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Autore: Nemia    15/07/2008    26 recensioni
[...]Si mise a bere la cioccolata con impazienza, soffiando perché scottava davvero.
Poi portò la tazza vuota alla signorina dietro al bancone, pagando e facendo per uscire.
Gli venne incontro Matt, con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
Lo guardò interrogativo.
Poi sentì le gambe pesanti e la vista si appannò mentre cadeva addormentato tra le braccia di Matt.
[...] Mello aprì gli occhi, con fatica.
Dannazione... ricordava semplicemente di essersi addormentato ed essere caduto come una pera cotta tra le braccia di Matt.
[...]Mosse le mani, per strofinarsi gli occhi.
Sorpreso, si rese conto di non poterlo fare. [...]

Una gita al mare..
Attenzione: linguaggio colorito, tematiche delicate, violenza, lemon yaoi, AU, OOC
MxM, MxN, LxLight.
Genere: Dark, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Matt, Mello, Near | Coppie: L/Light, Matt/Mello, Mello/Near
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Ho alzato il rating, come detto per mail a quelli che avevano messo la fic tra i preferiti..spero sia arrivata a tutti :)
Questo chap è un po’ tanto triste :(

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il sangue colava lungo la lama, gocciolandogli sul pantalone.

Ma quello era niente a confronto 
Una lacrima si decise a scendere, infine.
Solcò la guancia, cadendo sul suo polso. Diluendo il sangue. Creando una chiazza opaca.

Singhiozzò.
L’immagine dei tagli sulla pelle di Mello stampata a fuoco nella mente. Il ricordo della sua faccia terrorizzata, delle sue grida che lui aveva soffocato, del suo viso contratto nel dolore, spingevano la forbice a fondo.
 
 
 
 
 
I don't wanna sleep, I don't wanna dream
'Cause my dreams don't comfort me
The way you make me feel 

 
 
 
Mello..
Un’altra lacrima colò lungo il viso, perdendosi nella maglia.
  
 
Le labbra di Near sulle sue, il suo respiro affettato, le loro lingue che si cercavano.
Gemiti e mugulii avevano invaso la stanza.
Near gli s’era seduto a cavalcioni addosso, lo toccava, lo baciava, aggrappato con le mani alle sue spalle.
Le sue dita gli avevano abbassato gli slip.
Erano gelide contro la sua carne pulsante.
Inarcò la schiena, i capelli sparsi sulle lenzuola.
Socchiuse gli occhi. Near era rosso in faccia, imbarazzato e eccitato, la testa china sul suo petto, la bocca chiusa su un suo capezzolo.
Sì, cazzo.



Gemette.
Sì, cazzo, tutto ciò era piacevole.
Però non abbastanza.

Non abbastanza da fargli dimenticare quei brividi.

E poi il pensiero di Comatose, del testo di quella canzone, del fatto che fosse la preferita di Matt..
Cos’era, un avvertimento?
Guardò ancora Near.
Si sentiva uno schifo, in quel momento. Lui stava pensando ad altro mentre..
Ma non poteva farci nulla.

Allontanò le dita del ragazzino da sé, imbarazzato a sua volta. Si mise a sedere, sistemandosi gli slip.
Un comportamento da vero stronzo.

In fondo Near era stato l’unico ad essergli rimasto vicino, tutto quel tempo, nonostante il suo odio, nonostante il suo comportamento, nonostante i suoi scatti.
E lui lo stava piantando lì come un deficiente per correre da quello che lo aveva a suo tempo stuprato perché aveva un pessimo presentimento. Non c’erano dubbi.

Era proprio uno stronzo.

_ Scusami _ si limitò a dire, alzandosi dal letto, scostando Near nel modo più gentile che gli riuscì.
Cercò i pantaloni e la maglia, rivestendosi in fretta, correndo verso la porta col cuore in gola.
Sentiva il cuore sempre più pesante, man mano che si allontanava dal letto.
_ Perché..? _ la voce di Near lo raggiunse mentre apriva la porta. Deglutì.

