CAPITOLO I

"Avanti Louis smettila!"
"Perché? Dai, canta con me!"
"Ma lo sai che non ne sono capace!"
"Almeno in una cosa ti batto"
"Idiota! E abbassa il volume!"
" 'CAUSE BABY YOU'RE A FIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEWORK!" ...
"LOUIS LA MACCHINA!"

Un rumore assordante e poi il buio.
Aprii gli occhi e mi sembrava come la prima volta. Era come se mi fossi addormentata per tanto, tanto tempo. Come La Bella Addormentata nel bosco, solo che a risvegliarmi non fu un principe, ma una macchina. Avevo una maschera trasparente di colore verde, poggiata sulla bocca, con un tubo attaccato che giungeva ad una specie di enorme cassa. Ero in un letto bianco, proprio come il resto della stanza. Attorno c'erano tanti volti a me sconosciuti. Avevo paura.
"Chi siete?"- riuscii a balbettare.
Una donna bionda seduta accanto alla mia barella cominciò a singhiozzare mentre le mani le tremavano e si faceva consolare da un uomo sulla quarantina, alto e moro. Un altro signore con indosso un camice bianco si avvicinò lentamente a me con fare rassicurante. Ma che avevo detto di male?
"Eleanor stai calma ora, va bene?"- mi disse il tizio guardandomi negli occhi. Ricambiai lo sguardo ma di certo non riuscii a tranquillizzarmi.
"Chi è questa Eleanor?"
"Sei tu."
Non riuscivo a capire nulla di ciò che stava accadendo. Era come se fossi nata lì, in quella stanza, in quel momento. Non avevo nessun ricordo e di certo non mi sforzavo, anche perché non sapevo cosa avrei dovuto ricordare.
"I-io?"
"Si"
"M-ma... e loro chi sono?"- chiesi indicando i due individui che mi ritrovavo affianco.
"Sono.. i tuoi genitori."- rispose facendomi un mezzo sorriso.
Non sapevo che pensare, né che dire. L'unica cosa che avrei voluto era quella di sapere cosa fosse successo prima di ritrovarmi in quella stanza. La mia "mamma" ed il mio "papà" mi guardavano rattristati, avrei giurato che nei loro occhi ci fosse un pizzico di delusione. Gli sorrisi a mala pena, giusto per consolarli. L'uomo in camice gli fece cenno col capo di andarsene ed io rimasi sola con lui.
"Ciao, Eleanor. Io sono il Dottor Hartmann, sono uno psicologo e..."
"Sono diventata pazza?"- chiesi visibilmente preoccupata.
Si mise a ridere leggermente scuotendo di poco la testa.
"No, no... Sono qui perché sto seguendo il tuo caso. "
"Il mio c-caso?"- balbettai.
"Hai avuto un incidente..."
"Com'è successo?"
"Sei pronta a sapere la verità?"
Quella faccenda puzzava tanto di Dottor House e Grey's Anatomy.
"Si"
"Hai perso la memoria e... non solo" disse guardando lungo il lettino.
Subito il mio pensiero corse alle gambe che però non rispondevano ai miei comandi. Non si muovevano. Feci uno sforzo disumano cercando di alzare una gamba o magari muovere leggermente le dita dei piedi, ma non ci riuscivo. Ero spaventata. Guardai il dottore con il terrore dipinto negli occhi e le lacrime che scendevano giù bagnando il lenzuolo che io stringevo fortemente.
"No. Piccola Eleanor non piangere "- disse abbracciandomi. Forse quello di cui avevo bisogno non era una terapia. Ma un abbraccio.
"Chi sono? Dove sono?"
"Eleanor calmati, risponderò ad ogni tua domanda... o lo farà il telgiornale"
Mi fece ridere. Mi soffiai il naso e mi asciugai gli occhi.
"Cosa mi sta succedendo?"-chiesi tentando di non piangere ma non ce la feci.
Il dott. Hartmann mi prese di nuovo a cullare fra le sue braccia.
Dopo qualche minuto passato a piangere mi calmai.
"Eleanor... vuoi sapere la tua storia?"
"Secondo te?"
"Giusto, domanda sciocca!"
Si alzò e prese a camminare per la stanza arrivando ad un mobile. Aprì il cassetto e fra i vari fogli prese una cartella.
"Qui dentro c'è la tua storia. Quando sei nata, dove sei cresciuta, come si chiamano i tuoi genitori, c'è tutto."
"Sì, ma... le mie gambe... perché non si muovono? E' qualcosa di momentaneo... vero?" chiesi speranzosa.
Si sedette sul lettino ed incominciò a parlare con molta calma e discrezione. Assunse un'aria alquanto severa che mi spaventò molto.
"Eleanor... questo dipenderà soltanto da te. Potrai camminare in futuro o forse... mai più. E' qualcosa di psicologico. Prima però devo farti vedere una persona. L'ospedale di certo non me lo permetterebbe ma faremo una piccola eccezione alle regole. E' giusto così."
Si alzò, aprì la porta è uscì. Ritornò nella stanza accompagnata da un ragazzo alto, castano con due occhioni azzurri. Era felice non sapevo per cosa, ma dal suo sguardo si percepiva amarezza, malinconia e... colpa.
"Eleanor, questo è Louis."
"Ciao" gli sorrisi debolemente.
Dai suoi occhi si capiva che voleva dirmi tante cose, c'era una tempesta di storie, frasi, parole... Ma quello che ne uscì dalle sue labbra sottili fu solo un'infima parte.
"Scusa."
Stava per piangere.

***

Nel prossimo capitolo:
"Le persone a volte si lamentano perché hanno dei brutti i ricordi. Io pagherei anch per riavere quelli."

Holaaaaaa (?) questa è una FF su Louis <3 _______ <3 Mon amour! AHAHAH se siete Larry Shipper non vi consiglio di leggerla perché questa storia andrebbe contro ciò che pensate. Io ovviamente rispetto le opinioni di tutti, non vi preoccupate. Se la volte leggere però siete liberissime di farlo. Parlando proprio della storia... non sarà molto lunga anzi, massimo massimo una dozzina di capitoli su e giù o anche meno. Grazie in anticipo a chi legge e recensisce<3 Grazie a tutti.
La vostra imbranata autrice:
Liabele_swag1D