al minimarket tornarono a casa perchè era comunque lì che i loro corpi giacevano, ma per via della morte un po' violenta gli amici non avevano realizzato di essere spiriti, per questo Jason non rispose alle loro chiamate e non si accorse della loro presenza nel locale delle torture. Ora gli unici sopravvissuti del gruppetto erano Jason e Melanie, che tesero una trappola alla giovane pazza, facendole credere di essere loro degli spiriti, presenze di cui lei aveva iniziato ad avere paura quando, rifiutata dai genitori, pensò di essere sbagliata. Intanto che lei era fuori gioco i due amici corsero in paese per avvisare le autorità e gli incaricati rinchiusero la giovane donna in un ospedale psichiatrico, dal quale si vociferava fosse scappata, altri dissero che si suicidò scrivendo sul muro, con il suo sangue, che avrebbe trovato sollievo solo se anche lei fosse diventata uno spirito.





Nota dell'autrice: questa OS non vuole essere per forza un horror, anzi non so nemmeno se lo sia ^^"", è semplicemente il frutto di un sogno che feci tempo fa (non credevo fosse così difficile riportare un sogno su carta XD), spero vi piaccia e grazie in anticipo a chi spenderà un po' del suo tempo leggendola. Le critiche costruttive sono sempre bene accette ^-^ se ce ne fossero di offensive saranno da me ignorate.
P.S. se ci fossero errori di battitura chiedo venia, ma mi sfuggono sempre D: però se volete potete farmeli notare in modo da rendere la lettura più scorrevole :)
   
 
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