Quel tono..
Fosse stato in un altro momento, un’altra situazione avrebbe goduto di quel tono. Ma ora riusciva solo a sentirsi un verme.
Uscì, senza rispondergli, non guardando la faccia di Near contratta nel pianto.
 
..aveva capito.
 
Corse fino alla stanza di Lisa e della ragazza di Harvey, quello che doveva essere il compagno di stanza di Matt. O almeno, lo sperava. Era uno dei suoi pochi amici..
E uno dei pochi che lui conosceva.
Bussò, aprendo subito dopo, guardando ansimante all’interno.
Lisa era nel letto mezza nuda e si coprì immediatamente con il lenzuolo, inveendogli contro.
Mello sentì l’istinto fortissimo di chetarla con un pugno, ma cercò di contenersi.
_ Sai in che stanza sta Matt? _

Dal bagno provenivano delle risate. Riconobbe la voce di Harvey.
Andò ad aprire, senza chiedere il permesso, e trovò lui e la ragazza avvinghiati sul pavimento.

_ Dov’è la stanza di Matt? _
La ragazza sbuffò, mentre scendeva dalle ginocchia di Harvey.
_ Emh.. al piano di sotto, la terza stanza. Perché, scusa? _

Mello non gli rispose neanche, andandosene in fretta.
_ Era piuttosto giù oggi! _ quella frase gridata da Harvey mentre sbatteva la porta non fece altro che preoccuparlo ancora di più.
Percorse il corridoio, scendendo di corsa le scale. E se fosse arrivato troppo tardi?
. . .
tardi per cosa poi?!

Arrivò al piano terra. Contò le stanze, febbrilmente.
La terza..
dal fondo?
Fa che sia dal fondo, mondoboia.
Spalancò la porta, e quando vide quella testa rossa che conosceva tanto bene sospirò di sollievo.
Chissà cosa s’era aspettato..

Matt si voltò sorpreso verso di lui.
Mello fissò le sue braccia appoggiate sulle ginocchia.
Erano sporche di sangue.
Sangue.
In mano il ragazzo stringeva delle forbicine.

Boccheggiò.
Lui..lui cosa..? COSA STAVA FACENDO?!

Matt aveva spalancato gli occhi. Non si aspettava che Mello piombasse lì.. e..

Il biondo si chiuse la porta alle spalle con fracasso, facendo sussultare l’amico. La chiave girò sinistra nella serratura

_ E’ così..? Vuoi che ti faccia male? VUOI CHE SIA IO A FARTELO?!! _ Mello gli piombò addosso, senza dargli neanche il tempo di aprir bocca. Gli bruciavano gli occhi.
Perché proprio in quel momento dovevano assillarlo le lacrime?

Perché proprio davanti a Mello?!
Il più piccolo lo afferrò per la maglia, trascinandolo sul pavimento. Matt emise un gemito, mentre batteva la testa.

La forbicina gli si conficcò nella mano. Strinse gli occhi.

Mello si mise ginocchioni su di lui, guardandogli le braccia.

Erano segnate. Marchiate con i suoi stessi tagli, con le stesse ferite.
..perché Matt aveva fatto una cosa tanto stupida?
Era davvero così devastato da quello che aveva fatto...?

_ Accetto, stronzo _ ringhiò Mello, stringendo il collo della sua maglia nera con entrambe le mani. _ Accetto la tua fottutissima proposta _

Il cuore batteva ad una velocità assordante nel suo petto, mentre stracciava la stoffa scura. Matt rimase in silenzio, sotto di lui.
Era quello che aveva chiesto, no?
Mello gli aveva sganciato la cintura, tirandola via con degli strattoni. Si era sollevato sulle ginocchia.

Allungandosi su di lui. Legandogli i polsi sanguinanti. Stringendo la cintura fino a fargli male.
Arrotolando un’estremità attorno alla propria mano, mentre scagliava la forbicina contro il muro, senza alcuna attenzione.
Mello gli sfilò il pantalone del pigiama, buttandolo lì accanto insieme alla maglietta stracciata .

