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Autore: blackswam    19/04/2014    7 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Dopo il mare c'è una tempesta.


L'aria era calma e creava un senso di tranquillità.
La luce del sole che penetrava dalle finestre era lieve e opaca lasciando un senso di oscurità nella casa. Il tutto era abbastanza silenzioso, tutto si muoveva lento e conciso sempre con lo stesso meccanismo.
La bionda si sentiva estranea in quella casa così ambigua, soltanto la presenza del maggiordomo riusciva a tranquillizzarla.
- Ludmilla Ferro.
Il maggiordomo, che era rimasto ad aspettarla per tutta la giornata, le fa un lieve inchino annunciandole che il padrone l'aspettava in camera sua. Quest'ultimo la invita a seguirlo facendo intuire che sarebbe stato stesso lui ad accompagnarla.
La casa era arredata con mobili e quadri molto antichi. Sembrava di essere in uno di quei musei e lei era la turista. Ovviamente il qui presente maggiordomo per interrompere il fastidioso silenzio che si era creato preso a parlare di ogni singolo dipinto o arredamento come se ne fosse un esperto. Ludmilla lo lasciò fare vedendo quanto tenacia e quanta passione aveva nel raccontare.
Arrivati dinnanzi alla porta del ragazzo Ludmilla ringrazia il maggiordomo per averla accompagnata con le sue incantevoli parole e con un sospiro trattenuto bussa alla porta con un lieve tocco.
- Avanti.
La bionda afferra la maniglia della porta lasciandosi ad un ultimo sospiro. Nella sua mente cerca di rimanere calma e di recitare sempre la stessa parte. Come da copione.
- Permesso. Spero di non averti fatto aspettare a lungo.
Il moro era seduto comodamente sulla sedia vicino al comodino. Portava un paio di occhiali, leggeri fatti appositamente per leggere, i capelli era corti, ma scombinati segno che si era appena svegliato.
Era assorto in una lunga e colma lettura, ma con la mente era rivolta alla ragazza che era appena entrate nella stanza.
- Ludmilla Ferro.... quanto tempo.
Ludmilla era infastidita dal comportamento del ragazzo. Erano amici di vecchia data si meritava più attenzione rispetto a quella che stava ricevendo. Indifferenza e menefreghismo.
La bionda, però, cerca di essere naturale e di non far trapelare nulla. Sfodera il sorriso più falso che ci sia in questo mondo assecondando il ragazzo.
- Eh già... ti vedo cresciuto.
Finalmente il moro lascia perdere il libro, tenendo il segno con l'indice e offre la sua visuale alla bionda.
- Basta con queste sciocchezze. Tu non vieni mai qui per nulla, cosa vuoi sapere di preciso Ferro?
Ludmilla sorride malefica riconoscendo in quell'uomo il suo amico.
Ci mancava poco che stava per perdere le speranze, abbandonandosi all'idea che non fosse il suo migliore amico, ma un semplice fantoccio al quale hanno rubato tutte le emozioni.
- La stessa lingua tagliente vedo. Però hai ragione sono qui per parlarti di una faccenda molto importante.
- Senti non mi interessa se hai litigato con il tuo fidanzatino e non coinvolgermi più in cose del genere.
Alla diretta interessata non poteva non scappare una rumorosa risata intuendo a cosa si riferiva il moro. In parole povere, un tempo aveva litigato con Diego e per farlo ingelosire aveva usato Leon come cavia. Non era esattamente un bel ricordo, tecnicamente per lui, ma per la bionda era stato il momento più importante e divertente della sua intera vita.
- Tranquillo, niente del genere. Voglio parlarti di Violetta.
Il viso del moro, che era rimasta impassibile e freddo per tutto il tempo, aveva cambiato espressione. Era spaventato e agitato.
Cosa che alla bionda non ero sfuggito affatto.
- Leon per l'amore del cielo che cosa è successo quella notte? Perché siete così misteriosi?
- Ludmilla credo che sia il momento che tu te ne vada.
La bionda cominciava a spanzientirsi. Perché tutti questi segreti? Erano amici, no? Perché non poteva confidarsi con lei.
- Leon sono la tua migliore amica. Mi preoccupo per te e questo tu lo sei, ma così non mi aiuti.
Sospira lentamente cercando di alleviare il male alla gola senza successo.
- Puoi fidarti di me.
Tutto si era fatto silenzioso. Un senso di tensione fluiva liberamente nell'aria rendendo la ragazza ancora più nervosa.
- Non voglio essere giudicato da te. Proprio tu che sei la mia amica più cara.
Ludmilla non ci capiva più nulla. La sua fragile mente non riusciva ad assimilare tutte quelle informazioni. Si scompiglia i capelli biondi sedendosi sul letto esasperata.
- Voi mi farete diventare matta. Perchè te ne esci con questa frase adesso? Cosa avresti mai fatto da farle nascere dell'odio nei tuoi confronti? E tu lo sai io sono sempre dalla tua parte.
- Tu non puoi capire questa faccenda e molto complicata. Nulla può tornare come era prima!
Il tono della ragazzo era elevato quasi da mettere paura, ma Ludmilla Ferro non si lasciava intimorire facilmente.
Tu urli, io ti spracasso quei pochi timpani che ti ritrovi caro mio. - Perchè sei così testardo. Tutto può essere aggiustato basta che tu lo voglio, ma la tua testa di coccio non lo vuole capire!
Entrambi avevano perso le staffe. Nella intera casa si sentivano distintamente le loro voci che facevano eco alla casa, mentre fuori la pioggia faceva da cornice all'atmosfera.
- Sei tu che non capisci, non posso essere perdonato.
- Perché? Che cosa le hai fatto?
- L'ho violentata, ecco...