_ Fanculo Matt _ sibilò mentre si levava la maglia. _ Fanculo _

Aveva gli occhi dilatati, omicidi. Matt rabbrividì, chiudendo gli occhi. Rivedeva le scene di quel giorno, Mello che piangeva, lui con quella faccia da deficiente e..

Sussultò quando Mello lo morse. Mordeva il suo braccio, dove la lama aveva scavato, dove il sangue ancora sgorgava.
Voltò la testa, gemendo.

_ Ti odio. Dannazione, non hai idea di quanto ti odi, stronzo! _ sbottò Mello, mordendolo ancora. 

Si lasciò scappare un singhiozzo.
Se lo meritava. Se lo meritava..
Singhiozzò ancora, facendo arrabbiare ancora di più Mello. La rabbia gli stava facendo vedere rosso.
 
Il fatto che Matt s’era ridotto a farsi male e a compiere gesti inconsulti, non lo rendeva felice.
Lo  faceva incazzare.
E non indagò sul motivo.
 
Si levò i pantaloni, gli slip, mandandoli a formare un mucchio con i vestiti di Matt.

Matt sussultò.

Piangeva?
Bene.
Meglio.

Si allontanò da lui, aprendogli le gambe. Si mise di nuovo ginocchioni davanti a lui, allungandosi sul suo corpo.
Gli afferrò il mento, voltando verso di sé il viso che teneva girato di lato. Sì, piangeva.

_ Che cazzo piangi, mh? _ la sua voce s’era fatta roca, metallica.

Matt non rispose, facendo per coprirsi la faccia con le mani. Mello strinse la cinghia con un grugnito, avvertendo sulle dita il sangue del ragazzo che scivolava viscido lungo la cintura, fino a lui.
Il più grande si inarcò, senza fiatare. Torcendosi in un’espressione sofferente.

_ Cos’hai da piangere, tu? Tu, bastardo traditore..! _ il biondo si sentiva soffocare dal rancore. Non provava pietà in quel momento, non provava dolore. Solo una grande rabbia.
Si sputò su una mano.

E scese tra le sue gambe. Matt rabbrividiva, nonostante tutto.

Mello studiò il suo viso mentre lo penetrava con due dita. Il ragazzo pianse, gemendo. Alzando la testa verso di lui, per cercare le sue labbra.
Il più piccolo gli tappò la bocca con la mano libera, allontanandosi un po’.

Le lacrime di Matt che morivano nelle sue dita.

Mosse le dita dentro di lui, guardandolo contorcersi. Matt cercava di non piangere. Cercava di sorridergli?

Leccò il sangue che era rimasto sulle dita che avevano stretto la cinghia. Quel sapore metallico..
Poi si toccò, scostando lo sguardo dall’amico. Quella situazione non lo eccitava.

Adesso che la rabbia scemava, cominciava ad avvertire un peso sul petto.
Gli entrò dentro, spingendo. Matt singhiozzò, cercando ancora la sua  bocca.

Lui aveva cercato a suo tempo la bocca di Matt per un conforto. Per non pensare.

Matt doveva riflettere su quello. Non poteva permettergli di distogliere l’attenzione, di distrarsi.
Doveva ricordare ogni singolo momento, quel dolore, quelle ferite, come lui non aveva ancora dimenticato quelle che gli aveva fatto lui.
Gli morse ancora il braccio, succhiando il sangue. Strinse la cintola un altro po’, tappandogli ancora una volta la bocca con una mano.

Matt ansimava contro la sua pelle, singhiozzava.
Ed era pallidissimo.
Non si divincolava..
 
Mello spinse più forte.
Matt stringeva i denti. Le labbra bianche.

Il più piccolo cominciò ad ansimare. Quel movimento, dentro di Matt, nonostante tutto, lo stava facendo venire.
Conficcò le dita nelle spalle dell’amico, mentre sentiva vicino l’orgasmo.
Pianse.

Strinse le labbra e pianse, lasciando che le lacrime si mischiassero al sudore, sul petto di Matt.

_ Mello..? _
_ Sta’ zitto _

Mello si ritrovò a tremare, venendo, tra il dolore e il piacere.

Si strinse a Matt, singhiozzando. Ora, che la rabbia e quello stupido rancore l’avevano lasciato, avvertiva solo un senso di soffocamento.
Matt alzò le braccia, passandole unite com’erano dietro le spalle di Mello, pigiandoselo addosso.

_ Scusami. Mi dispiace.. _ bisbigliò il rosso, piangendo a sua volta. Le sue lacrime bagnarono le guance del più piccolo. _ Non volevo causarti questo.. non volevo.. farti star male _

Tremava come una foglia, continuava a sanguinare e aveva il coraggio di preoccuparsi per lui?! Mello lo morse.

_ Fanculo, Matt! Ti ho fatto questo e ancora mi chiedi scusa..? _ singhiozzò un’altra volta, sprofondando la faccia nel suo collo. Uscì da lui, lasciandosi andare a peso morto sul suo corpo.
_ Ti amo _

Mello pianse ancora più forte. Per tutti e due.
 
 
 
 
“You take the pain I feel”
 
 
 
Near s’era infilato sotto le lenzuola, in fondo al letto. Per nascondere la sua vergogna e il suo pianto stupido al resto del mondo.
Mello giocava con lui?
L’aveva piantato lì senza pensarci due volte, era scappato da Matt ancora una volta. E lui era il solito scemo che rimaneva fregato.
“Questo è il mio marchio, Near”
Certo.
Singhiozzò contro i polsini della camicia, ricordandosi quel momento, ricordandosi di come s’era sentito bene quando Mello gli aveva detto che lo amava, quando lo abbracciava in quel suo modo soffocante.
 
Ma forse era solo andato da Roger, e sarebbe tornato da lui a chiedergli scusa e stringerlo di nuovo.
O forse era solo andato a chiudere ogni rapporto con Matt.
 
Ma si rendeva perfettamente conto di quanto fosse idiota ed egoista quella speranza.
Abbracciò stretto il coniglio bianco di peluche, piangendo.

Mi scusi Mel, m’ero quasi dimenticata di ringraziarla .____. ..ma non l’avevo fatto 2 chap fa? OO vabbè, rimedio ora!! Grazie mille per avermi fatto conoscere sta bellissima canzone ç__ç Questo è il penultimo capitolo in cui compare Comatose, tra l’altro +cerchietti in un angolo+ uffi..mi ci stavo affezionando ç_ç

Ora vedrete chi ha azzeccato nell’interpretazione della vignetta/chi no <3

Elly, ti nomino mia interprete OwwwwO sei una genia!! >u<

Ho alzato il rating, come detto per mail a quelli che avevano messo la fic tra i preferiti..spero sia arrivata a tutti çç

Questo chap è un po’ tanto triste TT nn me la sento di rispondere alle vostre recensioni, scusate .___. E nn ho potuto mettere neanche di L e Stefano ç___ç uffaaa ma te guarda sti due rompiscatole qnt mi fan preoccupa’ >___> (ehi! NdMatt&Mello)

Buona lettura e.. non morite prima della fine, mi raccomando!! XD

PS: al Lucca Comics bisogna fare una mega riunione, ragazzi u___u un enorme gruppone di Death Note!! X333

Vado, vado

kissu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sangue colava lungo la lama, gocciolandogli sul pantalone.

La forbicina non tagliava bene. Doveva passare più volte sullo stesso taglio per renderlo effettivo.

Ma quello era niente

Una lacrima si decise a scendere, infine.

Solcò la guancia, cadendo sul suo polso. Diluendo il sangue. Creando una chiazza opaca.

Singhiozzò.

L’immagine dei tagli sulla pelle di Mello stampata a fuoco nella mente. Il ricordo della sua faccia terrorizzata, delle sue grida che lui aveva soffocato, del suo viso contratto nel dolore, spingevano la forbice a fondo.

 

 

 

 

 

I don't wanna sleep, I don't wanna dream
'Cause my dreams don't comfort me
The way you make me feel 

 

 

 

 

Mello..

Un’altra lacrima colò lungo il viso, perdendosi nella maglia.

 

 

 

Le labbra di Near sulle sue, il suo respiro affettato, le loro lingue che si cercavano.