****





Il mattino non era mai stato così faticoso come quest'oggi. La sveglia suonava con intermitenza ricordandole che doveva andare a lavoro e svegliare il bambino che doveva andare a scuola. Violetta ancora insonnolita scaglia la sveglia letteralmente in faccia al muro, unendosi alle altre nove sveglie già atterra da settimane, si alza di malvoglia dal letto aggiustandosi con le mani l'enorme ciuffo che si era creato nel suo viso.
Violetta al risveglio solitamente non era mai tranquilla.
Prima doveva passare circa venti minuti, darle il tempo di focalizzare la situazione, il momento, e la stanza dove si trovava.
Il piccolo Manuel lo sapeva bene, solitamente dopo aver svegliato la cara mamma se l'era svignata in bagno aspettando esattamente venti minuti.
- Manuel la colazione è pronta.
Il bambino tutto contento abbraccia forte la mamma e poi lascia la sua attenzione alla colazione appena preparata.
Violetta si siede comodamente accanto al bambino, ma il suono del campanello la desta nel suoi piani.
Stizzita, ma nascondendolo molto bene, apre la porta cercando di essere il più educata possibile, ma...
- Eh tu che cosa ci fai qui?



****





- Marco ti ricordi il nostro primo incontro?
I due neo innamorati erano comodamente sdraiati sul divano, o per meglio dire Francesca era sdraiata sul petto di Marco che le accarezzava le mani con se volesse sentire il loro calore, la loro presenza. Le intreccia e se le porta sul suo cuore.
- Il momento più importante della mia vita.
Francesca volta lo sguardo verso di lui e lo bacia. Delicato quasi impacciato. Con il tempo il bacio divento sempre più passionale quasi possessivo.
- Marco vorresti mai un figlio da me?
Marco sorride e prendendola per la nuca le bacia sulle labbra ormai rosse per i troppo morsi.
- Mi piacerebbe l'idea di un marmocchio girozolante per la casa.
- Si, ma quel marmocchio sarebbe tuo figlio. Con i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo viso, il tuo cognome.
Ogni singola parole un bacio. Sugli occhi, sul naso, sulla guancia, sull'altra guancia, sul mento.
- Magari una femmina. Con i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo viso, e il tuo caratterino insterico e da ragazzina.
Francesca si stacca tra le braccia del suo ex fidanzato perchè tra non molto aveva le ore contate.
- Certo che sei bravo a rovinare le atmosfere romantiche. Brutto cafone.
- Ti ho mai detto che sei bella quando di arrabbi.
- Non me ne importa.
Marco sorride perchè sapeva che l'avrebbe perdonato. Come sempre del resto. Il loro rapporto era isolito e così sarebbe stato per sempre. Litigavano, di continuo e spesso era principalmente per colpa sua, ma non potevano fare almeno l'uno dell'l'altro. Erano l'ossigeno, l'acqua, il cibo separati non potevano soppravivere.
- Ti amo.
Francesca interrompe il suo monologo di insulti guardando il viso serio del suo fidanzato.
- Anch'io. E questo non potrà mai cambiare.




Nota autrice: Scusate per l'enorme ritardo, ma per alcuni problemi non ho potuto aggiornare lasciando il fatto che il mio computer è da buttare.
Bhè in questo capitolo c'è stata una vera è proprio svolta. Come avete ben notato la storia non è ambientata come nella serie. Quindi Violetta e Ludmilla nemiche e così via... quindi aspettatevi di tutto.
Finalmente si è scoperto il segreto di Leon, ma come saranno andate veramente le cose? Mi spiace, ma voglio lasciarvi con il fiato sospeso.
Chi avrà mai bussato alla porta della cara Violetta?
Momento romantico FrancescaxMarco tutto per voi.<3
Tutto nella prossima puntata, no okay, alla prossima. Ah, BUONA PASQUA!!
  
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