Gemiti e mugulii avevano invaso la stanza.

Near gli s’era seduto a cavalcioni addosso, lo toccava, lo baciava, aggrappato con le mani alle sue spalle.

Le sue dita gli avevano abbassato gli slip.

Erano gelide contro la sua carne pulsante.

Inarcò la schiena, i capelli sparsi sulle lenzuola.

Socchiuse gli occhi. Near era rosso in faccia, imbarazzato e eccitato, la testa china sul suo petto, la bocca chiusa su un suo capezzolo.

Sì, cazzo.

..

Gemette.

Sì, cazzo, tutto ciò era piacevole.

Però non abbastanza.

Non abbastanza da fargli dimenticare quei brividi.

E poi il pensiero di Comatose, del testo di quella canzone, del fatto che fosse la preferita di Matt..

Cos’era, un avvertimento?

Guardò ancora Near.

Si sentiva uno schifo, in quel momento. Lui stava pensando ad altro mentre..

Ma non poteva farci nulla.

Allontanò le dita del ragazzino da sé, imbarazzato a sua volta. Si mise a sedere, sistemandosi gli slip.

Un comportamento da vero stronzo.

In fondo Near era stato l’unico ad essergli rimasto vicino, tutto quel tempo, nonostante il suo odio, nonostante il suo comportamento, nonostante i suoi scatti.

E lui lo stava piantando lì come un deficiente per correre da quello che lo aveva a suo tempo stuprato perché aveva un pessimo presentimento. Non c’erano dubbi.

Era proprio uno stronzo.

_ Scusami _ si limitò a dire, alzandosi dal letto, scostando Near nel modo più gentile che gli riuscì.

Cercò i pantaloni e la maglia, rivestendosi in fretta, correndo verso la porta col cuore in gola.

Sentiva il cuore sempre più pesante, man mano che si allontanava dal letto.

_ Perché..? _ la voce di Near lo raggiunse mentre apriva la porta. Deglutì.

Quel tono..

Fosse stato in un altro momento, un’altra situazione avrebbe goduto di quel tono. Ma ora riusciva solo a sentirsi un verme.

Uscì, senza rispondergli, non guardando la faccia di Near contratta nel pianto.

 

..aveva capito.

 

Corse fino alla stanza di Lisa e della ragazza di Harvey, quello che doveva essere il compagno di stanza di Matt. O almeno, lo sperava. Era uno dei suoi pochi amici..

E uno dei pochi che lui conosceva.

Bussò, aprendo subito dopo, guardando ansimante all’interno.

Lisa era nel letto mezza nuda e si coprì immediatamente con il lenzuolo, inveendogli contro.

Mello sentì l’istinto fortissimo di chetarla con un pugno, ma cercò di contenersi.

_ Sai in che stanza sta Matt? _

Dal bagno provenivano delle risate. Riconobbe la voce di Harvey.

Andò ad aprire, senza chiedere il permesso, e trovò lui e la ragazza avvinghiati sul pavimento.

_ Dov’è la stanza di Matt? _

La ragazza sbuffò, mentre scendeva dalle ginocchia di Harvey.

_ Emh.. al piano di sotto, la terza stanza. Perché, scusa? _

Mello non gli rispose neanche, andandosene in fretta.

_ Era piuttosto giù oggi! _ quella frase gridata da Harvey mentre sbatteva la porta non fece altro che preoccuparlo ancora di più.

Percorse il corridoio, scendendo di corsa le scale. E se fosse arrivato troppo tardi?

. . .

tardi per cosa poi?!

Arrivò al piano terra. Contò le stanze, febbrilmente.

La terza..

dal fondo?

Fa che sia dal fondo, mondoboia.

Spalancò la porta, e quando vide quella testa rossa che conosceva tanto bene sospirò di sollievo.

Chissà cosa s’era aspettato..

Matt si voltò sorpreso verso di lui.

Mello fissò le sue braccia appoggiate sulle ginocchia.

Erano sporche di sangue.

Sangue.

In mano il ragazzo stringeva delle forbicine, quelle usate per tagliare le unghie.

Boccheggiò.

Lui..lui cosa..? COSA STAVA FACENDO?!

Matt aveva spalancato gli occhi. Non si aspettava che Mello piombasse lì.. e..

Il biondo si chiuse la porta alle spalle con fracasso, facendo sussultare l’amico. La chiave girò sinistra nella serratura

_ E’ così..? Vuoi che ti faccia male? VUOI CHE SIA IO A FARTELO?!! _ Mello gli piombò addosso, senza dargli neanche il tempo di aprir bocca. Gli bruciavano gli occhi.

Perché proprio in quel momento dovevano assillarlo le lacrime?

Perché proprio davanti a Mello?!

Il più piccolo lo afferrò per la maglia, trascinandolo sul pavimento. Matt emise un gemito, mentre batteva la testa.

La forbicina gli si conficcò nella mano. Strinse gli occhi.

Mello si mise ginocchioni su di lui, guardandogli le braccia.

Erano segnate. Marchiate con i suoi stessi tagli, con le stesse ferite.

..perché Matt aveva fatto una cosa tanto stupida?

Era davvero così dispiaciuto…..?

_ Accetto, stronzo _ ringhiò Mello, stringendo il collo della sua maglia nera con entrambe le mani. _ Accetto la tua fottutissima proposta _

Il cuore batteva ad una velocità assordante nel suo petto, mentre stracciava la stoffa scura. Matt rimase in silenzio, sotto di lui.

Era quello che aveva chiesto, no?

Mello gli aveva sganciato la cintura, tirandola via con degli strattoni. Si era sollevato sulle ginocchia.

Allungandosi su di lui. Legandogli i polsi sanguinanti. Stringendo la cintura fino a fargli male. Arrotolando un’estremità attorno alla propria mano, mentre strappava la forbicina dalla sua carne e la scagliava contro il muro, senza alcuna attenzione.

Mello gli sfilò il pantalone del pigiama, buttandolo lì accanto insieme alla maglietta stracciata .

_ Fanculo Matt _ sibilò mentre si levava la maglia. _ Fanculo _

Aveva gli occhi dilatati, omicidi. Matt rabbrividì, chiudendo gli occhi. Rivedeva le scene di quel giorno, Mello che piangeva, lui con quella faccia da deficiente e..

Sussultò quando Mello lo morse. Mordeva il suo braccio, dove la lama aveva scavato, dove il sangue ancora sgorgava.

Voltò la testa, gemendo.

_ Ti odio. Dannazione, non hai idea di quanto ti odi, stronzo! _ sbottò Mello, mordendolo ancora. Stava allargando le ferite..?

Si lasciò scappare un singhiozzo.

Se lo meritava. Se lo meritava..

Singhiozzò ancora, facendo arrabbiare ancora di più Mello. La rabbia gli stava facendo vedere rosso.

 

Il fatto che Matt s’era ridotto a farsi male e a compiere gesti inconsulti, non lo rendeva felice.

Lo  faceva incazzare.

E non indagò sul motivo.

 

Si levò i pantaloni, gli slip, mandandoli a formare un mucchio con i vestiti di Matt.

Matt sussultò.

Piangeva?

Bene.

Meglio.

Si allontanò da lui, aprendogli le gambe. Si mise di nuovo ginocchioni davanti a lui, allungandosi sul suo corpo.

Gli afferrò il mento, voltando verso di sé il viso che teneva girato di lato. Sì, piangeva.

_ Che cazzo piangi, mh? _ la sua voce s’era fatta roca, metallica.

Matt non rispose, facendo per coprirsi la faccia con le mani. Mello strinse la cinghia con un grugnito, avvertendo sulle dita il sangue del ragazzo che scivolava viscido lungo la cintura, fino a lui.

Il più grande si inarcò, senza fiatare. Torcendosi in un’espressione sofferente.

_ Cos’hai da piangere, tu? Tu, bastardo traditore..! _ il biondo si sentiva soffocare dal rancore. Non provava pietà in quel momento, non provava dolore. Solo una grande rabbia.

Si sputò su una mano.

E scese tra le sue gambe. Matt rabbrividiva, nonostante tutto.

Mello studiò il suo viso mentre lo penetrava con due dita. Il ragazzo pianse, gemendo. Alzando la testa verso di lui, per cercare le sue labbra.

Il più piccolo gli tappò la bocca con la mano libera, allontanandosi un po’.

Le lacrime di Matt che morivano nelle sue dita.

Mosse le dita dentro di lui, guardandolo contorcersi. Matt cercava di non piangere. Cercava di sorridergli?

Leccò il sangue che era rimasto sulle dita che avevano stretto la cinghia. Quel sapore metallico..

Poi si toccò, scostando lo sguardo dall’amico. Quella situazione non lo eccitava.

Adesso che la rabbia scemava, cominciava ad avvertire un peso sul petto.

Gli entrò dentro, spingendo. Matt singhiozzò, cercando ancora la sua  bocca.

Lui aveva cercato a suo tempo la bocca di Matt per un conforto. Per non pensare.

Matt doveva riflettere su quello. Non poteva permettergli di distogliere l’attenzione, di distrarsi.

Doveva ricordare ogni singolo momento, quel dolore, quelle ferite, come lui non aveva ancora dimenticato quelle che gli aveva fatto lui.

Gli morse ancora il braccio, succhiando il sangue. Strinse la cintola un altro po’, tappandogli ancora una volta la bocca con una mano. Matt ansimava contro la sua pelle, singhiozzava.

Ed era pallidissimo.

Non si divincolava..

 

Mello spinse più forte, stringendogli le braccia ferite. Insinuando le unghie nei tagli.

Matt stringeva i denti. Le labbra bianche.

Il più piccolo cominciò ad ansimare. Quel movimento, dentro di Matt, nonostante tutto, lo stava facendo venire.

Conficcò le dita nelle spalle dell’amico, mentre sentiva vicino l’orgasmo.

Pianse.

Strinse le labbra e pianse, lasciando che le lacrime si mischiassero al sudore, sul petto di Matt.

_ Mello..? _

_ Sta’ zitto _

Mello si ritrovò a tremare, venendo, tra il dolore e il piacere.

Si strinse a Matt, singhiozzando. Ora, che la rabbia e quello stupido rancore l’avevano lasciato, avvertiva solo un senso di soffocamento.

Matt alzò le braccia, passandole unite com’erano dietro le spalle di Mello, pigiandoselo addosso.

_ Scusami. Mi dispiace.. _ bisbigliò il rosso, piangendo a sua volta. Le sue lacrime bagnarono le guance del più piccolo. _ Non volevo causarti questo.. non volevo.. farti star male _

Tremava come una foglia, continuava a sanguinare e aveva il coraggio di preoccuparsi per lui?! Mello lo morse.

_ Fanculo, Matt! Ti ho fatto questo e ancora mi chiedi scusa..? _ singhiozzò un’altra volta, sprofondando la faccia nel suo collo. Uscì da lui, lasciandosi andare a peso morto sul suo corpo.

_ Ti amo _

Mello pianse ancora più forte. Per tutti e due.

 

 

 

 

You take the pain I feel

 

 

 

Near s’era infilato sotto le lenzuola, in fondo al letto. Per nascondere la sua vergogna e il suo pianto stupido al resto del mondo.

Mello giocava con lui?

L’aveva piantato lì senza pensarci due volte, era scappato da Matt ancora una volta. E lui era il solito scemo che rimaneva fregato.

“Questo è il mio marchio, Near”

Certo.

Singhiozzò contro i polsini della camicia, ricordandosi quel momento, ricordandosi di come s’era sentito bene quando Mello gli aveva detto che lo amava, quando lo abbracciava in quel suo modo soffocante.

 

Ma forse era solo andato da Roger, e sarebbe tornato da lui a chiedergli scusa e stringerlo di nuovo.

O forse era solo andato a chiudere ogni rapporto con Matt.

 

Ma si rendeva perfettamente conto di quanto fosse idiota ed egoista quella speranza.

Abbracciò stretto il coniglio bianco di peluche, piangendo.

  
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